Depressione, ansia e ira senza freni (per il mio compagno)
Buonasera,
comincio con gli antefatti. Il mio compagno soffre da anni di depressione, gli è stata diagnosticata per la prima volta verso i 15 anni (ora ne ha 29) ed è stato seguito per un paio di anni da uno psicologo. A 22 anni c'è stata un'altra crisi durata tre settimane, con attacchi di panico, pianti a dirotto, momenti di chiusura totale e insicurezza verso qualsiasi cosa; i genitori lo hanno portato da uno psichiatra che gli ha dato come cura 1 pastiglia di Cipralex al giorno, con l'intenzione di diminuirla a metà dopo qualche mese e di mantenerla così nel tempo. A 27 anni, due anni dopo la fine della terapia con il medico precedente, una nuova crisi, questa volta più profonda, con momenti di sconforto, di apatia totale, momenti ossessivi (continuare a telefonare, mandare messaggi, anche assentandosi dal lavoro per farlo, e costringendo i genitori e me ad una presenza fissa) e attacchi di panico legati più che altro alla sicurezza (porte chiuse, macchina chiusa, gabbietta degli animali etc..). E' cominciata la cura con un altro medico che ha prescritto cipralex, anafranil e denibam al mattino, laroxyl ed en prima di dormire (dosaggi variavano secondo loro accordi), con psicoterapia una volta ogni due settimane.
Ci sono stati segni di miglioramento ma quando siamo andati a convivere (quattro mesi fa) il medico ha deciso di abbassare i dosaggi dei farmaci (ora siamo a 1 p. di cipralex e 1 anafranil) ed è cominciato un incubo. Di nuovo ci sono stati attacchi di apatia, ansia, panico, momenti di depressione e annullamento totale e, soprattutto attacchi d'ira senza controllo. Il medico gli ha detto di sfogare tutta l'ira e i sentimenti che sente, ma sinceramente ne ho spesso paura perché ormai è senza controllo. Ho provato ad entrare in contatto con il curante che però non risponde a messaggi e/o mail ascoltando solo il paziente (che comunque ha deciso di vedere ogni tre mesi) e dandogli ragione su tutto quello che fa.
Quindi vi chiederei consigli su come poter gestire questi momenti di crisi (preservando me stessa perché sono davvero allo stremo) e se ritenete necessario cambiare psichiatra.
Vi ringrazio
Cordialmente
comincio con gli antefatti. Il mio compagno soffre da anni di depressione, gli è stata diagnosticata per la prima volta verso i 15 anni (ora ne ha 29) ed è stato seguito per un paio di anni da uno psicologo. A 22 anni c'è stata un'altra crisi durata tre settimane, con attacchi di panico, pianti a dirotto, momenti di chiusura totale e insicurezza verso qualsiasi cosa; i genitori lo hanno portato da uno psichiatra che gli ha dato come cura 1 pastiglia di Cipralex al giorno, con l'intenzione di diminuirla a metà dopo qualche mese e di mantenerla così nel tempo. A 27 anni, due anni dopo la fine della terapia con il medico precedente, una nuova crisi, questa volta più profonda, con momenti di sconforto, di apatia totale, momenti ossessivi (continuare a telefonare, mandare messaggi, anche assentandosi dal lavoro per farlo, e costringendo i genitori e me ad una presenza fissa) e attacchi di panico legati più che altro alla sicurezza (porte chiuse, macchina chiusa, gabbietta degli animali etc..). E' cominciata la cura con un altro medico che ha prescritto cipralex, anafranil e denibam al mattino, laroxyl ed en prima di dormire (dosaggi variavano secondo loro accordi), con psicoterapia una volta ogni due settimane.
Ci sono stati segni di miglioramento ma quando siamo andati a convivere (quattro mesi fa) il medico ha deciso di abbassare i dosaggi dei farmaci (ora siamo a 1 p. di cipralex e 1 anafranil) ed è cominciato un incubo. Di nuovo ci sono stati attacchi di apatia, ansia, panico, momenti di depressione e annullamento totale e, soprattutto attacchi d'ira senza controllo. Il medico gli ha detto di sfogare tutta l'ira e i sentimenti che sente, ma sinceramente ne ho spesso paura perché ormai è senza controllo. Ho provato ad entrare in contatto con il curante che però non risponde a messaggi e/o mail ascoltando solo il paziente (che comunque ha deciso di vedere ogni tre mesi) e dandogli ragione su tutto quello che fa.
Quindi vi chiederei consigli su come poter gestire questi momenti di crisi (preservando me stessa perché sono davvero allo stremo) e se ritenete necessario cambiare psichiatra.
Vi ringrazio
Cordialmente
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Se ritiene che la sua incolumità sia a rischio, indipendentemente dalle scelte dello psichiatra, è opportuno che metta in atto delle modalità che possano preservarla da tali rischi.
Per ciò che attiene alle cure, se lo psichiatra ha stabilito di non avere contatti con persone al di fuori del paziente avrà i suoi motivi che possono essere o meno condivisibili.
Per ciò che attiene alle cure, se lo psichiatra ha stabilito di non avere contatti con persone al di fuori del paziente avrà i suoi motivi che possono essere o meno condivisibili.
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 12/03/2015.
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