Assunzione daparox
Salve, io da circa 3 anni e mezzo assumo daparox 20mg, ho iniziato perche soffrivo di forti giramenti di testa e vomito quando mi trovavo in luoghi affollati o in situazioni di stress. adesso sotto la terapia di una psicoterapeuta, avevo intenzione di smettere e il mio medico di famiglia mi ha detto di diminuire 1/4 di pasticca a settimana. sono passate circa due settimane, sto prendendo mezza pasticca ma i giramenti di testa cominciano a divenire insopportabili. non si verificano in condizioni di particolare ansia o in luoghi affollati come prima, ma comunemente quando mi giro mi muovo. non so se siano gli effetti collaterali dovuti al fatto che lo sto calando o se è stato calato troppo in fretta, ma vorrei un'opinione su questa mia situazione perchè è molto fastidiosa.
[#1]
Gentile utente,
state facendo le cose in maniera scorretta:
1) non deve essere il medico di famiglia a monitorare la terapia psico-farmacologica, ma uno specialista psichiatra, e bisogna trovarne uno.
2) l'aver cominciato la psicoterapia non è un motivo per ridurre o per cambiare la dose del farmaco (tale strategia si poggia su una idea comune del tutto sbagliata). La farmaco- e la psico- terapia non sono le alternative una ad altra. Ognuna ha le proprie indicazioni (diverse) e le proprie modalità di espletamento, ma possono essere fatte in associazione (e spesso ciò è più efficace rispetto a ciascuna da sola). Quando si fanno in associazione, dall'andamento della psicoterapia si può cogliere i segni che aiutano al monitoraggio della farmacoterapia, ma non in una maniera nella quale avete fatto voi.
La dinamica della farmacoterapia:
3 anni di farmacoterapia sicuramente non sono pochi, si può anzi pensare che nell'arco di tale tempo il disturbo ha potuto compensarsi. Tuttavia, è importante sapere quanto è stato veramente compensato ? quanto la farmacoterapia è stata efficace ? completamente ? in parte ?
(sono questi i primi parametri da considerare e non l'inizio o meno della psicoterapia)
Quando la condizione è del tutto o almeno parzialmente compensata (in tal modo che si può partecipare e trarre beneficio dalla psicoterapia) e si fa la psicoterapia, allora l'andamento dei progressi in psicoterapia può essere, in una certa misura, un indice di quanto si è pronti per andare avanti anche con meno terapia farmacologica (dunque, ci vuole una collaborazione fra lo psichiatra e lo psicoterapeuta per valutalo). Dopo ogni riduzione della farmacoterapia (la decisione sulla quale spetta allo psichiatra) il quadro va rivalutato: bisogna vedere se la persona lo regge o no, e ciò è anche una prova di quanto i risultati ottenuti in psicoterapia sono sufficienti o no. Invece la riduzione così veloce come l'avete programmata voi non è una prova, ma una presunzione affrettata.
La dinamica della psicoterapia:
- dipende dal tipo di approccio (è più di tipo cognitivo comportamentale ? o psicodinamico ? )
- in qualsiasi caso, i risultati della psicoterapia non sono immediati; e anche quando si ottengono a breve, ci vuole un certo tempo per radicarli;
- sebbene esistono le tecniche destinati alla gestione delle situazioni acute, per fare la psicoterapia è ottimale che lo stato psichico ed i sintomi altrimenti disturbanti siano aleno in parte compensati (ciò è possibile con la farmacoterapia, la quale dunque andrebbe mantenuta almeno finché non ci sono i risultati apprezzabili della psicoterapia), altrimenti una persona può, talvolta, proprio non riuscire a partecipare adeguatamente alla psicoterapia.
Dunque,
Le consiglio, di non cambiare ulteriormente la dose, e con la dose così come è, rivolgersi ad uno psichiatra, e valutare la dose ottimale con lui.
state facendo le cose in maniera scorretta:
1) non deve essere il medico di famiglia a monitorare la terapia psico-farmacologica, ma uno specialista psichiatra, e bisogna trovarne uno.
2) l'aver cominciato la psicoterapia non è un motivo per ridurre o per cambiare la dose del farmaco (tale strategia si poggia su una idea comune del tutto sbagliata). La farmaco- e la psico- terapia non sono le alternative una ad altra. Ognuna ha le proprie indicazioni (diverse) e le proprie modalità di espletamento, ma possono essere fatte in associazione (e spesso ciò è più efficace rispetto a ciascuna da sola). Quando si fanno in associazione, dall'andamento della psicoterapia si può cogliere i segni che aiutano al monitoraggio della farmacoterapia, ma non in una maniera nella quale avete fatto voi.
La dinamica della farmacoterapia:
3 anni di farmacoterapia sicuramente non sono pochi, si può anzi pensare che nell'arco di tale tempo il disturbo ha potuto compensarsi. Tuttavia, è importante sapere quanto è stato veramente compensato ? quanto la farmacoterapia è stata efficace ? completamente ? in parte ?
(sono questi i primi parametri da considerare e non l'inizio o meno della psicoterapia)
Quando la condizione è del tutto o almeno parzialmente compensata (in tal modo che si può partecipare e trarre beneficio dalla psicoterapia) e si fa la psicoterapia, allora l'andamento dei progressi in psicoterapia può essere, in una certa misura, un indice di quanto si è pronti per andare avanti anche con meno terapia farmacologica (dunque, ci vuole una collaborazione fra lo psichiatra e lo psicoterapeuta per valutalo). Dopo ogni riduzione della farmacoterapia (la decisione sulla quale spetta allo psichiatra) il quadro va rivalutato: bisogna vedere se la persona lo regge o no, e ciò è anche una prova di quanto i risultati ottenuti in psicoterapia sono sufficienti o no. Invece la riduzione così veloce come l'avete programmata voi non è una prova, ma una presunzione affrettata.
La dinamica della psicoterapia:
- dipende dal tipo di approccio (è più di tipo cognitivo comportamentale ? o psicodinamico ? )
- in qualsiasi caso, i risultati della psicoterapia non sono immediati; e anche quando si ottengono a breve, ci vuole un certo tempo per radicarli;
- sebbene esistono le tecniche destinati alla gestione delle situazioni acute, per fare la psicoterapia è ottimale che lo stato psichico ed i sintomi altrimenti disturbanti siano aleno in parte compensati (ciò è possibile con la farmacoterapia, la quale dunque andrebbe mantenuta almeno finché non ci sono i risultati apprezzabili della psicoterapia), altrimenti una persona può, talvolta, proprio non riuscire a partecipare adeguatamente alla psicoterapia.
Dunque,
Le consiglio, di non cambiare ulteriormente la dose, e con la dose così come è, rivolgersi ad uno psichiatra, e valutare la dose ottimale con lui.
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 25/02/2015.
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