Soggetto anziano problematico, si alimenta male e ha scatti d'ira
Buonasera, vorrei chiedere un consiglio su come aiutare un'anziana parente sull'ottantina.
F. ha sempre avuto un carattere problematico; gelosia eccessiva verso la sorella maggiore, poche amicizie (tutte perse lungo gli anni), eccessiva criticità verso il prossimo e scarsa adattabilità verso nuove situazioni. La vita di F. è sempre trascorsa attraverso rigide routine in cui M. (il marito) partecipava passivamente, accontentandola in ognuna delle sue richieste, anche quelle eccessive o stravaganti. Viziata da marito e genitori, è sempre stata al centro dell'attenzione familiare: in casa era lei che dettava legge. L'anno scorso M. è mancato. Durante la malattia di M., lei non ha quasi mai dato supporto alla famiglia, delegando figli e nipoti in tutto ciò che riguardava l'assistenza a suo marito. Rimasta sola, F. ha incominciato a diventare ancora più intrattabile di prima. Con M. è venuto a mancare il suo braccio destro, che ad ogni pasto trovava qualunque futile motivo per bisticciare (ad esempio, una tovaglia messa leggermente più storta); i litigi erano un "one man show" e presenti tutti i giorni a tutti i pasti ed erano anche molto violenti e correlati da toni molto coloriti. F. sembrava godere di questi momenti di tensione, cercando sempre il pretesto per aizzare il marito contro gli ignari parenti.
A quasi un anno dalla dipartita, F. si lamenta spesso della mancata routine; all'apparenza potrebbe essere un comportamento normale, visto il grave lutto.
Parla sempre di morte (cosa che ha sempre fatto), ma ultimamente augura spesso la morte a persone, piante o animali che si comportano diversamente da come vorrebbe, "tanto devono morire" dice con rabbia. Tutta la famiglia sta cercando di accontentarla, ma F. scoppia in pianti isterici, fa ripicche e scenate, ogni qualvolta qualcosa non vada esattamente come aveva previsto. Passa ore al buio, seduta su una poltrona a guardare fuori dalla finestra in silenzio. Ha una casa di 5 stanze, ma due di queste sono offlimits. Ogni volta che si rompe qualcosa in casa, non vuole ripararlo (tipo il rubinetto della cucina). Non cucina più, ma rifiuta anche il cibo cucinato da altri per lei (comportamento che ha sempre avuto anche da giovane);
oggi abbiamo scoperto che, nonostante il pane comprato stamattina, è andata a prendere del pane di un mese fa (ben conservato, ma per i cani) e lo ha mangiato con dei salumi, invece del pranzo che era stato preparato. Si alimenta quasi esclusivamente di biscotti, nutella, pomodoro e tonno in scatola. Ha scatti d'ira e piange di rabbia; durante uno di questi ha strappato -nella notte- parte della tappezzeria di una stanza e ha strappato le radici a una pianta che conservava con cura da una decina d'anni. Altra cosa preoccupante, la nipote soffre di allergie gravi e celiachia e lei vede i problemi di salute di quest'ultima come una scusa architettata per fare un torto a lei e cambiare la routine familiare. Assume una pastiglia di Tavor al giorno da più di vent'anni.
Grazie
F. ha sempre avuto un carattere problematico; gelosia eccessiva verso la sorella maggiore, poche amicizie (tutte perse lungo gli anni), eccessiva criticità verso il prossimo e scarsa adattabilità verso nuove situazioni. La vita di F. è sempre trascorsa attraverso rigide routine in cui M. (il marito) partecipava passivamente, accontentandola in ognuna delle sue richieste, anche quelle eccessive o stravaganti. Viziata da marito e genitori, è sempre stata al centro dell'attenzione familiare: in casa era lei che dettava legge. L'anno scorso M. è mancato. Durante la malattia di M., lei non ha quasi mai dato supporto alla famiglia, delegando figli e nipoti in tutto ciò che riguardava l'assistenza a suo marito. Rimasta sola, F. ha incominciato a diventare ancora più intrattabile di prima. Con M. è venuto a mancare il suo braccio destro, che ad ogni pasto trovava qualunque futile motivo per bisticciare (ad esempio, una tovaglia messa leggermente più storta); i litigi erano un "one man show" e presenti tutti i giorni a tutti i pasti ed erano anche molto violenti e correlati da toni molto coloriti. F. sembrava godere di questi momenti di tensione, cercando sempre il pretesto per aizzare il marito contro gli ignari parenti.
A quasi un anno dalla dipartita, F. si lamenta spesso della mancata routine; all'apparenza potrebbe essere un comportamento normale, visto il grave lutto.
Parla sempre di morte (cosa che ha sempre fatto), ma ultimamente augura spesso la morte a persone, piante o animali che si comportano diversamente da come vorrebbe, "tanto devono morire" dice con rabbia. Tutta la famiglia sta cercando di accontentarla, ma F. scoppia in pianti isterici, fa ripicche e scenate, ogni qualvolta qualcosa non vada esattamente come aveva previsto. Passa ore al buio, seduta su una poltrona a guardare fuori dalla finestra in silenzio. Ha una casa di 5 stanze, ma due di queste sono offlimits. Ogni volta che si rompe qualcosa in casa, non vuole ripararlo (tipo il rubinetto della cucina). Non cucina più, ma rifiuta anche il cibo cucinato da altri per lei (comportamento che ha sempre avuto anche da giovane);
oggi abbiamo scoperto che, nonostante il pane comprato stamattina, è andata a prendere del pane di un mese fa (ben conservato, ma per i cani) e lo ha mangiato con dei salumi, invece del pranzo che era stato preparato. Si alimenta quasi esclusivamente di biscotti, nutella, pomodoro e tonno in scatola. Ha scatti d'ira e piange di rabbia; durante uno di questi ha strappato -nella notte- parte della tappezzeria di una stanza e ha strappato le radici a una pianta che conservava con cura da una decina d'anni. Altra cosa preoccupante, la nipote soffre di allergie gravi e celiachia e lei vede i problemi di salute di quest'ultima come una scusa architettata per fare un torto a lei e cambiare la routine familiare. Assume una pastiglia di Tavor al giorno da più di vent'anni.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
La situazione che descrive appare molto complessa da definire, in quanto la sintomatologia riportata potrebbe essere ricondotta a diverse spiegazioni.
Innanzitutto, l'età avanzata suggerirebbe una valutazione sul piano cognitivo.
In più la storia passata farebbe pensare ad una personalità già difficile se non addirittura patologica.
A mio parere il primo passo dovrebbe essere un consulto con il medico di base, che possa eventualmente indicare lo specialista più opportuno.
Cordiali saluti,
La situazione che descrive appare molto complessa da definire, in quanto la sintomatologia riportata potrebbe essere ricondotta a diverse spiegazioni.
Innanzitutto, l'età avanzata suggerirebbe una valutazione sul piano cognitivo.
In più la storia passata farebbe pensare ad una personalità già difficile se non addirittura patologica.
A mio parere il primo passo dovrebbe essere un consulto con il medico di base, che possa eventualmente indicare lo specialista più opportuno.
Cordiali saluti,
Dr. Michele Patat
https://www.medicitalia.it/michelepatat
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.6k visite dal 23/02/2015.
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