Disturbi ansiosi e depressivi
Egregi dottori,
Vi scrivo in merito alla situazione psichica di mia madre, per la quale vorrei richiederVi un aiuto, per quanto mi renda conto che sia difficile descrivere una situazione strettamente personale dall'esterno.
Mia madre, casalinga, 55 anni d'età, in buone condizioni di salute generale, con una vita sociale da sempre alquanto limitata, da oltre una quindicina d'anni soffre di disturbi d'ansia generalizzati curati dal medico di base attraverso l'assunzione di Lexotan 0,25 mg (15+10+10 gocce al giorno).
Negli ultimi anni, in seguito all'insorgere in mio fratello (30 anni) di una crisi depressiva e in me di una sindrome depressiva con disturbi ossessivo compulsivi con note ipocondriache, la situazione è decisamente peggiorata. I suoi sintomi, attualmente curati attraverso l'assunzione di Alprazolam EG 0,50 mg (3 volte al giorno), e peggiorati secondo lei dalla menopausa (iniziata da 2 anni), sono: ansia per la salute dei familiari, ansia per gli orari (se esce sente il bisogno urgente di tornare per pulire la casa entro l'ora di pranzo), occasionali crisi di pianto, insofferenza per la situazione di mio fratello e per l'incapacità di rapportarsi serenamente a lui, svogliatezza nei confronti delle proposte, in particolare di mio padre (uscire, andare a ballare, incontrare familiari, etc.).
Quale approccio sarebbe migliore? Una visita da uno psichiatra, uno psicoterapeuta, uno psicologo o uno psicanalista?
RingraziandoVi, saluto distintamente.
Vi scrivo in merito alla situazione psichica di mia madre, per la quale vorrei richiederVi un aiuto, per quanto mi renda conto che sia difficile descrivere una situazione strettamente personale dall'esterno.
Mia madre, casalinga, 55 anni d'età, in buone condizioni di salute generale, con una vita sociale da sempre alquanto limitata, da oltre una quindicina d'anni soffre di disturbi d'ansia generalizzati curati dal medico di base attraverso l'assunzione di Lexotan 0,25 mg (15+10+10 gocce al giorno).
Negli ultimi anni, in seguito all'insorgere in mio fratello (30 anni) di una crisi depressiva e in me di una sindrome depressiva con disturbi ossessivo compulsivi con note ipocondriache, la situazione è decisamente peggiorata. I suoi sintomi, attualmente curati attraverso l'assunzione di Alprazolam EG 0,50 mg (3 volte al giorno), e peggiorati secondo lei dalla menopausa (iniziata da 2 anni), sono: ansia per la salute dei familiari, ansia per gli orari (se esce sente il bisogno urgente di tornare per pulire la casa entro l'ora di pranzo), occasionali crisi di pianto, insofferenza per la situazione di mio fratello e per l'incapacità di rapportarsi serenamente a lui, svogliatezza nei confronti delle proposte, in particolare di mio padre (uscire, andare a ballare, incontrare familiari, etc.).
Quale approccio sarebbe migliore? Una visita da uno psichiatra, uno psicoterapeuta, uno psicologo o uno psicanalista?
RingraziandoVi, saluto distintamente.
[#1]
Gentile utente,
lo specialista di riferimento e' lo psichiatra.
Ad ogni modo il trattamento di sua madre non e' risolutivo e porta ad assuefazione e dipendenza.
Sarebbe meglio far visitare al piu' presto sua madre.
lo specialista di riferimento e' lo psichiatra.
Ad ogni modo il trattamento di sua madre non e' risolutivo e porta ad assuefazione e dipendenza.
Sarebbe meglio far visitare al piu' presto sua madre.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Sarebbe indicato uno psichiatra.
I trattamenti da lei indicati non hanno azione terapeutica a lungo termine, anzi tendono a peggiorare il quadro per il comparire di effetti collaterali psichici, inclusi sintomi depressivi.
I tranquillanti tipo il lexotan o l'alprazolam sono indicati a breve termine, e salvo casi speciali non servono per risolvere la sofferenza legata ai disturbi d'ansia. In più, chi li prende mantiene la convinzione che sta un pò meglio perché li prende, convizione rinforzata dal fatto che se prova a non prenderli sperimenta astinenza (che non è segno che i farmaci servono, semplicemente che si è assuefatti).
I trattamenti da lei indicati non hanno azione terapeutica a lungo termine, anzi tendono a peggiorare il quadro per il comparire di effetti collaterali psichici, inclusi sintomi depressivi.
I tranquillanti tipo il lexotan o l'alprazolam sono indicati a breve termine, e salvo casi speciali non servono per risolvere la sofferenza legata ai disturbi d'ansia. In più, chi li prende mantiene la convinzione che sta un pò meglio perché li prende, convizione rinforzata dal fatto che se prova a non prenderli sperimenta astinenza (che non è segno che i farmaci servono, semplicemente che si è assuefatti).
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 06/09/2008.
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