Psicosi mania di persecuzione

Buongiorno,
mia madre (77 anni) soffre da circa 10 anni di una forma di mania di persecuzione. Con pensieri ricorrenti su persone che attenterebbero in maniera concreta sulla nostra famiglia. Riferisce inoltre di sentire squillare il telefono o ricevere messaggi a lei indirizzati direttamente dalla Tv.
Devo dire che nella maggior parte di questi 10 anni questi pensieri, se pur sempre presenti e palesati a noi familiari, solo poche volte hanno avuto un impatto acuto tale da doverci rivolgere urgentemente allo psichiatra. Quindi anche a livello di farmaci li ha assunti raramente (risperidone da 100 ml) e siamo riusciti bene o male a gestire questa difficile situazione.
Desideravo quindi chiedere: "non usare i farmaci del caso o usarli comunque al bisogno e non in maniera continuativa può peggiorare questo tipo di patologia oppure no è indifferente?"

Ringrazio anticipatamente per ogni aiuto che potrete darmi.

Cordiali Saluti
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Non ho capito se sua madre sta attualmente assumendo risperidone e se lo assume che dosaggio utilizza.
I farmaci antipsicotici agiscono riducendo o annullando i fenomeni deliranti e l'effetto terapeutico si manifesta dopo alcune settimane di assunzione continua, se si usano in modo sporadico in caso di forte agitazione psicomotoria agiscono solo come tranquillanti, solo che in questo caso i dosaggi devono essere più elevati e lo stato di agitazione può mettere una persona anziana come sua madre a rischio di episodi cardiovascolari (infarto, ictus).
Consiglierei pertanto una terapia continuativa al minimo dosaggio efficace possibile, con controlli almeno mensili da parte dello psichiatra.

Franca Scapellato

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Non mi è ben chiara la patogenesi del disturbo e la diagnosi.

E' poco probabile che il disturbo possa essere classificato come psicotico considerando l'età di sua madre e la presentazione circa 10 anni fa.

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Utente
Utente
Buongiorno e grazie innanzitutto per le pronte risposte.
Dunque, la diagnosi vera e propria forse non c'è mai stata o forse si.
Nel senso che 10 anni fa al primo episodio acuto che si è presentato ho portato mia madre dallo psichiatra del centro salute mentale della mia città che non mi ha formulato una diagnosi scritta o orale: a semplicemente prescritto un atipsicotico (risperidone) e ci ha rimandato a casa senza scrivere o dire una diagnosi. Non so se ha fatto bene magari lui dentro di lui l'ha fatta ma non l'ha formalizzata.
Tuttavia da allora ogni qualvolta si è presentato un episodio acuto si è limitato a prescrivere la solita terapia a base di risperidone.
Ieri sono tornato da lui e me ne ha prescritto un altro "l'aloprazolo" da 2,5. in sotituzione del risperidone.

Ora.. va anche detto che circa 1 anno fa mia madre ha avuto un paio di episodi di diplopia (visione doppia). L'ho portata dal neurologo che dopo una tac del cranio e un ecodoppler carotideo e una visita oculistica (tutti gli esami negativi) ha concluso che con ogni probabilità la diplopia era dovuta a un fenomeno circolatorio e gli ha prescritto una terapia a base si cardioaspirina da 100 mg. che fluidifica il sangue ed è d'elezione in questi casi.

Dopo questi episodi di diplopia sinceramente ho avuto qualche perplessità nel dare il risperidone a mia mamma (anzi non gliel'ho proprio più dato e sono dubbioso anche nel dargli adesso l'aloprazolo visto che questi farmaci hanno effetti collaterali anche pesanti a livello cerebrale). E non so addirittura se la diplopia avuta possa essere stata dovuta ad un uso precedente dell'antipsicotico. O forse chissà un agitazione può aver causato quel fenomeno circolatorio.

Quindi ritorno al quesito originario: secondo voi, in base a quanto detto dovrei far seguire a mia madre questa terapia con l'aloprazolo oppure no? Lo so è una scelta difficile perchè da un lato c'è la sofferenza psichica evidente di mia mamma e però c'è anche il opericolo che questi farmaci creino problemi in una persona anziana che ha manifestato problemi circolatori.

Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Non ho capito se il farmaco prescritto è alprazolam o aloperidolo, sono farmaci del tutto differenti.
Ci vuole innanzitutto una diagnosi precisa, come ha giustamente detto il collega, per escludere un problema organico, come ad es arteriosclerosi cerebrale o deterioramento mentale, che possono dare fenomeni deliranti.
[#5]
Utente
Utente
Dunque il farmaco prescritto è OLANZAPINA da 2.5 mg. prodotto da una nota casa farmaceutica.

Chi e come dovrebbe fare una diagnosi? E' difficile farla? si fa in una o più sedute?

Sa consigliarmi un centro o uno specialista valido in questo settore?

Grazie ancora per gli aiuti che mi state dando.



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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
L'Olanzapina è utilizzata nelle psicosi croniche, mentre se si tratta di demenza può essere utilizzata, ma con cautela.
Sarebbe buona norma effettuare almeno un elettrocardiogramma prima di iniziare, tanto più in una persona anziana.
Una psicosi che esordisce a 70 anni è improbabile, di solito si manifesta in età più giovane, intorno ai 40-50 anni.
Intanto potrebbe chiedere allo psichiatra una lettera per il curante, con diagnosi e prescrizione, quando lavoravo all'ASL lo facevamo di routine.
Le consiglio poi di parlarne col suo medico di famiglia o con il neurologo che l'aveva visitata in passato.
Nella sua regione ci sono centri per la diagnosi e la terapia dell'Alzheimer, per es http://www.remind-uva.net/centri-alzheimer-demenza/mappa/Umbria,+Italia

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Utente
Utente
Grazie dott.ssa,
diciamo che comunque mia madre ha avuto sempre un carattere piuttosto chiuso anche in giovane età manifestando, anche se in maniera molto blanda e meno ricorrente pensieri persecutori.
Comunque come dice lei la soluzione migliore e far mettere per iscritto una diagnosi e su quella base approntare una terapia anche perchè se non gli si da un farmaco l'agitazione indotta dai pensieri può essere certamente pericolosa per il cuore.

La ringrazio molto per il momento.
[#8]
Utente
Utente
Buongiorno Dott.ssa Scapellato,
in merito alla diagnosi mi sono ricordato, come le dicevo sopra, che circa un anno fa mi ha madre ha fatto una TAC del cranio (per via del manifestarsi di fenomeni di diplopia sopra menzionati) e dalla TAC è risultato un cervello nella norma compatibile con l'età di mia madre. Da profano penso che se ci fossero stati fenomeni di demenza o Alzhaimer la TAC li averebbe evidenziati mentre i medici che l'hanno vista questa tac (esecutore e neurologo) non hanno fatto cenno a problematiche di questo tipo.
Avevo quindi piacere di avere la sua opinione anche su questo aspetto.

La ringrazio nuovamente per l'aiuto che mi sta fornendo.

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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
In una situazione di deterioramento iniziale la Tac può essere negativa, ma il fatto più importante è che dall'anamnesi la sua mamma aveva già manifestato pensieri persecutori e aveva un carattere "chiuso". Anche ora non riferisce le idee persecutorie se non ai familiari più stretti.
Si può pensare quindi che si tratti di un disturbo che dura da molti anni, ma la diagnosi va fatta da chi l'ha visitata.
L'antipsicotico è utile per curare i sintomi, ma come ho detto è opportuno anche un controllo cardiologico.
[#10]
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa, si, lo psichiatra che la segue, da me interpellato, mi ha detto che per lui la diagnosi è quella persecutoria dato che come lei ha notato i sintomi ricorrono da molto tempo. L'unica cosa che mi lascia perplesso è che non abbia chiesto un elettrocardiogramma. Sono infatti d'accordo con lei che dati i problemi circolatori avuti e l'età va fatto un elettrocardiogramma (a proposito bisogna fare un elettrocardiogramma semplice oppure delle prove cardiologiche particolari?).
Ora il problema sarà come convincere mia madre a farlo(elettrocardiogramma) dato che lei per nessun motivo vuole andare dai dottori in quanto non ritiene di avere un problema.
In questi ultimi giorni la vedo provata a causa di questi pensieri che la logorano evidentemente volevo chiederle se aspettare qualche giorno per fare l'elettrocardiogramma può essere un problema in base al suo stato che le ho appena menzionato.

La ringrazio.





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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
In genere è sufficiente una visita cardiologica e un ecg, poi il cardiologo decide se fare altri accertamenti; è una precauzione, non è indispensabile. Quando sua madre sarà un po' più tranquilla si può provare a convincerla, ci vuole pazienza. Nel frattempo però deve iniziare la terapia prescritta dallo specialista.
[#12]
Utente
Utente
Capisco quindi lei mi consiglia di iniziare la terapia questa sera ( una compressa da 2,5 mg di olanzapina è una quantità modica?) e poi nei prossimi giorni con calma fare gli accertamenti cardiologici di cui mi ha parlato. Ho compreso bene?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
La dose che le ha prescritto il medico che l'ha visitata è bassa, corrisponde a 1/4 della dose media iniziale, se non è sufficiente nelle prossime settimane questo andrà segnalato allo psichiatra.
Gli accertamenti si possono fare più avanti (anche fra qualche settimana), senza insistere troppo in questa fase così delicata.
[#14]
Utente
Utente
d'accordo dott.ssa, le inizierò la terapia questa sera con la compressa da 2,5 mg. Poi nei prossimi giorni cercherò in tutti i modi di convincerla a fare la visita cardiologica l'elettrocardiogramma.
la ringrazio molto per la sua preziosa consulenza, non mancherò di tenerla informata.

Grazie ancora.

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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Va bene, direi che la prima cosa è che inizi la terapia, che è bassa, poi ripeto non insista troppo, quando la vede più tranquilla le propone il controllo.
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Utente
Utente
D'accordo dott.ssa.

Grazie 1000
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Se il dosaggio di Olanzapina resterà al dosaggio di 2.5mg difficilmente possono essere presenti miglioramenti in presenza di una diagnosi corretta di psicosi.

E' probabile che la diagnosi sia secondaria a fenomeni di senilità e non ad una diagnosi psichiatrica vera e propria.
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