La mia testa è vuota non riesco
Salve mi chiamo Emanuele ho 23 anni e sono un depresso. (depressione unipolare) sono seguito da uno psichiatra da circa 5 anni, ho questo disturbo da circa meta della vita .. con tutti i farmaci che prendo non riesco a svolgere tutte le attivita che normalmente uno potrebbe fare, cmq ecco la mia situazione se da 5 anni a questa parte ho resistito al suicidio e ho lavorato pazientemente su me stesso cercando di migliorare il mio umore, oggi non posso più farlo, in breve ho perso mio padre da poco e mia madre è in attesa di trapianto a una situazione clinica abbastanza compromessa e non entro nei particolari ... adesso più che mai avrei bisogno di diventare lucido nel più breve tempo possibile. sono 5 anni che assumo farmaci 5 anni che sento dirmi che migliorerò e che riuscirò ad avere una vità normale, le cose nn sono cosi semplici come vogliono farmi credere o magari lo sono per persone che non sono depresse anche quando non ho attacchi di panico o ansia la mia testa è vuota non riesco a parlare nè a vedere ciò che ho attorno a memorizzare e a studiare " rimanere nella realta" continuo a fantasticare ad occhi aperti , stili di vita che non avrò mai situazioni che non vivrò mai posti che non vedrò mai, che non vedrò mai con il cuore, con la mia mente presente perchè anche se raggiungessi la florida a stare su una spiaggia o a madrid alla corrida sara solo il mio corpo ad essere li, la mia anima sara fuori dal mio corpo. E POSSIBILE ACCEDERE ALLA TERAPIA ELETROCONVULSIVANTE IN ITALIA? prima di diventare un alcolizzato?
[#1]
Sì, in Italia la terapia convulsivante è praticata, avendo come l'indicazione anche alcune forme dei disturbi di umore resistenti ad altre cure (tale criterio è discutibile, perché diverse volte non ha senso aspettare e provare tutte le altre cure prima di concludere che è indicata la terapia convulsivante; tuttavia in Italia è così). Si pratica in Italia in parecchi ospedali. Talvolta sono reparti di neurologia e non di psichiatria. Al Norditalia uno dei riferimenti è a Brescia. Non so se viene praticata anche a Roma, bisogna informarsi. Magari ha senso scegliere con cura il centro, perché non tutti i centri possono essere all'avanguardia.
Tramite la conoscenza solo via internet come ora non si può fare la valutazione su eleggibilità del Suo caso, e nemmeno qualsiasi psichiatra lo può fare. Lo può fare meglio chi è specializzato in tale terapia e la pratica. Dunque, la valutazione di eleggibilità accurata si fa presso tali centri, ma la segnalazione, secondo me, deve essere fatta dallo specialista curante.
Lascio i link agli articoli sul nostro sito che possono essere utili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/1597-che-cosa-e-la-terapia-elettroconvulsivante-tec-ect-elettroshock.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/897-attualita-della-terapia-elettroconvulsivante-tec.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/106-la-terapia-elettroconvulsivante-tec-l-elettroshock-oltre-il-nido-del-cuculo.html
Detto ciò,
...
sento che Lei è molto sofferente. Altrimenti non avrebbe pensato all'elettroschock. Io non dico se è indicato o no. Non lo scarto, ma nel Suo caso ne dubito un po', perché questa idea, nel contesto di tutto quello che Lei scrive, può essere piuttosto un modo di dire: "sono disperato, sono quasi finito, non ho più niente da perdere...". Sì, verosimilmente si tratta attualmente di uno stato depressivo molto serio,
ma ho l'impressione che nel Suo caso centra molto il contesto relazionale e il modo di seguirLa. E per me non è del tutto chiaro se con la Sua domanda si interessava alla terapia convulsivante o/anche a qualcos'altro.
Quale terapia farmacologica Lei sta seguendo ?
Può rispondermi ? Grazie.
Tramite la conoscenza solo via internet come ora non si può fare la valutazione su eleggibilità del Suo caso, e nemmeno qualsiasi psichiatra lo può fare. Lo può fare meglio chi è specializzato in tale terapia e la pratica. Dunque, la valutazione di eleggibilità accurata si fa presso tali centri, ma la segnalazione, secondo me, deve essere fatta dallo specialista curante.
Lascio i link agli articoli sul nostro sito che possono essere utili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/1597-che-cosa-e-la-terapia-elettroconvulsivante-tec-ect-elettroshock.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/897-attualita-della-terapia-elettroconvulsivante-tec.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/106-la-terapia-elettroconvulsivante-tec-l-elettroshock-oltre-il-nido-del-cuculo.html
Detto ciò,
...
sento che Lei è molto sofferente. Altrimenti non avrebbe pensato all'elettroschock. Io non dico se è indicato o no. Non lo scarto, ma nel Suo caso ne dubito un po', perché questa idea, nel contesto di tutto quello che Lei scrive, può essere piuttosto un modo di dire: "sono disperato, sono quasi finito, non ho più niente da perdere...". Sì, verosimilmente si tratta attualmente di uno stato depressivo molto serio,
ma ho l'impressione che nel Suo caso centra molto il contesto relazionale e il modo di seguirLa. E per me non è del tutto chiaro se con la Sua domanda si interessava alla terapia convulsivante o/anche a qualcos'altro.
Quale terapia farmacologica Lei sta seguendo ?
Può rispondermi ? Grazie.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Grazie a voi del interessamento caro Dottore, dalla, ho preso zoloft 100 mg al mattino e 100 alla sera per due/tre anni sino a questo ottobre mese della ricaduta poi quando mi sono guardato i polsi e ho preso in mano un taglierino ho capito che forse era solo il farmaco che andava cambiato . e prima di questo farmaco altri ne abbiamo provati... adesso la nuova prescrizione è questa( zyprexa 10 mg) ( depakin chrono, 500 mattino - 500 sera ) (sereupin 20 mg) il resto dei farmaci avrà capito a cosa mi servano, anche quando stavo meglio non stavo bene, Dottore le parlo schiettamente non so più cosa è il piacere il e mio dolore è diventato il mio piacere , penso alla morte ogni giorno ogni minuto e secondo. Potrebbe chiamarsi amore una cosa che si desidera cosi tanto...
[#4]
Ex utente
Grazie a voi del interessamento caro Dottore, ho preso zoloft 100 mg al mattino e 100 alla sera per due/tre anni sino a questo ottobre mese della ricaduta poi quando mi sono guardato i polsi e ho preso in mano un taglierino ho capito che forse era solo il farmaco che andava cambiato . e prima di questo farmaco altri ne abbiamo provati... adesso la nuova prescrizione è questa( zyprexa 10 mg) ( depakin chrono, 500 mattino - 500 sera ) (sereupin 20 mg) il resto dei farmaci avrà capito cosa mi servano, anche quando stavo meglio non stavo bene, Dottore le parlo schiettamente non so più cosa è il piacere e il mio dolore è diventato il mio piacere , penso alla morte ogni giorno ogni minuto e secondo. Potrebbe chiamarsi amore una cosa che si desidera cosi tanto... non è disperazione dottore , avvolte è rabbia avvolte apatia avvolte panico avvolte allucinazioni avvolte è delirio, come se fossi staccato dal mio corpo e la mia mente si rifugiasse da qualche parte che non è dove dovrebbe essere nel presente, avvolte potrebbe cadermi il mondo addosso e io non avrei il tempo di accorgermene è come se funzionassi ad intervalli di un minuto non so se mi capisce per questo scrivo poi rileggo cancello e poi riscrivo è come se perdessi il filo, scrivo e poi penso: ma veramente volevo scrivere questo? questo altro aggettivo è più apropiato ? questo aggettivo descrive quello che penso? che significa veramente questo aggettivo? questo aggettivo esiste? parlo in modo troppo esplicito?sembro maleducato? forse se dico troppe cose sarò solo un numero da macello non degno di attenzione? la verità è questa signore io esisto ma non ci sono veramente io esisto a tratti...
[#7]
Ex utente
Dr. Stefano Garbolino la ringrazio in anticipo, la verità è che ho paura che le cose possano andare peggio di come sono mi sento confuso e per questo cambio spesso idea, dal coraggio alla paura alla fobia ogni volta sento un senso di vomito, mi rifiuto di prendere farmaci antipsicotici ammeno che non siano antidepressivi in quel caso li prendo.... vorrei trovare delle risposte fuori dalla farmacologia vorrei vedere come si sentono le persone dopo un eletroshock con una stessa diagnosi anche solo per la cura della depressione, oggi mi sento anche peggio eppure ho provato ad uscire di casa , provo a distrarmi con qualsiasi cosa può darmi qualche consiglio? potrebbe suggerirmi come avvicinarmi meglio a conoscere questa terapia a vedere i suoi effetti gli svantaggi e i vantaggi parlare con psichiatri che hanno seguito pazienti utilizzando questa terapia? magari vedere qualche centro e conoscere persone che sono state sottoposte ad essa ?! ho l appuntamento lunedi con lo psichiatra, perchè mi è stato spostato.. questa terapia non è vista di buon occhio eppure nella mia follia la ritengo la migliore e la più rapida, la depressione mi spaventa molto di più.
[#8]
Gentile utente,
parlando al di "fuori della farmacologia",
Lei ha mai pensato a fare un percorso in una Comunità Psichiatrica ?
Perché potrebbe essere rilevante il contesto nel quale Lei vive.
Al Suo posto almeno ci rifletterei, e ne parlerei con il Suo specialista al vostro incontro.
Che cosa ne pensa ?
parlando al di "fuori della farmacologia",
Lei ha mai pensato a fare un percorso in una Comunità Psichiatrica ?
Perché potrebbe essere rilevante il contesto nel quale Lei vive.
Al Suo posto almeno ci rifletterei, e ne parlerei con il Suo specialista al vostro incontro.
Che cosa ne pensa ?
[#11]
La Comunità Terapeutica è un luogo dove ci si abita assieme ad un gruppo di altri pazienti, condividendo la giornata, partecipando ai lavori di casa, alle attività psicoterapeutiche di gruppo e individuali.
Tali comunità sono di molti tipi diversi, e ce ne sono per i tipi di problematiche diverse e con programmi di cura diversi.
Tradizionalmente, alle comunità si è ricorso come ad un ambiente protettivo ed educativo rispetto alla vita nella società, nel caso dei pazienti con importanti problematiche di adattamento alla vita.
Con tempo, oltre alle classiche Comunità per i pazienti psichiatrici, si sono create le Comunità per varie categorie di pazienti:
anche per i problemi caratteriali, per i problemi di tossicodipendenza, per i bambini con problemi psico-sociali, per adolescenti, per anziani, ecc.
Nel Suo caso, l'ho pensato, perché ho avuto l'impressione che queste problematiche possono esserci; che per Lei è difficile tollerare la vita in generale, ma che il problema non è solo la condizione nella quale si trova il Suo cervello, il problema è anche in un ambiente che non è ottimale, che è sempre stressante e che non è sufficientemente attento a Lei, e anche Lei tende a vivere piuttosto nel mondo di Lei stesso (di sé stesso), e questo può aggravare le Sue condizioni.
Entrare in una Comunità è una decisione che va riflettuta con pro- e contro-, perché come minimo ci si risiede li per alcuni mesi; perché per una persona abituata ad una vita indipendente e molto individualista è un cambiamento abbastanza radicale e non da tutti facilmente accettabile; infine, nelle Comunità Terapeutiche non ci sono i posti subito per tutti, e, per entrarci, dal momento della presentazione della domanda, ci vorrà aspettare ancora un po' finché si libera un posto. Le Comunità Terapeutiche sono diverse fra di loro: ci sarebbero quelle meno adatte a Lei, e altre che sarebbero più adatte.
E' un metodo di cura complesso, basato sul ruolo che l'ambiente ha su di noi.
Più delle volte questo metodo di cura non è l'alternativa ad altri metodi (che possono essere utilizzati contemporaneamente al soggiorno in Comunità), ad esempio la cura farmacologica,
ma per alcune persone questo può essere un metodo più radicale rispetto ai soli farmaci o alla sola terapia elettroconvulsivante,
ma i risultati di tale metodo si vedono solo a lungo termine.
Se Lei va domani in visita dallo psichiatra, può chiedere a lui maggiori dettagli e che cosa ne pensa lui della Comunità Terapeutica nel Suo caso.
Non è detto che io abbia ragione. E' solo una ipotesi.
------------------------------------
A parte la terapia farmacologica, Lei ha avuto anche le esperienze di psicoterapia ?
Tali comunità sono di molti tipi diversi, e ce ne sono per i tipi di problematiche diverse e con programmi di cura diversi.
Tradizionalmente, alle comunità si è ricorso come ad un ambiente protettivo ed educativo rispetto alla vita nella società, nel caso dei pazienti con importanti problematiche di adattamento alla vita.
Con tempo, oltre alle classiche Comunità per i pazienti psichiatrici, si sono create le Comunità per varie categorie di pazienti:
anche per i problemi caratteriali, per i problemi di tossicodipendenza, per i bambini con problemi psico-sociali, per adolescenti, per anziani, ecc.
Nel Suo caso, l'ho pensato, perché ho avuto l'impressione che queste problematiche possono esserci; che per Lei è difficile tollerare la vita in generale, ma che il problema non è solo la condizione nella quale si trova il Suo cervello, il problema è anche in un ambiente che non è ottimale, che è sempre stressante e che non è sufficientemente attento a Lei, e anche Lei tende a vivere piuttosto nel mondo di Lei stesso (di sé stesso), e questo può aggravare le Sue condizioni.
Entrare in una Comunità è una decisione che va riflettuta con pro- e contro-, perché come minimo ci si risiede li per alcuni mesi; perché per una persona abituata ad una vita indipendente e molto individualista è un cambiamento abbastanza radicale e non da tutti facilmente accettabile; infine, nelle Comunità Terapeutiche non ci sono i posti subito per tutti, e, per entrarci, dal momento della presentazione della domanda, ci vorrà aspettare ancora un po' finché si libera un posto. Le Comunità Terapeutiche sono diverse fra di loro: ci sarebbero quelle meno adatte a Lei, e altre che sarebbero più adatte.
E' un metodo di cura complesso, basato sul ruolo che l'ambiente ha su di noi.
Più delle volte questo metodo di cura non è l'alternativa ad altri metodi (che possono essere utilizzati contemporaneamente al soggiorno in Comunità), ad esempio la cura farmacologica,
ma per alcune persone questo può essere un metodo più radicale rispetto ai soli farmaci o alla sola terapia elettroconvulsivante,
ma i risultati di tale metodo si vedono solo a lungo termine.
Se Lei va domani in visita dallo psichiatra, può chiedere a lui maggiori dettagli e che cosa ne pensa lui della Comunità Terapeutica nel Suo caso.
Non è detto che io abbia ragione. E' solo una ipotesi.
------------------------------------
A parte la terapia farmacologica, Lei ha avuto anche le esperienze di psicoterapia ?
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 7.1k visite dal 09/02/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.