Malessere generale persistente da anni

Spett. Medici
con la presente chiedo un consulto riguardante mia figlia (17 anni/18 a marzo).
La situazione è la seguente, cercando di sintetizzare ma essere chiaro.
All'età di 14 anni, un giorno come tanti altri, lamenta un insolito malessere fisico mai sperimentato prima, non un sintomo specifico, ma un malessere diffuso.
cercando di fare chiarezza, le chiedevamo di provare, in maniera anche grossolana a descriverci un po' questa situazione.
a livello soggettivo descrive un malessere generale diffuso, molto simile ad un forte stato influenzale (naturalmente non si tratta di questo) che nei giorni "no", per così dire, può presentarsi con la comparsa, in aggiunta di lievi episodi vertiginosi, febbricola tra i 37,4 - 37,6, lieve dolore di testa frontale e pulsante. (queste manifestazioni non la fanno stare male di per se, ma incidono sul malessere detto prima).
Da qui inizia un Calvario costellato da un iter medico completamente scriteriato.
- il Medico di Base, dopo le comuni analisi del sangue non ha capito e licquida la cosa con "fattore psicologico" e 10 gocce di Lexotan (assolutamente inutili se non per dare una sonnolenza non certo desiderata).
Vengo a sapere che un problema tiroideo potrebbe sottostare alla sintomatologia, si reca dal medico di base, chiede se per lui sia opportuno un approfondimento del genere, lui nega e le gocce di Lexotan diventano 14.
Ci rivolgiamo ad un neurologo, che pone una "diagnosi di disturbo d'ansia"
prescrizione Cymbalta 30mg (risulato di questa assunzione è stato quello di creare acufene a soffio, ribasso della pressione arteriosa, stordimento.)
A quel punto iniziano gli iter psichiatrici per circa 2 anni.
Psichiatra N 1: diagnosi "Disturbo d'ansia Generalizzata) paroxetina 20mg + xanax 2 cp (non ricordo il dosaggio in mg)
dopo 5 mesi (3 con 1 cp e 2 con 2 cp di paroxetina, neppure l'ombra di benefici, ma torpore, vomito, malessere accentuato.
Psichiatra N2: Depressione mascherata, spiega che questo malessere dipende da un non si sa quale problema nella neurotrasmissione e che il farmaco avrebbe prima ripristinato una presunta carenza di serotonona e poi stabilizzato non si sa cosa. prescrizione cipralex 10 mg fino a 2 cp prese per 4 mesi. risultati benefici nessuno, ma causa tremore, nausea, mal di testa, pallore molto più presente.
questo psichiatra cambia il cipralex con laroxyl in gocce per 2 mesi risultati ottenuti sedazione e sonnoleza costante.
Psichiatra n3: smentisce categoricamente la diagnosi di depressione mascherata e ritiene plausibile la prima diagnosi.
Afferma che le neuroimmagini hanno chiarificato con certezza quali aree cerebrali non funzionano a dovere in caso di malattie psichiatriche e che in più la questione è genetica.
prescrizione di Sertralina (non ricordo se 100mg) 1 al giorno ma sinceramente lasciato perdere dopo 2 settimane per via di un assurdo e non assolutamente accettabile effetto di "imbambolamento".

Posso avere l'opportunità di continuare il post? grazie
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Temo che in questo iter molte delle informazioni siano in realtà delle cose scontate che forse sono state dette giusto per illustrare la situazione, ma senza voler dire niente di particolare.

Mi spiego: un disturbo psichiatrico riguarda il cervello, il sistema nervoso, quindi evidentemente la neurotrasmissione, non è che dicendo questo si dica niente di che.
Ovviamente ci sono fattori genetici e altri ambientali, ma detto così appunto va bene per qualsiasi cosa.
Ovviamente una terapia deve ripristinare un equilibrio. L'unica cosa è che nessuna "carenza" di niente risulta accertata, se mai altri tipi di malfunzionamento che comnuque uno può impropriamente descrivere come "carenza".

Le cure sono coerenti con le diagnosi, solo che non hanno funzionato né sono state ben tollerate. In particolare quelle della classe SSRI sembrano mal tollerate.

Le diagnosi non si fanno con le neuroimmagini, e le neuroimmagini non sono una guida per la cura in queste diagnosi, ovviamente evidenzieranno qualcosa, ma questo cambia poco. Se mai si fanno per escludere altro.

Come in molte malattie ci si orienta per sintomi, esclusione e prove. I sintomi e segni migliori sono quelli comportamentali, l'unica cosa che stona è questa febbricola.

Come medicinali, ce ne sono di vari tipi, alcuni non sono stati di fatto valutati perché poco tollerati, altri valutati per mesi non hanno funzionato. Ci sono altre classi.


I sintomi "mentali", ovvero umore, comportamento, pensieri, ci sono, sono stati discussi, riferiti ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per la risposta e per concludere la mia esposizione in cronostoria aggiungo questi aspetti.
Mia figlia, nel periodo del primo Psichiatra andava da uno psicologo che si limitava a cercare una qualche causa, forse ciò che lei chiama fattore ambientale, non so, ma appariva più una caccia al pretesto che altro.

Mentre in concomitanza con le visite con l'ultimo Psichiatra, è stata da una psicologa della breve strategica del Prof. Nardone, questa prescriveva degli esercizio domiciliari ma non si è mai raggiunto alcun risultato.

Stanchi della situazione cambiamo Medico di Base è quest'ultimo prescrive dopo aver ascoltato tutta la storia, le analisi per la tiroide. sono apparsi i valori TSH/FT3/FT4 sballati, quindi visita endocrinologica ed ecografia tiroidea e si arriva alla diagnosi di Morbo Di Graves-Basedow. terapia a "cicli" con Tapazole
strutturata in fase d'attacco (5 cp al giorno) e dopo un lasso di tempo di riduzione, cura di mantenimento ad una cp al gg.
sembrava che per 8 mesi tutto si era risolto, non ci sembrava vero. ma ci sono state in brevissimo tempo (questi ultimi 4 mesi due recrudescente (entrambe con TSH alterato e FT3 FT4 titoli anticorpali e trab elevati.) e ricomparsa del malessere generale che anche con il tapazole sembra lenire...
Mia figlia ciò nonostante cerca di condurre più serenamente possibile le sue attività, sia doveri che svaghi, va bene a scuola, ma non sentendosi bene chiaramente ne risente.
naturalmente la situazione non è da invidiare, c'è di peggio ma ovviamente una ragazza di quasi 18 anni desidera migliorare la sua qualità di salute generale,
non ha fobie, pensieri ricorrenti o ossessivi, può avere come tutti piccole "manie" ma niente di chè, ne io, ne mia moglie e/o amici, parenti abbiamo assolutamente mai ravvisato cambi d'umore, tristezza profonda, crisi d'ansia o cambi nel comportamento,
Purtroppo nessun medico sa orientarci meglio, chiarire e definire la situazione ma come vede ognuno a posto la sua diagnosi.
otteniamo solamente risposte vaghe, astratte, inconcludenti, diverse.
grazie ancora per l'attenzione.
cordialità

[#3]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Buonasera
in sostanza volevo giusto capire un po' alcuni aspetti di questa vicenda.
dunque; sono stati consultati 3 Psichiatri e due Psicologi, ciascuno ha posto una sua diagnosi più o meno inficiate dalla diagnosi fatta in precedenza.
gli psicologi si mantengono nella vaghezza o senza porre una diagnosi.
Svariate cure non solo non hanno sortito anche il più blando dei benefici ma anzi, si sono mostrate essere tutt'altro che assumibili. Per di più ognuno ha dato la sua spiegazione "scientifica" forse con lo scopo unico di far assumere farmaci.
A noi è stato riferito questo:
-Teoria n 1: carenza di neurotrasmettitore della Serotonina
-Teoria n 2: carenza di neurotrasmettitore della Noradrenalina
-Ci è stato riferito che nelle scansioni PET o comunque di radiodiagnostica comparivano chiare le aree cerebrali interessate dal disturbo.
-Che senza assumere una terapia farmacologica adatta, in un tempo medio/lungo termine il cervello poteva andare incontro a fattori atrofici, i farmaci avrebbero la capacità di creare delle nuove reti neuronali nel tempo.
-Lei invece afferma alcuni punti in contrasto; il punto non è chi a ragione ma come stanno le cose in realtà.
-In più leggo, nel Suo post di risposta, "le neuroimmagini non sono una guida per la cura in queste diagnosi, ovviamente evidenzieranno qualcosa, ma questo cambia poco. Se mai si fanno per escludere altro. "a noi è stato riferito che appunto questo metodo di indagine diagnostica ha spiegato quasi completamente il meccanismo che sottende alle più comuni patologie psichiatriche e non per mezzo di esclusione di altre patologie.
Nel punto dove afferma "Come in molte malattie ci si orienta per sintomi, esclusione e prove" esclusione o meglio ricerca di eventuale altro problema (per carità anche benigno ma che giustifichi questo malessere che, non perché lo stia dicendo Lei, non è assolutamente inventato o a tratto ipocondriaco).
In più, così concludo, ma capisco non sia area di sua pertinenza, il Morbo di Basedow potrebbe essere uno dei fattori che rende complessa, l'attenuazione del malessere e quindi la sua remissione quantomeno?
grazie per la disponibilità.
Cordialità.


[#4]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Mi perdoni ma ho dimenticato di aggiungere questo punto:
L'ultimo Psichiatra, assieme alla terapia Sertralina anche 3 gocce di Risperdal, che leggendo trattarsi di un antipsicotico per vedere se il malessere sparisce...Più che altro direi se sparisce l'idea del malessere.....
di fatto non lo vuole assumere, noi non c'è la sentiamo proprio di imporlo e la psichiatra all'ultima visita gradiva che fosse preso nonostante nel foglietto illustrativo non si faccia cenno alcuno sul fatto che serva per curare l'ansia o malesseri fisici.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Quindi se ho capito bene la ragazza ha un Basedow curato, però al di là di quello continua a manifestare un malessere.
Per questo è stata vista da psichiatri e psicologi, ma senza una diagnosi definita e con tentativi terapeutici che non hanno sortito effetto.

Sulla diagnosi psichiatrica: la diagnosi psichiatrica è appunto "psichiatrica", quindi si basa sui sintomi mentali, umore, comportamento, pensieri etc, che si accertano sulla base di una valutazione del paziente e notizie da ogni fonte utile.

Se uno è di buon umore non sarà una PET a dirci che è depresso, per intenderci. Forse ci potrà dire che in futuro lo sarà, ma questo è un altro discorso.

Il primo punto è: il morbo di Basedow adesso è sotto controllo oppure no ? Presumo di sì.
L'altro punto è: ci sono sintomi mentali o non ci sono, perché mi sembra assurdo parlare di psichiatria se nessun elemento orienta verso questa sfera.
[#6]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gent. Dottore
riguardo il Basedow diciamo che è curato, nel senso che il Tapazole prescritto per modi e tempi viene assunto regolarmente.
Il presenza di recrudescenze è comunque elevato, nel arco di pochi mesi il funzionamento la ghiandola si scombina.
Ha esordito con un ipertiroidismo franco presentando questa serie di valori:

AB anti Tireoglobulina : 30.44 (Rif.5.00/100.00)
AB anti microsomi (TPO) : 541.20 (Rif.1.00/16.00)
FT3: 7.22 (1.71/4.20)
FT4: 1.69 (0.70/1.48)
TSH:0.00 (0.35/4.94)

Ecografia Tiroide:

Ghiandola in sede, dimensioni normali, ecostruttura diffusamente disomogenea.
Presente intenso flusso vascolare intraparenchimale.
In lobo DX dubbia formazione isoecogena con diametro maggiore di 11 mm.

Dopo il primo ciclo di cura, designata come da post precedente, sembrava essere tutto risolto invece la sintomatologia riprende sempre nonostante una cura.

in ordine i valori riscontrati (Ripeto, nonostante la cura che assume tutt'ora):

FT3: 3.62 (1.71/4.20)
FT4: 1.18 (0.71/1.85)
TSh: 0.04 (0.35/4.94)

sempre in cura, dopo soli 3 mesi

FT3: 3.37
FT4: 1.19
TSH: 0.30

Dopo altri 2 mesi

FT3: 3.75
FT4: 1.17
TSH: 0.01

Ad oggi:

FT3: 3.69
FT4: 1.17
TSH: 0.01

Per rispondere alla sua domanda le visite psichiatriche si sono suddivise in prima della diagnosi di Basedow e una dopo per via del fatto che non si cava un ragno dal buco ed alla fine la cosa si tende ad inquadrarla come ansia, fattore ansioso, sindrome ansiosa, disturbo d'ansia e "la colpa è dell'ansia"......

L'endocrinologo non sa come inquadrare la sintomatologia; a volte ritiene sia la tiroide la causa, altre tentenna e dubita.

Immagino dunque, alla luce dell'ultimo referto delle analisi la ghiandola non sia sotto compenso...

Sintomi puramente mentali direi di no, ma un malessere persistente, strano, non gradevole e diciamo pure incomprensibile si....

Lo psichiatra è stato tirato in ballo con questa affermazione: "sei in perfetta salute quindi la causa sta nella tua testa" (medico generico)

oppure: "escluse cause organiche si conclude l'iter d'indagine analizzando le cause psicologiche". (psichiatra e psicologi)

In più a mia moglie è stato riferito questo (dall'ultima psichiatra)che riporto in testuali parole: " la ragazza si sta fissando... perché non si cerca un fidanzato?"

Ci è stato suggerito l'uso di un farmaco chiamato Risperdal (citato in precedenza ma sinceramente può benissimo prenderlo lui...)

evidentemente i fidanzati hanno più potere dei medici che abbiamo contattato....

Mi scuso per lo sfogo, ma pare che tutto sommato ormai fa comodo voler inquadrare la cosa così.

Cordialità






[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Se la causa è nella tua testa può essere inteso in due modi:
- è psichiatrica, quindi riguarda il cervello, ma che significa "sei in perfetta salute", se uno sta male e la causa sta nella testa direi che allora nella testa non sia tutto perfetto...
- se lo inventa o lo fa per attirare l'attenzione, quindi non c'è malessere. Anche in questo caso sarebbe comunque un comportamento abnorme, relativo all'equilibrio psichico. Ma penso che il medico intendesse la prima cosa.

Non vedo un nesso tra il "fissarsi" e il risperdal, farmaco che serve a trattare le convinzioni deliranti. Il tipo di modo in cui si esprime e il tipo di malessere non richiamano chiaramente un problema definito in maniera così netta. Se di ansia condita da sintomi corporei si tratta, il risperdal c'entrerebbe poco ad esempio.

Se invece le segnano il risperdal, significa che una diagnosi l'hanno fatta eccome, non solo in via ipotetica, non è un farmaco che si dà a tutti tanto per vedere se funziona.

I valori sono più o meno normali, almeno per quel che riguarda gli ormoni tiroidei, il TSH a volte è zero, ma questo dipende a volte dall'ormone sostitutivo, che ne sopprime la produzione più di quanto non faccia una normale miscela di T3/T4 prodotta dall'organismo.
[#8]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gentile Dott. Pacini

rispondo punto per punto alle Sue domande/affermazioni.

-- "è psichiatrica, quindi riguarda il cervello, ma che significa "sei in perfetta salute", se uno sta male e la causa sta nella testa direi che allora nella testa non sia tutto perfetto...
- se lo inventa o lo fa per attirare l'attenzione, quindi non c'è malessere. Anche in questo caso sarebbe comunque un comportamento abnorme, relativo all'equilibrio psichico. Ma penso che il medico intendesse la prima cosa."

-In realtà noto spesso e volentieri, anche su questo sito, una certa tendenza a prescrizioni off label o comunque di antipsicotici in generale con dosaggi variabili anche in casi reali di problemi ansiosi,,,,, in sostanza la pratica è diffusissima....Siamo d'accordo su una cosa, che mia figlia non ha alcun motivo di attirare l'attenzione ne nostra ne medica tanto per fare....

-"Non vedo un nesso tra il "fissarsi" e il risperdal, farmaco che serve a trattare le convinzioni deliranti. Il tipo di modo in cui si esprime e il tipo di malessere non richiamano chiaramente un problema definito in maniera così netta. Se di ansia condita da sintomi corporei si tratta, il risperdal c'entrerebbe poco ad esempio."

-Io il nesso, sinceramente non c'è lo vedo neanche in caso di malessere fisico.....
la mia opinione e che vogliono farci credere che è un idea di nostra figlia e che questo malessere esiste SOLO nel suo pensiero...io però ho parlato anche di manifestazioni obiettive e non solo soggettive...

-"Se invece le segnano il risperdal, significa che una diagnosi l'hanno fatta eccome, non solo in via ipotetica."

-Veramente di diagnosi psichiatriche ne abbiamo fatto una vera e propria collezione, ma stranamente nessuno hai mai concluso niente di positivo...(osservando bene l'operato dei "curanti" è chiaro che ognuno ha interesse di "tirar acqua al proprio mulino")
Ho capito però una cosa, parlare di cervello è comodo, mi creda, a me ed a mia moglie i curanti c'è ne hanno raccontato in modo pressoché infinito: Le faccio alcuni esempi:

Squilibri chimici cerebrali di ogni genere

fattori neurotrofici

possibili atrofie degli emisferi cerebrali SE NON si assumono gli psicofarmaci che prescrivono.

tentativi di intimorire "se non prende questo farmaco potrebbe aggravarsi e sviluppare altre sindromi psichiatriche più serie ed invalidanti"...

soprattutto l'insistenza della malattia cerebrale psichiatrica alla base del malessere fisico mi sembra un chiaro pretesto già che poco e nulla gli specialisti delle branche mediche a cui ci siamo rivolti hanno capito

Spesso anzi sempre ci è stata rivolta la frase (escluse cause organiche si devono analizzare quelle psichiche, ma quelle psichiche stranamente non vengono mai escluse, anzi, il fatto che ci si è rivolti ad uno psichiatra è diventata un ottima scusa e pretesto per inquadrare qualcosa di poco chiaro...a mio parere, che può essere tranquillamente messo in discussione, è più semplice optare su questo genere di diagnosi..

In questo senso non ci è stato dimostrato assolutamente nulla.....

non è un farmaco che si dà a tutti tanto per vedere se funziona."

-Anche in questo caso, molti racconti di Utenti di questo sito ma soprattutto (per me i più importanti perché conosco decisamente più particolari) racconti che mi sono stati fatti di persona e non virtuali propendono proprio in questo senso...anche con l'uso delle altre classi di farmaci specie antidepressivi e ansiolitici.
A me sembra, più o meno a lungo andare che si tenda prescrivere di tutto un po'...ma questo, per quanto mi riguarda è relativo.

-Credo di aver capito dove vuole arrivare con l'affermazione "significa che una diagnosi l'hanno fatta eccome"..

Ad oggi è la diagnosi più congeniale alla Psichiatria Biologica e mi riferisco a quella del disturbo Bipolare...assolutamente....(non dico che lo stia pensando Lei) ma parto prevenuto..

"I valori sono più o meno normali, almeno per quel che riguarda gli ormoni tiroidei, il TSH a volte è zero, ma questo dipende a volte dall'ormone sostitutivo, che ne sopprime la produzione più di quanto non faccia una normale miscela di T3/T4 prodotta dall'organismo"

Mia figlia non assume ormone sostitutivo....ma il Tapazole....

Non abbia a male ciò che le dico e non voglio per nessuna ragione al mondo mancarLE di rispetto, ci mancherebbe, anzi direi che è stato gentilissimo e disponibile..in più comprendo perfettamente la Sua posizione e il Suo credo professionale, ma mi chiedo se REALMENTE, nei nostri panni avrebbe preso per buone, vita natural durante queste affermazioni, o se dopo un certo periodo inizia a mettere in dubbio determinate frasi e atteggiamenti....(Su questo punto non mi aspetto una risposta, sarebbe comunque di parte...)

Cordialità




[#9]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"possibili atrofie degli emisferi cerebrali SE NON si assumono gli psicofarmaci che prescrivono."

Mai sentita una cosa del genere, non è che avete parlato semplicemente (ma forse con una certa confusione) del fatto che le malattie non curate producono atrofia di alcune aree (non "degli emisferi"), però senza sapere di quale malattia si tratta la cosa è vaga e incomprensibile.

Io sinceramente in base agli elementi che mi diceva non ho immaginato alcuna diagnosi, se invece mi dice che hanno dato il risperdal, potrei immaginare ad una psicosi, così in generale, ma non è che si immaginano queste diagnosi, si fanno sulla base dell'osservazione del paziente, parlandoci, vedendo e sentendo come argomenta, cosa propone, e come si comporta (in questo anche sentendo i familiari).

- Riguardo all'ormone sì, il tapazole, quindi quei valori indicherebbero un'attività di malattia ma sotto controllo come risultati, perché gli ormoni comunque rimangono lì ma il tsh a tratti è soppresso.

Tornando al dunque, non vedo discorsi offensivi in quello che mi dice, però le posso dire questo. Eviterei di fare degli psichiatri e della psichiatria una "categoria", poiché è tutt'altro che tale. Esistono psichiatri con pratiche e vedute totalmente opposte, non tutti seguono la psichiatria medica, o solo quella. Per quanto riguarda le prescrizioni off-label, sono un modo spesso utile di venire incontro a esigenze e casi particolari per i quali non ci sono cure burocraticamente già definite. Gli antipsicotici off label però si usano di solito a dosi più basse per indicazioni alternative.

Riporti le diagnosi che ha ricevuto se crede, così capiamo meglio. Non quelle discorsive o ipotetiche, le diagnosi formali.
[#10]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gent. Dottore
Alla luce di quanto mi ha riferito ieri nel Suo penultimo post, stamattina ne ho approfittato per parlare personalmente con l'ultimo psichiatra che aveva in cura mia figlia.

prendendo spunto da quanto mi ha detto Lei ho rivolto queste domande a lui:

Lei mi ha detto: ""possibili atrofie degli emisferi cerebrali SE NON si assumono gli psicofarmaci che prescrivono."

Mai sentita una cosa del genere, non è che avete parlato semplicemente (ma forse con una certa confusione) del fatto che le malattie non curate producono atrofia di alcune aree (non "degli emisferi"), però senza sapere di quale malattia si tratta la cosa è vaga e incomprensibile."

Lui afferma ad alta voce che invece succede perché da esami neurodiagnostici per immagini lo si evince con evidenza......eppure alla mia richiesta (per metterlo alla prova, di fare una RM o una PET ha detto che non occorre perché sa cosa dice.....)

Più che fare confusione del discorso sarebbe più corretto dire che semplicemente lui dichiara questo e volere o volare non si discute..il che mi lascia così...

Il Risperdal non è stato prescritto ma ne vorrebbe prescrivere 2 gocce perché secondo lui questo sintomo non esiste perché l'attenzione della ragazza è rivolta al malessere....e mi parla di ipocondria.....noi vediamo che invece le cose sono differenti....il sintomo lamentato esiste e non accetto che si cerchi di far passare, (in questo caso per un chiaro interesse personale) sfidandomi di dimostrargli che questo sintomo è vero...ho chiesto io di dimostrare ciò che afferma e si è palesemente scocciato...

gli ho chiesto più volte di porre una diagnosi Clinica e dopo vari giri e rigiri (come sempre abbiamo potuto osservare) riferisce essere "Ansia Generalizzata"
gli ho chiesto il nesso tra questa diagnosi e il Risperdal e mi dice che i neurolettici danno ottimi risultati....e si appoggia in linea a quanto da Lei espresso "Per quanto riguarda le prescrizioni off-label, sono un modo spesso utile di venire incontro a esigenze e casi particolari per i quali non ci sono cure burocraticamente già definite. Gli antipsicotici off label però si usano di solito a dosi più basse per indicazioni alternative."

Lei però parla di dosaggio più basso di 2 gocce....sicuramente sbaglio perché non ho competenze mediche ma non penso che una psicosi si possa trattare con solo 2 gocce di antipsicotico.....


Le diagnosi ottenute nel corso del tempo dai diversi psichiatri e psicologi ai quali ci siamo rivolti sono state (le cito testuali parole perché ne siamo a conoscenza, visto il fatto che è minorenne..)

-Disturbo d'ansia somatizzato

-Fattore psicologico

-Malessere psicosomatico

-lieve depressione mascherata (mai confermata da nessuno) e ci tengo a precisare che la modalità di pensiero di mia figlia non è mai cambiata in senso psichiatrico, anzi ciononostante, cerca di essere per quanto più possibile serena e tranquilla...non ha un ragionamento dettato da un umore depresso e manifestazioni che la richiamano (questo ci è stato ampiamente confermato comunque da tutti gli altri psichiatri..)

-riferito malessere psicosomatico dovuto probabilmente da attenzione eccessiva al corpo"

-Disturbo d'ansia generalizzato e ipocondria......

Ormai invece è lampante che non sanno più cosa "diagnosticare" ma questo medico psichiatra vorrebbe semplicemente che assumesse medicamenti che prescrive e vada a visita sempre.....
tant'è che alla fine della conversazione mi liquida dicendomi "comunque la ragazza DEVE venire alle visite....) il deve (piuttosto impositorio non ci fa assolutamente nulla)..

In base alle risposte che lo specialista mi ha dato, calco la mano e gli faccio notare i completi fallimenti ottenute dalle cure e gli ho chiesto come fosse arrivato a queste diagnosi (cioè quali sono i sintomi "mentali" che ha constatato...) dopo un attimo di silenzio mi stringe la mano e mi saluta.....

Difficile dare ascolto/credito e fiducia quando accadono situazioni assurde come queste...

Inoltre appare evidente anche il fatto che raccontandoci teorie biologiche, fanno leva su di noi genitori per mandare la ragazza alle visite...
Abbiamo sempre dato fiducia e questa è servita solamente a farci prendere in giro con questi assurdi racconti....

Su questo punto Lei dice una cosa sacrosanta "diagnosi, si fanno sulla base dell'osservazione del paziente, parlandoci, vedendo e sentendo come argomenta, cosa propone, e come si comporta (in questo anche sentendo i familiari)."

All'inizio è andata così ma non trovando bene il "bandolo della matassa" cioè quei sintomi "mentali" appunto, si è fatto comunque un inquadramento diagnostico per questa specialità ma come noterà con diagnosi vaghe, poco chiare e che potrebbero richiamare a tutto e a niente....

Questo è quanto.....

cordialità












[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"Lui afferma ad alta voce che invece succede perché da esami neurodiagnostici per immagini lo si evince con evidenza......eppure alla mia richiesta (per metterlo alla prova, di fare una RM o una PET ha detto che non occorre perché sa cosa dice.....)"

Senz'altro ma in quale malattia ? Mi sembra che ci stiamo perdendo in bicchier d'acqua. Le ho infatti detto che forse non vi intendete: verissimo che se una malattia non è curata peggiora (che poi in soldoni questo significa, se poi uno lo vuole vedere con le neuroimmagini lo vede, ma non è che serva quello per sapere che se alcune malattie non si curano peggiorano, come la gotta, la tubercolosi etc).

Ora l'informazione che manca è: la diagnosi. La diagnosi quindi sarebbe ipocondria o ansia generalizzata, o diciamo anche qualcosa di questo ambito. Proposta terapeutica: risperdal a dose minima, 2 gocce. Ora, in casi particolari potrà anche essere utile, ma come primo approccio non mi torna. Si usano banalmente anche medicinali tipo sulpiride, levosulpiride, perfenazina etc come farmaci per il colon irritabile, gastrite nervosa, vomito psicogeno, e una varietà di altri disturbi con sintomi corporei ma di matrice cerebrale, quindi "vada" anche per l'uso del risperdal in questo senso, ma certamente sono una sorta di sintomatici, mentre invece per le stesse diagnosi esistono altri medicinali più classici (non antipsicotici come categoria), quindi come "prima" soluzione forse è semplicemente la scelta di un farmaco utile sui sintomi corporei a basse dosi.

In questo modo si resta sui sintomi però, non sul meccanismo generale del disturbo. In sintesi, se mi si chiedesse una terapia per l'ipocondria o l'ansia generalizzata, ce ne sono diverse, non è un segreto, all'inizio non è necessario andare off label. E' anzi una diagnosi frequente nell'ambulatorio psichiatrico. Il problema è che l'ipocondria e l'ansia generalizzata si diagnosticano su chiari sintomi e segni comportamentali, affettivi e di pensiero, più in coda l'esclusione di ipotesi alternative.

PS:_ nota di servizio. Non usi però i consulti per chiedere delucidazioni al medico. Di fronte a un paziente che riporta la risposta di un collega come messa in dubbio della validità della propria chiunque si stizzisce e reagisce male, come sembra essere successo. I consulti qui non devono condizionare o essere materia per riportare al medico pareri in una forma del tipo "ho chiesto a un suo collega sul sito e mi diceva che...".

[#12]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Il fatto che manca una diagnosi concreta aggiunto a tutto il modo che gli specialisti psichiatri (vari) nel tempo, sinceramente fa veramente apparire la faccenda di "comodo",,,,,,,

Il Risperdal non è la prima opzione usata...nel primo post trova tutto lo schema con medicinali/dosi e tempi di assunzione.

"Senz'altro ma in quale malattia ? Mi sembra che ci stiamo perdendo in bicchier d'acqua."

più che altro è chiaro che ormai è diventata un a"lotta" dove ognuno cerca di far valere le sue idee....
Sicuramente si denota un modo diverso e "soggettivo" nonché spesso arbitrario di attribuire al sintomo lamentato (che ripeto non è ipocondria, questa è saltata fuori oggi perché sta facendo di tutto per far passare la cosa come inventata e convincerci di questo.. noi sappiamo perfettamente che di "Fissazione" o ipocondria non c'è nulla...

"verissimo che se una malattia non è curata peggiora (che poi in soldoni questo significa, se poi uno lo vuole vedere con le neuroimmagini lo vede, ma non è che serva quello per sapere che se alcune malattie non si curano peggiorano, come la gotta, la tubercolosi etc)."

Questo non si mette in dubbio, ma neppure lui sa cosa deve peggiorare visto l'assenza di una diagnosi (che non è chiaro appunto perché deve essere per forza psichiatrica)
come Le dicevo in precedenza, la frase che sempre ci è stata rivolta è: "escluse cause organiche bisogna indagare sull'aspetto psichico,,)
direi che è stato fatto abbondantemente, ma chiaramente già il solo fatto di aver chiesto una visita dallo psichiatra basta e avanza per arrivare ad una prescrizione, pare che la diagnosi psichica di malattia (che se nessuno ha mai posto se non in maniera vaga e a mio giudizio di parte...) sia relativa perché nel momento che gli si dice "a livello organico sembra tutto ok" che poi non è che lo sia, è sufficiente per inquadrare il tutto così....

Come è possibile che 6 psichiatri arrivano a 6 diagnosi differenti (seppur poco definite)? rimane un mistero.

Se oggi per esempio mi venisse un dolore toracico e il medico mi risponde "hai un infarto" gli chiedo comunque come è arrivato alla diagnosi e se possibile di dimostrarmelo..." presumo sia un mio diritto e il medico non avrà alcuna remora nel farmi vedere i risultati degli accertamenti che lo attestano.

Ormai, capendo il funzionamento della diagnosi clinica e determinati atteggiamenti medici, in aggiunta al fatto che svariate prescrizioni non solo non sono servite a dare beneficio ma direi che abbiamo ottenuto un insieme di effetti paradossi, anche pesanti, per "curare" un malessere fisico a detta del medico "inventato" ma che come meccanismo "patologico di pensiero" sottende a diverse teorie che sinceramente non mi sento più di credere... chiunque, alla luce di ciò un minimo di dubbio sulla situazione se li farebbe...

Oltretutto è sempre più tangibile il pretesto...ecco perché all'inizio di questo post Le parlavo di una "lotta dove le parti fanno valere le proprie ragioni"

So cosa si intende, in ambito psichiatrico con il termine ipocondria e Disturbo di ansia generalizzata...inoltre è elementare trovare online pagine del D.S.M è la definizione non "incastra" con quanto la situazione dimostra.

Non siamo dei fessi e qualunque cambiamento in particolare nel modo di essere, rapportarsi con gli altri, di pensare etc... sarebbe stato palese.

Ecco perché trovo "di comodo" inquadrare qualcosa di poco chiaro (naturalmente mi riferisco al caso che riguarda noi nucleo familiare e non in generale) in qualcosa di psichiatrico...

Mi rendo conto che questa discussione ha assunto i connotati di una diatriba, e che non sarà costruttiva ma polemica, ma faccio sia io che mia moglie, sempre più fatica, anche dando fondo a tutta la buona fede di questo mondo, pensare che non sia così...

Allo specialista di persona non ho certo detto "me lo ha detto un medico per via online"
ho usato una minima parte di quanto mi ha detto Lei come "farina del mio sacco" come delle riflessioni logiche personali.

Lo specialista ha reagito così per via della mia diffidenza....ma soprattutto perché non pendiamo dalle sue labbra....

Distinti saluti


[#13]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"bisogna indagare sull'aspetto psichico,"

Appunto, ma qui siamo giunti alla cura, quindi la diagnosi fatta ci dovrebbe essere. Non cambia il discorso, ha fatto cymbalta e paroxetina, fallite le quali, il passaggio logico non è al risperdal a basse dosi. Ci sono diverse altre opzioni.


"ho usato una minima parte di quanto mi ha detto Lei come "farina del mio sacco" come delle riflessioni logiche personali."

In questo modo lo irrita comunque. E' un passaggio che si può saltare, direi.


Ma comunque, le diagnosi ricevute ruotano intorno allo stesso concetto: che c'è uno stato cerebrale, e quindi mentale associato ad alcuni sintomi (malessere) che sono la prima lamentela in ordine di presentazione, ma (questo è fondamentale) si associano anche ad altri sintomi psichici (depressivi, ansiosi, questo non è chiaro perché le diagnosi cambiano). Si tratta però di 6 medici diversi.
A volte ci si perde in diagnosi diverse per un effetto inevitabile della sequenza: terapia inefficace-cambio medico = diagnosi diversa e terapia diversa.

Da parte vostra c'è però un equivoco da chiarire: dire che uno dice di aver malessere in quanto ansioso. depresso, ipocondriaco non significa dire che "lo inventa", significa dire che la matrice di quel malessere, o della tendenza a riferire, e del modo in cui si riferisce quel malessere è cerebrale, e attiene alla sfera psichica.
[#14]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Appunto, ma qui siamo giunti alla cura, quindi la diagnosi fatta ci dovrebbe essere. Non cambia il discorso, ha fatto cymbalta e paroxetina, fallite le quali, il passaggio logico non è al risperdal a basse dosi. Ci sono diverse altre opzioni.

Semplicemente la questione è così: mia figlia lamenta malessere fisico, nessun medico iniziando da quello di base ha realmente fatto (volutamente e per comodità) accertamenti su quanto lamentato, solo dopo aver letto io della possibilità che questo potesse dipendere dalla tiroide, sono state fatte delle analisi del sangue con profilo tiroideo ed alla luce di quando emerso è stato seguito l'indirizzamento endocrinologico.
Ad una prima assunzione del Tapazole era tutto rientrato (non credo proprio che il Tapazole abbia "curato" il cervello)
dopo le altre recidive la risposta è stata più scarsa anche adeguando i dosaggi.....
fin da subito il pregiudizio è stato:
-ragazza
-adolescente
facilmente quindi "diagnosticabile" in questo senso....

"A volte ci si perde in diagnosi diverse per un effetto inevitabile della sequenza: terapia inefficace-cambio medico = diagnosi diversa e terapia diversa."

Se io ho una frattura ad un braccio e vado da 10/20 radiologi e ortopedici mi diranno sempre la stessa diagnosi.
Invece gli psichiatri consultati "offrono" la loro diagnosi correlata poi da teorie biologiche che sappiamo essere non supportate da alcun dato "realmente scientifico" le osservazioni empiriche che potete fare possono essere tranquillamente soggettive.
Come si denota una certa smania nel voler giungere a tutti i costi ad una prescrizione farmacologica....
In più è evidente il fatto che cercano di fare leva su di noi per convincerci che quanto riportato è vero.

Parlando per "prove concrete"

-Teoria delle alterazioni catecolaminiche (che in più è quella "accreditata" anche sui siti delle case farmaceutiche) è sufficiente visitare il vari siti...eppure Lei ritiene non essere proprio così, altri psichiatri sia in questa piattaforma che dal vivo è la seconda cosa che riferiscono, specie quando non trovano "il cavillo" personale tipo "sei stressato per via di X cosa e ti causa Y malessere...etc)

-Le teorie che il farmaco psichiatrico in generale favorisca una sorta di neuroplasticità lascia il tempo che trova ancor più perché non si conoscono cause cerebrali che sottendono ai disturbi psichiatrici

-Non mi risulta che sia stata accertata al 100% la relazioni tra fattori neurotrofici e disturbi psichici ma in parte se alcune patologie neurologiche.( d'accordo che la Psichiatria di indirizzo biologico abbia fatto studi, ricerche ed osservazioni su questo aspetto, ma non si è arrivati ad una risposta almeno un minimo dirimente.

-qui arriviamo inevitabilmente alla teoria dell'atrofia cerebrale e delle tanto nominate "aree danneggiate" della corteccia e lobo frontale etc...

Tutto questo segue quanto nel tempo ci è stato raccontato, non sono un biologo ma so da chi eventualmente farmi spiegare determinate cose...

-Chissà perché ma sono sicura che nessuna PET;TAC,RMN spieghi ciò come neppure il dosaggio nel sangue delle catecolamine...
anche perché non è uso prescrivere questi accertamenti in psichiatria, in più si richiedono per patologie di altra matrice.

-Fattore socio/ambientale, può essere ma quando questo non si riscontra in anamnesi, non "scoraggia" dalla diagnosi psichica.

-Teorie psicologiche, siamo unicamente nell'osservazione empirica.....nulla di più...tante "tecniche di intervento...ma....

-Lei mi diceva giustamente "la diagnosi psichiatrica è per inclusione e non per esclusione" mi sembra giusto e razionale, ma contrasta con la frase classica "escluse patologie mediche il problema è psichico"

-Le domande fatte a mia figlia (in ambito psichiatrico prima e dopo l'essere venuti a conoscenza del problema tiroideo sono state queste:conoscenza del
D.Come ti senti?
R. non molto in forma a causa di uno strano malessere fisico
D. Come si presenta, puoi descriverlo con parole tue?
R. Non un sintomo in particolare, mi sento come se avessi uno stato influenzale intenso e persistente.
D. è questo ti crea ansia? (domanda pretenziosa oltretutto..)
R. ansia no, ma ne farei benissimo a meno altrimenti non andrei a cercare pareri medici.. farei tutt'altro...
D. Com'è la qualità del sonno?
R. Non mi lamento, dormo bene e mi sveglio riposata, ma non è che mi senta bene.
D. Questo malessere ti rende di mal umore, triste e scoraggiata?
R. No, mi fa stare poco bene e se posso liberarmene non vedo perché me lo devo subire.
D. Ti è mai capitato in passato un malessere simile?
R. Assolutamente no.
R. Com'è il rapporto con familiari, parenti amici?
D. Ottimo siamo persone affiatate ed unite tutto va bene
D. Come va a scuola, riesci a studiare bene come prima?
R. riesco a studiare e vado bene, ma non capisco cosa centra con lo stare male...
D. Cosa fai quando ti senti male piangi? (altra domanda pretenziosa, nonché ambigua)
R. Faccio una pausa e pian piano riprendo..
D. fai uso di alcool o droghe?
R.No
D. Fumi?
R. mai provato.

A questo schema (pre e post diagnosi di Basedow) seguono le diagnosi citate in precedenza e relativo trattamento.
Il risperdal lo può benissimo assumere lui se tanto gli piace...

" inoltre su quest punto "ho usato una minima parte di quanto mi ha detto Lei come "farina del mio sacco" come delle riflessioni logiche personali."

"In questo modo lo irrita comunque. E' un passaggio che si può saltare, direi."
Volerlo irritare mi sembra parte integrante di un rapporto medico/paziente ed in questo caso familiari, non sempre ed in evidenza di tante distonie nel rapporto diagnosi/cura/risultati si può prendere per buona una teoria ed offrirsi a cavia a prescrizioni farmacologiche di tutto un po', sulla base di un giudizio che resta arbitrario.. pertanto che lo specialista si sia irritato è del tutto ininfluente..

"Da parte vostra c'è però un equivoco da chiarire: dire che uno dice di aver malessere in quanto ansioso. depresso, ipocondriaco non significa dire che "lo inventa", significa dire che la matrice di quel malessere, o della tendenza a riferire, e del modo in cui si riferisce quel malessere è cerebrale, e attiene alla sfera psichica."

Questo in realtà lo si evince chiaramente viste le risposte anche simil-biologico/scientifiche ottenute, ma alla frase che spesso ci è stata rivolta "secondo me è frutto di un attenzione forse smisurata verso le funzioni corporee, direi che anche questa è pretenziosa anche perché con che basi il medico psichiatra sia arrivato a questa conclusione rimane comunque un mistero, ma se si sminuisce una determinata situazione e più semplice farla passare per "fissazione". no...non mi sembra un modo serio questo...

Tagliamo la testa al toro, avrà notato che credo a ciò che è dimostrabile biologicamente e naturalmente parlando (nel momento che ci si dice che la causa è cerebrale per via delle teorie citate) all'inizio posso anche dare fiducia e credere o considerare questa "verità dogmatica" ma, l'assenza di risultati, ma soprattutto l'atteggiamento medico e psichiatrico mi pone diversi punti di riflessione nonché davanti all'ambiguità del modus operandi al quale siamo andati incontro...

Se fosse come affermato dagli specialisti , mi domando dove stia il problema nel dimostrarci quanto ci viene detto corrisponda ad una verità qualificabile/quantificabile/dimostrabile e tangibile.

Per concludere; seppure i valori tiroidei hanno migliorato occorre però tenere in conto che il tsh è soppresso e tende così nonostante l'assunzione di un antitiroideo.
io non ho problemi di tiroide e quindi i miei valori sono perfetti, immagino ci sia una differenza tra chi è normo funzionante al 100% e chi non lo è anche ammesso che raggiunga un totale compenso farmacologico o comunque terapeutico.
in più resta la febbricola e il fatto che il Tapazole è reattivo (seppur non più efficacemente come la prima volta) sul malessere lamentato.
mi sembra riduttivo non tenere conto di ciò, come spesso ci accade.

Sono sicuro che almeno su questo punto siamo in sintonia.

In più mi pare che farmaci di questo genere ne ha assunti troppi per diagnosi vaghe e considerando i notevoli effetti paradosso-tossici esplicati...





[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

L'unica cosa che le prego non mi accomuni ad altri che non conosco ("le osservazioni empiriche che potete fare possono essere tranquillamente soggettive").

Inoltre le ripeto che se lei ha una frattura probabilmente la vedono tutti, ma se ha male al collo e vertigini avrà dieci diagnosi diverse, il problema non è la psichiatria, ma il fatto che quando le cose non sono chiare si tende a volte al vago. Esiste anche un principio per cui a volte si capisce la diagnosi provando la cura, non è sbagliato, è un modo di verificare.

Tutte le spiegazioni, già detto, non sono il centro del problema. Mi sembra evidente che se si tratta di cervello sia un problema chimico, che si possa vedere con la pet etc, ma questo che cambia ? La questione non è di sapere se X si vede con la pet e deriva da un squilibrio chimico, ma se il paziente abbia X o meno, e mediante determinati criteri. Se non si riscontra niente, non è che per forza si deve dare una diagnosi psichiatrica a ciò che non si riscontra.

Tutto qui. Esistono sicuramente anche le sindromi da fatica cronica, che sono sindromi dalla causa non chiara, che rispondono spesso agli antidepressivi, però non la diagnosi non indicava quella, se mai disturbi d'ansia, ipocondria di cui francamente non vedo, in quel che riporta, i classici sintomi.
[#16]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gent. Dottore
Non mi permetto assolutamente di accostare Lei ed il suo operato ad altri, ci mancherebbe, anzi, Lei è stato fin troppo disponibile a concedermi il suo parere professionale.. e di questo le sono grato.

Riprendo alcuni punti dell'ultima risposta:

"Inoltre le ripeto che se lei ha una frattura probabilmente la vedono tutti, ma se ha male al collo e vertigini avrà dieci diagnosi diverse, il problema non è la psichiatria, ma il fatto che quando le cose non sono chiare si tende a volte al vago. Esiste anche un principio per cui a volte si capisce la diagnosi provando la cura, non è sbagliato, è un modo di verificare."

Io parlavo si psichiatria perché è con questa specialità medica che riceviamo spiegazioni grossolane, inquadramenti non solo vaghi ma "forzati"...
A riprova di questo sono le frasi che puntualmente ci vengono fornite e che ho ampiamente indicato nelle repliche precedenti.

Comprendo anche perfettamente il punto " Esiste anche un principio per cui a volte si capisce la diagnosi provando la cura, non è sbagliato, è un modo di verificare"

Nulla in contrario, è sempre un modo, seppur indiretto (ma forse potrebbe essere alimentato anche dall'effetto placebo) di giungere ad una diagnosi in base alla risposta positiva di un dato medicamento ma anche qui insorge una lacuna che immagino chiunque medico (di qualsiasi disciplina) deve tenere conto cioè questo:
"- il Medico di Base, dopo le comuni analisi del sangue non ha capito e liquida la cosa con "fattore psicologico" e 10 gocce di Lexotan (assolutamente inutili se non per dare una sonnolenza non certo desiderata).
Vengo a sapere che un problema tiroideo potrebbe sottostare alla sintomatologia, si reca dal medico di base, chiede se per lui sia opportuno un approfondimento del genere, lui nega e le gocce di Lexotan diventano 14.
Ci rivolgiamo ad un neurologo, che pone una "diagnosi di disturbo d'ansia"
prescrizione Cymbalta 30mg (risulato di questa assunzione è stato quello di creare acufene a soffio, ribasso della pressione arteriosa, stordimento.)
A quel punto iniziano gli iter psichiatrici per circa 2 anni.
Psichiatra N 1: diagnosi "Disturbo d'ansia Generalizzata) paroxetina 20mg + xanax 2 cp (non ricordo il dosaggio in mg)
dopo 5 mesi (3 con 1 cp e 2 con 2 cp di paroxetina, neppure l'ombra di benefici, ma torpore, vomito, malessere accentuato.
Psichiatra N2: Depressione mascherata, spiega che questo malessere dipende da un non si sa quale problema nella neurotrasmissione e che il farmaco avrebbe prima ripristinato una presunta carenza di serotonina e poi stabilizzato non si sa cosa. prescrizione cipralex 10 mg fino a 2 cp prese per 4 mesi. risultati benefici nessuno, ma causa tremore, nausea, mal di testa, pallore molto più presente.
questo psichiatra cambia il cipralex con laroxyl in gocce per 2 mesi risultati ottenuti sedazione e sonnolenza costante.
Psichiatra n3: smentisce categoricamente la diagnosi di depressione mascherata e ritiene plausibile la prima diagnosi.
Afferma che le neuroimmagini hanno chiarificato con certezza quali aree cerebrali non funzionano a dovere in caso di malattie psichiatriche e che in più la questione è genetica.
prescrizione di Sertralina (non ricordo se 100mg) 1 al giorno ma sinceramente lasciato perdere dopo 2 settimane per via di un assurdo e non assolutamente accettabile effetto di "imbambolamento".

Ciononostante si continua a raccontarci le solite teorie cerebrali e si tenta in una sorta di "azione accanita" nel voler a tutti i costi indirizzare la diagnosi dentro questa disciplina e quindi impiegare i più vari trattamenti farmacologici sulla base delle vaghe "diagnosi" ricevute e di quanto riportato prima.

Al punto "Tutte le spiegazioni, già detto, non sono il centro del problema. Mi sembra evidente che se si tratta di cervello sia un problema chimico, che si possa vedere con la pet etc, ma questo che cambia ? La questione non è di sapere se X si vede con la pet e deriva da un squilibrio chimico, ma se il paziente abbia X o meno, e mediante determinati criteri. Se non si riscontra niente, non è che per forza si deve dare una diagnosi psichiatrica a ciò che non si riscontra."

In qualche modo anche Lei conferma che "se si tratta di cervello sia un problema chimico"
Però non riesco a capire la non disponibilità a verificare questo.

Che si possa vedere con una PET o altri strumenti, è chiaro che non è certo importante per il medico, infondo a lui va benissimo dire così e procedere con le più svariate "cure" ma lo è per noi perché a noi vengono raccontate queste ipotesi teoriche e nostra figlia si deve accollare varie prescrizioni con i risultati citati....nonostante gli esiti ottenuti il ciclo si ripete inevitabilmente...
Semplicemente perché ci raccontano queste cause di tratto biologico e poi rifiutano l'idea di fare un controllo, che ripeto per mostrarci se il problema è stato inquadrato bene sulla base di quanto potrebbe emergere o non.
Non credo sia una richiesta impossibile ed assurda quella che muoviamo agli specialisti, dato che loro stessi ci dicono che il farmaco agisce sulle varie "alterazioni cerebrali" che sottendono al sintomo lamentato.
credo rientri tra i diritti del paziente...
Cioè d'accordo questo indirizzamento diagnostico ma alla luce di quanto ottenuto

Lei qui afferma: "ma se il paziente abbia X o meno, e mediante determinati criteri. Se non si riscontra niente, non è che per forza si deve dare una diagnosi psichiatrica a ciò che non si riscontra."

Eppure a noi capita questo....ecco perché siamo increduli, col dubbio sull'iter che ci è stato indicato e tutto il resto.
di quanto fatto abbiamo raccolto veramente poco o nulla.

L'endocrinologo tentenna: prima ci dice, assolutamente convinto, che la sintomatologia si giustifica perfettamente col Basedow diagnosticato.
Il metimazolo ci "offre" una soluzione pressoché totale della sintomatologia per oltre 10 mesi, ma poi varie recidive con solo TSH soppresso, all'inizio era ancora sicuro che la sintomatologia fosse la ripresa del Basedow, inserita nuovamente la cura, mantenuta e anche con adeguamenti di dosaggio non solo il tsh tende a rimanere soppresso o lo diventa in breve tempo ma si ottiene più una risposta positiva dall'azione del farmaco, ad oggi non è più certo che il sintomo calzi con la diagnosi consigliandoci una tattica di attesa.

Le fornisco questi particolari la sintomatologia lamentata non si presenta con stanchezza, disturbi del sonno o affaticamento e distraibilità ma un pervasivo, ad andamento costante nell'arco della giornata che si ripete giornalmente dal mattino alla notte e quando va a dormire si addormenta subito per via del fatto che durante la giornata "incassa la battosta", senza nessuna remissione o anche solo attenuazione spontanea, malessere molto simile (a come ci è stato descritto da mia figlia) ad uno stato influenzale marcato, ma di questo non si tratta...
non la distoglie dai suoi doveri e piaceri quotidiani ma chiaramente non sentendosi bene ne risente.
questo strano malessere ha risposto unicamente al metimazolo ma ora, come dicevo, sembra aver perso incisività.

Comprendo che quanto scritto sin da origine in questa discussione esprime anche il nostro malcontento ma mi appare quantomeno strano che la situazione non si riesca a portarla ad uno sblocco con conseguente risoluzione, almeno fin dove e quanto possibile.

Cordialità









[#17]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Direi che abbiamo detto tutto più o meno, l'unica cosa che non sembra chiara è questa

"n qualche modo anche Lei conferma che "se si tratta di cervello sia un problema chimico"
Però non riesco a capire la non disponibilità a verificare questo."

Ma non c'è niente da verificare: se dico cervello dico neurochimica, non è che abbia detto niente di particolare. Se le dico che il muscolo è fatto di tessuto muscolare, di cellule, di fibre etc e che volendo posso vederlo con delle immagini, non è che con questo abbia aperto chissà quali porte.

Per cui questi discorsi mi sembrano ovvi ma, se non servono a verificare una specifica diagnosi, rimangono lì'.

Il percorso si può così riassumere: a parte una diagnosi di Basedow, c'è un malessere, che ad oggi ha trovato alcune diagnosi. Le diagnosi possono essere ipotesi e magari vista la non risposta alle cure il medico può non confermarle, oppure diagnosi, ma senza aver trovato una risposta alle cure.
Quando ci sono sintomi "corporei", cioè riferiti al corpo o espressi nel corpo, le diagnosi psichiatriche possono essere un po' confuse, anche perché tenga presente che i sisitemi classificativi non sono uno solo, quindi quel che si chiama X in uno può chiamarsi Y in un altro.

Quello che manca in questa descrizione sono i sintomi mentali, che forse ci saranno anche, e non vanno intesi come una sorta di "denigrazione" o "minimizzazione" dei sintomi corporei, così come del resto la diagnosi psichiatrica non è ciò che non ha altrimenti spiegazione.

Secondo me la palla ritorna al medico che la segue principalmente, o a quello di base, o a voi naturalmente se ritenete di chiedere altri pareri.
[#18]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
"Ma non c'è niente da verificare: se dico cervello dico neurochimica, non è che abbia detto niente di particolare. Se le dico che il muscolo è fatto di tessuto muscolare, di cellule, di fibre etc e che volendo posso vederlo con delle immagini, non è che con questo abbia aperto chissà quali porte."

Nell'esempio che riporta del muscolo, dice anche che volendo può vederlo con delle immagini ma che questo non apre delle porte.

Quindi noi genitori e nostra figlia ci ritroviamo ad avere a che fare, secondo diagnosi attenute, con un qualche problema neurochimico, che però lo specialista "incaricato" a seguire il caso non ha bisogno di vedere perché questo dato non dice niente di particolare in più...

e se, come presumo sia un diritto del paziente, voler visionare queste alterazioni come mai il medico non concede il benestare ed accordare la nostra richiesta, mi sembra una situazione paradossale..

"Quello che manca in questa descrizione sono i sintomi mentali, che forse ci saranno anche, e non vanno intesi come una sorta di "denigrazione" o "minimizzazione" dei sintomi corporei, così come del resto la diagnosi psichiatrica non è ciò che non ha altrimenti spiegazione."

Mancano non certo perché siano stati omessi volontariamente, anche perché nessuno credo vada dal medico per un problema di salute e riferisce, magari, solo la metà dei sintomi in maniera consapevole, anche perché penalizzerebbe una reale comprensione, una giusta diagnosi ed una valida possibilità terapeutica, mantenendo il problema sempre presente.

Certo, stare male e non sapere con chiarezza perché, quindi non sapere come curarsi non è che renda una persona felice e serena, però come si dice la vita continua ed in più essendo ostinata ed orgogliosa, soffre ma non si piega alla sofferenza (del resto non parliamo di una situazione grave e critica ma sicuramente un po' pesante e che se non lo avesse sarebbe decisamente meglio).
ma non credo che per sintomo mentale intenda questo, altrimenti anche noi genitori saremo "ansiosi" in senso clinico del termine già che siamo mobilitati per cercare una soluzione....

"così come del resto la diagnosi psichiatrica non è ciò che non ha altrimenti spiegazione"

Anche noi, abbiamo sempre saputo che la psichiatria si occupa di sintomi mentali" e non le nascondo che, all'inizio, quando è stato riferito a mia figlia di farsi visitare dallo psichiatra siamo rimasti sbalorditi, non tanto perché "offesi" da questo, non ci sarebbe motivo, ma perché ci appariva strano questo indirizzamento in rapporto a quanto lamentato dalla ragazza. (allora non eravamo a conoscenza del Basedow).

Ci è stato consigliato da uno specialista in medicina interna, di questo sito, di far rivalutare il caso ex-novo da un centro delle malattie endocrinologiche a Pisa ma essendo noi di Cagliari, possiamo far valutare la situazione ad un medico delle Cliniche Universitarie di Sassari considerati di eccellenza per questo genere di patologie, con la speranza di comprendere qualcosa della situazione.
Il medico d Base a detto chiaramente che non sa come aiutarci.

La ringrazio ancora per averci dato ascolto e disponibilità e Le auguro una buona serata.

[#19]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"con un qualche problema neurochimico"

Se l'organo di cui stiamo parlando è il cervello, "problema neurochimico" non significa niente altro che genericamente che in qualche modo c'è qualcosa che riguarda il cervello.
La diagnosi psichiatrica salvo eccezioni è clinica, non per immagini.
Lo psichiatra si occupa di tutta la medicina, ma ovviamente il suo ramo comprende situazioni in cui ci sono anche o solo sintomi mentali.

Forse infatti la cosa più logica è ripartire da quello che è appurato, e far rivalutare se i sintomi lamentati siano attribuibili a qualcosa, ad esempio, di autoimmune associato al Basedow, che riguarda magari non la tiroide che sembra in equilibrio ma altre parti.


[#20]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Spett. Dottore
Sono la figlia (oggi ho compiuto 18 anni e posso partecipare in prima persona alla discussione) del signore che ha scritto qualche settimana fa..
ho letto con interesse quanto ha risposto in merito alla storia che mio padre Le ha raccontato..

riassumendo in breve, se bene ho capito, questo malessere imputato prima a qualcosa di psichiatrico comunque per esclusione, poi alla iperfunzione tiroidea, poi di nuovo si tenta di inquadrarla ancora in ambito psichiatrico, potrebbe dipendere da un qualche disturbo psichico che per definizione origina dal mio cervello che avrebbe un problema nella neurotrasmissione della dopamina e serotonina e che deve essere curato con farmaci ad azione "ricatturante" di questi ormoni....allo scopo (stando a quanto sempre mi è stato raccontato dagli specialisti consultati) da favorirne La "plasticità" delle sue funzioni....e che appunto una cura a lunga durata garantirebbe una neurogenesi....(a tal proposito ho trovato un articolo su questo sito scritto dal Dott. Ruggiero riguardo uno studio su questo aspetto).

Io, per cercare di risolvere il mio malessere fisico mi sono fidata sia dello specialista che delle sue terapie (per dosi e tempi, incassando solamente effetti tossici assolutamente pesanti e che non scompaiono se si prosegue il medicinale peggiorando la mia condizione, fortunatamente alla sospensione questi effetti quantomeno assurdi sono spariti) ma sinceramente mi domando se veramente molti medici che prescrivono questi presidi terapeutici lo fanno valutando i rischi/benefici, anche perché per quanto mi riguarda ci è parso lampante, a me e familiari, una certa "smania" di arrivare alla prescrizione a tutti i costi...
Stranamente, quando ho fatto presente allo specialista che non avevo più intenzione di fare da cavia e mandar giù queste sostanze sulla base di una diagnosi vaga e per esclusione (non può immaginare quante volte ci è stata ripetuta questa frase, quasi da diventare noiosa "escluse cause organiche la sintomatologia è da riferirsi ad un disagio psichico....quindi è ansia...)
ha pensato bene di rifilarmi 2 gocce di Risperdal che non intendo assolutamente prendere, troppo facile scrivere su un foglio nomi di medicinali e quasi "obbligare" la persona all'assunzione con intimidazioni tipo:

"Se non prendi questi farmaci la tua situazione si aggraverà, sicuramente svilupperai una forma di depressione che evolverà in patologie psichiche ben più importanti....." tutto questo è assurdo e mi prendo la responsabilità di quanto affermo, anche perché la stessa storia è stata raccontata a mia madre e mio padre...ecco perché specie mio padre non crede più, assolutamente, a queste teorie, non aa caso Le ha chiesto se è possibile esaminare con dati tangibili questa "alterazione che avrebbe il mio cervello" e che nessuno nonostante mille storielle che ci hanno raccontato, anche del tipo "le neuroimmagini, ad oggi ci hanno permesso di conoscere le aree cerebrali che si danneggiano quando si manifesta un disturbo psichico...anche questa storia siamo esausti di sentircela raccontare...)".
In più aggiungo che assieme alla paroxetina mi era stato prescritto gabapentin 100mg (2 cp/die) dicendoci che era un ansiolittico più tollerabile e che non creava dipendenza a differenza delle benzodiazepine......dopo circa una settimana di assunzione mi sono accollata mal di testa forte, vertigini oggettive, con pallore, nausea ed immediatamente vomito....leggo il bugiardino e scopro essere un antiepilettico che si dà nel disturbo bipolare......
Cioè, ci è stata raccontata una frottola sull'impiego di questo medicinale...chieste spiegazioni al prescrittore, lo ha sospeso dicendo che comunque funziona anche sull'ansia e somatizzazione....mah....

La ringrazio anche io per la Sua disponibilità nel rispondere e proveremo a ripartire da qui...
"Forse infatti la cosa più logica è ripartire da quello che è appurato, e far rivalutare se i sintomi lamentati siano attribuibili a qualcosa, ad esempio, di autoimmune associato al Basedow, che riguarda magari non la tiroide che sembra in equilibrio ma altre parti."
rivolgendomi ad un altro endocrinologo che ci è stato consigliato...

distinti saluti.

[#21]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Lasciando in sospeso la questione tecnica della diagnosi, sicuramente si ricava dal racconto che però non vi è una diagnosi unica e comunque definita nel dettaglio (ansia genericamente, depressione mascherata ma come ipotesi etc), e dalle terapie date neanche si risale ad un un'unica possibile diagnosi.
L'esclusione è un criterio complementare: ovvero essendo presenti i sintomi x,y,z, e anche essendo escluse le malattie a,b,c, allora si propende per un'ipotesi diagnostica D. Ma, come premesso, essendo presenti i sintomi x,y,z che sono tipici sia di A che di B,C e D. Altrimenti, se si parte con l'esclusione, e si va a finire sull'ipotesi D in assenza di sintomi che richiamino quest'ipotesi, si rischia semplicemente di usare D come "deposito" di diagnosi non chiare, e non è un processo diagnostico consigliabile, perché non permette poi di chiarire molto in base alla risposta alle cure.

Il secondo punto che ripeto ancora una volta, è questa sorta di necessità di spiegare le cose con spiegazioni che niente aggiungono, tipo quelle dei neurotrasmettitori. Non interessa sapere come funzionano i disturbi del cervello etc (ovviamente si tratta di neurotrasmettitori, sinapsi e quant'altro, ovvero quello che c'è dentro il cervello). Interessa sapere se i sintomi manifestati riconducono a quel tipo di diagnosi.

A posteriori, è anche vero che ha provato diverse terapie, e che non ne ha tratto giovamento. Questo, come dicevo, alla fine chiarisce poco perché ci sono anche persone che soffrono di ipocondria e non rispondono alle cure potenzialmente utili. Nel suo caso mancano dal racconto elementi "mentali", nel senso che alla fine tutto quello che emerge è questo generico malessere, debolezza etc senza altri connotati. Ci sono, certo, sindromi di collocazione incerta, come la sindrome da fatica cronica, o la depressione mascherata, o l'ipocondria, ma come dicevo uno specialista sa riconoscere gli elementi psichici che magari agli altri non risultano subito evidenti.

Ora, qui la discrepanza è tra diagnosi comunque non uniche e attinenti all'ansia e addirittura una prognosi (cioè una previsione di evoluzione) che sarebbe grave e progressiva, cosa che in termini probabilistici può anche essere corretta, ma bisogna appunto vedere con che probabilità e in riferimento a quale esito. E' come dire che una bronchite non curata può evolvere in polmonite e lasciare segni permanenti: possibile, ma per affermarlo come evento probabile e potenzialmente grave e irreversibile si dovrebbe definire di che tipo di bronchite stiamo parlando, altrimenti è vago.
[#22]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Buongiorno gentile Dottore
leggo la Sua risposta (per non fare confusione sono la ragazza in prima persona)

Vorrei precisare, per non generare equivoci, che il malessere non ha nessuna connotazione con stanchezza, debolezza o un sintomo organo-riferito, ma un malessere fisico come dice Lei generico, molto simile ad avere un forte stato influenzale (spesso capita la presenza di febbricola con riscontri che variano tra i 37,2/37,5 la differenza è che è costante)...nessun sintomo predominante...forse questo rende poco "specifico" il sintomo da collegare ad una causa individuabile semplicemente...

Preciso anche che non mi sento ne preoccupata (se non preoccupata di trovare una soluzione al mio malessere, ma questo mi sembra normale, altrimenti nessuno al mondo si farebbe mai vedere da un medico...) e non ho mai detto di credere o immaginare di avere una malattia rara, grave e/o sconosciuta...

Riparto da questi aspetti che Lei ha scritto:

"ci sono anche persone che soffrono di ipocondria e non rispondono alle cure potenzialmente utili"

Senz'altro ma perché deve essere a tutti i costi IPOCONDRIA?
mi corregga se sbaglio ma "La caratteristica essenziale della ipocondria è la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici.
Perché si possa parlare di ipocondria (o paura delle malattie), ovviamente, una valutazione medica completa deve avere escluso qualunque condizione medica generale che possa spiegare pienamente i suoi segni o sintomi fisici (per quanto possa talora essere presente una condizione medica generale concomitante).
L’aspetto principale dell’ipocondria è che la paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche"

Io non temo nessuna malattia sottostante, ne mi va di rendermi ridicola con la storia del malato immaginario, interpreto semplicemente il malessere che lamento come una cosa che prima non avevo, ora c'è è fastidioso abbastanza da preferire che non ci fosse o almeno attenuarlo fin dove possibile,, inoltre da questa spiegazione enciclopedia si denota chiaramente anche il criterio di esclusione.. quindi non sorprende.

Non capisco perché deve essere Depressione, per di più mascherata...
a tal proposito il Dott. F.S. Ruggiero, che partecipa a questo sito, ha scritto questo articolo: https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/105-la-depressione-mascherata.html

Però niente che mi riguarda "soddisfa" quanto scritto specie:

- la familiarità individua la presenza di parenti di sintomatologia depressiva oppure di disturbi somatoformi;
- la tendenza a somatizzare durante i periodi di difficoltà;
- decorso della patologia episodico, remissioni stagionali e spontanee;
- sintomi depressivi presenti prima della manifestazione dei sintomi somatoformi; - andamento ciclico dei sintomi somatici;
- risposta positiva al trattamento con antidepressivi;
- sentimenti di tipo depressivo in funzione della sintomatologia somatica.

Come anche la descrizione sintomatologia citata non si "incastra" assolutamente come anche osservato sia soggettivamente che oggettivamente.

Sull'aspetto "mentale" posso dirle però che certamente non vorrei stare sempre male, non inficia la mia vita esteriore ma immagini come ci si sente durante uno stato influenzale (ma a questo escluda cefalea, dolori articolari e naso che cola e febbre alta)...mi sembra nella natura umana cercare di migliorare a propria qualità di salute, laddove la differenza tra un prima e un dopo è tangibile...


Il punto evidente è solamente uno: sembra proprio che a tutti i costi DEVE necessariamente essere diagnosticato come "malattia" psichiatrica....questo sull'assunto di diagnosi "cliniche"....che scartano obbiettività anche di laboratorio non che i criteri stessi per porre diagnosi psichiatrica.

In realtà, è troppo comodo dire "tutto ok quindi è una manifestazione di disagio psichico" anche perché, dati alla mano, appare tutt'altro..ma naturalmente l'endocrinologo afferma che il Basedow ne è responsabile e lo psichiatra afferma di no....alla lunga traspare che ognuno "tiri acqua al proprio mulino"

Lei mi dirà: " ma allora perché sei andata da uno psichiatra prima?" perché medico di medicina generale che avevamo è partito subito così e MAI ha menzionato questa possibilità...tant'è che quando abbiamo "scoperto" che la tiroide sarebbe stata una possibile causa sottostante, richiesti questi accertamenti al medico era all'inizio contrario e molto predisposto prima a pasticciare lui con psicofarmaci, poi, vedendo riluttanza ha immediatamente staccato la ricetta per "igiene mentale" e fidandoci (sbagliando) mi sono affidata al settore specialistico non adatto....
Trovato invece il problema tiroideo, il M.M.G è rimasto un po' così e subito, infastidito, ha detto che per lui non centrava niente, l'endocrinologo naturalmente non è mai stato d'accordo con lui....è sufficiente guardare la prima analisi...
le numerose recidive (subcliniche ma con assunzione giornaliera di Tapazole come da prescrizione) e quindi la ripresa del malessere hanno un po' forviato l'endocrinologo...spinta ,forse, dal non voler ritornare a stare male come agli inizi ho accettato un ulteriore consulenza psichiatrica di fatto ottenendo tanti bei racconti, varie diagnosi comode, qualsiasi medicinale va bene, purchè si tratti di assumere...

-Come mai tante "diagnosi" vaghe, generiche, mai univoche....? ma appunto non si vuole assolutamente tenere conto delle evidenze obiettive e di laboratorio che attestano tutt'altro..
altrimenti 10 mesi di totale benessere col tapazole come si spiegano?
(non è che voglio e pretendo mi risponda Lei a questo punto, giacchè non mi ha mai visitato, ma mette in luce un inquadramento diagnostico che rimane di "comodo" fino a prova contraria.

-Dire che i medicinali prescritti semplicemente non hanno funzionato è riduttivo perché mi sono accollata (e anche qui con tante storielle di fondo raccontate dai prescrittori) tutta una serie di manifestazioni iatrogene che sinceramente non si sono mostrate ne lievi ne dovute al quello che chiamate "periodo di adattamento" al farmaco...ma probabilmente appare irrilevante...

Inoltre "Il secondo punto che ripeto ancora una volta, è questa sorta di necessità di spiegare le cose con spiegazioni che niente aggiungono, tipo quelle dei neurotrasmettitori. Non interessa sapere come funzionano i disturbi del cervello etc (ovviamente si tratta di neurotrasmettitori, sinapsi e quant'altro, ovvero quello che c'è dentro il cervello). Interessa sapere se i sintomi manifestati riconducono a quel tipo di diagnosi"

Non ho nessuna necessità, nel vero senso della parola, di sapere questo, ma siccome tutti gli specialisti mi hanno raccontato numerose teorie anatomo-biologiche, ma di fatto ottenendo solamente insuccessi e per di più "aggravati" dagli effetti ottenuti da queste medicazioni e che tutti "scappano" davanti alla richiesta di provarmi quanto affermato un sospetto verrebbe a chiunque...
L'aspetto evidente mostra che questi racconti avevano lo scopo di spingermi, ad assumere più facilmente questi "medicamenti" sulle ali della paura indotta da questi racconti....infatti finchè non sono mai state mosse richieste di dimostrare quanto detto, queste cause "biologiche" andavano che è un piacere, dopo le richieste di dimostrazione pratiche a riguardo, immediatamente ha prevalso insistenza nelle prescrizioni, accanimento in questi racconti con teorie biologiche più "elaborate" e Risperdal 2 gocce.(non esiste assolutamente...)
da qui in poi abbiamo capito in famiglia come funzionano certe cose....

Riguardo "la sindrome da fatica cronica" non sentendomi ne stanchezza ne debolezza non credo si possa trattare di questo.....



[#23]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Credo che siamo arrivati alla conclusione di quello che si può dire, il resto sono ripetizioni a questo punto. Stiamo girando intorno a spiegazioni delle solite cose già dette, nessuno ha detto che debba essere alcunché, stiamo solo ragionando di quello che fino ad ora è stato detto, diagnosticato e in cui è consistita la sua condizione.
[#24]
Attivo dal 2015 al 2015
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Spett. Dottore

Sono il padre della ragazza (rispondo io al Suo consulto in quanto mia figlia è impossibilitata al momento, naturalmente, essendo ora maggiorenne me ne ha dato facoltà).

Si, sostanzialmente abbiamo commentato ampiamente la situazione.
Approfondiremo sicuramente l'aspetto endocrinologico, che, stando alle evidenze biologiche appare dalle analisi ematiche e da ecografia.

Naturalmente, essendoci rivolti a Psichiatri, visto l'inquadramento diagnostico del M.M.G, giudicando passo per passo tutto l'iter di indagine diagnostica nel corso del tempo, non solo appare confusionario (e questo sarebbe alla fine la minima cosa), ma ciascuno a chiaramente optato per una "diagnosi" e relativa "terapia" di comodo.

Al di la di questo, non riesco proprio a capire perché si parla di "malattia del cervello" con numerose ipotesi anatomo-biologiche raccontate (non senza cercare di "convincerci" che l'assunzione di psicofarmaci garantiscono vantaggi in termini di:
-Formazione di nuove reti neuronali, quindi la "neurogenesi"
-Regolazione delle aree (come distretti anatomici) che sarebbero alterate anche in maniera microscopica.
-Aumento/regolazione dei neurotrasmettitori. (che stando a quanto ampiamente ci è sempre stato riferito) sarebbe alla base della psicofarmacologia psichiatrica.

Ormai è lampante che queste "teorie" ci sono state raccontate al solo scopo di dare la "spinta" finale a far assumere psicofarmaci sfruttando una sorta di intimidazione (per di più, allora, mosse ad una ragazzina minorenne che nulla ha mai avuto a che fare con medici, dal momento che è sempre stata in perfetta salute) evitando così la "scocciatura" che mia figlia avesse deciso di non assumerli per ovvi motivi.
per non parlare di tutte le altre teorie raccontate nel corso del tempo e delle visite, ci si perderebbe un'intera giornata.

Però i vari "curanti" non hanno chiaramente tenuto conto che, alla lunga, chiunque chiederebbe di dimostrare quanto affermato. In fin dei conti loro stessi hanno affermato, una moltitudine di volte, e con insistenza, che la "Neuroimmagine" ormai aveva radicalmente modificato in meglio la comprensione delle patologie psichiatriche e l'impatto sul cervello umano mettendo in luce le aree "incriminate" (mi faccia passare il termine) che sottendono ai disturbi psichici.

è superfluo dire che sentendo tutti questi interessanti racconti, ma allo sesso tempo, alla richiesta di dimostrazione pratica, si evita e si tenta di scoraggiare la richiesta, dei dubbi sulla buona fede dei curanti verrebbe a qualsiasi essere umano che vive nel nostro Pianeta. Lei non crede?

Comprendo perfettamente che la diagnosi psichiatrica è clinica e si fa sulla base dei sintomi "mentali" prima di tutto, però (parlo del nostro caso e non assolutamente in generale, è stata decisamente "abusata" non tanto per gravità diagnostica ma per eccesso numerico e vaghezza, infondo si è giunti a diverse prescrizioni psicofarmacologiche anche cosi e questo sta(va) bene ai medici da noi consultati.

Per concludere e sarò schietto e sincero, dubito fortemente della buona fede di chi, agendo come dite voi medici in "scienza e coscienza" pone diagnosi di comodo, condite da tante belle spiegazioni "scientifiche", che si rifiuta nonostante tutto di mostrarci le evidenze di quanto sempre ci si viene a dire, con l'unico intento di giungere ad una o più prescrizioni di medicinali, ritenendo inoltre l'effetto tossico/paradosso ottenuto da queste cure "del tutto irrilevante", sottovalutandolo e addirittura negandolo, col goffo tentativo di "calzarlo" alla malattia (che loro stessi non hanno mai saputo diagnosticare in maniera chiara ed univoca, ammesso ci sia mai stato realmente un disturbo psichiatrico da curare).

Anche al medico di base di allora, probabilmente andava bene così e la reazione alle analisi del sangue che hanno evidenziato la patologia tiroidea era chiaramente di sorpresa e di qualcosa di non immaginato, eppure sono condizioni comuni, per di più la Sardegna ha un indice di presenza abbastanza marcato....

Che dire, io la ringrazio ancora per il tempo e la pazienza che ha messo a nostra disposizione, sperando di arrivare presto o tardi ad una qualche risoluzione al problema.

Distinti saluti.
[#25]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"Al di la di questo, non riesco proprio a capire perché si parla di "malattia del cervello""

Appunto, mi sembra che però anche voi (mi perdoni) vi siate fissati su questo aspetto del tutto irrilevante. Non è stata data alcuna descrizione particolare, dire malattia del cervello e parlare in generale di come è fatto il cervello, di cosa è fatto, come funziona, non significa alla fine aver detto niente di che. Ovvietà. Una malattia del cervello comunque e qualunque sia si esprime in termini di circuiti, neurotrasmettitori, neuroni etc. Con questo se ne sa quanto prima.
Se mai l'aspetto su cui non comprendo il perché è prevede una evoluzione così deteriorativa, visto che la diagnosi non è di quelle che la prevedono.

Temo che, solo per discutere spiegazioni che non c'erano, vi siate persi (da ambo le parti) su spiegazioni vaghe che hanno messo in mezzo una serie di termini che avete forse pensato dover essere dei punti scientifici importanti.

Ripeto ancora una volta: si può anche trattare una malattia senza sapere nulla dei suoi meccanismi, riconoscendola e sapendo che risponde bene a un trattamento. Oppure si può conoscerla nei dettagli più fini e con questo non è detto che si riesca a fare qualcosa. Qui vi è stato solo detto che la malattia è di pertinenza cerebrale, detto questo che poi il cervello sia fatto di neuroni etc è una ovvietà. Che se una malattia del cervello non si cura porti alla perdita di materia, in soldoni, è vero per alcune malattie, ma non capirei esattamente a cosa si sta facendo riferimento nel vostro caso.
[#26]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Spett. Dott. Pacini

Lei afferma: "mi sembra che però anche voi (mi perdoni) vi siate fissati su questo aspetto del tutto irrilevante"

Sintetizzando il tutto:

dal sintomo riferito (malessere fisico), via medico generico, siamo giunti in prima istanza da psichiatri e psicologi perché per semplice esclusione di "malattie organiche" la causa non poteva essere che psichica.
una volta giunti dai vari psichiatri (nel corso del tempo) Tutti hanno cercato prima una "causa psicologica" che sarebbe stata facile da far riconoscere anche ad una ragazzina. Non trovandola si è fatto cadere il discorso sulla "malattia psichica di origine cerebrale vale a dire un cervello anatomicamente e biologicamente malato che si esprime con sintomo malessere.
Questa presunta malattia "cerebrale" avrebbe i nomi di (Ansia, somatizzazione etc.) e questa malattia va "curata" con psicofarmaci.
Ok, fin qui niente di strano, ma se assumendo un medicamento si ottengono degli effetti che non definirei un banale effetto transitorio o di assestamento ma un, per così dire, effetto paradosso (che dura finche si assume il medicinale e scomparsi alla dismissione), visti gli effetti l'interessata preferirebbe fare a meno di queste sostanze, meno ne vuole prendere più invece si fa leva (che sia un tentativo di intimorire la persona per spingerla all'assunzione anche a lungo termine , intendo a vita?) con la storia della "malattia del cervello che esprime sintomi di natura psichica" altra prescrizione, stesso risultato in termini di mal tolleranza.
Altri specialisti in psichiatria, altre teorie biologiche e altra prescrizione.
in rapporto, più si ottengono mal tolleranze dai farmaci assunti, meno l'interessata ne vuole prendere più aumentano le insistenze sul cervello malato e più si prescrive.
Quando però ho chiesto ampiamente la dimostrazione strumentale (dal momento che la neuroimmagine pare abbia messo in evidenza ciò che ci hanno sempre detto, naturalmente stando agli psichiatri consultati e ad un neurologo)
non solo questo non è mai avvenuto, anzi ci sono stati i tentativi di distoglierci da questa richiesta in modo più o meno grossolano, ma allo stesso tempo con un accanimento crescente di queste teorie fino ad arrivare al Risperdal (2 gocce) mai voluto prendere ed a ragione.
Come Le dicevo, solo dopo, e per puro caso (leggendo su internet della tiroide), non perché i medici ne abbiano tenuto conto, sono stati fatti questi controlli.
La presenza del Basedow ha chiaramente rimescolato le "carte in tavola" ed a questo punto ognuno dice la sua.

-Ex medico di M.G con evidente sorpresa ha sminuito questo ipertiroidismo (infondo è stato proprio lui a decidere che a cause organiche escluse, la questione era da attribuire a qualcosa di psichico.

-Lo psichiatra (ultimo consultato prima di questo "ritrovamento") attribuisce il tutto a quanto detto prima.

-il Neurologo prende la via di mezzo (ansia in Pz ipertiroidea)

-L'endocrinologo afferma un giorno essere totalmente dalla tiroide, poi rimane vago, poi ritorna sui suoi passi. (ma sa bene che tapazole, al primo ciclo ha risolto per 10 mesi) e ci è stato anche detto che lo stesso metimazolo perde di efficacia nel trattamento delle recidive (comunque varie).

Lei afferma "Appunto, mi sembra che però anche voi (mi perdoni) vi siate fissati su questo aspetto del tutto irrilevante"

Evidentemente non è irrilevante per chi c'è le ha sempre raccontate queste presunte cause cerebrali.
a me interessa semplicemente la dimostrazione a questo punto, visto che le metodiche di neuroimmagine sono state dirimenti in tal senso, eppure tante parole ma nessun evidenza sul lato pratico.

Ancora Lei afferma "Una malattia del cervello comunque e qualunque sia si esprime in termini di circuiti, neurotrasmettitori, neuroni"
Anche questo c'è stato raccontato ampiamente ma evidentemente col solo scopo di giungere ad una prescrizione farmacologica (chiunque si sarebbe accorto di una certa smania nel volerci arrivare).

Poi Lei aggiunge"si può anche trattare una malattia senza sapere nulla dei suoi meccanismi, riconoscendola e sapendo che risponde bene a un trattamento. Oppure si può conoscerla nei dettagli più fini e con questo non è detto che si riesca a fare qualcosa."

A giudicare dalle tante spiegazioni "scientifiche" che sempre e con insistenza ci sono state propinate, direi che ci hanno fatto credere tutt'altro.

Per non parlare della carenza/regolazione della serotonina e altre catecolamine (chissà perché e sempre stata la prima teoria biologica ad esserci stata sempre detta dai vari specialisti in psichiatria e neurologo compreso)
eppure si può verificarne il dosaggio ematico e urinario (cortisolo) di questi ormoni.

Pare che, finchè, non si fa una certa chiarezza sulla reale causa del malessere fisico, possiamo essere "costretti" a sentirci tirare addosso queste teorie e "prenderle per buone" già che si fanno orecchie sorde quando si chiede la dimostrazione.

Cordialità






[#27]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"er semplice esclusione di "malattie organiche" la causa non poteva essere che psichica"
Concetto non corretto: non esistono cause psichiche, la psiche è già un risultato, come la digestione, la circolazione, etc. Per esclusione si diagnostica male e un po' alla cieca, non potendo escludere ciò che non si è sospettato o non si conosce, quindi semplicemente si rischia poi di trovarsi con una decina di possibilità non escludibili e se ne sceglie una magari senza una precisa ragione.
Per quanto riguarda l'ambito psichiatrico, va bene l'esclusione, ma poi i sintomi mentali vanno descritti, altrimenti oltre che per esclusione il problema è che non c'è l'inclusione, cioè l'elemento che indica quell'ipotesi rispetto ad altre possibili e non escludibili.

"malattia psichica di origine cerebrale ". Ogni malattia psichica è di origine cerebrale, è una tautologia. Alcune si vedono, altre no (o occhio nudo), alcune hanno degli esami da fare, altre no, alcune sono prodotte dall'esterno, altre dall'interno etc. Ma sempre di origine cerebrale alla fine è.


"malattia del cervello che esprime sintomi di natura psichica" Definizione generale di malattia di ambito psichiatrico, niente di meno, niente di più. Ci sono ormoni da dosare ? No, in generale, sono casi particolari, non le classiche malattie psichiatriche. Le teorie non sono teorie, sono tautologie spesso, come dire che le malattie del cuore derivano da muscoli, trasmissione di impulsi, valvole, meccanica dei fluidi etc. Ovviamente, l'organo di quello è composto. Cause esterne ? Può essere ma quello che alla fine è colpito e si esprime è il cervello, quindi alla fine cambia poco il concetto.

In definitiva: io ripartirei dal considerare, col medico che segue il disturbo principale della tiroide, l'insieme delle cose.
[#28]
Attivo dal 2015 al 2015
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Gentile Dottore

Posso dirle che in base alla Sua affermazione: "Concetto non corretto: non esistono cause psichiche, la psiche è già un risultato, come la digestione, la circolazione, etc. Per esclusione si diagnostica male e un po' alla cieca, non potendo escludere ciò che non si è sospettato o non si conosce, quindi semplicemente si rischia poi di trovarsi con una decina di possibilità non escludibili e se ne sceglie una magari senza una precisa ragione.
Per quanto riguarda l'ambito psichiatrico, va bene l'esclusione, ma poi i sintomi mentali vanno descritti, altrimenti oltre che per esclusione il problema è che non c'è l'inclusione, cioè l'elemento che indica quell'ipotesi rispetto ad altre possibili e non escludibili"

In sede di visita dal medico generico siamo stati liquidati senza particolare scrupolo e sospetti diagnostici da uno psichiatra.
Ricordo perfettamente ciò che vedo e sento e non ho tendenze a cali di memoria
rivolgendosi a me mi ha detto "organicamente non trovo niente e di conseguenza la ragazza gode di perfetta salute, pertanto la causa è ascrivibile ad un disagio psichico" solo dopo che ho insistito un po' ha prescritto le analisi del sangue di routine (profilo C) non vedendo nulla questo a suo dire era sufficiente per inquadrare la cosa in ambito psichiatrico.
Quando ho chiesto su quali evidenze fosse arrivato a questa conclusione ha risposto ancora una volta che lui, avendo escluse "cause organiche" era senz'altro qualcosa di psichico, magari legato ad ansia.

Ok, forse il medico di base non ha particolare formazione in tal senso, ma lo stesso identico criterio che è stato esclusivamente per esclusione "Se il medico generico ha concluso con l'invio dallo psichiatra evidentemente ha notato quantomeno un problema ansioso, non dico che non abbiano applicato i vari "criteri di inclusione" per capire se sussiste qualcosa di loro competenza,
Di fatto però non sono arrivati a trovare questi sintomi mentali ma appunto non ha assolutamente scoraggiato, nonostante non sono mai arrivati a nessuna parte in concreto se non "diagnosi" tipo "è ansia" "somatizzazione" e appunto l'escalation di racconti biologici"
nel corso del tempo è apparso sempre più evidente l'interesse a giungere a prescrizioni farmacologiche, sfruttando la malattia del cervello, la serotonina etc.
Quindi è lampante che è stato applicato semplicemente un metodo di esclusione di comodo sempre più chiaro.

Inutile dire che ogni volta si presentava una sorta di accanimento del tipo "meno se ne capisce più si insiste su quello che Lei definisce tautologia (che è stata applicata da chi aveva a questo punto interesse di prescrizione farmacologica e più si prescrive"

Eppure ciò che Lei, ed non solo, definisce tautologia hanno avuto solo lo scopo di giustificare ed arrivare in maniera indiscutibile all'atto finale dell'assegnazione dei medicamenti.. tante spiegazioni "scientifiche" raccontateci in maniera continua e crescente come tipologia e "gravità" e che alla richiesta di dimostrazione tutti hanno fatto orecchie sorde e tentativi anche piuttosto goffi per distoglierci ma insistenze sulle prescrizioni continuavano ad esserci tranquillamente.

Infatti all'ultima visita è stata talmente ovvia la mossa di reputare il sintomo lamentato come un idea eccessiva per non dire che è inventato di sana pianta da prescrivere Risperdal 2 gocce.

Alla lunga diviene decisamente una presa in giro...non crede?

Capisco perfettamente di essere ridondante e anche pesante sull'argomento, come anche si denota un notevole malcontento nelle mie parole ma, lo dico con schiettezza sincera e per quanto concerne la nostra esperienza da genitori comunque, per motivi legati all'età, totalmente partecipi a tutto l'iter medico seguito, un atteggiamento ampiamente condiviso, che segue il binario (parlo ovviamente per il nostro caso specifico) della diagnosi a tutti i costi" anche etichette vaghe si prestano bene, con l'unico ed incontestabile fine di assegnare uno psicofarmaco che in qualche modo referenzia la presenza di "qualche disturbo psichiatrico" così la cosa andava benissimo agli specialisti consultati.

Mi sono fatto anche un concetto sull'ultima prescrizione ricevuta....che si è dimostrata essere di comodo come anche tutte le storielle "tautologiche" del quale siamo stati riempiti.

Lei, non mi permetto assolutamente di metterlo in dubbio, agirà tutti i giorni sotto il criterio dell'onestà, della trasparenza nell'interesse del Suo assistito.
Anche noi abbiamo sempre pensato e voluto credere fosse sempre così, scoprendo di sbagliarci e questo è triste...

Ripartiremo sicuramente da quanto più volte Lei ci ha suggerito "In definitiva: io ripartirei dal considerare, col medico che segue il disturbo principale della tiroide, l'insieme delle cose".

Mi scuso per lo sfogo, mi rendo conto di essere stato anche inopportuno su alcuni passi del discorso, ma a mia giustificazione posso dire che chiunque essere umano manifesterebbe un malcontento così eloquente.

Con stima.




[#29]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Le diagnosi possono anche essere fatte per ipotesi e per prova, poi però è bene arrivare al dunque. Se l'unico criterio è provare un medicinale per vedere se risponde a quello, e ciò non si verifica, si ritorna su un piano diagnostico.
Questo è quanto. Ci sono sindromi "a ponte" che comprendono sintomi mentali e sintomi corporei, di cui si sospetta un'origine virale oppure neurofunzionale, che rispondono a farmaci psichiatrici anche se i sintomi mentali non sono "i primi" a venir fuori, o non sono quelli specifici e dominanti. Sono di fatto zone grigie, e la cosa è chiaramente detta, l'importante è che sappiate cosa si sta facendo e cosa sappiamo della diagnosi che è stata fatta.
[#30]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Spett. Dott. Pacini

Nulla da dire sul fatto che una diagnosi possa essere sospettata sulla base di prove, in maniera indiretta, valutando se una certa prescrizione farmacologica sortisce un qualche effetto, ma anche così non mi sembra affatto dirimente, anzi rimarrebbe sempre poco chiara (ma confermerebbe al medico che la persona è comunque "diagnosticabile" in sede psichiatrica, comunque sempre "oscuro" perché non ha senso "testare" tutto il corredo psicofarmacologico in generale, aspettando chissà quale riscontro...anche perché così, alla cieca, appare un accanimento diagnostico e terapeutico, che non tiene proprio conto di quello che in medicina si definisce "rapporto rischi/benefici" come infatti abbiamo constatato seguendo l'andamento delle varie terapie assegnate e che sono state a dir poco mal tollerate.

La Sua frase "Se l'unico criterio è provare un medicinale per vedere se risponde a quello, e ciò non si verifica, si ritorna su un piano diagnostico" esprime perfettamente quanto successo a noi.

Solo che stranamente gli Psichiatri visti, dopo varie "prove" che sono andate malissimo e prescritte nell'astrattismo più completo non hanno mai portato a considerare la situazione "non di origine psichica" escludendola.
è un giro in tondo che si riperpetua col solito schema:
Diagnosi vaga, "spiegazione" con paradigmi "anatomo-neurobiologici" sempre più marcati.. Per farle un esempio si è partiti dalla carenza di serotonina fino ad arrivare alla possibile atrofia delle aree cerebrali se non si assume il farmaco prescritto (questo in sintesi estrema), e quindi segue una nuova prescrizione.
Così ogni volta in un giro in tondo infinito...

In queste sedi pare proprio che il criterio di esclusione non esista ma immagino che se si possono escludere "cause organiche" si possono escludere anche quelle "psichiche" eppure ciò non succede, anzi direi che man mano si è configurata, per così dire, un ostinazione alla prescrizione spinta dai racconti vari dell'alterazione cerebrale.

Non ho mai conosciuto un pneumologo che cerca di attribuirmi, a tutti i costi, una patologia dei polmoni senza che essa ci sia, o per esclusione, diagnosticandola con termini vaghissimi e che non dicono nulla...

Ho compreso perfettamente che, In qualche modo nessuno vuole ammettere che "non ci hanno mai azzeccato", la presenza del farmaco mantiene "in gioco" lo psichiatra nella "possibilità" che prima o poi il "Cavillo psichico" o "sintomo mentale" venga fuori; perché no, magari sfruttando qualche "effetto paradosso" e, come qualcuno ha provato, farlo passare per sintomo della presunta "malattia" che sempre per presunzione il medicinale dovrebbe "curare".

Questo non considerando il Basedow che, come già Le raccontavo, nessuno aveva mai sospettato, eppure lo si considera una patologia "semplice" da riconoscere e diagnosticare ma più fastidiosa da curare.
di questo aspetto in parte ho ottenuto spiegazioni chiare su questo forum ed altro ancora rimane da chiarire di persona in sede endocrinologica.
L'aspetto della tiroide lo tengo a parte perché questi fatti sono accaduti principalmente prima di venirne a conoscenza.

Anche senza questa patologia ghiandolare rimane ambiguo e totalmente astratto l'iter psichiatrico adottato nei confronti di nostra figlia.

Ciò che appare strano è perché insistere sull'inquadramento psichiatrico se nulla di dirimente in tal senso è mai emerso?

Perché giungere a prescrizioni psicofarmacologiche variegate nonostante non ci sia una chiara diagnosi (e quindi una patologia riguardante la psichiatria?)

Perché "forzare" paziente e noi genitori all'assunzione di un farmaco, senza una dimostrazione e riconoscimento di una condizione psichiatrica ma facendo leva sulle ampiamente dette "alterazioni de cervello", magari con lo scopo di fare noi genitori da "garanti ed assicurazione" che il farmaco sarà assunto?

Perché se non ci sono i criteri e l'evidenza per la diagnosi psichiatrica non hanno mai detto "non è una condizione di nostra competenza?"

Naturalmente non pretendo lo sappia e risponda Lei a tali quesiti, sarebbe come chiedere all'oracolo, oltre che non è Lei il medico che ha seguito il caso, ma nota sicuramente tanti perché che forse rimarranno sempre in un cono d'ombra.

Cordialità






[#31]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Nessuno è forzato a niente, il medico dà consigli e chi lo ascolta è liberissimo di non seguirli, di chiedere altri pareri, come Lei infatti ha fatto e sta facendo anche tramite il sito, anche se non sono visite ma commenti.

Per il resto non ho la minima idea di come abbiano ragionato i colleghi, ovvero per quanto ne so magari uno può anche aver colto nel segno e le cure non hanno funzionato, certamente le diagnosi erano diverse e le terapie diverse. Certamente ci sono anche casi di persone che non sono d'accordo con le diagnosi, anche se quelle sono, e che negano di avere dei pensieri e atteggiamenti che invece hanno. Per cui non è tanto l'insistere del medico o la diagnosi che può sembrare oscura, più che altro qui abbiamo fatto commenti sull'apparente confusione del percorso e sull'apparente assenza di quegli elementi che farebbero comprendere le varie tappe prescrittive e le ipotesi diagnostiche.
[#32]
Attivo dal 2015 al 2015
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Gent. Dottore

Posso rispondere in completa sincerità

"Certamente ci sono anche casi di persone che non sono d'accordo con le diagnosi, anche se quelle sono, e che negano di avere dei pensieri e atteggiamenti che invece hanno. Per cui non è tanto l'insistere del medico o la diagnosi che può sembrare oscura"

Non si tratta di decidere, accettare o rifiutare una diagnosi psichiatrica (quando realmente esiste sulla base di evidenze).
Come anche se ci fossero stati sintomi "mentali" di ogni tipo e atteggiamenti insoliti a maggior ragione non la si nega, sarebbe deleterio.

Non abbiamo a che fare con una ragazza incapace di intendere e volere che nega una malattia psichica perché non la riconosce (quantomeno alcuni cambiamenti gli avremo notati anche noi o comunque immagino che l'occhio clinico del medico ci sarebbe arrivato.

e che ci si aspetta che una persona che stia male sia per forza in ansia o preoccupata per quanto gli accade (perché la natura umana è anche così), nessuno dice che non ce ne preoccupiamo, è naturale, chiunque se possibile vorrebbe migliorare la qualità della propria salute, non c' niente di strano o insolito in questo altrimenti sia questo consulto, ma soprattutto le visite mediche per le varie specialità non sarebbero mai esistite, ma sarebbe comodissimo sfruttare la reazione che si ha verso una situazione per far credere che tutto nasce e si alimenta dall'ansia.

Ormai ci ha fatto il callo al malessere e la sua unica e lecita preoccupazione e riuscire a migliorare la situazione con un giusto inquadramento che aprirà, qualora possibile, le porte ad una terapia che possa migliorare il malessere riferito.

Non è una ragazza che tipicamente si lagna per ogni fesseria e non è di facili preoccupazioni, ecco perché tentativi di inquadrarla come "ipocondrica" "fissata" "ansiosa (nel senso di persona che esaspera ogni situazione)" non "incastra" proprio.

Piuttosto la diagnosi rimane oscura e vaga perché non è chiaro se una persona lamenta comunque di non sentirsi bene, questa deve essere considerata come una paziente psichiatrica.. tutto qui...si valuta anche questa possibilità, d'accordo, nulla da ridire, ma sembra più un meccanismo di prassi che altro.

Se noi avessimo continuato, a tutt'oggi, a dare per scontato, in quanto riferitoci da figure professionali, diagnosi come ansia, somatizzazione, ipocondria
alle quali sottende la stra citata alterazione del cervello e che la cura ha lo scopo di migliorare il disturbo prima e poi "impedire" il deterioramento cerebrale a vantaggio del favorirne la "plasticità" e assumere sempre quanto prescritto senza fiatare, incassando certi effetti e sminuendoli ogni volta non saremo arrivati da nessuna parte comunque, sarebbe stato ottimo per il medico che avrebbe avuto "carta bianca" nel continuare ad agire in modo ambiguo e vantaggioso per lui...(che poi sono più di uno quelli consultati nel tempo come ampiamente sa).

A quel punto l'unica cosa da fare, una volta conquistata la nostra fiducia e la nostra credulità in materia, sarebbe stata quella di manipolare dosaggi e psicofarmaci (in generale) quindi di tutto un po' in una sorta di test perché comunque ci si aspetta un effetto da questi farmaci, qualunque purchè gradevole all'assuntore. Questo spiega questa perseveranza per noi incomprensibile allora.

Si può dire che alla lunga la "corda si è spezzata" questo ha messo in difficoltà non soltanto il rapporto con il medico (che se si è sgretolato è dipendente dal fatto che si ha adottato un metodo ridondante, per niente chiaro, ed anche al limite dell'onestà) ma proprio il metodo che di prassi è adottato e spesso funzionante.

Le nostre obiezioni hanno fatto si che il ruolo adoperato dai medici consultati venisse ad essere meno facile. (mi riferisco al ruolo come da prassi giornaliera che evidentemente molti applicano).

Riguardo l'insistenza del medico, non è che ci ha mai "puntato la pistola in testa" ma ha ampiamente sfruttato tutti i paradigmi biologici per mettere sia la ragazza che noi genitori nella situazione (forse sfruttando a vantaggio l'apprensione genitoriale che per il bene di un figlio farebbero qualsiasi cosa) di spingerla al consumo dei farmaci garantendone l'assunzione regolare con la falsa aspettativa che questi impediscono atrofie cerebrali e quant'alto di para-biologico ci è sempre stato propinato.


[#33]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Si ma vedo che ad ogni risposta ripassiamo in rassegna da capo tutto il problema, e ci perdiamo sul nulla concettuale. Non c'è niente da assicurare (a me), semplicemente ci sono anche situazioni in cui né la persona né i familiari si rendono conto di ciò che invece è sotto gli occhi del medico. Il quale del resto può spiegarvi in cosa consiste. Per il resto vi ho detto, abbiamo detto tutto.
[#34]
Attivo dal 2015 al 2015
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Spett. Dottore

immagino che se ci fossero stati i segni clinici (di ogni tipo) sarebbe stato più o meno semplice, durante le varie visite, individuarli e riuscire a capire la patologia che si esprime così.
trovati questi e contestualizzati sarebbe seguita una cura che va "a braccetto" con la diagnosi e tutto il resto di matrice biologica sarebbe rimasto accantonato o ritenuto irrilevante giacchè non è utile a chiarire alcunché.
e immagino anche, o almeno è quanto normalmente succede, esplicitarli al paziente ed alla famiglia in caso di assistiti minorenni.

"semplicemente ci sono anche situazioni in cui né la persona né i familiari si rendono conto di ciò che invece è sotto gli occhi del medico"

Si, certamente, ma sa bene che la una larghissima percentuale di persone che si rivolgono o comunque vengono consigliate di consultare uno psichiatra o uno psicologo hanno comunque se non chiari attraverso il nome medico che si usa per riconoscere un disturbo, ma si riconoscono ansiosi, di umore depresso, gergalmente fissati, quantomeno stressati...ma se questo non è lamentato (non semplicemente riferito al medico) e non si riscontrano altri dati clinici il resto diventa un perseverare poco comprensibile sul piano medico.
Pertanto la figura del medico, come da sua competenza, presumo li avrebbe riconosciuti (prima o poi se realmente presenti) mettendoci, come nostro diritto, al corrente...

Non voglio ritornare sui temi ampiamente commentati, ma mai in vita mia mi è capitato di assistere ad un metodo diagnostico/terapeutico quantomeno di parte...(i motivi ormai li sa a memoria) e questo ci sembra veramente poco concreta come situazione.

Tutto qui....




[#35]
Attivo dal 2015 al 2015
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Spett. Dottore
Vorrei disturbarla ancora una volta per raccontarle una situazione accaduta qualche giorno fa.
Per semplice coincidenza, in un ufficio pubblico, ho incontrato l'ultimo psichiatra che "curava" mia figlia. Dopo i saluti in attesa dei nostri turni, mi chiama da parte e mi chiede come andavano le cose e se stava assumendo le 2 gocce di Risperdal che aveva prescritto e che si aspettava di essere ricontattato per la visita di controllo.
Gli ho chiesto per l'ennesima volta quale sarebbe dovuta essere l'utilità di questa prescrizione e perché un antipsicotico atipico per trattare la sintomatologia fisica che già ho esposto. Sinceramente avrei preferito non incontrare questo signore. Le cito testuali parole che, a scanso di ogni equivoco ho ascoltato attentamente:

"Come lei sa sua figlia è affetta da una forma di ansia ossessiva-ipocondriaca, piccole manifestazioni fisiologiche del corpo vengono vissute come preoccupanti ma in realtà, come dimostrato da accertamenti medici, non si riscontrano cause mediche che sottendono al problema. La psichiatria inoltre è in grado di trattare efficacemente sintomi corporei senza causa medica e per dimostrarle questo deve sapere che nel nuovo DSV V esiste una sezione diagnostica per tali situazioni. A questo punto, con garbo, gli faccio notare che anche gli ultimi analisi della tiroide sono in fase ipertiroidea conclamata e che a breve verrà visitata da un altro endocrinologo. Di tutto punto mi risponde che l'endocrinologo non ha competenze per curare malattie del cervello nella sua struttura anatomica che funzionale della neurotrasmissione e che la psichiatria ha gli strumenti psicofarmacologici giusti per ripristinare il corretto funzionamento cerebrale, e in più aggiunge questa frase "Ciò che molti non sanno, talora medici compresi, e che le malattie psichiatriche sono NEURODEGENERATIVE, in quanto la malattia che si evolve in maniera lenta ma progressiva crea un danno sempre più notevole ed importante, di conseguenza si possono definire i farmaci psichiatrici come "nutrienti" del cervello, una sorta di vitamina che ricompensa tutta la neurotrasmissione". Inoltre non mi spiego questa assoluta mancanza di fiducia verso di me ma, forse, lo dico a torto, nella scienza psichiatrica che ad oggi ha la conoscenza sufficiente delle malattie psichiatriche e del cervello". Poi gioca di prassi e dice: "In realtà la psichiatria è sempre avvolta dal pregiudizio sia sulle diagnosi che sui trattamenti, ma è solamente un fatto di ignoranza! la neuro immagine, nei test e studi ha evidenziato in maniera esaustiva le aree coinvolte nella malattia mentale in generale pertanto bisogna ragionare in psichiatria come lo si fa nelle altre discipline mediche e che i trattamenti psichiatrici, fatta eccezione per le benzodiazepine, sono tutte curative del cervello con maggiore effetto "ripristinante" nel lungo termine". Il discorso si interrompe qui perché subentra il suo turno allo sportello e poi se n'è andato via. Trovo certe affermazioni abbastanza "forti" e decisamente di comodo, di conseguenza, seguendo il consiglio di considerare la psichiatria come tutte le altre discipline mediche espongo le mie osservazioni:

-Ansia ossessiva-ipocondriaca? quindi una persona che non sta bene (ha completamente sminuito l'evidenza della patologia tiroidea, che ad oggi è riesacerbata in fase conclamata) siccome non si è riconosciuta una causa medica deve essere considerata "Attenta eccessivamente alle proprie funzioni corporee?" e perché mai? perché i sintomi sono soggettivi? come le dicevo, non si lagna, non vuole andare da medici a scopo di rassicurazione, che non interessa ne alla ragazza ne a noi, ormai ci ha fatto il "callo" ma non mi sembra moralmente corretto ricorrere a diagnosi così giusto perché almeno si è raggiunti ad una diagnosi e terapia e la pratica si archivia (così almeno non rompiamo cercando, come da nostro diritto una vera diagnosi e terapia, qualora fosse possibile).

-Sempre stando al considerare la psichiatria come tutte le altre discipline in medicina, siamo anni che sentiamo fantomatiche cause biologiche che alterano il cervello (ora salta fuori che le patologie psichiatriche devono considerarsi come neurodegenerative) questo semplicemente sulla parola e nessuna evidenza strumentale, in più i discorsi di carenza, regolazione e talvolta eccesso nel rilasci di cortisolo, serotonina e compagnia cantante hanno trovato riscontro solamente nelle parole di chi ce le ha raccontate. Eppure è risaputo che questi enzimi/ormoni sono dosabili nel sangue e nelle urine.

-Lo psicofarmaco che ha una vera e propria azione curativa del cervello malato in senso organico è un affermazione che francamente lascia il tempo che trova anche perché è risaputo il meccanismo psicotropo di queste sostanze, dalle quali chiunque ottiene un effetto, se piacevole cura e se sgradevole s considera effetto avverso (ma che lo psichiatra non solo non considera ma lo lascia passare come una suggestione e che il dosaggio va sicuramente aumentato).

-Ecco che ora il DSM annovera la categoria diagnostica sintomi fisici non spiegabili da condizione medica generale (un lampante disturbo della tiroide lo spiegherebbe eccome....ma se da subito l'inquadramento era esclusivamente psichiatrico, nonostante questa evidenza, lo psichiatra sminuisce affermando che non centra nulla, è comprensibile sarebbe come dire che ne ha approfittato proprio perché non si trovava la vera causa). Mi sembra stranissimo che sintomi soggettivi (che sa perfettamente che in medicina sono la maggioranza) che a visite mediche di prassi non trovano risposta devono essere considerati materia psichiatrica e che siano inventate, o dettate da una preoccupazione infondata. Nel nostro caso nessuno di noi ha mai detto ne pensato che si trattasse di chissà quale malattia grave o inevitabile semplicemente che lamenta questo problema (tenga conto che gli inquadramenti psichiatrici sono avvenuti in precedenza alla diagnosi di Basedow, ma la ripresa sintomatologica, ha coinciso con una recidiva analiticamente subclinica e questo ha sicuramente confuso l'endocrinologo) e questo problema, ritenuto non giustificato da cause organiche (per esclusione) e da considerarsi una idea non vera da parte di mia figlia (tanto da prescrivere risperdal 2 gocce che non ha mai assunto).

-Arrivati a questo punto sarò abbastanza franco e diretto a costo di apparire come una persona pesante e che si sta accanendo a tutti i costi contro questo iter che ormai ha rasentato l'assurdo. In sostanza, solo sulla parola bisogna credere a quanto riferitoci dallo psichiatra, prendere per buono tutto ciò che attiene la spiegazione anatomo-biologica, come anche dover credere che mia figlia non abbia nessun sintomo se non una idea fasulla dettata da una preoccupazione sul corpo e che gli psicofarmaci prescritti hanno facoltà di curare nel vero senso della parola aspettando chissà quale ripristino delle presunte aree cerebrali danneggiato dalle quali si genera e mantiene la malattia?
Onestamente non riesco proprio a considerare questo senza alcuna evidenza in tal senso, alla luce di come tutta la questione è stata considerata. Allora pongo la domanda (che porrei a tutte le discipline mediche in generale in caso ne avessi bisogno).

La domanda scontata ma ovvia date le circostanze è: Sarebbe possibile avere evidenze laboratoristiche strumentali ed ematiche di quanto, sempre, ci viene detto? come si può provare la veridicità di quanto affermato dagli psichiatri da noi visti nel corso del tempo? immagino che queste affermazioni abbiano evidenze comprovate, dato che si afferma che PET e mezzi affini dimostrerebbero quanto detto. Onestamente dubito anche della bontà degli psicofarmaci visto come hanno funzionato sulla ragazza e che lo psichiatra invece preme in tutti i modi, anche cercando di intimorirci, affinché le sue prescrizione vengano assunte, Trovo poco razionale questa insistenza diagnostica e di trattamento in queste modalità, considerando quanto lamenta la ragazza come una "fissa" che nasce dal tanto decantato malfunzionamento cerebrale senza che MAI ci sia stata data dimostrazione di questo.

Poi mi dice che ho dei pregiudizi, non abbiamo pregiudizi, se così fosse non ci saremo mai rivolti ad uno psichiatra e/o psicologo, semplicemente non comprendo la riluttanza alla dimostrazione di queste teorie e l'insistenza mal celata di farci credere che è come ci dice, nel prescrivere psicofarmaci di vario genere, scartare le evidenze che sono scomode come risposta disastrosa a queste sostanze mascherandole come suggestione da parte di mia figlia e che, a giudicare dall'effetto, alcuni dubbi circa la bontà e le caratteristiche di azione di tali medicamenti me li sono fatti.

Mah vorrà dire che abbiamo una figlia che a causa di una malattia del cervello in senso psichiatrico da una certa importanza "patologica" ad un sintomo che non esiste e che al massimo è fisiologico e noi siamo stupidi da non accorgerci e pieni di pregiudizi perché non consideriamo la parola (solo questa ci è concessa a quanto pare) come vera e scientifica di uno stimato psichiatra.

Non le chiedo come agire (valuteremo a breve l'unica evidenza che abbiamo ovvero il Basedow) ma solamente esporre l'ennesima, stavolta casuale, conversazione con questo psichiatra ed eventualmente sapere se esiste una risposta alle mie domande.

Io mi scuso per modi e toni di diffidenza assunti, a questo ci tengo perché non è nel mio stile ma faccio davvero fatica a comprendere tutta questa situazione.

Cordialità.
[#36]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Concordo più o meno in tutto, tranne il termine neurodegenerativo che mi pare improprio applicato così. Per il resto tutte cose vere ma ovvie, praticamente come non aver detto niente di che.
Ipocondria è una cosa, sintomi fisici senza causa medica generale è una cosa diversa, e una delle "soluzioni" di questo indovinello diagnostico è l'ipocondria, che peraltro è una categoria a sé definita.
Il risperdal a basse dosi potrebbe essere una cura per: alcuni sintomi fisici, ad esempio nausea, oppure per una forma di ipocondria di tipo psicotico.

Concordo con Lei che alcune diagnosi sono "terra di nessuno" ma i manuali lo dicono chiaramente, non è che "sintomi fisici etc" corrisponda ad una malattia, è solo una categoria operativa, un'etichetta da mettere e togliere quando si trovi qualcosa di più chiaro. Inoltre, esprime quella tendenza alla diagnosi per esclusione che mai produce diagnosi, ma solo appunto esclusioni.

Vedo che ancora si "accalora" su dettagli tipo PET, neurotrasmissione, ma sono ovvietà, non sono parole magiche, è ovvio che se parliamo di cervello stiamo parlando di neurotrasmissione, di cose visibili alla pet, di effetto benefico dei medicinali nella ricostituzione dei circuiti etc (peraltro non così in generale, in alcune malattie).

Le ripeto: non trovo niente di strano né abnorme né allarmante che una ragazza riceva una diagnosi di ipocondria, soltanto nella storia riferita da Lei non si notava chiaramente quella serie di condotte ipocondriache di cui alla lunga si rendono conto anche i familiari, solo sintomi vaghi e non mentali, e peraltro una situazione tiroidea da accertare, come state facendo.

[#37]
Attivo dal 2015 al 2015
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Gent. Dott. Pacini

Infondo la questione si da delineando su certi criteri che appaiono sempre più chiari. Semplicemente fin da subito si è voluta (per prassi e per esclusione e questo lo ribadisco ancor più perché è ricorrente l'affermazione escluse cause organiche" che poi, all'epoca, evidentemente non sono state escluse per nulla ma ci si è limitati alla routine ematica per escludere poi cosa?) Il Medico di base non si è neppure degnato di parlarci della tiroide e delle sue manifestazioni ma è partito subito per l'invio presso "Igiene mentale" senza assolutamente avere idea della situazione ma lui era apposto perché aveva escluso queste fantomatiche cause organiche (che di fatto invece non ha minimamente fatto).
Inoltre ho avuto modo di vedere, anche su questo sito, come sia prassi abituale quella di giungere a questa esclusione per poi sottoporsi a visite psichiatriche e psicologiche per seguire trattamenti. D'accordo, poi salta fuori quello che Lei qui sul sito e gli altri psichiatri che abbiamo contattato (sempre nella fase pre diagnosi Basedow) la questione della malattia psichiatrica di origine cerebrale e tutto il resto, d'accordo anche questo, nulla di strano, ci sono stati propagandati a tutti i costi e con notevole insistenza, numerosi indottrinamenti biochimici e tutto il resto, che la mente sia un epifenomeno superiore del cervello è ovvio e l'equazione diagnosi psichiatrica ricevuta=cervello malato sinceramente andrebbe dimostrata perché tutto sommato, alla luce dei fatti e di tutto l'iter direi che non siamo davanti ad ovvietà indiscutibili (del tipo l'acqua bagna). Diagnosi di comodo in sede di visita ne abbiamo ricevute ma quanto di più vago possa esistere. Poi all'ufficio postale salta fuori, dopo mesi, questa etichetta "Ansia ossessiva-ipocondriaca" dopo che si è riorganizzato le idee e dopo che a visto di essere stato lasciato perdere (non è la prima volta che cerca di fare leva su noi genitori per spingere al consumo di psicofarmaci e "obbligare la ragazza a visite da questo signore inconcludenti e molto molto pregiudizievoli) Del resto fin da subito ha posto diagnosi psichiatriche, ora la cosa è diversa ma non indietreggia per il semplice fatto che non vuole ammettere quanto l'iter è stato avvolto dalla prassi giornaliera e nulla di più ne va della credibilità.
Poi leggo la Sua ipotesi circa la prescrizione di Risperdal e del suo possibile utilizzo per "ipocondria di tipo psicotico". No, lui non riuscendo a giungere MAI ad una diagnosi da manuale ha cercato in tutti i modi di farci credere per sua comodità che mia figlia si inventa le cose e che in realtà quanto riferisce non esiste perché le analisi ematiche (profilo base di routine) erano apposto. Questo non esiste, non ci stò ad un inquadramento che fa comodo a molti medici e risperdal avrebbe offerto la garanzia di inquadramento psichiatrico a vita mettendo il prescrittore in una "botte di ferro" mettendo tutto sul piano del "è una psicotica e si inventa le cose perché delirante" No, lo psichiatra non ci stà a perdere visto le evidenze emerse e per non darsi a terra ci prova in tutti i modi, cosa ci sarebbe di psicotico in una ragazza che non si sente bene come una volta, che da subito ha avuto inquadramenti di prassi e che poi nonostante i riscontri medici si continua da parte dello psichiatra a rifilarci queste storielle? Vediamo tutti i giorni come "funziona" la ragazza e non è fissata, ne ossessiva ne ipocondriaca e non credo proprio che stare male (Ripeto nessuno dice che è morente o chissà quale cosa di grave possa avere) ma non credo proprio che TUTTE le persone di questo mondo stiano sempre maluccio 24h24 e "non faci caso" questo avviene quando non si ha nulla, non crede?

Inoltre c'è un altro malinteso "soltanto nella storia riferita da Lei non si notava chiaramente quella serie di condotte ipocondriache di cui alla lunga si rendono conto anche i familiari, solo sintomi vaghi e non mentali" Non è che questa è la mia verità tanto per dire, e non è che noi abbiamo notato che tutto è un'invenzione di una fissata...Su questo punto abbiamo abbastanza evidenze per capire come stanno davvero le cose.

Lei afferma inoltre:"non trovo niente di strano né abnorme né allarmante che una ragazza riceva una diagnosi di ipocondria" Il punto non è che ci sia qualcosa di abnorme o allarmante, semplicemente c'è qualcosa di comodo e non veritiero per quanto riguarda in nostro caso.

"Vedo che ancora si "accalora" su dettagli tipo PET, neurotrasmissione, ma sono ovvietà, non sono parole magiche, è ovvio che se parliamo di cervello stiamo parlando di neurotrasmissione, di cose visibili alla pet, di effetto benefico dei medicinali nella ricostituzione dei circuiti etc (peraltro non così in generale, in alcune malattie)."

Più che altro direi che si accalora chi ostinatamente ci racconta queste cose.....Lo psichiatra in una frase dell'altro giorno a chiesto di considerare la psichiatria nello stesso identico modo che si considerano le altre specialità mediche, d'accordo anche questo, per cui "è ovvio che se parliamo di cervello stiamo parlando di neurotrasmissione, di cose visibili alla pet, di effetto benefico dei medicinali nella ricostituzione dei circuiti etc"

Un conto è parlare delle funzioni cerebrali, un altro è parlare delle funzioni cerebrali "alterate" che presumo dovrebbero avere tutto un altro significato e determinati criteri e caratteristiche "organo riferite"....

Non le nascondo che sarei curioso di vedere una immagine PET e Affini del cervello di mia figlia. Questo per 2 motivi: il primo per rendermi conto in modo tangibile quanto corrisponde ad un criterio veritiero quanto ci viene sbandierato, secondo per riscattarci da questo inquadramento molto accomodante (ci si sbarazza facilmente ed in modo indolore del paziente dal caso clinico scomodo) per il nostro medico generico che per lo psichiatra....

Riassunto e poi non la importuno più:

-Sintomi fisici non clinicamente spiegabili da patologia organica (pre- diagnosi Basedow)

-immediato invio presso psichiatra per esclusione perché questo è ciò che è avvenuto.

-Diagnosi psichiatriche vaghissime e trattamenti farmacologici REALMENTE mal tollerati, anzi impatto abbastanza gravoso. prescritti nella vaghezza e per tastare in modo indiretto la risposta al medicamento (se dice che funziona allora qualcosa di psichico la ha!) nessuna dimostrazione di queste alterazioni del cervello.

-Numerose teorie circa la malattia psichica del cervello e tentativi vari da parte dello psichiatra di far passare la cosa come invenzione, fissazione.

-Poi mi dice che ne DSM V è stata redatta una categoria diagnostica per condizioni fisiche non clinicamente spiegabili........e qui casca l'asino......

-Poi Risperdal 2 gocce per trattare "l'idea" di non stare bene e che non sarebbe vera.....anche qui si è arrivati all'assurdo....

-Poi quanto raccontatomi l'altro giorno....nonostante sappia perfettamente l'iter endocrinologico perché gli e ne ho parlato. ritenendolo inutile perché lui in realtà ha le idee molto chiare in proposito....come no!

e saremo noi quelli con pregiudizi?......

Per quanto mi riguarda sosterrò sempre l'evidenza che la ragazza non si "inventa le cose" con chissà quale scopo o perché chissà che altro, non è che noi genitori siamo campati per aria " alla lunga si rendono conto anche i familiari". Sappiamo perfettamente che nostra figlia ci dice una verità sacro santa non dettata da nessuna ipocondria o fissazione. D'accordo che non sempre comprendere una condizione medica non sia sempre ne facile ne immediato ma questo non dovrebbe servire da "scarica barile" senza che i presupposti per una diagnosi psichiatrica sussistano. Non è stato un atteggiamento serio da parte del nostro ex medico di base. Come anche lo psichiatra consultato che a tutti i costi ha sempre cercato di diagnosticare mia figlia e medicalizzarla veramente con tutti i modi umanamente possibili, inutile dire che le insistenze più pesanti sono avvenute da parte sua quando gli abbiamo fatto presente l'inefficacia dei trattamenti citati in precedenza e quando poi per la prima volta abbiamo chiesto a lui cosa ne pensava della possibilità di un (allora ipotetico) problema tiroideo dei quali ho letto qualcosa sul web.

-La ringrazio ancora molto per la pazienza ed il tempo che mi dedica e le auguro buona giornata.


[#38]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Non è questione di verità o meno comunque, l'ipocondriaco esprima una preoccupazione, o delira, non è questione di dare alla persona della bugiarda, questo non deve equivocarlo. Fissazione non significa mentire, così come delirare non significa mentire o avere le allucinazioni non significa inventarsi le cose.

Per cui, medicalizzare una persona a cui si fa una diagnosi è la cosa più normale, come farebbe appunto un endocrinologo se trovasse un problema alla tiroide.

Tutto il resto delle osservazioni fatte rimane.
[#39]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Il discorso dell'ipocondria è fine e sé stesso per il semplice fatto che, lo ribadisco, mia figlia non ha MAI in nessun modo espresso preoccupazioni ingigantite o inverosimili a quanto lamenta, non si sente bene, naturalmente come chiunque a questo mondo, data la persistenza di questa situazione (mai provata in passato) chiede un parere medico e da li tutta la prassi.

Che poi si invii presso psichiatri perché sono sintomi o meglio, come discriminazione, lamentele soggettive e "senza" (è non si può dire che sia così ma allora eravamo all'oscuro di questa eventualità) riscontro medici in generale è una situazione parecchio ambigua.

Se una persona che non si sente bene, può aspettare qualche giorno fino a che passa, se ciò non succede, mi sembra ovvio che vada dal medico altrimenti questa "figura" professionale a chi e a cosa servirebbe? Dire che le preoccupazioni di una persona che sta bene sono "una sua idea" perché non c'è riscontro medico e a dir poco assurdo..ma comprendo che agevola parecchio il ruolo dei medici per ovvi motivi.

Poi il Risperdal 2 gocce referenzierebbe che addirittura siamo in pieno delirio, un malessere fisico che non corrisponde a nessuna realtà,,,,,, Anche il più fesso di questo mondo si renderebbe conto di quanto questo sedicente professionista stia approfittando della sua "posizione medica" con scopo.....

Comunque se chi lamenta sintomi fisici che per sua sfortuna sono "soggettivi" deve essere a tutti i costi diagnosticato con qualcosa di psichiatrico ripeto per pura e semplice esclusione ma soprattutto per evidente comodità.

Non si tratta di dare alla ragazza della bugiarda in senso diretto, ma non esiste proprio che una ragazza che raramente a mai visto un medico in vita sua, il generico era la prima volta che la vedeva in quanto, per l'età ancora doveva passare in mutua con lui. Non ha Mai in nessun modo esasperato questa situazione, ma il vero problema è che siccome il medico generico ha escluso cause organiche (che visto e considerato neppure lui sapeva) NON c'è da preoccuparsi, quindi tutto apposto, la ragazza non ha NULLA, è una questione psicologica e così arrivederci e tanti saluti....NO questo disfattismo non esiste....

Comunque abbiamo voluto concederli fiducia e verificare queste presunte "Cause psicologiche" e il resto della storia sarebbe ulteriore ripetizione.

Rimane un mistero anche il fatto che lo psichiatra fa orecchie sorde e se ne frega altamente dei referti ematici, endocrinologici ed ematici nonostante sia stato messo ampiamente al corrente di tutta questa situazione endocrinologica, continuando a propagandare insistentemente etichette diagnostiche decisamente di comodo, ma comprendo anche che in maniera standard ci si aspetta, da parte del paziente, una reazione in merito a quanto riferisce in sede di visita, questa reazione appunto, escluse cause organiche, sarebbe quantomeno sproporzionata se non del tutto ingiustificata e quindi ecco che la questione sarà vista come psichiatrica.....

Lei invece mi ha detto nelle precedenti repliche che la diagnosi dovrebbe (giustamente) essere per inclusione in base alle evidenze e riscontri in sede di visita si cerca dii giungere alla diagnosi più o meno definitiva, in realtà ho chiesto quali sintomi deponessero per un inquadramento psichiatrico, ripeto, questa presunta diagnosi è arrivata a "mente fresca" fuori sede e decisamente ragionata su presupposti forzati nulla di più già che a visto che non lo si cercava più anche qui per ovvi motivi. La cosa decisamente strana è che per inclusione non ha mai saputo dire niente se non "che questo malessere è un'idea infondata di nostra figlia e nulla più di questo" le evidenze ci dicono il contrario e seppure queste evidenze non ci fossero rimane comodo questo inquadramento dall'equazione ridicola Malessere fisico=assenza riscontri laboratoristici e medici=ipocondria (che corrisponde a dei criteri che gli stessi psichiatri hanno deciso).

Noto che anche su questo forum ci sono persone ai quali per diagnosi di ogni tipo, anche extra psichiatriche vengono prescritti antipsicotici come prassi abituale viene difficile pensare che siano tutti con qualche "caratteristica psicotica" ancor più perché riferiscono che i relativi psichiatri lo hanno dato per "l'ansia o "per dormire"...ma questo non è un aspetto che centra con la discussione e ne mi interessa.

Detto questo, per quanto mi riguarda personalmente e ci riguarda come nucleo familiare faremo quanto possibile per arrivare alla giusta diagnosi e terapia e se necessario, non fosse altro che per mettere a tacere le teorie dello psichiatra ricorreremo alla PET cerebrale o RM nucleare. Come anche ad eventuali dosaggi plasmatici delle catecolamine (se non erro la terapia psichiatriche prescritte a mia figlia si basano sulla azione serotonina, noradrenalina e gabaergico)..Non avranno interesse diagnostico ma così tasteremo questo terreno del "malfunzionamento cerebrale".

Lei forse potrebbe pensare "Come mai si scalda tanto? valuti la tiroide e se il riscontro endocrinologico esclude l'approccio psichiatrico lasci perdere lo specialista in psichiatria!" a questa ipotetica domanda le rispondo che per noi il discorso era chiuso fino a prova contraria, discorso che è stato riaperto per casualità l'altro giorno dallo psichiatra, siccome sono ostinato ma anche incuriosito nel capire questa situazione diagnostica, del resto ne ho tutto l'interesse, non ritengo sensato lasciar correre senza una valida spiegazione e dimostrazione.

Stasera ho la possibilità di essere ricevuto da questo psichiatra ed a lui richiederò i criteri di inclusione.

Se non le è di troppo disturbo avrei piacere di aggiornarla su quanto riferirà lo psichiatra.

Cordialità.

[#40]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Buonasera

ritorno ancora una volta sull'argomento in quanto, dopo alcuni rinvii e altri impedimenti, ho ottenuto un colloquio con l'ex psichiatra che "curava" mia figlia per i motivi citati in precedenza.
Gli ho chiesto come avesse ricavato la diagnosi (assolutamente vaga) parlando strettamente da un punto di vista di inclusione, inizia a parlare ma di fatto non esplicita NESSUN criterio di inclusione e si ricade nella solita litania che decanta le tanto citate, e che delle quali sono stanco di sentirle per anni, teorie biologiche e quanto detto sempre in precedenza. Con tono arrogante ed impositivo dichiara:

"La diagnosi è ansia in generale, questa è prevalentemente il frutto di una patologia in senso psichiatrico del Sist. Nervoso Centale, vale a dire che, in un dato momento della vita umana, per cause sconosciute, il cervello si ammala. Questo malfunzionamento nasce e si mantiene a livello della neurotrasmissione che può essere da lievemente a gravemente compromessa. Una grave compromissione protratta nel tempo a carattere neurodegenerativo (mi fa l'esempio dei Disturbi psicotici in generale) arriva anche a modificare la struttura del cervello in senso materiale. Essendo che noi pensiamo col cervello è logico pensare che sia così. Lo psicofarmaco in generale è stato studiato ed approntato per ripristinare la fisiologica funzione nella neuro modulazione prevenendo dunque fattori come l'atrofia cerebrale che è appunto a carattere neurodegenerativo sia in senso anatomico che funzionale del termine".
Addirittura ha "misurato" e "valutato" (come lo sa solo lui) l'entità del danno cerebrale di mia figlia come lieve ma peggiorativo......e qui non ho parole....
Gli ho chiesto come avesse maturato questa valutazione (in senso medico-scientifico) lui risponde "per esperienza empirica". Continua dicendo che gli psicofarmaci sono sostanze multimodali e che tutti naturalmente sono utili per qualsiasi patologia psichiatrica ed anche extra psichiatrica. Per cui parlare di farmaci specifici non ha senso se non il loro impiego "biologico". Lo psichiatra sceglie il farmaco sulla base dei sintomi (in sede di colloquio capisce se un sintomo dipende da una carenza/eccesso/disregolazione della serotonina o della noradrenalina o delle mao o di tutto l'insieme)." ricordo che sono parole sue assolutamente non fraintese da me e mia moglie.

Ciononostante è fin troppo palese che non è neppure lontanamente in grado di giustificare quanto afferma con mezzi medici-scientifici e strumentali.

- Gli ho chiesto di dosare sia nel sangue che nelle urine questi ormoni nel sangue e nelle urine e si rifiuta dicendo che è superfluo.

-Gli ho chiesto di avvalerci di esami per neuroimmagine e lui si rifiuta ritenendoli superflui.

- Gli ho chiesto appunto i criteri di inclusione con i quali ha posto una diagnosi psichiatrica ed ha fatto il racconto precedente, come al solito.

- Gli ho chiesto se avesse tenuto conto degli altri criteri per una diagnosi differenziale (Morbo di Basedow ancora una volta recidivo, e finalmente tra pochi giorni ci sarà la visita endocrinologica programmata) lui risponde che on è suo compito e dovere, per lui è tutto chiaro.

Alla fine della conversazione, che sarà anche l'ultima con questo signore, cosa fa, prende un foglio bianco e ci scrive:

- Gapapentin 2 cp da 100
- Citalopram 20 mg

Sospende le 2 gocce di Risperdal con la giustificazione che forse era più saggio limitarsi a terapie più classiche. (un modo per cercare di riconquistarsi la nostra fiducia? ma questo è relativo).

Ci invita però (con insistenza ed imposizione totalmente mal celata e in modo arrogante) a "farglieli prendere" perché questa è una terapia consolidata per l'ansia.....evidentemente è bravo solo a parole e con la penna.

Ho lasciato il suo foglio sulla sua scrivania....per ovvi motivi.

Ironia della sorte mi collego su questo forum per scrivere questo post e leggo la risposta fornita da un Suo collega ad una Utente

https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/471711-depressione-e-serotonina.html

Altro che pregiudizio, siamo stati presi in giro e basta da questo "medico", evidentemente sulla base esclusivamente arbitraria a fatto valere sempre e comunque il suo interesse diagnostico e prescrittivo.

Mi scuso per lo sfogo, non ho intenzione ne prima ne oggi di mancare di rispetto a nessuno, se Lei e genitore comprenderà perfettamente e qualora lo Staff ritenesse inadeguato questo consulto è liberissimo di prendere provvedimenti a riguardo.

Non le pretendo una risposta ma mi farebbe piacere anche solo che leggesse.

Con stima.




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