Gravi manie di persecuzione
Salve,
scrivo per un problema riguardante una donna di circa 60 anni che abita al piano sopra al mio con un figlio diciottenne. Non è mai stata molto “in quadro”, ma dal 2011 la situazione è peggiorata: da allora, infatti, accusa me e la mia famiglia di «mandarle in casa umidità» (secondo lei useremmo addirittura un compressore incassato in un muro!), perciò lamenta di non riuscire a respirare, e di sentire muri e mobili caldi oppure freddi a seconda dei momenti. Da circa due anni, poi, ha cominciato a produrre volontariamente forti e rumorosissimi colpi di tosse accompagnati da finti conati di vomito (a suo dire sarebbero i sintomi del conseguente malessere, che si verificherebbero solo quando si trova entro il perimetro della casa!) che si protraggono per ore (spesso anche la sera tardi o la mattina presto), e che si sentono in tutto il palazzo. Se ci si incrocia per sbaglio in cortile o nelle scale, inoltre, abbassa la testa e fugge terrorizzata (una volta si è messa proprio a correre urlando!), ma quando sale o scende le scale e non c’è nessun altro, tossisce a più non posso e urla minacce e insulti indirizzati a me ed alla mia famiglia. A volte (di solito quando ho ospiti in casa) fa su e giù per le scale a più riprese, ovviamente tossendo, apposta per farsi notare. Quando è in casa sua, poi, parla da sola, grida ingiurie, tossisce fino a provocarsi il vomito, tira pugni contro i muri e prende a martellate il pavimento (il figlio mi ha raccontato che in uno dei suoi deliri ha persino divelto alcune piastrelle del bagno).
Dopo aver inutilmente cercato di farla smettere in tutti i migliori modi, ho parlato prima col figlio stesso, che si dice esasperato e mi da ragione, ma che se ne disinteressa totalmente, e poi col fratello, che abita poco distante, il quale mi ha riferito che non si parlano ormai da anni, perché – testuali parole – lei lo ritiene il diavolo in persona!
A questo va aggiunto che Carabinieri e Vigili non possono fare nulla, e che con gli altri condomini (il palazzo ha 4 appartamenti) va d’accordo.
Dato che i fenomeni, la frequenza e la violenza con cui li produce si stanno intensificando, comincio a temere seriamente qualche ripercussione su di me o sui miei familiari… ma siccome il soggetto è intrattabile, praticamente inavvicinabile e i suoi parenti se ne fregano, come potrei comportarmi? ASL? Istituti di igiene mentale? Sono disperato ma – ahimè – totalmente ignorante in materia.
Ringrazio e saluto cordialmente.
scrivo per un problema riguardante una donna di circa 60 anni che abita al piano sopra al mio con un figlio diciottenne. Non è mai stata molto “in quadro”, ma dal 2011 la situazione è peggiorata: da allora, infatti, accusa me e la mia famiglia di «mandarle in casa umidità» (secondo lei useremmo addirittura un compressore incassato in un muro!), perciò lamenta di non riuscire a respirare, e di sentire muri e mobili caldi oppure freddi a seconda dei momenti. Da circa due anni, poi, ha cominciato a produrre volontariamente forti e rumorosissimi colpi di tosse accompagnati da finti conati di vomito (a suo dire sarebbero i sintomi del conseguente malessere, che si verificherebbero solo quando si trova entro il perimetro della casa!) che si protraggono per ore (spesso anche la sera tardi o la mattina presto), e che si sentono in tutto il palazzo. Se ci si incrocia per sbaglio in cortile o nelle scale, inoltre, abbassa la testa e fugge terrorizzata (una volta si è messa proprio a correre urlando!), ma quando sale o scende le scale e non c’è nessun altro, tossisce a più non posso e urla minacce e insulti indirizzati a me ed alla mia famiglia. A volte (di solito quando ho ospiti in casa) fa su e giù per le scale a più riprese, ovviamente tossendo, apposta per farsi notare. Quando è in casa sua, poi, parla da sola, grida ingiurie, tossisce fino a provocarsi il vomito, tira pugni contro i muri e prende a martellate il pavimento (il figlio mi ha raccontato che in uno dei suoi deliri ha persino divelto alcune piastrelle del bagno).
Dopo aver inutilmente cercato di farla smettere in tutti i migliori modi, ho parlato prima col figlio stesso, che si dice esasperato e mi da ragione, ma che se ne disinteressa totalmente, e poi col fratello, che abita poco distante, il quale mi ha riferito che non si parlano ormai da anni, perché – testuali parole – lei lo ritiene il diavolo in persona!
A questo va aggiunto che Carabinieri e Vigili non possono fare nulla, e che con gli altri condomini (il palazzo ha 4 appartamenti) va d’accordo.
Dato che i fenomeni, la frequenza e la violenza con cui li produce si stanno intensificando, comincio a temere seriamente qualche ripercussione su di me o sui miei familiari… ma siccome il soggetto è intrattabile, praticamente inavvicinabile e i suoi parenti se ne fregano, come potrei comportarmi? ASL? Istituti di igiene mentale? Sono disperato ma – ahimè – totalmente ignorante in materia.
Ringrazio e saluto cordialmente.
[#1]
Gentile utente,
Esistono i Servizi Sanitari (ASL etc) che possono essere informati di situazioni di questo tipo. Poi valutano loro. I carabinieri possono intervenire su un reato o ipotesi di reato, ma non necessariamente ci sono gli estremi per altro, specie se quando arrivano la persona non è agitata. Naturalmente non sono segnalazioni anonime, e la persona probabilmente verrebbe a sapere che Lei ha interessato chi di dovere.
Esistono i Servizi Sanitari (ASL etc) che possono essere informati di situazioni di questo tipo. Poi valutano loro. I carabinieri possono intervenire su un reato o ipotesi di reato, ma non necessariamente ci sono gli estremi per altro, specie se quando arrivano la persona non è agitata. Naturalmente non sono segnalazioni anonime, e la persona probabilmente verrebbe a sapere che Lei ha interessato chi di dovere.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Buona sera,
aggiungo anche un mio commento,
che non discorda con la risposta del mio collega.
Sì, il servizio di riferimento è il Centro di Igiene Mentale (CIM) dell'ASL della vostra zona di residenza.
Sebbene, al giorno d'oggi, molte persone nello stato di sofferenza psichica ci rivolgono al CIM personalmente, e sebbene umanamente e legalmente ciò sarebbe preferibile, tuttavia ci sono anche molte persone malate che non ci rivolgerebbero al CIM di loro spontanea volontà. E quando neanche i parenti non si prendono impegno in tal senso, o non hanno molti contatti con l'ammalato, allora non c'è un altro modo che si rivolga al CIM la terza persona, la quale può essere anche Lei.
Non è raro che la segnalazione arriva dall'ambiente di lavoro (se la persona lavora), o dai vicini di casa (come in questo caso): a secondo del contesto sociale nel quale si rende manifesto il disturbo.
Bisogna però tenere presente che il CIM (ed i servizi sanitari in generale) non sono le Forze dell'Ordine e formalmente non potrebbero intervenire unicamente per salvaguardare la pace di una persona sana, ma interverrebbero in primo luogo per attenuare le sofferenze della malata, per evitare l'escalation delle tensioni nei rapporti che possono essere rischiose anche per la malata. Dunque, il motivo della segnalazione al CIM deve essere l'impressione di peggioramento delle condizioni psichiche della Sua vicina di casa: il peggioramento che si manifesta tramite i suoi comportamenti (i quali, fra l'altro, disturbano Lei, ma ciò sarebbe più un elemento che descrive la gravità).
Vista da questo punto d vista, la segnalazione potrebbe considerarsi anche un tentativo di soccorso alla persona malata (sebbene la persona stessa potrebbe percepirlo in tutt'altro modo), ma starà al CIM cercare di dare all'intervento una valenza più di aiuto e non di persecuzione.
A questo punto, raccolta la segnalazione, il CIM dovrebbe indagare il caso, la situazione - perché sono loro (il CIM) e non Lei e non io che dovranno valutare se le preoccupazioni per la salute psichica della Sua vicina corrispondono ad una realtà, ad una malattia... , a quale malattia e come gestirla e curarla.
Non si può escludere che la persona in questione abbia già avuto i rapporti con i servizi sanitari (ma possiamo non saperlo), oppure che (all'età di 60 anni, benché non sono tanti) possa trattarsi anche di una problematica neurologica trascurata; ma queste indagini competono al CIM.
aggiungo anche un mio commento,
che non discorda con la risposta del mio collega.
Sì, il servizio di riferimento è il Centro di Igiene Mentale (CIM) dell'ASL della vostra zona di residenza.
Sebbene, al giorno d'oggi, molte persone nello stato di sofferenza psichica ci rivolgono al CIM personalmente, e sebbene umanamente e legalmente ciò sarebbe preferibile, tuttavia ci sono anche molte persone malate che non ci rivolgerebbero al CIM di loro spontanea volontà. E quando neanche i parenti non si prendono impegno in tal senso, o non hanno molti contatti con l'ammalato, allora non c'è un altro modo che si rivolga al CIM la terza persona, la quale può essere anche Lei.
Non è raro che la segnalazione arriva dall'ambiente di lavoro (se la persona lavora), o dai vicini di casa (come in questo caso): a secondo del contesto sociale nel quale si rende manifesto il disturbo.
Bisogna però tenere presente che il CIM (ed i servizi sanitari in generale) non sono le Forze dell'Ordine e formalmente non potrebbero intervenire unicamente per salvaguardare la pace di una persona sana, ma interverrebbero in primo luogo per attenuare le sofferenze della malata, per evitare l'escalation delle tensioni nei rapporti che possono essere rischiose anche per la malata. Dunque, il motivo della segnalazione al CIM deve essere l'impressione di peggioramento delle condizioni psichiche della Sua vicina di casa: il peggioramento che si manifesta tramite i suoi comportamenti (i quali, fra l'altro, disturbano Lei, ma ciò sarebbe più un elemento che descrive la gravità).
Vista da questo punto d vista, la segnalazione potrebbe considerarsi anche un tentativo di soccorso alla persona malata (sebbene la persona stessa potrebbe percepirlo in tutt'altro modo), ma starà al CIM cercare di dare all'intervento una valenza più di aiuto e non di persecuzione.
A questo punto, raccolta la segnalazione, il CIM dovrebbe indagare il caso, la situazione - perché sono loro (il CIM) e non Lei e non io che dovranno valutare se le preoccupazioni per la salute psichica della Sua vicina corrispondono ad una realtà, ad una malattia... , a quale malattia e come gestirla e curarla.
Non si può escludere che la persona in questione abbia già avuto i rapporti con i servizi sanitari (ma possiamo non saperlo), oppure che (all'età di 60 anni, benché non sono tanti) possa trattarsi anche di una problematica neurologica trascurata; ma queste indagini competono al CIM.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#3]
Utente
Buonasera,
Anzitutto, ringrazio per le risposte molto rapide e precise.
Riguardo il caso in oggetto, aggiungo che questa persona disturba davvero tutti, nel palazzo. Tuttavia gli altri condomini non hanno mai ricevuto le invettive o le minacce che invece indirizza a me ed alla mia famiglia, perciò, finché la cosa non li interessa direttamente, la assecondano (sopportano in silenzio) e basta.
La gravità, comunque, sta intensificandosi, perché gli «sfoghi» sono aumentati sia in violenza che in frequenza; per cui presumo sussistano in modo visibile tutte le condizioni per una segnalazione al CIM.
Penso inoltre che si tratti proprio di una problematica neurologica trascurata, poiché non mi risulta che la malata sia mai stata seguita dai servizi sanitari.
Trovo infine corretto che il centro proponga la propria azione in veste di aiuto/soccorso verso l'inconsapevole malata, ma sono molto dubbioso sull’esito di tale intervento, perché se è vero che il soggetto verrebbe a sapere chi è il «mandante», non solo andrebbe su tutte le furie, ma rifiuterebbe categoricamente qualsiasi tipo di supporto.
Ad ogni modo, siccome sembra essere l'unica soluzione, credo proprio che mi recherò alla ASL della mia zona a far presente il problema prima che esso degeneri del tutto.
Grazie ancora
Anzitutto, ringrazio per le risposte molto rapide e precise.
Riguardo il caso in oggetto, aggiungo che questa persona disturba davvero tutti, nel palazzo. Tuttavia gli altri condomini non hanno mai ricevuto le invettive o le minacce che invece indirizza a me ed alla mia famiglia, perciò, finché la cosa non li interessa direttamente, la assecondano (sopportano in silenzio) e basta.
La gravità, comunque, sta intensificandosi, perché gli «sfoghi» sono aumentati sia in violenza che in frequenza; per cui presumo sussistano in modo visibile tutte le condizioni per una segnalazione al CIM.
Penso inoltre che si tratti proprio di una problematica neurologica trascurata, poiché non mi risulta che la malata sia mai stata seguita dai servizi sanitari.
Trovo infine corretto che il centro proponga la propria azione in veste di aiuto/soccorso verso l'inconsapevole malata, ma sono molto dubbioso sull’esito di tale intervento, perché se è vero che il soggetto verrebbe a sapere chi è il «mandante», non solo andrebbe su tutte le furie, ma rifiuterebbe categoricamente qualsiasi tipo di supporto.
Ad ogni modo, siccome sembra essere l'unica soluzione, credo proprio che mi recherò alla ASL della mia zona a far presente il problema prima che esso degeneri del tutto.
Grazie ancora
[#4]
Gentile utente,
aggiungo alcune osservazioni:
le Forze dell'Ordine non è vero che non possono fare nulla in questa situazione.
Possono... fare la segnalazione al Centro di Igiene Mentale dell'ASL anche loro.
Ovvero, trattandosi in qualche maniera di un disturbo dell'ordine pubblico, quando la soluzione non è della competenza delle Forze dell'Ordine, loro possono segnalare il caso all'istituzione competente (il CIM dell'ASL).
La segnalazione delle Forze dell'Ordine non è detto che solleciti il CIM più di una Sua segnalazione (o forse sì), perché dipende dal come il problema è presentato (se non è una urgenza, ma una problematica che si protrae ormai per più tempo, allora potrebbe essere concepito come una cosa che può aspettare anche se segnalato dalle Forze dell'Ordine). Tuttavia, l'utilità della loro segnalazione può esserci nella testimonianza anche loro che un problema c'è. E questo potrebbe essere in particolare importante, se gli altri vicini ed i parenti della signora non vivono il confronto che vive Lei e possono fornire tutt'altra descrizione.
Dunque, non è proprio così che le Forze dell'Ordine non possono fare niente. Si potrebbe chiedere a loro espressamente di fare la segnalazione. Ovviamente, se le Forze dell'Ordine non hanno l'impressione che possa trattarsi di un caso psichiatrico, allora non collaboreranno in tal senso.
C'è anche un altro aspetto nel quale le Forze dell'Ordine potrebbero essere utili: siccome è prima di tutto la signora che si lamenta dei disturbi arrecati a lei da parte di voi, allora potrebbe essere logico che i carabinieri possano raccogliere tali lamentele della signora, magari senza stillare una denuncia né da parte di Lei né da parte della Signora, ma, in questo modo facendo sentire alla signora che in qualche modo è considerata e difesa, ed intanto potrebbero rendersi conto di come lei sta, e decidere meglio se e come fare la segnalazione al CIM, se loro ne hanno i dubbi.
In diverse città e le pattuglie diverse possono lavorare in modo diverso: Alcuni agenti delle Forze dell'Ordine potrebbero avere più abitudine ed esperienza in questi casi. Dipende anche da chi è di turno.
Le soluzioni concrete sarebbero comunque di competenza del CIM, e prima si fa una segnalazione al CSM (da Lei, dai Carabinieri, o da entrambi) - meglio è.
aggiungo alcune osservazioni:
le Forze dell'Ordine non è vero che non possono fare nulla in questa situazione.
Possono... fare la segnalazione al Centro di Igiene Mentale dell'ASL anche loro.
Ovvero, trattandosi in qualche maniera di un disturbo dell'ordine pubblico, quando la soluzione non è della competenza delle Forze dell'Ordine, loro possono segnalare il caso all'istituzione competente (il CIM dell'ASL).
La segnalazione delle Forze dell'Ordine non è detto che solleciti il CIM più di una Sua segnalazione (o forse sì), perché dipende dal come il problema è presentato (se non è una urgenza, ma una problematica che si protrae ormai per più tempo, allora potrebbe essere concepito come una cosa che può aspettare anche se segnalato dalle Forze dell'Ordine). Tuttavia, l'utilità della loro segnalazione può esserci nella testimonianza anche loro che un problema c'è. E questo potrebbe essere in particolare importante, se gli altri vicini ed i parenti della signora non vivono il confronto che vive Lei e possono fornire tutt'altra descrizione.
Dunque, non è proprio così che le Forze dell'Ordine non possono fare niente. Si potrebbe chiedere a loro espressamente di fare la segnalazione. Ovviamente, se le Forze dell'Ordine non hanno l'impressione che possa trattarsi di un caso psichiatrico, allora non collaboreranno in tal senso.
C'è anche un altro aspetto nel quale le Forze dell'Ordine potrebbero essere utili: siccome è prima di tutto la signora che si lamenta dei disturbi arrecati a lei da parte di voi, allora potrebbe essere logico che i carabinieri possano raccogliere tali lamentele della signora, magari senza stillare una denuncia né da parte di Lei né da parte della Signora, ma, in questo modo facendo sentire alla signora che in qualche modo è considerata e difesa, ed intanto potrebbero rendersi conto di come lei sta, e decidere meglio se e come fare la segnalazione al CIM, se loro ne hanno i dubbi.
In diverse città e le pattuglie diverse possono lavorare in modo diverso: Alcuni agenti delle Forze dell'Ordine potrebbero avere più abitudine ed esperienza in questi casi. Dipende anche da chi è di turno.
Le soluzioni concrete sarebbero comunque di competenza del CIM, e prima si fa una segnalazione al CSM (da Lei, dai Carabinieri, o da entrambi) - meglio è.
[#5]
In qualità di vicino d non di parente non può fare richiesta di visita alla ASL.
L'unica persona che ha questa facoltà è il medico di famiglia ma solo con l'eventuale intervento dei familiari.
Se ritiene che la sua incolumità sia in pericolo deve rivolgersi ad un avvocato per il cui tramite può sporgere una formale querela.
L'unica persona che ha questa facoltà è il medico di famiglia ma solo con l'eventuale intervento dei familiari.
Se ritiene che la sua incolumità sia in pericolo deve rivolgersi ad un avvocato per il cui tramite può sporgere una formale querela.
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.1k visite dal 22/01/2015.
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