Il dosaggio dell'abilify esco fuori
Gentili medici,
ho 22 anni ed un anno fa (dopo anni di solitudine e di sofferenza) sono stato ricoverato in spdc dove mi è stata diagnosticata una schizofrenia paranoide. Ora dopo aver preso numerosi farmaci, (entact, abilify, disipal, rivotril, zyprexa, trittico, DDM metile ed altri farmaci) sono in cura presso il cim. Ma le cose non migliorano affatto. Appena si abbassa il dosaggio dell'abilify esco fuori di senno, comincio a parlare da solo e a darmi i pugni da solo nel viso. Inoltre continuo a sentire le voci la notte che quasi mi svegliano eppure nella mia camera non c'è nessuno. Inoltre ho due strane sensazioni: la prima è che sento sempre il piede destro e la spalla sinistra gonfia e dolente eppure non lo sono affatto gonfie. Poi ho un'altra strana sensazione: è come se una voce mi suggerisse le cose studiate in passato, ma solo alcune volte. Certi giorni mi sento più intelligente e riesco a ricordare cose vecchissime di scuola oppure cose mai studiate e, poi nulla più. Dopo due minuti ho dimenticato tutto. Continuo inoltre a contrarre dei crampi molto dolorosi durante la notte e non so se questo centri molto. Ho provato a ricominciare a studiare e fare palestra,ma non riesco perchè avverto sempre dei forti dolori alla testa quando ripeto le cose studiate o gli esercizi di ginnastica e tendo ad ingrassare molto. Inoltre perdo di concentrazione sempre anche quando parlo semplicemente con i miei genitori. Poi mi capita spesso di non riuscire a stare fermo perchè mi muovo in continuazione e non riesco a star fermo sulla sedia. Ho delle manie suicide e mi sono quasi assuefatto a quella che è purtroppo una masturbazione continua.... . Vi sto chiedendo aiuto perchè non so più cosa fare, potrei secondo voi rivolgermi anche ad un neurologo?.Arrivederci e grazie per la vostra sicura e pronta risposta. Grazie di cuore.
ho 22 anni ed un anno fa (dopo anni di solitudine e di sofferenza) sono stato ricoverato in spdc dove mi è stata diagnosticata una schizofrenia paranoide. Ora dopo aver preso numerosi farmaci, (entact, abilify, disipal, rivotril, zyprexa, trittico, DDM metile ed altri farmaci) sono in cura presso il cim. Ma le cose non migliorano affatto. Appena si abbassa il dosaggio dell'abilify esco fuori di senno, comincio a parlare da solo e a darmi i pugni da solo nel viso. Inoltre continuo a sentire le voci la notte che quasi mi svegliano eppure nella mia camera non c'è nessuno. Inoltre ho due strane sensazioni: la prima è che sento sempre il piede destro e la spalla sinistra gonfia e dolente eppure non lo sono affatto gonfie. Poi ho un'altra strana sensazione: è come se una voce mi suggerisse le cose studiate in passato, ma solo alcune volte. Certi giorni mi sento più intelligente e riesco a ricordare cose vecchissime di scuola oppure cose mai studiate e, poi nulla più. Dopo due minuti ho dimenticato tutto. Continuo inoltre a contrarre dei crampi molto dolorosi durante la notte e non so se questo centri molto. Ho provato a ricominciare a studiare e fare palestra,ma non riesco perchè avverto sempre dei forti dolori alla testa quando ripeto le cose studiate o gli esercizi di ginnastica e tendo ad ingrassare molto. Inoltre perdo di concentrazione sempre anche quando parlo semplicemente con i miei genitori. Poi mi capita spesso di non riuscire a stare fermo perchè mi muovo in continuazione e non riesco a star fermo sulla sedia. Ho delle manie suicide e mi sono quasi assuefatto a quella che è purtroppo una masturbazione continua.... . Vi sto chiedendo aiuto perchè non so più cosa fare, potrei secondo voi rivolgermi anche ad un neurologo?.Arrivederci e grazie per la vostra sicura e pronta risposta. Grazie di cuore.
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Gentile utente,
"Appena si abbassa il dosaggio dell'abilify esco fuori di senno".. e perché mai si abbassa se la dose che funziona è quella ? Perché ha degli effetti collaterali che non tollera ? Il cambiamento delle cure precedenti era legato all'inefficacia o al fatto che le tollerava male ?
Manie suicide che significa ? Ha tentato il suicidio ?
"Appena si abbassa il dosaggio dell'abilify esco fuori di senno".. e perché mai si abbassa se la dose che funziona è quella ? Perché ha degli effetti collaterali che non tollera ? Il cambiamento delle cure precedenti era legato all'inefficacia o al fatto che le tollerava male ?
Manie suicide che significa ? Ha tentato il suicidio ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Dottore, in passato sono finito in ospedale per una crisi distonica. Dicono sia stata colpa della sertralina. Successivamente mi hanno riscontrato la schizofrenia paranoide. Le spiego: sono andato ad un consulto da un professionista perchè avvertivo vari sintomi e come cura mi ha dato la sertralina ed altri tantissimi farmaci, ma la sera stessa sono dovuto andare di corsa in ospedale. Comunque la dottoressa è partita con dosaggi altissimi per poi abbassare le dosi. Ora il problema è che io in queste condizioni non riesco ne a studiare e neanche a lavorare. Come faccio? si potrebbe richiedere la n° 68/99 almeno per entrare nel collocamento mirato?. Comunque si ho tentato il suicidio. Vorrei che si abbassasse l'abilify per condurre una vita normale. PS: non dormo molto e lo faccio ad intervalli. Comunque anche io in passato ho avuto la sensazione di essere un inviato del messia.
[#3]
Gentile utente,
Crisi distonica si ha con i neurolettici, la setralina non lo è (sarà stato qualcos'altro forse ?).
I dosaggi di riferimento sono precisi (5-30 mg), non è che si debba sempre abbassare, altrimenti è chiaro che si arriva ad un dosaggio inefficace.
Se ha tentato il suicidio una o più volte nonostante il trattamento, o numerose volte come aspetto indipendente dai sintomi psicotici, questo dovrebbe essere separatamente valutato.
Quindi con l'abilify a dose piena sta meglio o peggio ?
Crisi distonica si ha con i neurolettici, la setralina non lo è (sarà stato qualcos'altro forse ?).
I dosaggi di riferimento sono precisi (5-30 mg), non è che si debba sempre abbassare, altrimenti è chiaro che si arriva ad un dosaggio inefficace.
Se ha tentato il suicidio una o più volte nonostante il trattamento, o numerose volte come aspetto indipendente dai sintomi psicotici, questo dovrebbe essere separatamente valutato.
Quindi con l'abilify a dose piena sta meglio o peggio ?
[#5]
Gentile utente,
aggiungo anche un mio commento.
Le Sue problematiche sono di competenza psichiatrica e non neurologica. Ovvero, benché fra queste problematiche possono esserci anche gli effetti collaterali dei farmaci (il che è abbastanza probabile, da quello che Lei descrive), sono gli psichiatri che devono avere la competenza nel discernerlo e non è necessario un neurologo.
Dunque, ci vorrebbe una rivalutazione proprio da parte dello psichiatra che La segue al CIM, il che sarebbe la cosa migliore. Da quello che ho capito, prima di andare al CIM, Lei è già stato in consulenza da uno specialista (privato?), ma avete deciso di cambiare e di andare al CIM.
Effettivamente, il Suo è un caso abbastanza impegnativo (impegnativo non solo per un medico, ma anche per Lei stesso), ed un servizio pubblico è un punto di riferimento più sicuro... A patto che possano seguirLa attentamente. E, secondo me, il CIM potrebbe seguirLa con più attenzione. E magari su questo si può insistere... Perché all'età di 22 anni e dopo circa un anno dalla diagnosi e dall'inizio delle cure non si può concludere che così come Lei sta è una condizione stabilizzata. Da quello che apprendo, non mi sembra una condizione stabilizzata né dal punto di vista della malattia, né dal punto di vista della tolleranza dei farmaci prescritti.
Senza i farmaci, verosimilmente, Lei starebbe peggio, ma a questa epoca delle Sue cure la rivalutazione ci vorrebbe (compresi gli eventuali approfondimenti neurologici, ma su indicazione dello psichiatra del CIM che La segue, se lo psichiatra lo ritiene opportuno).
Non escludo che possa essere utile "un secondo parere" (ad esempio, di uno psichiatra privato), ma magari con cautela, concordando gli eventuali cambi della terapia con il CIM, e comunque provando prima a cercare le soluzioni al CIM.
Altrimenti potrebbe esserci un rischio di tornare alla situazione che ha motivato il Suo ricovero.
aggiungo anche un mio commento.
Le Sue problematiche sono di competenza psichiatrica e non neurologica. Ovvero, benché fra queste problematiche possono esserci anche gli effetti collaterali dei farmaci (il che è abbastanza probabile, da quello che Lei descrive), sono gli psichiatri che devono avere la competenza nel discernerlo e non è necessario un neurologo.
Dunque, ci vorrebbe una rivalutazione proprio da parte dello psichiatra che La segue al CIM, il che sarebbe la cosa migliore. Da quello che ho capito, prima di andare al CIM, Lei è già stato in consulenza da uno specialista (privato?), ma avete deciso di cambiare e di andare al CIM.
Effettivamente, il Suo è un caso abbastanza impegnativo (impegnativo non solo per un medico, ma anche per Lei stesso), ed un servizio pubblico è un punto di riferimento più sicuro... A patto che possano seguirLa attentamente. E, secondo me, il CIM potrebbe seguirLa con più attenzione. E magari su questo si può insistere... Perché all'età di 22 anni e dopo circa un anno dalla diagnosi e dall'inizio delle cure non si può concludere che così come Lei sta è una condizione stabilizzata. Da quello che apprendo, non mi sembra una condizione stabilizzata né dal punto di vista della malattia, né dal punto di vista della tolleranza dei farmaci prescritti.
Senza i farmaci, verosimilmente, Lei starebbe peggio, ma a questa epoca delle Sue cure la rivalutazione ci vorrebbe (compresi gli eventuali approfondimenti neurologici, ma su indicazione dello psichiatra del CIM che La segue, se lo psichiatra lo ritiene opportuno).
Non escludo che possa essere utile "un secondo parere" (ad esempio, di uno psichiatra privato), ma magari con cautela, concordando gli eventuali cambi della terapia con il CIM, e comunque provando prima a cercare le soluzioni al CIM.
Altrimenti potrebbe esserci un rischio di tornare alla situazione che ha motivato il Suo ricovero.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#11]
Capisco. Comunque il concetto è che un farmaco si usa se funziona bene alla dose a cui funziona bene, mentre gli effetti collaterali, se non c'è adattamento, possono essere trattati spostando gli orari e la distribuzione della dose. Al limite cambiando farmaco.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 10.4k visite dal 19/01/2015.
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