Psicoterapia - inefficace?
Buonasera,
Vi scrivo in merito ad una questione un po' spinosa. Provo a sintetizzare.
Sono un dirigente di una importante multinazionale ormai da un paio d'anni e, come potete immaginare, ho poco tempo libero.
La mia carriera professionale è sempre stata un continuo successo, dai tempi dell'università.
Nonostante questo, 6 anni fa, in seguito alla fine di una relazione per me molto importante, sono finito in un vortice da cui non riesco ad uscire.
Dopo due anni di sofferenza ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia con uno psichiatra cognitivo-comportamentale. Ne ho avuto dei benefici, ma periodicamente ricadevo in uno stato di immobilità.
Non uscivo, non riuscivo a relazionarmi in maniera soddisfacente con gli altri (tranne a lavoro, dove tutto é sempre andato bene).
La solitudine e la tristezza mi bloccavano in casa, la mia vita era bloccata tra casa e lavoro.
Quando l'angoscia per questa situazione è diventata insostenibile, ho deciso di cambiare terapeuta ed iniziare una psicoterapia analitica.
Questo accadeva circa 3 anni fa.
Da allora sono riuscito un po' a sbloccarmi, a farmi qualche amico (che purtroppo ancora non reputo adatti al mio modo di essere) e ad avere anche qualche relazione sentimentale. Nulla di particolarmente importante, ma qualcosa.
Ho capito alcuni problemi nascosti che avevo con la mia famiglia e li ho affrontati.
Oggi, dopo circa 3 anni di psicoterapia analitica, posso dire di aver fatto qualche passo avanti.
Ma il problema è ancora li, mi sento sempre vuoto e triste. Ho difficoltà serie a sorridere e la terapia non sembra riuscire più ad aiutarmi.
Il paradosso è che tutte le persone che incontro mi invidiano, mi stimano, vorrebbero essere come me. È a volte sono anche intimoriti.
Io invece mi sento sempre inadeguato, con bassa autostima e perennemente insoddisfatto.
La cosa che realmente mi uccide è il terrore per il futuro, non riuscire a vedere una via di uscita.
La realtà è che mi sento incastrato nel ruolo che mi impone il mio lavoro e non riesco mai a rilassarmi è a godermi nemmeno il frutto dei miei successi.
So che vi sto dando molte informazioni, ed è complicato davvero fornire un quadro completo.
Il problema di fondo è che mi sento disperato, sento di aver bisogno di aiuto perché è come se fossi sulle sabbie mobili. Ultimamente non riesco neanche a lavorare bene.
Finito questo enorme preambolo, provo ad andare al dunque.
Vorrei provare a fare qualcosa e al momento la cosa più intelligente che mi viene in mente è provare a cambiare terapeuta.
Ma al tempo stesso sono terrorizzato di perdere quello che ho fatto finora e di dover ricominciare da capo.
Vorrei un consiglio, una psicoterapia particolare (magari tornare da un cognitivo-comportamentale). Mi piacerebbe che la terapia fosse più attiva, il parlare solamente ultimamente non sembra darmi più giovamento.
Ok, sono davvero confuso.
Qualsiasi consiglio è davvero il benvenuto.
Vi ringrazio in anticipo.
Vi scrivo in merito ad una questione un po' spinosa. Provo a sintetizzare.
Sono un dirigente di una importante multinazionale ormai da un paio d'anni e, come potete immaginare, ho poco tempo libero.
La mia carriera professionale è sempre stata un continuo successo, dai tempi dell'università.
Nonostante questo, 6 anni fa, in seguito alla fine di una relazione per me molto importante, sono finito in un vortice da cui non riesco ad uscire.
Dopo due anni di sofferenza ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia con uno psichiatra cognitivo-comportamentale. Ne ho avuto dei benefici, ma periodicamente ricadevo in uno stato di immobilità.
Non uscivo, non riuscivo a relazionarmi in maniera soddisfacente con gli altri (tranne a lavoro, dove tutto é sempre andato bene).
La solitudine e la tristezza mi bloccavano in casa, la mia vita era bloccata tra casa e lavoro.
Quando l'angoscia per questa situazione è diventata insostenibile, ho deciso di cambiare terapeuta ed iniziare una psicoterapia analitica.
Questo accadeva circa 3 anni fa.
Da allora sono riuscito un po' a sbloccarmi, a farmi qualche amico (che purtroppo ancora non reputo adatti al mio modo di essere) e ad avere anche qualche relazione sentimentale. Nulla di particolarmente importante, ma qualcosa.
Ho capito alcuni problemi nascosti che avevo con la mia famiglia e li ho affrontati.
Oggi, dopo circa 3 anni di psicoterapia analitica, posso dire di aver fatto qualche passo avanti.
Ma il problema è ancora li, mi sento sempre vuoto e triste. Ho difficoltà serie a sorridere e la terapia non sembra riuscire più ad aiutarmi.
Il paradosso è che tutte le persone che incontro mi invidiano, mi stimano, vorrebbero essere come me. È a volte sono anche intimoriti.
Io invece mi sento sempre inadeguato, con bassa autostima e perennemente insoddisfatto.
La cosa che realmente mi uccide è il terrore per il futuro, non riuscire a vedere una via di uscita.
La realtà è che mi sento incastrato nel ruolo che mi impone il mio lavoro e non riesco mai a rilassarmi è a godermi nemmeno il frutto dei miei successi.
So che vi sto dando molte informazioni, ed è complicato davvero fornire un quadro completo.
Il problema di fondo è che mi sento disperato, sento di aver bisogno di aiuto perché è come se fossi sulle sabbie mobili. Ultimamente non riesco neanche a lavorare bene.
Finito questo enorme preambolo, provo ad andare al dunque.
Vorrei provare a fare qualcosa e al momento la cosa più intelligente che mi viene in mente è provare a cambiare terapeuta.
Ma al tempo stesso sono terrorizzato di perdere quello che ho fatto finora e di dover ricominciare da capo.
Vorrei un consiglio, una psicoterapia particolare (magari tornare da un cognitivo-comportamentale). Mi piacerebbe che la terapia fosse più attiva, il parlare solamente ultimamente non sembra darmi più giovamento.
Ok, sono davvero confuso.
Qualsiasi consiglio è davvero il benvenuto.
Vi ringrazio in anticipo.
[#1]
É veramente difficile esprimere pareri a distanza su percorsi psicoterapici che sono durati alcuni anni. Anche se i sostenitori del metodo analitico affermano che la terapia di questo tipo richieda diversi anni per produrre giovamenti (distinguendo tra percorso analitico con sedute bi o trisettimanali e psicoterapia psicodinamica), mi rendo conto che la motivazione al trattamento possa venire meno quando questi stessi risultati tardano. Potrebbe essere opportuno discutere di queste tematiche con il suo terapeuta. Se ritiene tuttavia che il rapporto di fiducia si vada esaurendo, a causa di queste motivazioni o che non é più in grado di attendere benefici che tardano a venire, allora potrebbe essere opportuno valutare di cambiare nuovamente terapeuta. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere adatta al suo caso. Non escluderei a priori anche la possibilità di avvalersi di un supporto farmacologico per sostenere l'umore in questa fase di grande difficoltà.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Utente
Buongiorno,
ne ho parlato con il mio terapeuta e la sua risposta è stata che, purtroppo, solo io sono in grado di valutare l'efficacia della terapia.
In più mi ha dato una cura a base di Mutabon Mite, che ha avuto effetti terribili sul mio corpo.
Dopo tre giorni avevo perso 3 chili e per poco non ho avuto un collasso (avevo giramenti di testa e forte sensazione di pressione bassa).
Adesso mi ha consigliato di sospendere, almeno fino al nostro prossimo incontro.
Una domanda da profano: se dovessi iniziare un nuovo percorso di psicoterapia, secondo voi dovrei iniziare da zero? Voi cosa consigliereste ad un vostro paziente?
Qualsiasi consiglio/suggerimento è più che gradito.
Vi ringrazio
ne ho parlato con il mio terapeuta e la sua risposta è stata che, purtroppo, solo io sono in grado di valutare l'efficacia della terapia.
In più mi ha dato una cura a base di Mutabon Mite, che ha avuto effetti terribili sul mio corpo.
Dopo tre giorni avevo perso 3 chili e per poco non ho avuto un collasso (avevo giramenti di testa e forte sensazione di pressione bassa).
Adesso mi ha consigliato di sospendere, almeno fino al nostro prossimo incontro.
Una domanda da profano: se dovessi iniziare un nuovo percorso di psicoterapia, secondo voi dovrei iniziare da zero? Voi cosa consigliereste ad un vostro paziente?
Qualsiasi consiglio/suggerimento è più che gradito.
Vi ringrazio
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.4k visite dal 13/01/2015.
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