I sintomi della depressione
Gentilissimi, Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione che vorrete prestarmi.
A Dicembre 2011 ho iniziato ad accusare occasionalmente e con diversa intensità i sintomi da attacco di panico (sensazione di straniamento dalla realtà, tremori, tachicardia, formicolio agli arti inferiori e superiori, depersonalizzazione, sudorazione fredda, senso di svenimento, impulso a rifugiarmi in un luogo sicuro). Dopo i due episodi più intensi ho iniziato a soffrire di ansia anticipatoria paralizzante e di depressione (sensazione di distacco dalla realtà e dai miei cari, crisi di pianto, astenia, difficoltà di concentrazione, assenza di emozioni). Non uscivo quasi di casa, non andavo all'università, le volte in cui acconsentivo che le amiche venissero a trovarmi comunque non mi sentivo "presente". Escluse cause organiche, mi son rivolta a Marzo a una psicoterapeuta, ma le sedute mi sembravano faticosissime. Mi son rivolta poi alla psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale del mio Comune che mi ha prescritto dapprima una benzodiazepina (Lorazepam), poi ha associato un SSRI (Escitalopram). Nonostante la certezza impadronitasi di me che nulla potesse risollevarmi - dopo i primi giorni di assunzione in cui i sintomi d'ansia sono peggiorati in maniera piuttosto acuta - ho iniziato a star meglio, fino a riprendere psicoterapia, normali attività quotidiane e università. Ho assunto il farmaco per circa un anno per poi scalarlo gradualmente. Credevo di aver chiuso con quel periodo, tanto da considerarlo un bruttissimo ricordo. MA lo scorso mese, nello stesso periodo di tre anni fa (a un anno e mezzo dalla sospensione del farmaco), i sintomi dell'ansia son ricomparsi (adesso tenuti sottotono dal Lorazepam, che assumo due volte al dì sotto consiglio della stessa Psichiatra, che al momento non mi ha prescritto altro per verificare se si tratti di un semplice periodo di stress). Ho anche ripreso psicoterapia, perchè consapevole di avere schemi di pensiero che spesso mi "ingabbiano" e che vorrei correggere, oltre ad avere problemi "in casa", ovvero tra i miei, di cui tendo a farmi carico emotivamente. La benzodiazepina è un efficace sintomatico, ma l'ansia non è del tutto scomparsa e in maniera altalenante e più o meno marcata (con un generale miglioramento la sera) ricompaiono anche i sintomi della depressione. Sento di nuovo la qualità di vita compromessa da questa pesantezza che mi rallenta in tutto e ho paura di non riuscire a concentrarmi bene a lavoro (operatore di ludoteca, quindi bado a diversi bambini al giorno). Conscia che la cura può prescivermela solo la mia psichiatra, potrebbe secondo Voi risultare utile, onde evitare il peggioramento dei sintomi, il reinserimento in terapia dell'Escitalopram? Il timore che io possa aver sviluppato una certa tolleranza al farmaco (e che non faccia più effetto), è fondato? Devo considerarmi "predisposta" a soffrire ciclicamente di questi disturbi o possono risolversi definitivamente? Confido in una Vs risposta.
Grazie.
A Dicembre 2011 ho iniziato ad accusare occasionalmente e con diversa intensità i sintomi da attacco di panico (sensazione di straniamento dalla realtà, tremori, tachicardia, formicolio agli arti inferiori e superiori, depersonalizzazione, sudorazione fredda, senso di svenimento, impulso a rifugiarmi in un luogo sicuro). Dopo i due episodi più intensi ho iniziato a soffrire di ansia anticipatoria paralizzante e di depressione (sensazione di distacco dalla realtà e dai miei cari, crisi di pianto, astenia, difficoltà di concentrazione, assenza di emozioni). Non uscivo quasi di casa, non andavo all'università, le volte in cui acconsentivo che le amiche venissero a trovarmi comunque non mi sentivo "presente". Escluse cause organiche, mi son rivolta a Marzo a una psicoterapeuta, ma le sedute mi sembravano faticosissime. Mi son rivolta poi alla psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale del mio Comune che mi ha prescritto dapprima una benzodiazepina (Lorazepam), poi ha associato un SSRI (Escitalopram). Nonostante la certezza impadronitasi di me che nulla potesse risollevarmi - dopo i primi giorni di assunzione in cui i sintomi d'ansia sono peggiorati in maniera piuttosto acuta - ho iniziato a star meglio, fino a riprendere psicoterapia, normali attività quotidiane e università. Ho assunto il farmaco per circa un anno per poi scalarlo gradualmente. Credevo di aver chiuso con quel periodo, tanto da considerarlo un bruttissimo ricordo. MA lo scorso mese, nello stesso periodo di tre anni fa (a un anno e mezzo dalla sospensione del farmaco), i sintomi dell'ansia son ricomparsi (adesso tenuti sottotono dal Lorazepam, che assumo due volte al dì sotto consiglio della stessa Psichiatra, che al momento non mi ha prescritto altro per verificare se si tratti di un semplice periodo di stress). Ho anche ripreso psicoterapia, perchè consapevole di avere schemi di pensiero che spesso mi "ingabbiano" e che vorrei correggere, oltre ad avere problemi "in casa", ovvero tra i miei, di cui tendo a farmi carico emotivamente. La benzodiazepina è un efficace sintomatico, ma l'ansia non è del tutto scomparsa e in maniera altalenante e più o meno marcata (con un generale miglioramento la sera) ricompaiono anche i sintomi della depressione. Sento di nuovo la qualità di vita compromessa da questa pesantezza che mi rallenta in tutto e ho paura di non riuscire a concentrarmi bene a lavoro (operatore di ludoteca, quindi bado a diversi bambini al giorno). Conscia che la cura può prescivermela solo la mia psichiatra, potrebbe secondo Voi risultare utile, onde evitare il peggioramento dei sintomi, il reinserimento in terapia dell'Escitalopram? Il timore che io possa aver sviluppato una certa tolleranza al farmaco (e che non faccia più effetto), è fondato? Devo considerarmi "predisposta" a soffrire ciclicamente di questi disturbi o possono risolversi definitivamente? Confido in una Vs risposta.
Grazie.
[#1]
"Il timore che io possa aver sviluppato una certa tolleranza al farmaco (e che non faccia più effetto), è fondato?" : No, anzi se ha già assunto con successo il farmaco è più probabile che funzioni di nuovo. L'apparente peggioramento che aveva avvertito i primi giorni dell'assunzione è normale e si combatte con gli ansiolitici.
"Ho anche ripreso psicoterapia, perchè consapevole di avere schemi di pensiero che spesso mi "ingabbiano" e che vorrei correggere," : ottimo!
Ci possono essere ricadute e ritorni a comportamenti disfunzionali, per cui un "ripasso" delle abilità apprese durante la psicoterapia precedente è senz'altro utile.
Alcune persone sono predisposte a soffrire di ansia e depressione, però se imparano a conoscersi e a riconoscere per tempo i sintomi possono risolvere la situazione in tempi brevi perché hanno imparato quello che devono fare.
"Ho anche ripreso psicoterapia, perchè consapevole di avere schemi di pensiero che spesso mi "ingabbiano" e che vorrei correggere," : ottimo!
Ci possono essere ricadute e ritorni a comportamenti disfunzionali, per cui un "ripasso" delle abilità apprese durante la psicoterapia precedente è senz'altro utile.
Alcune persone sono predisposte a soffrire di ansia e depressione, però se imparano a conoscersi e a riconoscere per tempo i sintomi possono risolvere la situazione in tempi brevi perché hanno imparato quello che devono fare.
Franca Scapellato
[#2]
La scelta dello specialista di attendere qualche settimana appare sensata. Se la sintomatologia non dovesse regredire o dovesse aumentare allora potrebbe essere opportuno un altro ciclo di terapia, anche con lo stesso ssri. Lo specialista valuterà se modificare il dosaggio o la durata della terapia o entrambe in modo da ricercare un più lungo periodo di remissione anche dopo la sospensione. Purtroppo, al momento, anche effettuando un ciclo di terapia corretto per tempi e dosaggi, non é possibile azzerare il rischio di una ricaduta nel medio-lungo termine.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#3]
Utente
Gentilissimi e celeri! Vi ringrazio per il vostro utile servizio e per la Vostra disponibilità.
Purtroppo, l'aumentare (a mia percezione) della sintomatologia sia ansiosa che depressiva mi fa intuire che sarà necessario reintrodurre l'SSRI, che la scorsa volta ho preso (per completezza di informazioni) alla dose completa di 10 mg. La mia psichiatra in quell'occasione non ha ritenuto necessario aumentare ulteriormente la dose perchè ne ho tratto benefici notevoli e stabili, tutto sommato in un arco di tempo neanche troppo lungo (4 settimane per notare un miglioramento apprezzabile, non sono poi troppe per chi ha vissuto 4 mesi nel vuoto totale).
Spero che l'eventuale ritorno alla farmacoterapia, unito alla psicoterapia, su cui punto molto, possa aiutarmi a prevenire altre ricadute e a correggermi in quegli schemi di pensiero e comportamento che so essere in parte responsabili di questa mia patologia. Sicuramente, anche il sentirmi "incatenata" da un BUON contratto a un lavoro che non sento molto "mio" (poca attinenza con l'ambito di studi universitari) e che è inoltre stressante e carico di responsabilità, oltre a non darmi gli stimoli di cui avrei bisogno, non aiuta. Trovare qualcosa che mi entusiasmi e appassioni di più potrebbe certamente essere di ausilio, io credo.
Vi sono riconoscente per la professionalità e la gentilezza che dimostrate, in ambito psichiatrico soprattutto è utile per il paziente avere quanto più supporto possibile, pur con tutti i limiti della consulenza online.
Davvero grazie per il servizio che svolgete nell'interesse degli utenti.
Vi tengo aggiornati.
Purtroppo, l'aumentare (a mia percezione) della sintomatologia sia ansiosa che depressiva mi fa intuire che sarà necessario reintrodurre l'SSRI, che la scorsa volta ho preso (per completezza di informazioni) alla dose completa di 10 mg. La mia psichiatra in quell'occasione non ha ritenuto necessario aumentare ulteriormente la dose perchè ne ho tratto benefici notevoli e stabili, tutto sommato in un arco di tempo neanche troppo lungo (4 settimane per notare un miglioramento apprezzabile, non sono poi troppe per chi ha vissuto 4 mesi nel vuoto totale).
Spero che l'eventuale ritorno alla farmacoterapia, unito alla psicoterapia, su cui punto molto, possa aiutarmi a prevenire altre ricadute e a correggermi in quegli schemi di pensiero e comportamento che so essere in parte responsabili di questa mia patologia. Sicuramente, anche il sentirmi "incatenata" da un BUON contratto a un lavoro che non sento molto "mio" (poca attinenza con l'ambito di studi universitari) e che è inoltre stressante e carico di responsabilità, oltre a non darmi gli stimoli di cui avrei bisogno, non aiuta. Trovare qualcosa che mi entusiasmi e appassioni di più potrebbe certamente essere di ausilio, io credo.
Vi sono riconoscente per la professionalità e la gentilezza che dimostrate, in ambito psichiatrico soprattutto è utile per il paziente avere quanto più supporto possibile, pur con tutti i limiti della consulenza online.
Davvero grazie per il servizio che svolgete nell'interesse degli utenti.
Vi tengo aggiornati.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 03/01/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?