Voglia di fare
Gentili collaboratori di medicitalia.it, ho una seconda domanda da porvi. Spero di non abusare della vostra disponibilità! In seguito al mio post precedente ho contattato uno psichiatra della mia zona via e-mail e, dal momento che si è mostrato molto comprensivo, sto meditando per trovare il coraggio di fissare un appuntamento. Nel frattempo, vorrei porvi un'altra questione:
ho notato che ultimamente mi capita sempre più spesso di non avere la forza mentale di dedicarmi alle mie passioni. Non che io abbia perso interesse, è solo che mi sento estremamente stanco sia a livello mentale che fisico, nonostante io non abbia problemi legati al sonno. Avete presente quando (per chi non è abituato) bevete del caffé prima di andare a dormire e nonostante il sonno non riuscite ad addormentarvi? E il giorno dopo siete sfiniti ed incapaci di eseguire anche il più semplice dei compiti? E' molto simile a quello che sto provando nell'ultimo mese.
E' possibile che un sintomo simile sia legato alla depressione? Nello specifico negli ultimi sei mesi mi sono dedicato allo studio di una lingua orientale e da una parte è l'unica cosa che mi ha tenuto "vivo" e mi ha permesso di allontanare pensieri negativi (ad esempio pensieri legati al suicidio). Questo sentimento persiste e posso sostenere con certezza che si tratta di una vera vocazione che ho da tempo e non c'è niente che io voglia più di questo.
D'altra parte però è da un mese che non riesco più a dedicarmi allo studio, sono assalito da pensieri negativi e dalla confusione mentale che mi impediscono di focalizzarmi e trovare l'energia necessaria per concentrarmi su una cosa così complicata. A volte dimentico qualcosa che davo per scontato di aver imparato, e anche se razionalmente mi rendo conto che fa parte del processo di apprendimento, non riesco a cacciare via i pensieri ossessivi che a volte mi impediscono addirittura di dormire. Mi assalgono pensieri del tipo che non ce la farò mai, che è tutto inutile e che non ha più senso continuare e che l'unica soluzione è abbandonare tutto e a quel punto farla finita perché a quel punto le mie giornate tornerebbero ad essere inutili. Ripeto, so che sono pensieri illogici e insensati ma sul momento mi sovrastano e non riesco a vincerli, al punto che ho il timore di riprendere a studiare e sto facendo finta di non aver mai iniziato e che quell'argomento addirittura non esista, distraendomi il più possibile con altre cose come film e via dicendo. Eppure non sembra funzionare.
Mi chiedo se questo genere di pensieri esagerati e questa mancanza di energia mentale di focalizzarsi possono essere legati alla depressione o all'ansia, e se i farmaci che trattano queste patologie vanno ad agire anche su questo genere di "sintomi". So che è una domanda molto generica e non conoscendomi non potete fare "diagnosi" però potreste darmi qualche informazione generica a riguardo? In attesa di chiedere personalmente allo psichiatra, ma ho bisogno di sentirmi rassicurato ora...
ho notato che ultimamente mi capita sempre più spesso di non avere la forza mentale di dedicarmi alle mie passioni. Non che io abbia perso interesse, è solo che mi sento estremamente stanco sia a livello mentale che fisico, nonostante io non abbia problemi legati al sonno. Avete presente quando (per chi non è abituato) bevete del caffé prima di andare a dormire e nonostante il sonno non riuscite ad addormentarvi? E il giorno dopo siete sfiniti ed incapaci di eseguire anche il più semplice dei compiti? E' molto simile a quello che sto provando nell'ultimo mese.
E' possibile che un sintomo simile sia legato alla depressione? Nello specifico negli ultimi sei mesi mi sono dedicato allo studio di una lingua orientale e da una parte è l'unica cosa che mi ha tenuto "vivo" e mi ha permesso di allontanare pensieri negativi (ad esempio pensieri legati al suicidio). Questo sentimento persiste e posso sostenere con certezza che si tratta di una vera vocazione che ho da tempo e non c'è niente che io voglia più di questo.
D'altra parte però è da un mese che non riesco più a dedicarmi allo studio, sono assalito da pensieri negativi e dalla confusione mentale che mi impediscono di focalizzarmi e trovare l'energia necessaria per concentrarmi su una cosa così complicata. A volte dimentico qualcosa che davo per scontato di aver imparato, e anche se razionalmente mi rendo conto che fa parte del processo di apprendimento, non riesco a cacciare via i pensieri ossessivi che a volte mi impediscono addirittura di dormire. Mi assalgono pensieri del tipo che non ce la farò mai, che è tutto inutile e che non ha più senso continuare e che l'unica soluzione è abbandonare tutto e a quel punto farla finita perché a quel punto le mie giornate tornerebbero ad essere inutili. Ripeto, so che sono pensieri illogici e insensati ma sul momento mi sovrastano e non riesco a vincerli, al punto che ho il timore di riprendere a studiare e sto facendo finta di non aver mai iniziato e che quell'argomento addirittura non esista, distraendomi il più possibile con altre cose come film e via dicendo. Eppure non sembra funzionare.
Mi chiedo se questo genere di pensieri esagerati e questa mancanza di energia mentale di focalizzarsi possono essere legati alla depressione o all'ansia, e se i farmaci che trattano queste patologie vanno ad agire anche su questo genere di "sintomi". So che è una domanda molto generica e non conoscendomi non potete fare "diagnosi" però potreste darmi qualche informazione generica a riguardo? In attesa di chiedere personalmente allo psichiatra, ma ho bisogno di sentirmi rassicurato ora...
[#1]
Ha descritto esattamente una depressione con il suo corteo di pensieri negativi, rimuginazioni, stanchezza e così via.
La risposta è sì, i farmaci sono utili in questi casi e sarebbe anche utile una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, che può smontare quelle idee che la fanno stare male e proporre punti di vista più utili e realistici.
Se prova a ricordare quando stava bene (anche se è difficile quando si è depressi) non aveva tutti quei pensieri, no? Quando tornerà a stare meglio riuscirà a studiare e a concentrarsi, ora è come provare a correre con una brutta distorsione alla caviglia: è già tanto riuscire a camminare!
Prenda al più presto un appuntamento con lo psichiatra, per ora è l'unico "lavoro" che deve fare. Se fa fatica a telefonare gli mandi una mail per l'appuntamento (di persona!). Se per lei è un problema andare da solo si faccia accompagnare da un familiare.
La risposta è sì, i farmaci sono utili in questi casi e sarebbe anche utile una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, che può smontare quelle idee che la fanno stare male e proporre punti di vista più utili e realistici.
Se prova a ricordare quando stava bene (anche se è difficile quando si è depressi) non aveva tutti quei pensieri, no? Quando tornerà a stare meglio riuscirà a studiare e a concentrarsi, ora è come provare a correre con una brutta distorsione alla caviglia: è già tanto riuscire a camminare!
Prenda al più presto un appuntamento con lo psichiatra, per ora è l'unico "lavoro" che deve fare. Se fa fatica a telefonare gli mandi una mail per l'appuntamento (di persona!). Se per lei è un problema andare da solo si faccia accompagnare da un familiare.
Franca Scapellato
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta! Confesso che ho un po' di paura riguardo i farmaci, soprattutto dei possibili effetti collaterali. Inoltre ho letto che esistono diversi antidepressivi e spesso bisogna andare per tentativi. So che ad esempio si possono avere effetti negativi sulla memoria. Per questo mi chiedevo se i soli ansiolitici possono aiutare a ridurre i pensieri negativi e a ridarmi la serenità necessaria a dedicarmi allo studio senza farmi prendere da una sorta di panico (ma non saprei come definirlo meglio). Come ho già scritto in un altro post non mi aspetto miracoli o che i farmaci facciano tutto da soli, come mi capita a volte di leggere su internet (persone che cercano chissà quale "effetto" che ricorda certe droghe), ma semplicemente di ritrovare quella serenità senza la quale non riesco a funzionare. Ecco, mi chiedo se per questo possa bastare un ansiolitico (preferibilmente a dosaggi non elevati) e si possono evitare gli antidepressivi che sono quelli che mi spaventano di più. Oppure i sintomi da me descritti fanno pensare il contrario?
Un'altra cosa di cui ho paura è che un antidepressivo possa cambiare il mio carattere o rendermi meno lucido e rintontito, avendo un familiare che ne fa uso ho avuto quell'impressione ma capisco che ogni persona reagisce in modo diverso.
Un'altra cosa di cui ho paura è che un antidepressivo possa cambiare il mio carattere o rendermi meno lucido e rintontito, avendo un familiare che ne fa uso ho avuto quell'impressione ma capisco che ogni persona reagisce in modo diverso.
[#3]
La scelta del trattamento la dovrà decidere insieme allo psichiatra che la visiterà. Sugli antidepressivi c'è molta mitologia, perché non danno risultati immediati e gradevoli come le benzodiazepine, che però sono puramente sintomatiche, cioè non risolvono la patologia. In compenso gli antidepressivi non danno dipendenza, non danno assuefazione (a differenza degli ansiolitici benzodiazepinici) e assolutamente non hanno effetti negativi sulla memoria, anzi il contrario: uno dei sintomi della depressione è spesso la difficoltà di concentrazione e la sensazione di non ricordare. Sono farmaci usati da persone attive, che lavorano e guidano l'auto, quindi non danno intontimento alle dosi terapeutiche. A volte, a seconda delle patologie, possono essere associati con altri tipi di farmaci come i neurolettici, che sono più sedativi, ma non credo sia il suo caso.
[#4]
Utente
La ringrazio per la risposta, da ignorante in materia pensavo che gli ansiolitici fossero più "leggeri", invece mi sembra di capire che è esattamente il contrario. Grazie soprattutto per avermi rassicurato, ora andrò dallo psichiatra con molta più serenità :)
Cordiali saluti e buon lavoro! :)
Cordiali saluti e buon lavoro! :)
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 02/01/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.