Sindrome da fatica cronica

Buonasera,
dopo diverso tempo di cura e terapie presso un'ASL, dove mi è stata inizialmente diagnosticata una Sindrome Bipolare, ma poi, col tempo, si è passata ad un'ulteriore diagnosi di forte depressione (o depressione maggiore), determino che i mie sintomi sono totalmente riconducibili a quelli descritti nelle patologie attinenti alla Sindrome da fatica cronica.
Sono costretto ad un'autodiagnosi, non per mia presunzione, ma perchè denoto che la psichiatra, che mi ha in cura da circa un anno, sottovaluta molto i sintomi di forte spossatezza e svuotamento di energie, nonchè dei tantissimi segnali riconducibili alla sindrome da fatica cronica, che mi pervadono dalla mattina alla sera, quali sensazione di "testa vuota", vertigini, difficoltà e fatica nel parlare, nuove allergie a cibi, medicinali o sostanze chimiche, colon irritabile, disturbi del metabolismo, variazioni di peso marcate, disfunzioni della vescica, fotofobia, ipersensibilità ai rumori, ansia, crisi di panico.
La cosa che mi crea notevolissime difficoltà è quella di affrontare i dialoghi con le persone con la speranza che si concludano nel più breve tempo possibile, in quanto, durante questi dialoghi, sono pervaso da ansia, dolori di testa e forte confusione mentale. Non credo ciò possa ricondurre alla depressione maggiore, anche se la psichiatra mi dice che con lei io non manifesto queste difficoltà: evidentemente riesco a tenere maggiormente il dialogo, ma comunque risento di una forte spossatezza anche dopo i dialoghi, che intercorrono tra me e la dottoressa.
Vorrei, cortesemente sapere, attraverso qualche valido professionista, che collabora con questo ottimo portale di medicina, se quello che ho constatato sui miei sintomi, possono riportare ad una sindrome da fatica cronica ed, eventualmente, fornirmi di un parere per una cura o comunque qualche consiglio per trovare la strada utile al fine di un miglioramento della mia qualità di vita che, attualmente, è davvero molto bassa.
Grazie anticipatamente

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Dr.ssa Tiziana Corteccioni Psichiatra, Psicoterapeuta 126 7
Buonasera,
i sintomi da lei descritti possono essere riconducibili sia alla sindrome da fatica cronica sia ad un episodio ansioso-depressivo (che a seconda della gravità dell'episodio, del numero dei sintomi e della presenza o meno di episodi ipomaniacali o maniacali in anamnesi può essere inserito all'interno di un disturbo depressivo maggiore o di una sindrome affettiva bipolare). La sindrome da fatica cronica, da lei citata, però, non viene descritta nei manuali diagnostici psichiatrici perciò non può essere diagnosticata. L'associazione di farmaci utilizzati in questi disturbi può anche essere la stessa, quello che varia generalmente è il dosaggio (in base alla gravità dei sintomi) e la combinazione o meno con uno stabilizzatore del tono dell'umore (se si tratta davvero di una sindrome bipolare). Quello che posso consigliarle è di parlare della diagnosi effettuata o della cura prescritta direttamente con la sua psichiatra descrivendole i suoi dubbi e discutendo di eventuali effetti collaterali.
Cordiali saluti.

Dr.ssa Tiziana Corteccioni
www.tizianacorteccioni.it

[#2]
Utente
Utente
Gent.ma dr.ssa Corteccioni,
La ringrazio per la sua risposta molto chiara al mio quesito, in sostanza quello che diagnostica la mia psichiatria è senz'altro corretto, in base anche a quello che lei mi indica.
Rimane la mia impossibilità ad assumere farmaci per problemi di allergie.
Quindi la sindrome da fatica cronica è una diagnosi che comunque non è riconosciuta, pertanto dovrò parlarne con la psichiatra quanto meno per prendere in considerazione l'uso di integratori alimentari e/yo antinfiammatori, che sono consigliati per ipotesi di sindrme da fatica cronica.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Tiziana Corteccioni Psichiatra, Psicoterapeuta 126 7
Di solito le allergie sono limitate a farmaci specifici. Potrebbe parlare di tali reazioni avverse con la sua psichiatra per trovare la terapia più adatta alla sua condizione clinica che non esclude l'associazione ad integratori se necessari.
Cordiali saluti.
[#4]
Utente
Utente
Ho trattato l'argomento con la psichiatra, che dopo avermi prescritto due tipi di farmaci complementari, dei quali ricordo uno essere l'olazapina 2,5 mg, ha optato alla fine la sospensione dell' uso dei farmaci, in quanto addirittura col secondo farmaco, sempre a dosi abbastanza blande da 2,5 mg, mi venivano dei terribili singhiozzi. Credo, a questo punto, di parlarle dell' uso di qualche integratore, anche se, in passato, mi ha prescritto del samyr, unitamente alla dermatologa, alla quale mi sono rivolto, non avendo nessun beneficio...pensavo a qualche integratore a base di aloe vera, dei quali sento parlare molto bene a chi ne fa uso. Del resto la mia situazione non mi lascia altro che fare proposte di ipotetiche cure, in quanto sto in una situazione di stallo, che non fa altro che rendermi la vitacon una qualità bassissima e piena di tristezza e mancanza di motivazioni.
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Dr.ssa Tiziana Corteccioni Psichiatra, Psicoterapeuta 126 7
Sì affidi alla sua psichiatra e cerchi di essere fiducioso: è il primo passo verso la guarigione. In bocca al lupo e buon anno.
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Utente
Utente
Lo spero davvero tanto, proverò ad esserre il più positivo possibile verso questo mio stato...magari devo solo accettare il momento.
Grazie del suo sostegno ed i migliori auguri di un felice 2015 di cuore.
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Dr.ssa Tiziana Corteccioni Psichiatra, Psicoterapeuta 126 7
Anche a Lei tanti auguri di buon anno.
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