Ansia ed attacchi di panico
Gent.mi dottori,
circa due anni fa ho iniziato a soffrire di ansia, prima con la minzione (andavo sempre in bagno pur non avendone l'impellenza), poi insonnia, digrignavo durante la notte. Poi di colpo non riuscivo più a deglutire il cibo e sono andata avanti così per un anno. Facendo psicoterapia ho attribuito questo disturbo alla profonda avversione della mia famiglia nei confronti del mio ex ragazzo, da loro molto odiato, facendomi passare le pene dell'inferno e dovendo fare tutto di nascosto senza dire loro la verità su quello che facevo e dove andavo per paura. Nel momento in cui ho iniziato a distaccarmi da lui sentimentalmente ho iniziato a non soffrire più fino a quando poi l'ho lasciato senza alcun rimorso. Sono stata bene così per due mesi durante i quali ho conosciuto un altro ragazzo del quale mi sono innamorata e col quale ho iniziato una storia davvero intensa e piena di passione sia dal punto di vista mentale che fisico. Durante una settimana e mezzo di sua assenza durante le vacanza estive però ho avuto un altra manifestazione d'ansia mai avuta prima, respiro affannoso, scomparso da solo nel giro di poco. Poi più niente. Di ritorno dalle vacanze estive poi ho ripreso a studiare (faccio giurisprudenza ma la odio non mi piace e non mi soddisfa per nulla)dovevo sostenere un esame che faticavo e fatico tuttora a studiare perché mi annoia e non lo faccio perché mi viene la febbre, dopo la febbre per una settimana mi girava sempre la testa e vedevo doppio ma non avevo nulla era sempre una forma ansiosa. Dopodiché affronto la morte di mia nonna, l'esame fallisce ed abbandono un'associazione che mi stava a cuore perché mi toglieva tempo e spazio allo studio e agli affetti. Ne sostengo altri due ma essendo secondari non suscitano a casa la gioia che solitamente un esame importante ti da. Parto col mio fidanzato per un viaggio che avevamo progettato ma già rimandato due volte. Giunta in aeroporto alla partenza si manifesta nuovamente il problema della deglutizione con mio sommo dispiacere verso il mio ragazzo col quale speravo di rilassarmi. Questo problema mi ha accompagnato per tutto il viaggio fino a quando non sono tornata. Andando a fare psicoterapia ho esposto il problema che ha iniziato a crearmi un gioco al massacro nei confronti del mio amato. Sono tornata a casa piena di dubbi chiedendomi se il problema fosse lui e per questo ho avuto il problema della deglutizione. Morale della favola ho avuto un attacco di panico e numerose minacce di altri attacchi, palpitazioni, peso sullo stomaco e sul petto, respiro affaticato, risvegli bruschi durante la notte, crisi di pianto, tristezza incredibile il tutto perché ogni volta che pensavo a lui mi sentivo male come una paura nel petto e sensi di colpa incredibili. Ponendomi numerose domande ossessive sui miei sentimenti per lui. Ora sto meglio e prendo Samefast ma ho ancora paura ed ansia anche se sono certa dei miei sentimenti.
Cosa mi consigliate? Grazie.
circa due anni fa ho iniziato a soffrire di ansia, prima con la minzione (andavo sempre in bagno pur non avendone l'impellenza), poi insonnia, digrignavo durante la notte. Poi di colpo non riuscivo più a deglutire il cibo e sono andata avanti così per un anno. Facendo psicoterapia ho attribuito questo disturbo alla profonda avversione della mia famiglia nei confronti del mio ex ragazzo, da loro molto odiato, facendomi passare le pene dell'inferno e dovendo fare tutto di nascosto senza dire loro la verità su quello che facevo e dove andavo per paura. Nel momento in cui ho iniziato a distaccarmi da lui sentimentalmente ho iniziato a non soffrire più fino a quando poi l'ho lasciato senza alcun rimorso. Sono stata bene così per due mesi durante i quali ho conosciuto un altro ragazzo del quale mi sono innamorata e col quale ho iniziato una storia davvero intensa e piena di passione sia dal punto di vista mentale che fisico. Durante una settimana e mezzo di sua assenza durante le vacanza estive però ho avuto un altra manifestazione d'ansia mai avuta prima, respiro affannoso, scomparso da solo nel giro di poco. Poi più niente. Di ritorno dalle vacanze estive poi ho ripreso a studiare (faccio giurisprudenza ma la odio non mi piace e non mi soddisfa per nulla)dovevo sostenere un esame che faticavo e fatico tuttora a studiare perché mi annoia e non lo faccio perché mi viene la febbre, dopo la febbre per una settimana mi girava sempre la testa e vedevo doppio ma non avevo nulla era sempre una forma ansiosa. Dopodiché affronto la morte di mia nonna, l'esame fallisce ed abbandono un'associazione che mi stava a cuore perché mi toglieva tempo e spazio allo studio e agli affetti. Ne sostengo altri due ma essendo secondari non suscitano a casa la gioia che solitamente un esame importante ti da. Parto col mio fidanzato per un viaggio che avevamo progettato ma già rimandato due volte. Giunta in aeroporto alla partenza si manifesta nuovamente il problema della deglutizione con mio sommo dispiacere verso il mio ragazzo col quale speravo di rilassarmi. Questo problema mi ha accompagnato per tutto il viaggio fino a quando non sono tornata. Andando a fare psicoterapia ho esposto il problema che ha iniziato a crearmi un gioco al massacro nei confronti del mio amato. Sono tornata a casa piena di dubbi chiedendomi se il problema fosse lui e per questo ho avuto il problema della deglutizione. Morale della favola ho avuto un attacco di panico e numerose minacce di altri attacchi, palpitazioni, peso sullo stomaco e sul petto, respiro affaticato, risvegli bruschi durante la notte, crisi di pianto, tristezza incredibile il tutto perché ogni volta che pensavo a lui mi sentivo male come una paura nel petto e sensi di colpa incredibili. Ponendomi numerose domande ossessive sui miei sentimenti per lui. Ora sto meglio e prendo Samefast ma ho ancora paura ed ansia anche se sono certa dei miei sentimenti.
Cosa mi consigliate? Grazie.
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L'ansia può essere indipendente dal provare sentimenti per una persona. Potrebbe essere utile affiancare alla psicoterapia, di cui lei non precisa l'orientamento, anche un trattamento farmacologico, qualora sia ritenuto necessario da uno specialista psichiatra che possa visitarla direttamente.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Utente
Gent.mo dott. Martiadis,
l'orientamento credo sia cognitivo comportamentale ma non ne sono sicura. Per quanto riguarda i farmaci mi sono state prescritte le benzodiazepine già tempo fa ma non mi hanno mai sortito alcun effetto.
Lei a cosa crede sia dovuto il mio disturbo?
La ringrazio
Distinti Saluti
l'orientamento credo sia cognitivo comportamentale ma non ne sono sicura. Per quanto riguarda i farmaci mi sono state prescritte le benzodiazepine già tempo fa ma non mi hanno mai sortito alcun effetto.
Lei a cosa crede sia dovuto il mio disturbo?
La ringrazio
Distinti Saluti
[#3]
Le benzodiazepine sono farmaci soltanto sintomatoci. Un disturbi d'ansia, se di questo si tratta, va curato con altri tipi di farmaci. A distanza non é possibile formulare diagnosi, anche se da quello che descrive il sospetto di un disturbo d'ansia appare fondato.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Gent.mo dott. Martiadis,
giusto a titolo informativo quali tipi di farmaci potrebbero essere indicati?
Per quanto riguarda il disturbo so che è di tipo ansioso ma non so di preciso a cosa ricondurlo e questo mi da il tormento soprattutto perché ne risente la mia relazione.
La ringrazio ancora.
Distinti Saluti
giusto a titolo informativo quali tipi di farmaci potrebbero essere indicati?
Per quanto riguarda il disturbo so che è di tipo ansioso ma non so di preciso a cosa ricondurlo e questo mi da il tormento soprattutto perché ne risente la mia relazione.
La ringrazio ancora.
Distinti Saluti
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In genere i farmaci usati in prima battuta appartengono alla classe degli ssri. Lo specialista sceglie il farmaco in base alla situazione clinica e alle caratteristiche del paziente. Il fatto di ricondurre il disturbo a un evento o a una situazione non la porterà necessariamente a stare meglio. Occorre prima arginare il disturbo e successivamente, se indicato, é possibile valutare attraverso un percorso di psicoterapia se la sua modalità di pensiero e di relazione può facilitare l'insorgere di disturbi d'ansia e, di conseguenza, cercare di modificarle. É ovvio che tutto questo presuppone dapprima la conferma di una diagnosi con un consulto diretto.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.7k visite dal 20/12/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.