Sycrest, zyprexa, anedonia

Gentili dottori,
sono un ragazzo di 28 anni, studente di un corso di Dottorato di Ricerca in Medicina Traslazionale con indirizzo Farmacologico.
Sono in terapia sia farmacologica che psicologica per una forma di disturbo ossessivo da diverso tempo e la terapia è stata più volte modificata. Attualmente assumo cipralex 10 mg la mattina (da più di un anno), sycrest 5 mg la sera (da luglio) e olanzapina 1,25 mg (dal 2012, in sospensione per effetti collaterali). Sebbene sarebbe lungo descrivere tutti i cambiamenti di molecole e dosaggi, ma ritengo utile specificare che ho generalmente assunto antipsicotici a basso dosaggio (orap massimo 2 mg, olanzapina massimo 2,5 mg) fintanto che, quando la psichiatra provò a toglierlo del tutto, in concomitanza purtroppo con un momento stressante, ho avuto una grave insonnia che è culminata in un delirio, durato una sola notte (luglio 2013). In seguito a quell'episodio l'olanzapina è stata portata a un dosaggio di 10 mg. Con questo cambiamento di dosaggio il mio umore ne ha subito risentito: mi sentivo assai spossato e demotivato, con scarsissimi stimoli. Tuttora col sycrest, sebbene la mia attenzione sia migliorata, sono molto meno brillante nei rapporti interpersonali e ho molte meno iniziative per godermi la vita. Le ossessioni sono sparite, ma non posso dire di star bene: sono sempre stato una persona vitale, e ho sempre percepito le cose con partecipazione e intensità. Anche i momenti dolorosi, sono stati la molla che mi spingeva a migliorarmi e a mettermi in gioco continuamente. Ora percepisco un grande vuoto, vivo senza infamia e senza lode e faccio una vita anonima. Ne sono consapevole, e se provo a pormi degli obiettivi non ho spunti e idee da realizzare. Non è da me. Quando conosco persone nuove, come mi sta accadendo di recente con la nuova attività di dottorato, non sono più capace di fare conversazione e di stabilire dei punti di contatto. Sul lavoro non ho molta passione, la percepisco in maniera attenuata. La mia laurea (con 110 e lode) mi ha reso felice per un giorno solo, e in maniera morigerata. Non credo di essere depresso, non ho pensieri vittimistici ecc, percepisco solo un gran vuoto, che forse è peggio di un malessere, che per mio carattere mi spingerebbe a lottare. Faccio le mie attività perchè devo e perchè non farle sarebbe peggio. Fra un mese toglierò anche gli 1.25 mg residui di olanzapina, ma non credo mi renderà più vitale.
In primavera avrò il controllo dallo psichiatra, che è al corrente della situazione e mi ha detto che parte dell'appiattimento affettivo può essere anche dovuto dall'uso a lungo termine di un farmaco serotoninergico.
Quello che vi chiedo è: è possibile che la dose di antipsicotico che prendo sia troppo alta per me e mi renda così apatico? considerando che in passato una dose più bassa mi aiutava a contenere le ossessioni senza darmi effetti collaterali, non sarebbe il caso di tornare a quei dosaggi? e in che tempi pensate sia possibile?
Grazie in anticipo e auguri
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Va considerato che il sycrest non ha efficacia chiara su sintomi psicotici sebbene sia classificato come neurolettico di nuova generazione e richieda un piano terapeutico, l'indicazione principale è il disturbo bipolare con sintomi maniacali e nella mia personale esperienza non ha mai avuto una efficacia decisa sui sintomi psicotici.

La riduzione di olanzapina ha indicazione se sono stati presenti degli effetti collaterali che ne hanno richiesto la sospensione, sebbene il farmaco possa essere sostituito con altri antipsicotici di provata efficacia.

Durante una variazione un controllo ad oltre quattro mesi appare piuttosto problematico in quanto la situazione dovrebbe essere monitorata mensilmente o poco più.

La presenza dei sintomi descritti potrebbe non dipendere dall'utilizzo dei farmaci ma da dosaggi che sostanzialmente possono non essere risolutivi.
La diagnosi di partenza deve comunque considerare che il trattamento può subire aggiustamenti nel tempo e l'uso di antipsicotici ha indicazione nei casi come il suo.

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Utente
Utente
Buonasera,
grazie per la celere risposta, su cui tuttavia ho alcune domande ulteriori.
Riguardo ai sintomi psicotici (delirio), questi sono stati circoscritti a poche ore come risultato di una estrema spossatezza derivante da un'insonnia prolungata e sono rientrati in buona parte quando sono riuscito a tranquillizzarmi, prima ancora dell'intervento del medico di pronto soccorso.
Quando parla di dosaggi non appropriati, si riferisce a un eccesso?
Grazie ancora,
A.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Mi riferisco a dosaggi probabilmente troppo bassi.

La presenza di un sintomo psicotico sebbene rientrato in poco tempo deve essere posto in attenzione. A quanto pare tale sintomo ha comunque denotato la necessità di un trattamento specifico che, ad oggi, risulta ridotto per un motivo che non mi è ben chiaro.
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Utente
Utente
Gentile dottore,
al momento dell'episodio psicotico assumevo Zarelis 150 mg e olanzapina 1,25 mg. Quando si è provato a togliere l'olanzapina ho avuto una grave insonnia che è sfociata in un delirio di un paio d'ore. In seguito a tale episodio, lo zarelis è stato subito tolto e l'olanzapina aumentata a 7,5 mg. Tuttavia avevmo molta ansia, e fobia sociale, che inizialmente si è tentato di tamponare aumentando l'olanzapina a 10 mg, ma che si è risolta solo con l'introduzione di cipralex 10 mg. Personalmente ritengo che i sintomi erano dovuti alla brusca sospensione di zarelis.
Dopo circa 3 mesi, non avendo più alcun tipo di ideazione anormale e al tempo stesso sentendomi molto sedato, la psichiatra ha ridotto l'olanzapina a 7,5 mg sempre lasciando il cipralex a 10 mg. Ho riscontrato un lieve miglioramento sull'energia (minore sedazione) senza tuttavia avere uno slancio vitale ottimale.
Nel giro di 7 mesi però, ho avuto un aumento ponderale di 15 kg, trigliceridi alti e sbilanciamento del rapporto HDL/LDL, ragion per cui la psichiatra ha scelto di cambiare con il sycrest.
Dall'episodio delirante è passato un anno e mezzo senza il minimo cenno di pensiero anormale.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
A parte il fatto che dosaggi come 1.5 o 7.5 dal mio punto di vista sono da considerarsi ridicoli, ma questa è una mia idea personale.

Comunque, l'episodio avuto può avere diverse cause, come il dosaggio di antidepressivo o la presenza di altri fenomeni.
Già precedentemente a tale episodio assumeva antidepressivo ed antipsicotico, ma se era per esempio in trattamento per ansia quale era la necessità dell'antipsicotico?

Se l'episodio è catalogato come episodio psicotico il trattamento deve essere proseguito per un periodo intero di almeno un anno senza interruzioni ed a dosaggi terapeutici (che ovviamente non sono 7.5 mg).

L'aumento ponderale può essere dovuto ai farmaci ma prima della variazione vanno attuati comportamenti che tendano alla riduzione del peso: attività fisica, dieta, valutazione metabolica etc etc etc

Dopodiché una volta stabilito che la variazione va fatta andrebbe utilizzato un antipsicotico con tale indicazione e non un farmaco che non ha indicazione a meno che non vi siano delle valutazioni che portino a pensare che la diagnosi sia diversa o vi sono altre necessità.
Da ciò che dice l'episodio che ha avuto era iatrogeno e l'utilizzo di antipsicotico era pressocchè inutile.
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