Schizofrenia fobia sociale e farmaci
salve mi chiamo fabio sono un ragazzo di 33 anni e da quando ne avevo 20 ho paura del giudizio della gente e tendo ad avere ansia depressione quando sto in mezzo alla gente. Ci sono periodi buoni e periodi di ricaduta. Il primo psichiatra a 21 anni mi ha detto che ero schizofrenico al cps di niguarda e mi ha dato il rispendal 2 mg e mi ha seguito per 4 anni. Dopo è andato in pensione e sono andato dal secondo psichiatra privato e fino ad adesso mi ha continuato a dare il rispendal ma mi ha detto subito che non ero schizofrenico e che il rispendal me lo dava come si da l aspirina a chi ha problemi al cuore e io l ho continuato a prendere. Cosi sono andato da altri 2 psichiatri a fare un consulto e tutti e due mi hanno detto che non ero schizofrenico ma che ho la fobia sociale e che tendo a evitare le situazioni. Ma sopratutto l ultimo da cui sono andato (uno studio in centro a Milano davanti a 2 psichiatri) mi ha detto che anzi non è vero che il rispendal o l abilify che il mio medico mi sta dando" si possono dare come l asprina a chi ha problemi di cuore" ma si danno a chi ha psicosi gravi appunto come la schizofrenia che a parer loro io non ho. Ora ho un dubbio il mio vecchio medico mi nasconde che sono schizofrenico o ha sbagliato la terapia.... perchè lultimo da cui sono andato mi ha detto che il farmaco che mi serve è la paroxetina che è apposta per la fobia sociale e mi ha abbassato l abilify da 15 a 10 mg. Spero di essere riuscito a spiegarmi...vorrei capire come comportarmi...a chi dare ascolto
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In effetti è difficile decidere nel suo caso a quale medico affidarsi.
Quello che è certo è che lei cambia continuamente medico, anche qui in rete, forse anche in altri siti.
Sinceramente penso che affidarsi ad un solo psichiatra del Centro di Salute Mentale vicino casa sua sia l'unica soluzione possibile.
Non ci sono elementi in questo scritto e nei precedenti da lei redatti per capire quale sia la sua diagnosi, anche perché una persona che prenda la terapia neurolettica correttamente, come pare faccia lei, può essere comunque uguale a tutti gli altri, appunto grazie alla terapia farmacologica.
Le metafore usate dai vari psichiatri, troppi, diventano contraddittorie, perché forse a loro lei dice solo una parte del suo vissuto e li vede solo poche volte.
Si affidi allo psichiatra che la segue continuativamente da più tempo presso il Centro di Salute Mentale e non cerchi continuamente soluzioni alternative. Riporti insomma a lui tutte le domande che ci ha posto e che sono senz'altro importanti.
Quello che è certo è che lei cambia continuamente medico, anche qui in rete, forse anche in altri siti.
Sinceramente penso che affidarsi ad un solo psichiatra del Centro di Salute Mentale vicino casa sua sia l'unica soluzione possibile.
Non ci sono elementi in questo scritto e nei precedenti da lei redatti per capire quale sia la sua diagnosi, anche perché una persona che prenda la terapia neurolettica correttamente, come pare faccia lei, può essere comunque uguale a tutti gli altri, appunto grazie alla terapia farmacologica.
Le metafore usate dai vari psichiatri, troppi, diventano contraddittorie, perché forse a loro lei dice solo una parte del suo vissuto e li vede solo poche volte.
Si affidi allo psichiatra che la segue continuativamente da più tempo presso il Centro di Salute Mentale e non cerchi continuamente soluzioni alternative. Riporti insomma a lui tutte le domande che ci ha posto e che sono senz'altro importanti.
Dr. Manlio Converti
[#4]
Mi rendo conto che sia frustrante questo nostro rimandare al suo psichiatra, pubblico o privato che sia... ma lei ha citato diversi consulti ed ha postulato qui in rete molti quesiti nel merito, anche simili tra loro.
Non possiamo darle, forse, la risposta che si aspetta, mi dispiace, e sicuramente ci rendiamo conto che avere una diagnosi di fobia sociale la sollevi dalla responsabilità di uno stigma grave come quello di schizofrenia, rendendo tutto sommato la stessa terapia farmacologica meno difficile da prendere ogni giorno.
D'altra parte i rapporti sociali in entrambi i casi sarebbero danneggiati, dalla patologia, dallo stesso stigma, cioè dal comportamento gravemente razzista nei confronti delle persone sofferenti psichiche, ma anche dalla sua personale capacità o incapacità a trovare ogni giorno, faticosamente, nuove relazioni sociali, nuove occasioni di vita, ancorché questo contrasti con il suo carattere.
La terapia farmacologica necessaria la aiuterà a trovare i modi di migliorare la sua vita, ma non potrà sostituirla nelle relazioni sociali, che dipenderannon comunque solo dalla sua capacità di porsi obiettivi, magari piccoli, ma continui e progresivi, di contattare nuove amcizie e mantenere rapporti stabili con loro.
Il nome della diagnosi, invece, non cambierà per nulla tutto ciò.
Non possiamo darle, forse, la risposta che si aspetta, mi dispiace, e sicuramente ci rendiamo conto che avere una diagnosi di fobia sociale la sollevi dalla responsabilità di uno stigma grave come quello di schizofrenia, rendendo tutto sommato la stessa terapia farmacologica meno difficile da prendere ogni giorno.
D'altra parte i rapporti sociali in entrambi i casi sarebbero danneggiati, dalla patologia, dallo stesso stigma, cioè dal comportamento gravemente razzista nei confronti delle persone sofferenti psichiche, ma anche dalla sua personale capacità o incapacità a trovare ogni giorno, faticosamente, nuove relazioni sociali, nuove occasioni di vita, ancorché questo contrasti con il suo carattere.
La terapia farmacologica necessaria la aiuterà a trovare i modi di migliorare la sua vita, ma non potrà sostituirla nelle relazioni sociali, che dipenderannon comunque solo dalla sua capacità di porsi obiettivi, magari piccoli, ma continui e progresivi, di contattare nuove amcizie e mantenere rapporti stabili con loro.
Il nome della diagnosi, invece, non cambierà per nulla tutto ciò.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 7.4k visite dal 16/12/2014.
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