Psicosi, stati d'ansia e aggressività
Salve, la contatto per un consulto urgente in merito alla situazione di mio fratello minore di 26 anni.
Già in età adolescenziale ha iniziato ad accusare i primi disturbi causati in tutta probabilità dalla separazione dei nostri genitori, con i primi stati d'ansia e dissociazione dalle attività scolastiche e allontanandosi dalle sue amicizie.
Nel corso degli anni si è sempre più dissociato dal mondo esterno abbandonando ogni attività senza né studiare né avendo mai lavorato, passando anni chiuso nella sua stanza davanti alla TV / videogiochi e facendo sovente uso di droghe.
Purtroppo non c'è stato un tempestivo intervento da parte dei miei genitori che, seppur non in malafede, hanno perennemente acconsentito ad ogni sua più disparata richiesta.
Nel tempo, ha inevitabilmente sviluppato delle psicosi e dei gravi problemi comportamentali (ha confidato in quei pochi frangenti in cui comunicava, stati di ansia, panico con dolori allo stomaco, allucinazioni audiovisive e forte irascibilità alternata a stati di apparente quiete).
Mia madre da quando l'ha accolto in casa ha contattato un numero infinito di associazioni che potessero aiutarlo ma, dato che al solo parlarne diventa fortemente irascibile e aggressivo ed è maggiorenne, il risultato è sempre stato inconcludente. Solo una volta siamo riusciti a portarlo davanti a un dottore del CPS, ma lo aggredì fisicamente e il dottore in questione si vide costretto a firmare un TSO urgente di una settimana (anch'esso risultato fine a se stesso).
Da qualche mese ha anche iniziato ad alzare le mani a mia madre, mandandola più volte al pronto soccorso. Durante l'ultimo episodio, il più grave, di qualche giorno fa, dopo l'ennesima richiesta di soldi non andata a buon fine, le ha stretto il collo e l'ha morsa sul petto procurandole ferite con prognosi di 7gg (è anche stato denunciato dal Commissariato di PS dopo l'ultima aggressione per violenza privata e per tentata estorsione ma a lui nemmeno questo sembra averlo fatto riflettere almeno un po')
Adesso vive da solo in un appartamento che gli è stato preso per cercare di renderlo autonomo e di responsabilizzarlo, ma ciò non ha sortito alcun effetto se non quello di presentarsi ugualmente sotto casa di mia madre e a continuare con le ossessive richieste di denaro.
Oltre che avere paura per l'incolumità dei miei genitori, sono molto demoralizzato dopo i continui fallimenti e le porte chiuse da parte delle associazioni. Il quesito che preme di più è il seguente: cosa è possibile fare sia a livello medico che giuridico in casi simili in cui un maggiorenne non accetta in modo assoluto alcun aiuto e che si rende spesso protagonista di gravi atti di violenza?
Ringrazio di cuore per il tempo e l'attenzione dedicatami, attendo un suo prezioso parere/consiglio in merito. Cordiali saluti.
Già in età adolescenziale ha iniziato ad accusare i primi disturbi causati in tutta probabilità dalla separazione dei nostri genitori, con i primi stati d'ansia e dissociazione dalle attività scolastiche e allontanandosi dalle sue amicizie.
Nel corso degli anni si è sempre più dissociato dal mondo esterno abbandonando ogni attività senza né studiare né avendo mai lavorato, passando anni chiuso nella sua stanza davanti alla TV / videogiochi e facendo sovente uso di droghe.
Purtroppo non c'è stato un tempestivo intervento da parte dei miei genitori che, seppur non in malafede, hanno perennemente acconsentito ad ogni sua più disparata richiesta.
Nel tempo, ha inevitabilmente sviluppato delle psicosi e dei gravi problemi comportamentali (ha confidato in quei pochi frangenti in cui comunicava, stati di ansia, panico con dolori allo stomaco, allucinazioni audiovisive e forte irascibilità alternata a stati di apparente quiete).
Mia madre da quando l'ha accolto in casa ha contattato un numero infinito di associazioni che potessero aiutarlo ma, dato che al solo parlarne diventa fortemente irascibile e aggressivo ed è maggiorenne, il risultato è sempre stato inconcludente. Solo una volta siamo riusciti a portarlo davanti a un dottore del CPS, ma lo aggredì fisicamente e il dottore in questione si vide costretto a firmare un TSO urgente di una settimana (anch'esso risultato fine a se stesso).
Da qualche mese ha anche iniziato ad alzare le mani a mia madre, mandandola più volte al pronto soccorso. Durante l'ultimo episodio, il più grave, di qualche giorno fa, dopo l'ennesima richiesta di soldi non andata a buon fine, le ha stretto il collo e l'ha morsa sul petto procurandole ferite con prognosi di 7gg (è anche stato denunciato dal Commissariato di PS dopo l'ultima aggressione per violenza privata e per tentata estorsione ma a lui nemmeno questo sembra averlo fatto riflettere almeno un po')
Adesso vive da solo in un appartamento che gli è stato preso per cercare di renderlo autonomo e di responsabilizzarlo, ma ciò non ha sortito alcun effetto se non quello di presentarsi ugualmente sotto casa di mia madre e a continuare con le ossessive richieste di denaro.
Oltre che avere paura per l'incolumità dei miei genitori, sono molto demoralizzato dopo i continui fallimenti e le porte chiuse da parte delle associazioni. Il quesito che preme di più è il seguente: cosa è possibile fare sia a livello medico che giuridico in casi simili in cui un maggiorenne non accetta in modo assoluto alcun aiuto e che si rende spesso protagonista di gravi atti di violenza?
Ringrazio di cuore per il tempo e l'attenzione dedicatami, attendo un suo prezioso parere/consiglio in merito. Cordiali saluti.
[#1]
Buonasera,
posso rispondere solo ad una delle sue domande in quanto non ho le competenze giuridiche necessarie per darle indicazioni in merito alla situazione legale di suo fratello.
Per quanto riguarda la gestione clinica, se non l'ha già fatto, può provare a rivolgersi al Centro di Salute Mentale della sua zona. Lì potranno darle tutte le informazioni necessarie e prendere in carico suo fratello.
Cordiali saluti.
posso rispondere solo ad una delle sue domande in quanto non ho le competenze giuridiche necessarie per darle indicazioni in merito alla situazione legale di suo fratello.
Per quanto riguarda la gestione clinica, se non l'ha già fatto, può provare a rivolgersi al Centro di Salute Mentale della sua zona. Lì potranno darle tutte le informazioni necessarie e prendere in carico suo fratello.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Tiziana Corteccioni
www.tizianacorteccioni.it
[#2]
Utente
grazie per il tempo dedicatomi,
ma per prenderlo in carico penso si riferisse nel caso in cui voglia collaborare giusto?
mi permetto di porle un ultima domanda: secondo lei da un primo punto di vista in questa situazione potrebbe essere sufficiente uno psicologo o pensa che bisognerebbe ricorrere a un percorso di natura psichiatrica con relative cure farmacologiche? (so che un parere simile andrebbe pronunciato dopo una visita vera e propria chiedo più che altro una sua valutazione generica in base a quanto raccontatole a livello medico/clinico.
grazie ancora. Buonasera.
ma per prenderlo in carico penso si riferisse nel caso in cui voglia collaborare giusto?
mi permetto di porle un ultima domanda: secondo lei da un primo punto di vista in questa situazione potrebbe essere sufficiente uno psicologo o pensa che bisognerebbe ricorrere a un percorso di natura psichiatrica con relative cure farmacologiche? (so che un parere simile andrebbe pronunciato dopo una visita vera e propria chiedo più che altro una sua valutazione generica in base a quanto raccontatole a livello medico/clinico.
grazie ancora. Buonasera.
[#3]
Ogni Centro di Salute Mentale prende in carico tutti i pazienti presenti in un dato territorio, in quanto facente parte della ASL. A tal proposito mette a disposizione dei pazienti numerose risorse (psichiatri, psicologi, assistenti sociali ecc.). Se la situazione è complessa, in quanto suo fratello rifiuta le cure, a mio parere tale servizio rappresenta quello più adeguato alla presa in carico di tale paziente.
[#4]
Dal punto di vista giuridico, una volta terminate le indagini si proporrà un procedimento a carico di suo fratello che seguirà una strada giuridica che sarà variabile a secondo della difesa che l'avvocato deciderà di intraprendere.
In ogni caso è possibile che sia poi obbligato alle cure ed a dimora obbligata.
In ogni caso è possibile che sia poi obbligato alle cure ed a dimora obbligata.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.2k visite dal 09/12/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.