Psicologico

Buonasera,leggo spesso gli aiuti che fornite in questo sito e ringrazio tutti quanti si prodigano per dare sostegno.
Scrivo perché sento di avere una grande difficoltà che da sola non sto riuscendo a gestire.La difficoltà riguarda il mio senso di libertà.Cercherò di essere concisa. Il problema lo sto vivendo con mia madre in particolari modo,sono una studentessa fuori sede e al di là della necessità che ho di stare fuori casa ho avuto sempre l'aspirazione di vivere da sola e di gestire con autonomia la mia vita anche se questa condizione nasce dal fatto che nella mia città la mia facoltà non c'è.Dico questo per dire che io non ho avuto un trauma nell'iniziare questo percorso ormai a conclusione.Ed il problema nasce proprio tra quello che aspiro e quello che realmente sono perché così libera non mi sento. Sembrerà strano nel momento in cui è luogo comune dire" quando andrai a vivere da sola avrai la tua libertà",si può vivere fuori casa e non sentire nessuna forma di libertà?Arrivo al dunque,quando mi sento con mia madre al telefono,per onestà,per correttezza,per il buon rapporto mi sento sempre di dire la verità altrimenti mi sento in colpa...bene,e che c'è di male? Nulla sembrerebbe. Ma spesso quando per esempio viene a trovarmi il mio ragazzo al pensiero di sentire mia madre mentre lui è qui o dopo,divento ansiosa e a volte preferisco pure evitare per non essere giudicata,il punto è che non so quale forma mi renda più' libera. Ho provato a dirlo e mi sono sentita come dipendere da questa angoscia per sentirmi apposto con la mia coscienza o provato a non dirlo e cio' non mi ha resa più libera ma schiava della libertà e terribilmente in colpa. Alla fine io entro veramente in tilt nel capire che nessuno dei due comportamenti,a fronte di prenderne uno,mi ha dato serenità ,lasciando sottintendere che le volte in cui non l'ho detto il 99% delle volte ho litigato con lui oppure sono stata in ansia. Ecco ,io veramente non so più cosa renda più liberi...e' una indipendenza che sa di dipendenza la mia e mi viene da impazzire, perché poi mi sento anche in colpa col mio ragazzo per come sto.Avro' anche paura di quello che può pensare mia madre se lui viene qui ok infatti ho provato a superarla dicendolo,ma quando ho provato a sentirmi più' libera non dicendolo mi sono sentita invece più debole ed ho anche sentito pentimento per non averlo detto sentendomi una canaglia. E' un cane che si morde la cosa e nel mentre io mi sento frustrata con me stessa perché ovviamente questo tocca anche altri aspetti e altri racconti che potrei fare o non fare ma questo è il problema che sento più forte. Vi prego di darmi un aiuto per capire cosa sto sbagliando e di cosa ho bisogno. capisco pure che in questa sede una persona non si può psicoanalizzare completamente ma vi ringrazio ancora perché almeno su una piccola parte delle persone ci provate. Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Una persona con temperamento "quadrato" e apprensivo di solito si sente a disagio quando le cose non sono "pari", per cui i concetti di verità, dovere, correttezza, controllo etc si fanno molto rigidi e ingombranti. La cosa è "a due" evidentemente, ovvero è anche probabile che la madre abbia caratteristiche simili alle sue, e che quindi questo scrupolo si accoppi con l'apprensività, benevola, del genitore.
Ad esempio, il genitore si sente in ansia se non chiede e non ha notizie, lei "condivide" quest'impostazione sentendosi in ansia se non risponde in maniera diretta e nasconde qualcosa. In realtà è un non-problema, nel senso che la comunicazione non prevede il fatto che due persone si dicano tutto in ogni momento come fosse un travaso di informazioni, o un resoconto. Quando si è piccoli questo ha una funzione, favorisce la vigilanza del genitore etc.
Ovviamente più avanti la cosa si fa più relativa, ma non è l'unica che tende a mantenere dei rapporti di vincolo al giudizio altrui, o al concetto di sincerità esteso alla comunicazione dei propri fatti personali.

A volte la cosa evolve da sola, se questo non accade può anche chiedere consiglio ad uno specialista sul tipo di approccio da utilizzare.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini