Ansia e disturbo ossessivo, poi depressione ... sono stanco!
Buongiorno, la mia convivenza con l''ansia e la depressione è legata alla genetica, in quanto purtroppo sono nato in una famiglia (dalla parte di mio padre) che ha alla base proplemi legati alla psichiatria, mio padre ansia e depressione bipolare, mia zia bulimia e depressione, mio cugino schizzofrenia e depressione, 2 mie cugine anoressia, ahimè non è una situazione facile infatti sono in cura da quasi 20 anni per disturbo di ansia e disturbo ossessivo (paura di vomitare) da circa 10 anni la paura di vomitare è molto diminuita ma è subentrata la depressione, non so cosa fare della mia vita non trovo conforto nelle piccole cose che faccio e soprattutto perdo la concentrazione quando leggo o tento di impegnarmi a fare qualcosa di nuovo, mi sento sempre in difetto rispetto gli altri e ho grande paura del futuro (il pensare di trovare una ragazza e farle passare quello che ha passato mia madre con mio padre mi terrorizza, botte, insulti...) ma soprattuto il pensare che se dovessi poi fare un figlio questo subirebbe tutte le problematiche che ho subito e subisco io perchè destinato ad essere un depresso.
Ad oggi la mia situazione è peggiorata negli ultimi 3 mesi in quanto mi sono "svegliato" da un torpore mentale che durava da 7 anni circa che mi faceva pensare di non avere possibilità nella vita perchè ho questa malattia senza mai pensare di poterla affrontare in altro modo se non "aspettare che migliorasse", mi sono reso conto che se non prendo in mano io la mia vita NESSUNO mi può fare cambiare le cose e per cui ho cercato di darmi da fare (forse troppo senza capire e soprattutto sapere quale sia il mio obbiettivo) iscrivendomi a corsi, sforzandomi di uscire di più con gli amici, facendo sport, però il tutto finisce sempre con un pensiero che mi passa per la testa "il non sapere se quello che ho fatto è giusto per me stesso o no, non capire cosa mi diverte cosa mi appassiona" la principale difficoltà poi sta nella stanchezza e sonnolenza data dai farmaci oltre che ad un continuo dolore alle gambe (cosce e polpacci) sono in cura con la fluvoxamina (ora sono a 250 mg giorno - 150 la sera e 100 al pranzo) e la gabapentina 100 mg la sera, purtroppo la mattina faccio fatica ad alzarmi e dalle 9 alle 12 mi colpisce una forte sonnolenza che poi migliora ma si trascina durante il pomeriggio, alla sera invece il cervello si riattiva e faccio fatica ad essere stanco per andare a dormire, questi aspetti oltre che la forte ansia mi impediscono di concentrarmi e mantenere la pazienza nel leggere, scrivere o studiare, "tutto mi risulta pesante" e non riesco a portare a termine niente.
Cosa posso fare di diverso per migliorare? i farmaci sono si degli "amici" ma non sono tutto, ho provato nell''arco della vita a essere seguito da psicologi e psicoterapeuti ma grande sollievo non l ho avuto.
Vi ringrazio per l''attenzione che mi darete
Ad oggi la mia situazione è peggiorata negli ultimi 3 mesi in quanto mi sono "svegliato" da un torpore mentale che durava da 7 anni circa che mi faceva pensare di non avere possibilità nella vita perchè ho questa malattia senza mai pensare di poterla affrontare in altro modo se non "aspettare che migliorasse", mi sono reso conto che se non prendo in mano io la mia vita NESSUNO mi può fare cambiare le cose e per cui ho cercato di darmi da fare (forse troppo senza capire e soprattutto sapere quale sia il mio obbiettivo) iscrivendomi a corsi, sforzandomi di uscire di più con gli amici, facendo sport, però il tutto finisce sempre con un pensiero che mi passa per la testa "il non sapere se quello che ho fatto è giusto per me stesso o no, non capire cosa mi diverte cosa mi appassiona" la principale difficoltà poi sta nella stanchezza e sonnolenza data dai farmaci oltre che ad un continuo dolore alle gambe (cosce e polpacci) sono in cura con la fluvoxamina (ora sono a 250 mg giorno - 150 la sera e 100 al pranzo) e la gabapentina 100 mg la sera, purtroppo la mattina faccio fatica ad alzarmi e dalle 9 alle 12 mi colpisce una forte sonnolenza che poi migliora ma si trascina durante il pomeriggio, alla sera invece il cervello si riattiva e faccio fatica ad essere stanco per andare a dormire, questi aspetti oltre che la forte ansia mi impediscono di concentrarmi e mantenere la pazienza nel leggere, scrivere o studiare, "tutto mi risulta pesante" e non riesco a portare a termine niente.
Cosa posso fare di diverso per migliorare? i farmaci sono si degli "amici" ma non sono tutto, ho provato nell''arco della vita a essere seguito da psicologi e psicoterapeuti ma grande sollievo non l ho avuto.
Vi ringrazio per l''attenzione che mi darete
[#1]
Gentile utente,
A) non sembra tolleri perfettamente la fluvoxamina
B) il disturbo di partenza è migliorato, ma non estinto
C) dalle preoccupazioni espresse comunque la tendenza a rimuginare in senso ansioso si presume ci sia ancora
Inoltre riferisce che il suo umore, la voglia di vivere non sono libere ma ancora lente e frenate.
Non so quali cure siano state fino ad oggi provate, ma in questa situazione ha senso pensare ad un'alternativa, scegliendo sempre tra quelle con funzione anti.ossessiva.
A) non sembra tolleri perfettamente la fluvoxamina
B) il disturbo di partenza è migliorato, ma non estinto
C) dalle preoccupazioni espresse comunque la tendenza a rimuginare in senso ansioso si presume ci sia ancora
Inoltre riferisce che il suo umore, la voglia di vivere non sono libere ma ancora lente e frenate.
Non so quali cure siano state fino ad oggi provate, ma in questa situazione ha senso pensare ad un'alternativa, scegliendo sempre tra quelle con funzione anti.ossessiva.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Usare i farmaci o gli psicoterapeuti come amici non è possibile, anche volendo.
Nessuno sa in ogni caso quale sia il proprio obiettivo nella vita e per certi versi la "nausea" è la normale condizione esistenziale dell'essere umano (si legga appunto "La Nausea" di J.P. Sartre).
Tutti abbiamo problemi se ci carichiamo del problema se quello che facciamo è "giusto" per noi, ma lo facciamo lo stesso, cercando in questo di trovare comunque qualcosa di gradevole, anche se non c'è.
Vivere una vita completa è l'unico obiettivo da raggiungere, e non quello di rispondere NO a dei SE... ma appunto costruire relazioni sociali e personali, di cui lei sembra privarsi inutilmente.
Nessuno sa in ogni caso quale sia il proprio obiettivo nella vita e per certi versi la "nausea" è la normale condizione esistenziale dell'essere umano (si legga appunto "La Nausea" di J.P. Sartre).
Tutti abbiamo problemi se ci carichiamo del problema se quello che facciamo è "giusto" per noi, ma lo facciamo lo stesso, cercando in questo di trovare comunque qualcosa di gradevole, anche se non c'è.
Vivere una vita completa è l'unico obiettivo da raggiungere, e non quello di rispondere NO a dei SE... ma appunto costruire relazioni sociali e personali, di cui lei sembra privarsi inutilmente.
Dr. Manlio Converti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2k visite dal 15/11/2014.
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