Reazione al minias
Ho 35 anni, maschio, nel 2000 ho avuto mio primo episodio di DAP (in prossimità dell'ultimo mio esame universitario), curato con Seroxat (1 cpr al giorno) e a tutt'oggi ne prendo metà perchè non riesco a smettere del tutto. A volte (ogni 15 giorni ca.) prendo 4 o 5 gocce di Minias quando vedo che a mezzanotte ho ancora gli occhi sbarrati e il sonno è ancora lontano da venire. Però mi succede che quando lo prendo poi mi sveglio (più o meno dopo una o due ore) di scatto in maniera assolutamente brusca, il più delle volte cacciando anche un forte urlo e con il cuore che batte a mille e che sembra che mi scoppi...
Come mai ho questa reazione quando prendo Minias? Può essere un effetto rebound? O cos può essere?
Grazie in anticipo.
Come mai ho questa reazione quando prendo Minias? Può essere un effetto rebound? O cos può essere?
Grazie in anticipo.
[#1]
Neurologo
Caro utente quello che descrive è un classico e tipico attacco di panico. Il panico notturno si manifesta in questo modo. La domanda che le faccio è:
1) Quanto spesso le capita in un mese?
2) Ne ha anche durante il giorno?
Io le consiglio di ritornare alla terapia di profilassi (Seroxat 1 cp) in quanto l'associazione con l'assunzione del Minias è legata solo al fatto che la sua ansia sta crescendo in quel momento e quindi sente la necessità del minias ma alla sua giovane età effetti paradossi da benzodiazepine sono molto più rari (di solito compaiono nell'anziano).
Ne parli col suo psichiatra di riferimento e vedrà che risolverà il problema molto semplicamente.
Cordiali saluti
Dr. Marco Mula
1) Quanto spesso le capita in un mese?
2) Ne ha anche durante il giorno?
Io le consiglio di ritornare alla terapia di profilassi (Seroxat 1 cp) in quanto l'associazione con l'assunzione del Minias è legata solo al fatto che la sua ansia sta crescendo in quel momento e quindi sente la necessità del minias ma alla sua giovane età effetti paradossi da benzodiazepine sono molto più rari (di solito compaiono nell'anziano).
Ne parli col suo psichiatra di riferimento e vedrà che risolverà il problema molto semplicamente.
Cordiali saluti
Dr. Marco Mula
[#2]
Utente
La ringrazio moltissimo per la risposta.
Si rende conto che però ci ho messo 5 anni per riuscire a dimezzare la dose (2 anni una cpr, 1 anno e mezzo tre quarti di cpr e 1 anno e mezzo finalmente metà cpr...) e adesso dovrei tornare indietro di 5 anni? Ho dovuto ridurre in maniera così graduale e lenta poichè ogni volta che riducevo di più avevo dei sintomi che neanche si immagina...(forti scosse elettriche soprattutto al braccio sx, tremori e altre amenità...).
Cordialmente.
F.
Si rende conto che però ci ho messo 5 anni per riuscire a dimezzare la dose (2 anni una cpr, 1 anno e mezzo tre quarti di cpr e 1 anno e mezzo finalmente metà cpr...) e adesso dovrei tornare indietro di 5 anni? Ho dovuto ridurre in maniera così graduale e lenta poichè ogni volta che riducevo di più avevo dei sintomi che neanche si immagina...(forti scosse elettriche soprattutto al braccio sx, tremori e altre amenità...).
Cordialmente.
F.
[#3]
Neurologo
Caro F immagino bene quello che lei può aver provato durante i suoi attacchi ma una cosa mi preme dirle: non viva assolutamente la terapia di profilassi come una sconfitta!!!!! Lei non torna indietro di 5 anni. Il suo obiettivo è una vita normale non una vita senza medicine. Quanta gente prende tutti i giorni una compressa per mantenere la pressione normale? Questo non ne fa degli sconfitti.
Non le ho chiesto se lei sta seguendo anche una psicoterapia. Io sono convinto che un approccio combinato è sempre quello vincente, soprattutto quando si parla di ridurre la terapia farmacologica. Il suo psichiatra di riferimento potrà consigliarle quella che per formazione potrebbe essere più adatta. A mio avviso una psicoterapia a indirizzo cognitivo-comportamentale potrebbe esserle di grosso aiuto.
cordiali saluti
Dr. Marco Mula
Non le ho chiesto se lei sta seguendo anche una psicoterapia. Io sono convinto che un approccio combinato è sempre quello vincente, soprattutto quando si parla di ridurre la terapia farmacologica. Il suo psichiatra di riferimento potrà consigliarle quella che per formazione potrebbe essere più adatta. A mio avviso una psicoterapia a indirizzo cognitivo-comportamentale potrebbe esserle di grosso aiuto.
cordiali saluti
Dr. Marco Mula
[#4]
Gentile utente,
al di la' delle considerazioni fatte dal collega che non condivido in modo formale.
Credo che sia opportuno fare alcune considerazioni.
Innanzitutto la dose di Minias che prende per dormire non ha assolutamente alcuna efficacia terapeutica, pertanto se necessita di dormire sarebbe il caso di parlare al suo psichiatra ed inserire una terapia ipnoinducente adeguata alla sua 'insonnia'.
La terapia con l'antidepressivo non vede alcuna indicazione clinica con mezza compressa, soprattutto con uno scalaggio cosi' lento come descrive.
Se effettivamente ha degli attacchi di panico allora la terapia va fatta completa altrimenti non ha alcun effetto reale e tutti i sintomi che descrive come effetti collaterali altro non sono che produzioni del disturbo che non e' trattato adeguatamente.
Oltretutto, sarebbe il caso che si rivolga seriamente ad uno psichiatra in quanto credo che questo miscuglio che lei fa appartiene alla autoterapia che di solito i pazienti fanno quando non vogliono piu' andare da un medico, anche solo per il continuo rivolgersi ad uno psichiatra per un disturbo che 'sembra' non ridursi.
Dopo aver iniziato una terapia realmente efficace puo' valutare una psicoterapia con una persona adeguata.
Prima di tutto cio' credo che sia necessario sottoporsi a controlli clinici che riguardino esami di routine, profilo tiroideo, elettrocardiogramma. Inoltre, sarebbe utile considerare il suo peso e una possibile valutazione di apnee notturne (cio' puo' valutarlo prima il suo medico di base).
Qualunque altro discorso che prenda in considerazione la sua terapia e' completamente fuori luogo.
Attualmente la sua terapia farmacologica e' del tutto inefficace.
La saluto cordialmente
F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
al di la' delle considerazioni fatte dal collega che non condivido in modo formale.
Credo che sia opportuno fare alcune considerazioni.
Innanzitutto la dose di Minias che prende per dormire non ha assolutamente alcuna efficacia terapeutica, pertanto se necessita di dormire sarebbe il caso di parlare al suo psichiatra ed inserire una terapia ipnoinducente adeguata alla sua 'insonnia'.
La terapia con l'antidepressivo non vede alcuna indicazione clinica con mezza compressa, soprattutto con uno scalaggio cosi' lento come descrive.
Se effettivamente ha degli attacchi di panico allora la terapia va fatta completa altrimenti non ha alcun effetto reale e tutti i sintomi che descrive come effetti collaterali altro non sono che produzioni del disturbo che non e' trattato adeguatamente.
Oltretutto, sarebbe il caso che si rivolga seriamente ad uno psichiatra in quanto credo che questo miscuglio che lei fa appartiene alla autoterapia che di solito i pazienti fanno quando non vogliono piu' andare da un medico, anche solo per il continuo rivolgersi ad uno psichiatra per un disturbo che 'sembra' non ridursi.
Dopo aver iniziato una terapia realmente efficace puo' valutare una psicoterapia con una persona adeguata.
Prima di tutto cio' credo che sia necessario sottoporsi a controlli clinici che riguardino esami di routine, profilo tiroideo, elettrocardiogramma. Inoltre, sarebbe utile considerare il suo peso e una possibile valutazione di apnee notturne (cio' puo' valutarlo prima il suo medico di base).
Qualunque altro discorso che prenda in considerazione la sua terapia e' completamente fuori luogo.
Attualmente la sua terapia farmacologica e' del tutto inefficace.
La saluto cordialmente
F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#5]
Utente
Gent.mo dott. Ruggiero, Le posso assicurare che se salto un giorno di seroxat (mezza cpr al giorno), sento in maniera assolutamente inequivocabile e oggettiva dei sintomi simili a quelli dell'astinenza (le sensazioni sono veramente difficili da esprimere a parole, sono però assimilabili a sensazioni molto fisiche di angoscia, sensazioni tipo di formicolio "strano" che parte dalle punte dita delle mani o dal fondo della schiena e si irradia in un millesimo di secondo in tutto il corpo, ecc.); e Le assicuro anche che non è autosuggestione, cioè non è che quando non posso prendere la mezza pastiglia mi spavento e mi accade quanto descritto sopra o che comunque mi accade quando mi rendo conto che no l'ho presa. Al contrario c'è una corrispondenza biunivoca e oggettiva tra le volte che non la prendo per un giorno questa mezza pastiglia e i sintomi e ciò l'ho verificato anche quando magari non sapevo se l'avevo presa o no.
Comunque nella letteratura medica mi sembra che siano ormai palesati i sintomi di astinenza della paroxetina, o sbaglio?
Tiroide, ecg, peso : tutto ok.
Ho quasi costantemente mal di schiena e dolori muscolari (tipo fibromialgia)
Apnee notturne forse (chi è che le diagnostica?)
Cordialmente.
Fabrizio.
Comunque nella letteratura medica mi sembra che siano ormai palesati i sintomi di astinenza della paroxetina, o sbaglio?
Tiroide, ecg, peso : tutto ok.
Ho quasi costantemente mal di schiena e dolori muscolari (tipo fibromialgia)
Apnee notturne forse (chi è che le diagnostica?)
Cordialmente.
Fabrizio.
[#6]
Psichiatra
Gentile Fabrizio,
molto è stato già precisato dai colleghi che mi hanno preceduto.
Anche io ritengo che sia assolutamente inefficace la quantità di paroxetina assunta e che riaumentarne la somministrazione non rappresenta assolutamente una sconfitta. Alla terapia farmacologica va comunque abbinata una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Una molecola che, nella mia esperienza, funziona molto bene nell'insonnia è l'Estazolam, ma deve essere prescritto dal suo medico di fiducia.
La suto cordialmente.
Dott. Valerio Giannattasio
molto è stato già precisato dai colleghi che mi hanno preceduto.
Anche io ritengo che sia assolutamente inefficace la quantità di paroxetina assunta e che riaumentarne la somministrazione non rappresenta assolutamente una sconfitta. Alla terapia farmacologica va comunque abbinata una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Una molecola che, nella mia esperienza, funziona molto bene nell'insonnia è l'Estazolam, ma deve essere prescritto dal suo medico di fiducia.
La suto cordialmente.
Dott. Valerio Giannattasio
[#7]
Gentile utente,
concordo con quanto detto in precedenza dai miei colleghi e aggiungo che da quanto riporta lei (soprattutto per quanto riguarda i sintomi di "astinenza" da paroxetina) sembra che in questo momento stia soffrendo di una riacutizzazione del disturbo d'ansia di cui soffre.
Credo anche io che sia il momento di aumentare nuovamente la posologia del farmaco (seroxat) contattando nuovamente il curante che glielo ha prescritto.
Credo altresì che in contemporanea debba iniziare una psicoterapia che la possa aiutare a sostenere il processo di guarigione più a lungo.
cordiali saluti
Dott. Gianmaria Zita
concordo con quanto detto in precedenza dai miei colleghi e aggiungo che da quanto riporta lei (soprattutto per quanto riguarda i sintomi di "astinenza" da paroxetina) sembra che in questo momento stia soffrendo di una riacutizzazione del disturbo d'ansia di cui soffre.
Credo anche io che sia il momento di aumentare nuovamente la posologia del farmaco (seroxat) contattando nuovamente il curante che glielo ha prescritto.
Credo altresì che in contemporanea debba iniziare una psicoterapia che la possa aiutare a sostenere il processo di guarigione più a lungo.
cordiali saluti
Dott. Gianmaria Zita
[#8]
Gentile utente,
mi sono astenuto per qualche giorno dal rispondere alla sua richiesta in quanto ho preferito attendere le risposte dei colleghi che giungono alla mia stessa conclusione, pur non conoscendoli.
Pertanto, la invito a far rivalutare la sua condizione da uno psichiatra di sua fiducia.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
mi sono astenuto per qualche giorno dal rispondere alla sua richiesta in quanto ho preferito attendere le risposte dei colleghi che giungono alla mia stessa conclusione, pur non conoscendoli.
Pertanto, la invito a far rivalutare la sua condizione da uno psichiatra di sua fiducia.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 32.6k visite dal 14/12/2005.
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