E' "semplice" ansia o cos'altro

Sono una ragazza di 25 anni.Sono sempre stata un soggetto emotivo e ipocondriaco sulle malattie e sulla morte,ma nell'ultimo anno sento di aver toccato il fondo poichè non sono più serena e felice.Tre anni fa,ho perso mio padre.Vorrei capire se può essere stato tutto questo ad influire sulla mia serenità,anche a distanza di tempo.Ho scoperto che mio padre era malato il giorno dopo il mio 22esimo compleanno,mia madre mi ha subito detto che aveva un tumore e l'aveva detto solo a me(ultima di tre figli, di cui una incinta in quel periodo).Mio padre fu operato ma il tumore era già esteso e poichè all'epoca ne capivo ben poco,nonostante la paura era tanta ero fiduciosa.Con i dottori parlavo sempre io.Mia madre diceva che io capivo meglio.Con lui in ospedale, per aiutarlo c'era lei,ma quando è ritornato a casa lui mi confidava di avere paura e mi chiedeva se ce l'avesse fatta.Ero io a tranquillizzarlo.Quando ha dovuto riprendersi prima delle chemio gli toglievo io i lavaggi perchè lui voleva così.In quel periodo studiavo anche per un esame importante.Poi la situazione è degenerata.Pronto soccorso e dottori che mi hanno sbattuto in faccia la verità:che non si poteva risolvere proprio nulla.Li ebbi un crollo ma ero sempre fiduciosa fino a quando mio padre non è finito.Non sono stata una tipa da urla e pugni contro il muro anche se ho pianto tanto.Subito dopo la sua morte mi sono buttata sui libri e c'era il mio nuovo nipotino a darmi forza.Ho dato 6 esami e scritto una tesi in 5 mesi,mi sono laureata e stavo bene.Un mese di relax e poi ho iniziato un lavoretto per un annetto circa come commessa e andava tutto ok.Il negozio però chiuse e io ho perso il lavoro.Da quel momento il panico:mi diagnosticavo tutte le malattie possibili,ero sempre giù di morale e ansiosa.Così ho sofferto di una forte gastrite e ci siamo trasferite io e mia madre più vicino a parenti e al mio fidanzato (molto presente da 10 anni).Sembrava andare meglio ma la vita di città,il cambiamento e forse la presa di coscienza totale mi ha fatto crollare ulteriormente.Ho trovato un lavoro solitario,di ufficio che non mi ha aiutato perchè in sostanza non faccio nulla.Non mi sento soddisfatta neanche per questo.Sto fuori tutto il giorno per pochi euro al mese e faccio quasi nulla.Un nulla che neanche mi piace.Sto cercando altrove ma niente.Vorrei lasciare il lavoro per prendermi tempo per me,per la mia salute mentale ma ho paura di essere giudicata,soprattutto da mia madre che è solo per il lavoro.In quest'anno mi hanno visitata diversi specialisti(neurologo incluso) che mi ha detto che era stress.Ci andai per diversi dolori al corpo e senso di confusione;temevo il peggio.Ho avuto un risveglio di buon umore in estate e ora ritorna l'ansia.Venire in ufficio è un'angoscia.Sono andata dalla psicologa per un periodo ma dice che l'unico problema è che non ho amici per svagarmi.Continuo a diagnosticare malattie ma la paura più grande è non riuscire più a essere serena e che é la testa a nn funzionar
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Gentile utente,

Ma dopo questi passaggi dai medici presumo che le abbiano indicato una cura da seguire, o no ? La diagnosi si può ipotizzare, anche se "stress" è un termine che non significa granché. Le è stato detto che soffre di depressione, di ipocondria, di un disturbo "psicosomatico", qualcosa di più preciso di stress ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gent.le Dottore, no. Hanno parlato di stress e di ansia dovuta ai cambiamenti e alla situazione vissuta. Seguire una cura con i farmaci data la giovane età non è stato ritenuto opportuno per ora. E se potessi evitare farmaci, sarebbe meglio infatti. Ora ad esempio ho avuto una mattinata più impegnata e va meglio. Quando sto del tutto senza fare nulla, da sola in una stanza (a lavoro) mi prende l'angoscia.
Sono io che temo eventuale psicosi e simili. Loro mi hanno sempre detto che era qualcosa di facilmente affrontabile con uno spirito positivo. Mi fu data solo una tisana per dormire meglio. Ma a dormire non ho più problemi. Sono diventata che qualsiasi cosa leggo o sento temo di averlo o farlo anche io. Lessi un libro che parlava di violenze sui bambini e iniziai a temere che potessi fare cose simili ma in realtà io ero consapevole che non l'avrei fatto. Adoro i bambini e non ho assolutamente interesse sessuale deviato per loro. La mia insicurezza mi portava a fissare le ragazze più carine di me in giro e pensavo che potessi essere interessata a loro quando sono certa della mia eterosessualità. Se penso a questi due episodi ora, sorrido perchè so che non è così. Ma a suo tempo sono stati motivo di forte ansia e paura che qualcosa in me non andasse per il semplice fatto che la mia mente si fissasse. Forse solo per non pensare ad altro (?). Così mi è stato detto. Come se volessi reprimermi di vivere. Adesso sto pensando ad un progetto tutto mio e l'entusiasmo mi sta tornando. Si tratta di aprire un negozio e mi sento più viva al pensiero di poter fare qualcosa che mi piace. Vado un pò a momenti. Spero tanto non sia nulla di grave. Può esserci correlazione con la perdita di mio padre? Lei ipotizza qualcosa di "importante"?
La ringrazio comunque per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
"Seguire una cura con i farmaci data la giovane età non è stato ritenuto opportuno per ora. "

Che cosa bizzarra, quindi si curerebbe così solo chi si è aggravato, se i disturbi hanno la caratteristica di iniziare in giovane età.

Chiederei un secondo parere e mi farei dare una cura.
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