Cambio terapia

Gent dottori, sono Maschio 42 anni ,dall'eta di 24 anni soffro di ADP, curati con psicoterapia e Xanax, con momenti di benessere e recidive, che sono state curate all'eta di 30 anni con antidepressivi e ansiolitici e come diagnosi il neuropsichiatra mi dice: Sindrome da ADP, con sindrome ossessiva nevrotica per le malattie.
A tal proposito mi viene prescritto Zoloft e Xanax che assumo con ottimi risultati per 4 anni, poi non funzionando piu mi viene sostituito con Paroxetina per altri 5 anni dove ho un notevole benessere e miglioramento ma mai una guarigione completa nonostante la psicoterapia.
Ultimamente dopo inefficacia della paroxetina circa un anno fa inizia una calvario, nel senso che mi viene da prima riproposto il ritorno a Zoloft per due mesi ma non funziona, poi mi viene proposto il Cymbalta ma in un mese devo sospenderlo perche mi causa una secchezza e irritazione tale alla gola che non riesco piu nemmeno a parlare. Mi viene allora riproposto di tornare alla Paroxetina che aveva funzionato bene ma intanto non ho miglioramenti, sto male o sempre paura che mi capiti qualcosa di brutto, faccio analisi in continuazione, vado in prontosoccorso per attacchi di dispepsia funzionale notturna con tachicardia e sensazione che la testa vada in tilt e non riesca a concentrarmi. Ultimamente e precisamente 10 giorni fa sono tornato dallo Psichiatra perche nonostante ne abbia provato degli altri e l'unico che mi conosce da 18 anni ed e lunico di cui ,abbia ancora un dieci per cento di fiducia ,anche se poca. In ogni caso mi viene da lui proposto piu volte di passare ad una molecola mai provata, la Fluoxetina, il vecchio Prozac, io subito ho molta paura perche sono un libro di medicina e so che la Fluoxetina e piu intossicante a causa della sua lunga emivita ecc ecc. In ogni caso dopo due o tre incontri accetto e mi prescrive il seguente schema:
Terapia attuale Daparox gocce da 15 scalare a 10 e introdurre 10 mg di Prozac
Dopo 3 giorni passare a 7 di Daparox continuando sempre il prozac a 10 mg
Dopo altri 3 gg passare a 4 di daparox mantenendo sempre il prozac a 10 mg
All' ottavo giorno aumentare il prozac a 15 mg per una settimana e poi passare a 20 mg nel frattempo sospendere daparox.
Io ho iniziato questo schema subito piu fiducioso e sono arrivato oggi all'ottavo giorno ad aver finito con la paroxetina e aver aumentato a 15 mg il prozac ma sto continuando a dire al mio psichiatra che mi sento peggio di prima.
E come se il mio cervello fosse in tilt, non avessi nemmeno voglia di parlare, fossi privo di emozioni e accompagnato tutto il giorno da un senso di astenia credo o di sensazione di malessere generale sul fisico e poche forze. Nonostante cio il mio specialista che devo rivedere domani sostiene di proseguire con 15 mg ancora e poi 20 mg ma io non sono piu fiducioso perche vedo che questo prozac piu che attivarmi sembra mi stia distruggendo di piu e non comprendo il perche di questo adirittura peggioramento. Grazie
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
"E come se il mio cervello fosse in tilt, non avessi nemmeno voglia di parlare, fossi privo di emozioni e accompagnato tutto il giorno da un senso di astenia credo o di sensazione di malessere generale sul fisico e poche forze."

- Sono verosimilmente i sintomi della malattia + effetti di passaggio da un farmaco ad altro e gli effetti iniziali (normalmente transitori) della Fluoxetina.

La Fluoxetina (Prozac) non deve attivarLa, ma deve ridurre i sintomi di malattia. Non può dare i propri effetti terapeutici in otto giorni, ma ci vuole qualche settimana (e non a partire dal primo giorno che Lei ha iniziato a prendere il farmaco, ma a partire da quando inizia ad assumere la dose potenzialmente efficace, la quale potrebbe essere di 20 mg..., ma potrebbe essere anche maggiore). L'emivita del Prozac (Fluoxetina) è anche più lunga degli altri farmaci della stessa categoria (SSRI), e dunque il tempo di latenza della comparsa degli effetti terapeutici talvolta può essere più lungo (ma anche quando è "breve", non parliamo dei giorni, bensì delle settimane).

E' frequente che all'inizio di assunzione di un farmaco antidepressivo la persona si sente peggio, in particolare nel caso delle Sue diagnosi. Spesso si tratta dei sintomi collaterali transitori del farmaco. Ma oltre a questo sorge anche il problema del compenso insufficiente della malattia in tale periodo transitorio. Come accennavo prima, lo scopo di una buona terapia farmacologica non è di "attivare" Lei; ora il primo scopo dovrebbe essere ridurre i sintomi di malattia, in particolare ridurre il livello dell'ansia (che è quella che La imprigiona). A tale scopo, nel periodo di transizione come questo si ricorre ai farmaci ansiolitici (come lo Xanax o un altro ansiolitico), ovviamente sempre sotto prescrizione e monitoraggio dello specialista.

In poche parole, ad oggi, oltre all'antidepressivo (gli effetti del quale bisogna avere la pazienza ad aspettare), nella terapia serve anche un ansiolitico, ad un giusto dosaggio, il quale, nelle dosi giuste, dà l'effetto necessario quasi da subito.

Gli ansiolitici presentano il problema dell'assuefazione e della dipendenza che possono instaurarsi se vengono assunti per tempi troppo lunghi; ma noi ora non parliamo dei tempi lunghi, ma di questo periodo, nel quale l'ansiolitico risulta spesso essenziale. In seguito, quando l'antidepressivo inizierà a funzionare in modo ottimale, l'ansiolitico dovrà essere ridotto e sospeso gradualmente.

Lei sta assumendo anche un ansiolitico ? quale ? a quale dosaggio ?
Se no, vedo importante parlarne con il Suo specialista.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gent, Dottore,
Grazie della risposta, si sto gia assumendo l'ansiolitico e sempre lo Xanax da 0,5 x tre compresse al giorno,ma e diventato adesso col cambio della terapia un circolo vizioso, perche l'ansiolitico calmerebbe un pochino l'ansia, che pero io non ho nemmeno tanto, quello che piu mi e venuto e questo ottundimento in testa, chiamiamolo cosi delle emozioni e della sensazione di essere in tilt ,ed e questo effetto che a sua volta mi innesca insieme anche alla mia ipocondria uno stato di ansia adirittura che il farmaco in questione possa farmi piu male che bene sentendomi cosi....
Immaginavo che forse il Prozac sarebbe stato anche piu lungo nel dare i suoi effetti,ma la mia paura anche e se non dovesse darli e dovessi continuare anche dopo tre settimane a sentirmi cosi e dover ricominciare da capo con un altro farmaco ,magari ancora piu complicato da inserire dato lal lunga durata del prozac.
La ringrazio molto.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
"ottundimento in testa, chiamiamolo cosi delle emozioni e della sensazione di essere in tilt" - potrebbero essere gli effetti collaterali iniziali dell'antidepressivo, ma l'ansiolitico potrebbe attenuare anche questi fenomeni.

Non bisogna sottovalutare la parte prettamente "ansiolitica"/ "sintomatica" della cura. Gli ansiolitici hanno diverse proprietà utili (non solo la riduzione dell'ansia, ma anche azione miorilassante, talvolta azione simil-antidepressiva, e, nel complesso una moderazione degli effetti serotoninergici degli SSRI talvolta così pronunciati ai primi tempi); e diversi ansiolitici hanno queste proprietà in modo leggermente diverso. E conta anche la dose, ed il grado di assuefazione al farmaco.

Capisco le Sue preoccupazioni rispetto all'antidepressivo stesso, ma su questo è inutile preoccuparsi, bisogna provare. Soprattutto sarebbe molto sbagliato prendere le decisioni affrettate, in balia alla preoccupazione, al dubbio, all'impazienza. Anche Fluoxetina (Prozac) potrebbe essere efficace sui Suoi disturbi. E' stato il primo SSRI largamente usato e all'epoca, come SSRI, esisteva solo quello e la gente anche con il Suo disturbo riusciva a stare meglio con questo farmaco. Dimenticavo... c'erano anche gli ansiolitici (ai quali fra poco torniamo).

Piuttosto che preoccuparsi delle domande alle quali non si può avere ancora delle risposte definitive (come: sarà efficace con Lei il Prozac o no?),
ora è molto più importante non trascurare gli altri aspetti:

- la tollerabilità del farmaco

- la terapia ansiolitica

1) la tollerabilità del farmaco: il farmaco può essere potenzialmente efficace, ma poco tollerabile, come è stato con Cymbalta. Dunque, Le consiglio di stabilire domani assieme con il Suo specialista la durata di un periodo di osservazione alla fine del quale decidere se Lei può tollerare questo farmaco (Prozac) o no. Normalmente, se si tratta dei sintomi iniziali transitori, questi tendono ad attenuarsi progressivamente (per valutare se è così ci vuole tale periodo di osservazione). E se i sintomi rimangono costanti senza attenuarsi per settimane, allora probabilmente Lei non può tollerare questo farmaco, a prescindere se sarebbe efficace o no sulla malattia da curare.

2) la terapia ansiolitica non va sottovalutata, assolutamente no. In particolare in questo periodo quando Lei non ha ancora gli effetti terapeutici sufficienti dell''antidepressivo e nel dubbio se potrà tollerarlo o no. La terapia ansiolitica è importante perché questa anche da sola, senza gli antidepressivi, può compensare in gran parte la Sua malattia. Ovviamente non sarebbe una soluzione definitiva, non sarebbe una soluzione a lungo termine, non sarebbe la più ottimale fra le soluzioni, ma talvolta è una soluzione salvavita...

Scrivo "terapia ansiolitica", ma in realtà i farmaci di questa categoria non hanno le proprietà solo strettamente ansiolitiche, come ho spiegato prima.

I diversi farmaci "ansiolitici" hanno le proprietà talvolta sensibilmente differenti. E, quello che è anche molto importante, dopo un uso prolungato di un determinato "ansiolitico", come lo Xanax, ad esempio, tale farmaco perde un po' l'efficacia, e bisogna anche valutare se è il caso di modificare (eventualmente aumentando) la dose.

Secondo me, la Sua attuale terapia con Xanax potrebbe non essere ottimale. Ne parlerei con il Suo psichiatra domani:

- potrebbe essere che non funziona come prima e ci vogliono le dosi leggermente maggiori (perché, se funzionasse, Lei non sarebbe tanto preoccupato come ora; anche le preoccupazioni possono essere sane oppure esagerate);

- dall'altra parte potrebbe essere che l'ansiolitico contribuisca ad alcuni sintomi negativi che Lei ha ("ottundimento in testa, chiamiamolo cosi delle emozioni"), a causa dei propri effetti anestetici; questo è poco probabile, perché Lei assume lo Xanax da tempo ed il Suo organismo avrebbe dovuto già essere meno sensibile a tale farmaco, ma se le dosi di Xanax sono state aumentate di recente, allora è più possibile; insomma: anche questo è d valutare.

- potrebbe anche essere che lo Xanax (principio attivo: Alprazolam) non è il più ottimale per Lei fra gli ansiolitici in questo periodo...

Lo Xanax (Alprazolam) ha il tipico effetto pronto ma breve e col tempo (con anni) tale effetto potrebbe essere ancora più breve, esponendo la persona alle fluttuazioni dello stato d'animo durante la giornata (quando l'effetto finisce, quando viene assunto di nuovo). Esistono gli ansiolitici che hanno una durata d'effetto più prolungata, un effetto più stabile nell'arco della giornata. Questi ultimi ansiolitici (che il Suo specialista deve conoscere) tipicamente hanno anche un maggior effetto "miorilassante" rispetto allo Xanax. Tale effetto miorilassante forse potrebbe essere utile per attenuare le sensazioni che Lei avverte, nel caso nel quale è presente una componente "tensiva" e una maggiore irritabilità muscolare (che sono effetti collaterali tipici di SSRI).

Anche la "forza" dell'effetto sedativo-ansiolitico: lo Xanax (Alprazolam) è considerato un farmaco "dolce" da questo punto di vista, ma ci sono ancora più "dolci" e altri, - più "forti".

Ad alcuni farmaci "ansiolitici" sono stati attribuite anche le proprietà "simil-antidepressive". Il concetto è abbastanza discutibile, ma di fatto molti pazienti avvertono un effetto di benessere assumendo questi farmaci... Fra questi è considerato anche lo Xanax, ma non solo, anche alcuni altri farmaci di questa classe.

(sono tutti gli aspetti i quali Le consiglio di valutare domani assieme con il Suo specialista).
[#4]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Buongiorno dottore voleva aggiornarla sulla mia situazione e chiedere un consiglio.
Sono tornato dallo psichiatra una sertimana fa circa e dopo avergli spiegato tutto mi ha aumentato il dosaggio a 20 mg di prozac e detto di continuare. Adesso sono 16 gg che assumo il prozac di cui con oggi 7 a dosaggio di 20 mg .
Non ho notato nessun beneficio anzi a me sembra di stare peggio, uno perche ho anche la paura del farmaco nuovo adesso, due perche sembra accentuare di piu le mie paure per le malattie nel senso ma questo anche prima che non mi sento per niente tranquillo e ogni sintomo e come fosse arrivata l'ora che capiti qualcosa di brutto. Prendo anche xanax 0'5 per tre e lexotan al bisogno.
Pero non riesco a stare da solo ho sempre bisogno di ho lavorare con qualcuno o stare in compagnia di qualcuno, ho sempre malessere generale ,ma questo anche prima solo che ora sembra piu accentuato ,e sensazione di svenire. Sono sei mesi che passo un calvario perche ho iniziato 6 mesi fa con dispepsia funzionale ho spesso diarrea ho fatto una gastroscopia negativa esami per celiachia negativi e il gastroenterologo dice che viene dal mio sistema nervoso ma io continuo nonostante il prozac ad avere costantemente paura di qualcosa di brutto.
E un anno che ho sviluppato disequilibrio soggettivo dicono e anche questo incide ho fatto una miriade di esami tra cui pot evocati ,nistagmografia,prove audiometriche visite otorino risonanza magnetica del pacchetto auricolare tutto negativo. Solo negli anni la risonanza dell'encefalo a evidenziato nelle corone radiate focolai di segnale alterato riconducibili a gliosi di significato aspecifico ,scoperti per caso 12 anni fa con ultimo controllo un anno fa senza sostanziali differenza.
Detto cio per raccontarle in breve la mia storia sento che a oggi dopo 16 gg il prozac non mi ha aiutato per niente e ho paura a continuare a prenderlo secondo lei e ancora presto per giudicare? Ha ragione il mio psichiatra che dice di continuare? Il fatto e che prima almeno nello stare male trovavo almeno un momento per stare leggwrmente meglio adesso nemmeno quello. E la notte mi sveglio a volte alle 4 poi alle 5 sono stanco ma mi sembra di non avere sonno con in piu una specie di ansia interna che a sua volta mi fa pensare a qualcosa di brutto o a effetti negativi del farmaco che non conosco su di me.
La ringrazio cordiali saluti
Ps la mia tentazione sarebbe dichiedere di interrompere e riprendere un ssri vecchi gia sperimentato ma non funzionavano piu
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
per quanto riguarda il tempo di latenza dell'effetto terapeutico dell'antidepressivo, si tiene il conto dei giorni a partire dell'inizio di assunzione della dose potenzialmente efficace (20 mg), dunque sono solo 7 giorni - una settimana (mentre il periodo di latenza - ovvero dell'attesa dell'effetto - può arrivare anche a quattro - sei settimane).

Ma non è detto che la dose efficace per Lei è quella di 20 mg... Tenendo conto del peso corporeo e delle caratteristiche del disturbo, la dose ottimale potrebbe essere anche maggiore (sarebbe importante consultarsi a proposito la prossima volta con il Suo psichiatra), e dunque solo a partire dal primo giorno con la dose ottimale che si inizierà il conteggio del tempo di latenza.

Prima di tali tempi non si può concludere che il farmaco è inefficace.

Nell'arco di tale periodo non è atteso però che le cose rimangono come sono, perché nel frattempo gli effetti collaterali iniziali dovrebbero diminuirsi progressivamente, ed è importante riuscire a capire se sta succedendo o no.

Anche perché, se gli effetti collaterali permangono, conviene andare piano con l'aumento del dosaggio o aspettare di aumentarlo.

La persona può avere la difficoltà a riconoscere questi lievi cambiamenti iniziali, se i sintomi collaterali sono molto simili a quelli della malattia che si sta curando.

Un possibile indice può essere l'entità di ricorso alla terapia ansiolitica al bisogno (Lexotan): se Lei ne ricorre meno di prima, potrebbe significare che sta leggermente meglio e viceversa.

Può aiutare anche la visita dallo specialista cercando di avvalersi dalla valutazione di lui che forse su alcuni dei sintomi è più obbiettiva della nostra propria.

Inoltre, sottolineo che forse la terapia ansiolitica (anche con 0,5 mg di Xanax per tre) potrebbe non essere sufficiente, e, piuttosto dell'aggiunto della terapia ansiolitica anche al bisogno (Lexotan), forse ci vogliono le dosi maggiori della terapia ansiolitica regolare, oppure anche l'aggiunta di un ansiolitico diverso da assumere in modo regolare e/o una terapia ipnoinducente con un farmaco in più (né lo Xanax, né il Lexotan sono i farmaci abbastanza forti come ipnoinducenti).

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Nel frattempo, lasciando all'antidepressivo di lavorare, mi chiederei come mai gli antidepressivi che Lei ha già assunto in passato non funzionavano più ?

Potrebbe trattarsi del peggioramento della malattia la quale tali farmaci non riuscivano a contenere più; in tal caso l'antidepressivo diverso, tendenzialmente più forte, come la Fluoxetina (Prozac) potrebbe essere una soluzione, ma conta anche la dose: forse, per essere efficaci, ci volevano le dosi maggiori di tali farmaci, ed ora ci vogliono comunque le dosi maggiori del Prozac ?

Può anche essere che la malattia nel frattempo non solo si è aggravata, ma ha cambiato la propria natura. Lei scriveva in uno dei consulti che sembrava di giovare di una terapia antiinfiammatoria... - potrebbe essere una cosa da rivalutare.

Se uno dei componenti della malattia è anche neurologico, allora il ritorno agli altri anti-depresssivi (che Lei ha già assunto) non risolerebbe il problema.

Anche se gli esami sono negativi, questo non vuol dire che il problema è solo psichico. Non bisogna fare gli esami sugli esami, perché questo atteggiamento solo peggiora il Suo disturbo psichico e non sempre porta ai risultati; piuttosto bisogna che se ne occupa uno specialista che sa non solo guardare gli esami: può chiedere al Suo psichiatra di farLe un esame obbiettivo neurologico lui ?
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Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Buonasera e grazie delle risposte, lo specialista dove vado e specializzato in Neuropatologie e Psichiatria , mi ha eseguito l'esame obbiettivo neurologico piu volte nel corso del tempo, anche per cercare di rassicurarmi e a detto che e sempre assolutamente negativo.
Inoltre oggi dopo pranzo ho cominciato ad avere anche la lingua patinata, non e la prima volta, ma associata anche a una nausea. Ho richiamato il mio specialista e mi ha detto di assumere un antinausea tipo plasil o motilex in ogni caso credo e spero sia legata al mio stato ansioso alla dispepsia funzionale e al po di reflusso di cui soffro e non ad altro piu grave o al farmaco Prozac? Possibile dopo piu di due settimane? Solo il fatto di avere questo sintomo mi innesca uno stato di malessere generale allarmismo ecc ecc.
In ogni caso lo psichiatra che mi ha rivisto oggi ritiene che il prozac non ha ancora raggiunto il livello massimo di concentrazione e di continuare con 20 mg almeno ancora per altri 10 gg ma io sono preoccupato come ho detto anche a lui anche degli effetti negativi o collaterali della sostanza del farmaco.

La ringrazio.
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