Disturbo paranoide
Buongiorno, scrivo perchè sono disperata. Il mio ragazzo ha tratti pesanti di disturbi paranoici ( diagnosticati). Sembrava innamorato perso, tanto che dopo pochi mesi ha voluto prendere casa con me . Quando uscivamo dovevo vestirmi coperta perchè diceva che se qualcuno mi guardava rischiava di picchiarlo. Abbiamo preso casa insieme, poi dopo un mese ha detto che io non ero piu come all inizio. Cosi ha deciso di allontanarsi da me, se ne è andato di casa, perchè io mi sono permessa di mandare un messaggio a un mio ex fidanzato per chiedergli se sua madre si era ripresa dall'intervento al cuore. Premetto che era solo un messaggio innocente con risposta altrettanto innocente. Dopo che se ne è andato abbiamo continuato a sentirci e lui ha detto che la colpa di tutto era mia, mi ha lasciato da pagare l'affitto e ha detto che dovevo far finta di niente e che potevamo rimettere le cose a posto, che tra qualche mese saremo tornati a vivere insieme ma che ora non se la sentiva. Nel frattempo continuava a mostrare iper gelosia e controllarmi con chi messaggiavo etc etc. Premetto che io ho 31 e lui 32 anni. La nostra era una storia perfetta, anche se io ho smesso di vestirmi come volevo, per non infastidirlo, e di frequentare la maggior parte delle mie amiche. Però non mi interessava, perchè lui viveva con me e sembrava innamorato perso. Ha detto che da quando siamo andati a vivere insieme ero cambiata e non gli davo piu le attenzioni dell inizio, per questo era andato via di casa, per farsi ascoltare da me. Poi però non se la sentiva di tornare subito; lasciandomi tutto da pagare, non ho potuto far altro che lasciare la casa e tornare dai miei, lui è tornato dai suoi. Pero' pretendeva di sentirci al telefono, e che io mi mostrassi serena e tranquilla, "come all'inizio" diceva lui. Ora, io stavo andando giù. Volevo morire, perchè lui era l'amore della mia vita, ma non riuscivo proprio a fare buon viso a cattivo gioco e a ignorare il fatto che lui da un giorno all'altro ha abbandonato me e la nostra casa . Premetto che è un ragazzo serio, buono, dolcissimo. Ora mi dica: dopo che gli ho detto che per ora non mi va più di sentirlo perchè non riesco a ignorare il torto subito, c'è la possibilità che lui, vedendo che mi ha perso, rinsavisca, si metta in discussione e decida di tornare sui suoi passi o per lo meno di vedere uno psicologo ? Lui è a conoscenza dei tratti del suo disturbo. Secondo lei c'è la possibilità che capisca di aver sbagliato a lasciarmi cosi da un giorno all'altro ? La nostra storia sembrava perfetta, lui mi diceva che non aveva mai avuto tanta voglia di vivere come quando ha conosciuto me. Ho fatto bene a sparire ? C'è la possibilità, ora che capisce che mi sta perdendo, che lui faccia un passo indietro ? Io potevo sopportare di non vestirmi come prima etc ma non l'abbandono, visto che ci eravamo presi un impegno. Secondo lei ho fatto bene a dirgli di non sentirci più per ora ? So che i paranoici difficilmente si mettono in discussione.
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Gentile utente,
secondo me... assumendo una posizione (come Lei ha scelto finalmente di fare ora) non dà la garanzia che lui cambi..., ma seguendo la linea sua e accettando il suo comportamento c'è ancora meno possibilità che lui cambia.
Diciamo così.. le altre persone non cambieranno se noi stiamo solo ad aspettare che lo facciano. Possono cambiare (e non sempre) se cambiamo noi il nostro proprio atteggiamento. Questo però presume che rimaniamo in contatto con la persona (magari un contatto condizionato a... un suo comportamento migliore), mentre se tronchiamo il contatto, allora la persona non ha più motivi di cambiare, perché tanto... non ha più te.
Questo vale in generale (azzardo a dirlo, come se scrivessi le regole della vita..., potendomi anche sbagliare).
Invece nel caso del disturbo del ragazzo che Lei descrive, le cose sono ovviamente più complesse, ma in fondo anche lui è un essere umano, e quello che ho scritto potrebbe valere anche per lui.
In particolare, nel caso della tendenza alla sospettosità e a farsi delle idee da solo, se lasci la persona in isolamento relazionale, allora tanto più "lavora" questa sua tendenza a dare agli eventi le interpretazioni propri, e queste interpretazioni propri tendono prima di tutto ad aiutare a lui ad evitare i sensi di perdita, di colpa, di autocritica, e aiutano a lui a rimanere come è. Se lui avesse la capacità relativamente integra/matura a vivere tali vissuti, allora non avrebbe avuto questa malattia... Dunque, più che uno stacco totale, è meglio ogni tanto (in risposta a quando potrà di nuovo cercarLa) un messaggio nei suoi confronti che sia comprensivo, con accenno al Suo possibile affetto, ma chiaro e rispettoso verso Lei stessa.
Diciamo che l'impresa nella quale Lei si è messa è molto molto difficile. E se a Lei interessa di stare bene alla fine anche Lei, allora bisogna rispettare sé stessa. Riflettere anche se Lei sarà felice trascorrendo una vita con lui che potrebbe essere segnata anche dagli altri episodi come questo. Ma anche rispettare sé stessa nel presente: è giusto che lui ha lasciato a Lei a pagare tutto l'affitto ? Credo di no. Dunque, mi sembra che bisognerebbe farlo presente a lui, perché certe cose pratiche magari capisce meglio, perché magari magari toccano meno i sentimenti, e perché esiste anche l'educazione che non si ottiene solo con l'affettuosità o con la comprensione ...
E' veramente una situazione molto difficile nella quale Lei è capitata. Di solito in questi casi (e nel Suo caso) piuttosto di aspettare che l'altra persona si rivolga allo specialista, conviene rivolgerci noi stessi ad uno specialista, .. e un giorno invitare anche lui ad andarci assieme con noi... Perché parlare dello specialista.. è una cosa astratta finché te lo consiglia un'altra persona e devi ancora trovarlo; e diventa più concreta (e magari più affidabile) se Lei stessa già conosce uno specialista... D'altronde, per affrontare Lei in modo ottimale (senza danni anche per Lei) questa situazione, Le può essere d'aiuto uno psicologo-psicoterapeuta, perché non bisogna accontentarsi dei pareri via internet come qui, e perché, non a caso Lei è capitata in questa situazione, che Le fa soffrire, ovvero potrebbe essere qualcosa in Lei che non Le ha permesso di instaurare un rapporto con lui più rispettoso di Lei stessa.
secondo me... assumendo una posizione (come Lei ha scelto finalmente di fare ora) non dà la garanzia che lui cambi..., ma seguendo la linea sua e accettando il suo comportamento c'è ancora meno possibilità che lui cambia.
Diciamo così.. le altre persone non cambieranno se noi stiamo solo ad aspettare che lo facciano. Possono cambiare (e non sempre) se cambiamo noi il nostro proprio atteggiamento. Questo però presume che rimaniamo in contatto con la persona (magari un contatto condizionato a... un suo comportamento migliore), mentre se tronchiamo il contatto, allora la persona non ha più motivi di cambiare, perché tanto... non ha più te.
Questo vale in generale (azzardo a dirlo, come se scrivessi le regole della vita..., potendomi anche sbagliare).
Invece nel caso del disturbo del ragazzo che Lei descrive, le cose sono ovviamente più complesse, ma in fondo anche lui è un essere umano, e quello che ho scritto potrebbe valere anche per lui.
In particolare, nel caso della tendenza alla sospettosità e a farsi delle idee da solo, se lasci la persona in isolamento relazionale, allora tanto più "lavora" questa sua tendenza a dare agli eventi le interpretazioni propri, e queste interpretazioni propri tendono prima di tutto ad aiutare a lui ad evitare i sensi di perdita, di colpa, di autocritica, e aiutano a lui a rimanere come è. Se lui avesse la capacità relativamente integra/matura a vivere tali vissuti, allora non avrebbe avuto questa malattia... Dunque, più che uno stacco totale, è meglio ogni tanto (in risposta a quando potrà di nuovo cercarLa) un messaggio nei suoi confronti che sia comprensivo, con accenno al Suo possibile affetto, ma chiaro e rispettoso verso Lei stessa.
Diciamo che l'impresa nella quale Lei si è messa è molto molto difficile. E se a Lei interessa di stare bene alla fine anche Lei, allora bisogna rispettare sé stessa. Riflettere anche se Lei sarà felice trascorrendo una vita con lui che potrebbe essere segnata anche dagli altri episodi come questo. Ma anche rispettare sé stessa nel presente: è giusto che lui ha lasciato a Lei a pagare tutto l'affitto ? Credo di no. Dunque, mi sembra che bisognerebbe farlo presente a lui, perché certe cose pratiche magari capisce meglio, perché magari magari toccano meno i sentimenti, e perché esiste anche l'educazione che non si ottiene solo con l'affettuosità o con la comprensione ...
E' veramente una situazione molto difficile nella quale Lei è capitata. Di solito in questi casi (e nel Suo caso) piuttosto di aspettare che l'altra persona si rivolga allo specialista, conviene rivolgerci noi stessi ad uno specialista, .. e un giorno invitare anche lui ad andarci assieme con noi... Perché parlare dello specialista.. è una cosa astratta finché te lo consiglia un'altra persona e devi ancora trovarlo; e diventa più concreta (e magari più affidabile) se Lei stessa già conosce uno specialista... D'altronde, per affrontare Lei in modo ottimale (senza danni anche per Lei) questa situazione, Le può essere d'aiuto uno psicologo-psicoterapeuta, perché non bisogna accontentarsi dei pareri via internet come qui, e perché, non a caso Lei è capitata in questa situazione, che Le fa soffrire, ovvero potrebbe essere qualcosa in Lei che non Le ha permesso di instaurare un rapporto con lui più rispettoso di Lei stessa.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Se il suo ragazzo, come lei scrive, ha "tratti pesanti di disturbi paranoici (diagnosticati)"
sarà difficile che si accorga,come lei spera, di aver sbagliato. Chi ha quel tipo di personalità è, per definizione, autoreferenziale, interpretativo e etero-responsabilizzante (cioè tende a dare la colpa agli altri di quel che succede).
Se lei continua ad essere innamorata di lui e desidera ricostruire la relazione deve tener conto di queste sue modalità relazionali e imparare a gestirle e conviverci.
sarà difficile che si accorga,come lei spera, di aver sbagliato. Chi ha quel tipo di personalità è, per definizione, autoreferenziale, interpretativo e etero-responsabilizzante (cioè tende a dare la colpa agli altri di quel che succede).
Se lei continua ad essere innamorata di lui e desidera ricostruire la relazione deve tener conto di queste sue modalità relazionali e imparare a gestirle e conviverci.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
[#3]
Ex utente
Grazie infinite x la sua risposta ... io sono gia in terapia, perche mi e' passata la voglia di vivere, chi se ne frega dell' affitto, ho perso l' uomo della mia vita. Ma lui non voleva che ci andassi. Io con lui ci starei, se si curasse, e se mi scrive rispondero cn affetto, ma dubito che lo fara' xke forse non mi ha mai amato come diceva . E pensare che prima ero una ragazza allegra e sorridente . Io ho le mie colpe, ma nom potevo annullarmi fino a quel punto tanto da fingere che andasse tutto bene . Ero disposta a stargli vicino se si curava ... forse sono solo tratti , forse no, ma non posso lasciare che lui mi inglobi nel suo disturbo. Spero di riprendermi perche ho visto sfumare il mio sogno di vita con lui . Nomostante questo lo amo ancora, e credo che lo amero' sempre . All inizioavrebbe fatto qualsiasi cosa x me . Bisogna accettare la fine di un grande amore . Grazie
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3k visite dal 10/10/2014.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.