Come convincerla ad assumere antidepressivi
Gentili Dottori,
non so da dove iniziare essendo il caso talmente complicato, provo a sintetizzare.
Circa cinque anni fa, all’età di 42 anni, la mia compagna rimase incinta naturalmente. La gravidanza (la prima in vita sua) si interruppe all’ottava settimana per un aborto interno. Successivamente furono fatti dei tentativi di fecondazione assistita fatti male e tardivi sia per colpa di medici incompetenti che per colpa nostra. Adesso pensa continuamente (h 24) a tutti gli errori commessi passandoli in rassegna uno a uno fino ad avere crisi isteriche sia diurne che notturne durante le quali si colpevolizza per ciò che non è riuscita a fare e colpevolizza tutti quelli che le stanno accanto (genitori, parenti e me) perché, a suo dire, non l’abbiamo supportata adeguatamente nel suo progetto di avere un figlio. Durante queste crisi piange, si sente la testa scoppiare dai mille pensieri che l’affliggono, si sfrega spasmodicamente le mani, ondeggia con il corpo, minaccia il suicidio etc. e ripete all’infinito frasi tipo “nessuno mi vuole bene” ed “e stata tuta colpa mia”. Di solito, trascorre gran parte del suo tempo davanti la Tv, non si lava, non si cambia i panni, non va alavorare nell’azienda di famiglia, non ha alcun interesse a fare nulla perché non vede alcun motivo per fare le cose.
Lei dice che non è tanto il fatto di non avere avuto figli che la fa stare male ma il sapere che non ha fatto tutto il possibile per averli.
I suoi malesseri in realtà non nascono con l’aborto ma sono sempre esistiti nell’infanzia, nell’adolescenza, nella giovinezza (bulimia, anoressia, astenia, paura ad uscire di casa, paura ad affrontare esami scolastici/universitari…) ma non sono stati mai “adeguatamente” affrontati. Abbiamo fatto diversi anni di psicoterapia di coppia ma è servito a poco, ha sempre alternato momenti in cui stava meglio a momenti di crisi sempre legati agli ostacoli che si presentavano nel percorso per avere una seconda gravidanza.
Poco meno di due anni fa siamo andati dal Dott. Pasquale Perretta il quale gli ha prescritto il cipralex ma non lo volle prendere perché, secondo lei poteva interferire con una eventuale gravidanza. Adesso io vorrei che lo prendesse ma lei si rifiuta perché sostiene che si tratta di una prescrizione vecchia e poiché la sua situazione è peggiorata il farmaco potrebbe non essere adatto.
Cosa mi consigliate? Come faccio a convincerla? Deve rifare un’altra visita psichiatrica?
non so da dove iniziare essendo il caso talmente complicato, provo a sintetizzare.
Circa cinque anni fa, all’età di 42 anni, la mia compagna rimase incinta naturalmente. La gravidanza (la prima in vita sua) si interruppe all’ottava settimana per un aborto interno. Successivamente furono fatti dei tentativi di fecondazione assistita fatti male e tardivi sia per colpa di medici incompetenti che per colpa nostra. Adesso pensa continuamente (h 24) a tutti gli errori commessi passandoli in rassegna uno a uno fino ad avere crisi isteriche sia diurne che notturne durante le quali si colpevolizza per ciò che non è riuscita a fare e colpevolizza tutti quelli che le stanno accanto (genitori, parenti e me) perché, a suo dire, non l’abbiamo supportata adeguatamente nel suo progetto di avere un figlio. Durante queste crisi piange, si sente la testa scoppiare dai mille pensieri che l’affliggono, si sfrega spasmodicamente le mani, ondeggia con il corpo, minaccia il suicidio etc. e ripete all’infinito frasi tipo “nessuno mi vuole bene” ed “e stata tuta colpa mia”. Di solito, trascorre gran parte del suo tempo davanti la Tv, non si lava, non si cambia i panni, non va alavorare nell’azienda di famiglia, non ha alcun interesse a fare nulla perché non vede alcun motivo per fare le cose.
Lei dice che non è tanto il fatto di non avere avuto figli che la fa stare male ma il sapere che non ha fatto tutto il possibile per averli.
I suoi malesseri in realtà non nascono con l’aborto ma sono sempre esistiti nell’infanzia, nell’adolescenza, nella giovinezza (bulimia, anoressia, astenia, paura ad uscire di casa, paura ad affrontare esami scolastici/universitari…) ma non sono stati mai “adeguatamente” affrontati. Abbiamo fatto diversi anni di psicoterapia di coppia ma è servito a poco, ha sempre alternato momenti in cui stava meglio a momenti di crisi sempre legati agli ostacoli che si presentavano nel percorso per avere una seconda gravidanza.
Poco meno di due anni fa siamo andati dal Dott. Pasquale Perretta il quale gli ha prescritto il cipralex ma non lo volle prendere perché, secondo lei poteva interferire con una eventuale gravidanza. Adesso io vorrei che lo prendesse ma lei si rifiuta perché sostiene che si tratta di una prescrizione vecchia e poiché la sua situazione è peggiorata il farmaco potrebbe non essere adatto.
Cosa mi consigliate? Come faccio a convincerla? Deve rifare un’altra visita psichiatrica?
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In questo caso credo che abbia ragione la sua compagna. La cospicua componente di eccitamento-agitazione che si rileva dalla sua ottima descrizione controindica gli antidepressivi. Deve farsi visitare nuovamente. Le dica che le terapie moderne sono molto efficaci per questo tipo di disturbi, e che potrebbe bastare una cura semplice.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 05/10/2014.
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