Crisi epilettiforme/disturbo di conversione
Buongiorno, sono una studentessa di 24 anni e mi rivolgo a voi per chiedere gentilmente qualche informazione. Il mio problema è iniziato lo scorso febbraio quando, durante la proiezione di un film al cinema ho avuto una sincope, iniziata con una contrattura del muscolo massettere sinistro, che ho percepito, ma seguita immediatamente da perdita di coscienza e crisi oculo-cefalogira, senza scosse tonico- cloniche, né incontinenza degli sfinteri, ma con morso della lingua, tachicardia sostenuta, pallore e aumento della pressione differenziale. Dopo aver ripreso conoscenza sono rimasta in uno stato torpore, di dormiveglia, incapace di parlare. La perdita di coscienza è durata circa dieci minuti. A questo episodio sono seguiti una serie di accertamenti in pronto soccorso e in regime di ricovero. Un eeg risultato negativo, due rmn con e senza mezzo di contrasto che non mostrano lesioni focali o alterazioni di sorta, un ecg Holter risultato negativo. Dopo un mese si ripresenta lo stesso episodio, con identiche caratteristiche, vengo svegliata dal trisma del massettere, segue la crisi oculo-cefalogira, Morsus, stato crepuscolare e ripresa graduale della coscienza con amnesia post critica. È insorta durante il sonno, mia sorella e il mio ragazzo svegli accanto a me hanno chiamato un ambulanza. Vengo ricoverata in neurologia. Ripeto l'eeg che presenta onde anomale e atipiche in prevalenza in sede frontale che il primario interpreta come "tipiche del soggetto giovane". Vengo dimessa con diagnosi di "sincope dndd" ma mi viene consigliato di vedere uno psichiatra per un sospetto di disturbo da conversione. Ad oggi si sono ripresentati innumerevoli episodi di lipotimia con ottundimento, pensiero intrusivo (soprattutto canzoni, argomenti di studi, film) tachicardia, dei quali in gran parte si sono risolti senza perdita di coscienza. In tre occasioni tuttavia sono seguite crisi epilettiformi con scosse bilaterali non sincrone del collo e degli arti. Sono state crisi di lunga durata (7 minuti circa) con perdita completa della coscienza, cianosi del volto, tachicardia. Le scosse si interrompono ma segue la solita crisi oculo-cefalogira e rigidità di vari segmenti scheletrici. Si conclude infine con graduale ripresa di coscienza dopo circa 15 minuti spossatezza, amnesia anterograda e disorientamento temporale. Ognuna di queste crisi si è verificata in presenza di familiari o amici. Ho iniziato un percorso di psicoterapia, la mia dottoressa si orienta verso un disturbo da panico più che un disturbo di conversione e mi consiglia fortemente di non ricorrere a farmaci. Vorrei sapere cosa ne pensa lei? Sarebbe il caso di ricorrere ai farmaci o devo aspettare ancora per vedere i risultati della psicoterapia? Le caratteristiche sono quelle di un disturbo di conversione o da panico?Sono una studentessa, devo dare esami. Questo problema intralcia gravemente la mia carriera universitaria.
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Il disturbo da panico, anche nelle sue varianti atipiche, non si presenta con le caratteristiche da lei descritte,e va escluso.
La negatività dell'eeg standard non può far escludere l'ipotesi diagnostica di epilessia, che sembra la più probabile. Occorre a mio avviso ripetere la registrazione eeg in stato di sonno dopo deprivazione.
Lei sa se nella fase oculogìra lo sguardo è rivolto sempre verso lo stesso lato?
Riguardo ai farmaci, non deve prendere nulla fino all'esecuzione del nuovo elettroencefalogramma. Subito dopo, anche in caso di ulteriore negatività del reperto, va iniziato un trattamento anticomiziale seguendo il criterio "ex adjuvantibus"-
La negatività dell'eeg standard non può far escludere l'ipotesi diagnostica di epilessia, che sembra la più probabile. Occorre a mio avviso ripetere la registrazione eeg in stato di sonno dopo deprivazione.
Lei sa se nella fase oculogìra lo sguardo è rivolto sempre verso lo stesso lato?
Riguardo ai farmaci, non deve prendere nulla fino all'esecuzione del nuovo elettroencefalogramma. Subito dopo, anche in caso di ulteriore negatività del reperto, va iniziato un trattamento anticomiziale seguendo il criterio "ex adjuvantibus"-
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.7k visite dal 21/09/2014.
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