Danni cerebrali permanenti per uso prolungato di cocaina?
Salve, sono appena uscita da una relazione molto turbolenta con un uomo che a lungo ha fatto uso di parecchie droghe, soprattutto cocaina, sostenendo attualmente di non farne più uso.
L'ho lasciato anche per via del suo comportamento spaventosamente incoerente. Senza che nulla di diverso accadesse all'esterno era un minuto amorevole, un minuto aggressivo, un minuto dolce, un minuto insensibile - e senza che se ne accorgesse. Era come se non avesse mai memoria né di ciò che lui è, né di ciò che sono gli altri.
Ha gravi problemi di memoria - non ricorda mai obiettivamente né cosa ha affermato lui, né cosa hanno affermato gli altri, oppure ogni volta ricostruisce gli eventi come se da una prospettiva diversa, reinterpretando e reinventando la realtà come da un'ottica sempre diversa (es: "quando mio padre morì mi è cascato il mondo adesso", e il giorno dopo: "quando mio padre morì ho pensato 'ma che ca**o me ne frega' ", ecc.).
E' costantemente distratto, incapace di ascoltare una conversazione, di vedere un film per più di 15 minuti.
Ho cercato di essere paziente il più possibile, ma per me era incomprensibile, e anche molto doloroso - lui non è proprio consapevole di tutto questo. Ho cercato di parlargliene, per capire meglio anch'io, ma lui è incapace di una conversazione lucida senza inalberarsi.
E perciò mi rivolgo a voi, vorrei capire meglio cosa gli accade e perché.
Ad esempio ha queste improvvise esplosioni di emozioni negative, nelle quali diventa molto violento, e che non so a cosa siano dovute, ma non risparmiano nessuno, nemmeno, ad esempio, la madre anziana. Anzi, si comporta peggio con le persone che gli vogliono bene.
Dopo che l'ho lasciato, ha fatto finta di niente, ha continuato a scrivermi e chiamarmi come se nulla fosse. Siccome io non gli rispondevo, lui ha minacciato di uccidersi, e allora, ovviamente, preoccupata, l'ho chiamato. Prima mi ha detto che il suo suicidio sarebbe stata colpa mia, e poi un minuto dopo ha detto che ero presuntuosa nel credere che io valessi la pena che qualcuno morisse per me, e che lui non aveva mai detto che si sarebbe ucciso, e che ero stata io a dirglielo, o meglio, la mia presunzione.
Non è proprio capace di ragionare, di ricordare quanto lui stesso afferma, e le sue emozioni sono come una lotteria, quella che viene, viene, come se la sua coscienza non fosse in grado di assumersene la responsabilità morale o semplicemente logica. Io gli ho detto più di una volta che secondo me ha bisogno di un aiuto professionale, che non si accorge di quanto il suo stato influisca sulla qualità di vita sua e di chi gli sta attorno, ma non vuole saperne niente.
Quando l'ho conosciuto, diversi anni fa, era una persona molto diversa, con una grande empatia e fiducia nel prossimo, il tipo di persona che trae gioia nel dare gioia a tutti.
Mi chiedo quindi se sia stata la cocaina a danneggiare la sua personalità, e come, o un disturbo psichico. Scusatemi di aver scritto così tanto, e grazie di ogni eventuale risposta.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Cordialmente
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