Difficoltà di concentrazione
Buongiorno,
Sono una ragazza di 21 anni al secondo anno di università. Da qualche anno ho serie difficoltà a rimanere concentrata durante lo studio, mi spiego meglio: sono sempre stata una brava studentessa, in quanto possiedo una buona memoria e stare sui libri non mi è mai pesato, nel senso che non lo trovavo particolarmente noioso. Ho superato i primi 4 anni di liceo ottenendo buoni voti, (sono sempre stata più portata per studio piuttosto che per la logica). Il 4 anno di liceo (3 anni fa) ho avuto la mononucleosi, che mi ha portato diverse complicanze, tra cui epatite e conseguente anemia. Da allora ho la pressione piuttosto bassa e ci sono giornate in cui sono più stanca. Circa in quel periodo ho però anche attraversato una delusione amorosa per la quale però mi sono esageratamente buttata giù di morale. Con l'inizio della quinta superiore mi sono accorta che anche se avevo superato il fatto, mi era comunque rimasta un'inquietudine e una tristezza di fondo e ogni volta che mi mettevo sui libri anche se effettivamente leggevo le parole della pagina, non ne memorizzavo nemmeno una. Ho comunque completato il liceo e non sono rimasta indietro con gli esami, fin'ora, all'università.
Il mio problema è però tutt'ora di accorgermi di non riuscire a memorizzare con efficacia le nozioni. Talvolta leggo con concentrazione, poi però non riesco a ripetere il paragrafo, mi dimentico intere frasi, mi blocco; altre volte invece mi accorgo proprio di leggere senza capire, di essere disattenta, e se anche mi sforzo, mi obbligo a leggere con attenzione, imparo la frase come una sequenza di parole, cioè senza che essa "abbia un filo logico". Quando esco con gli amici a volte mi accorgo di guardarli senza ascoltare quello che dicono, rimango in disparte senza volerlo, come se pensassi ad altro, ma in realtà rimango "incantata". Inoltre mi sono accorta che quando penso a come mi sentivo fino alla 4 liceo, mi ricordo come una ragazza sempre contenta, con il sorriso sulle labbra ma soprattutto spensierata. Invece da 3 anni a questa parte anche se non ho attraversato esperienze particolarmente schoccanti spesso sono se non triste, apatica, non riesco "a dare un senso alla vita". Questa tristezza diventa più accentuata tutti gli anni nel periodo invernale, per migliorare in primavera. Ci sono stati due casi di depressione nella mia famiglia: mia mamma e mia nonna. Ho già visto uno psicologo, ma mi ha aiutato solo in parte, il medico di famiglia ha fatto accertamenti solo sul piano della "spossatezza fisica e mentale", con analisi del sangue, ma non soffro di alcuna carenza. vorrei sapere se devo consultare uno specialista e quale sarebbe il più indicato. Grazie per il suo tempo.
Sono una ragazza di 21 anni al secondo anno di università. Da qualche anno ho serie difficoltà a rimanere concentrata durante lo studio, mi spiego meglio: sono sempre stata una brava studentessa, in quanto possiedo una buona memoria e stare sui libri non mi è mai pesato, nel senso che non lo trovavo particolarmente noioso. Ho superato i primi 4 anni di liceo ottenendo buoni voti, (sono sempre stata più portata per studio piuttosto che per la logica). Il 4 anno di liceo (3 anni fa) ho avuto la mononucleosi, che mi ha portato diverse complicanze, tra cui epatite e conseguente anemia. Da allora ho la pressione piuttosto bassa e ci sono giornate in cui sono più stanca. Circa in quel periodo ho però anche attraversato una delusione amorosa per la quale però mi sono esageratamente buttata giù di morale. Con l'inizio della quinta superiore mi sono accorta che anche se avevo superato il fatto, mi era comunque rimasta un'inquietudine e una tristezza di fondo e ogni volta che mi mettevo sui libri anche se effettivamente leggevo le parole della pagina, non ne memorizzavo nemmeno una. Ho comunque completato il liceo e non sono rimasta indietro con gli esami, fin'ora, all'università.
Il mio problema è però tutt'ora di accorgermi di non riuscire a memorizzare con efficacia le nozioni. Talvolta leggo con concentrazione, poi però non riesco a ripetere il paragrafo, mi dimentico intere frasi, mi blocco; altre volte invece mi accorgo proprio di leggere senza capire, di essere disattenta, e se anche mi sforzo, mi obbligo a leggere con attenzione, imparo la frase come una sequenza di parole, cioè senza che essa "abbia un filo logico". Quando esco con gli amici a volte mi accorgo di guardarli senza ascoltare quello che dicono, rimango in disparte senza volerlo, come se pensassi ad altro, ma in realtà rimango "incantata". Inoltre mi sono accorta che quando penso a come mi sentivo fino alla 4 liceo, mi ricordo come una ragazza sempre contenta, con il sorriso sulle labbra ma soprattutto spensierata. Invece da 3 anni a questa parte anche se non ho attraversato esperienze particolarmente schoccanti spesso sono se non triste, apatica, non riesco "a dare un senso alla vita". Questa tristezza diventa più accentuata tutti gli anni nel periodo invernale, per migliorare in primavera. Ci sono stati due casi di depressione nella mia famiglia: mia mamma e mia nonna. Ho già visto uno psicologo, ma mi ha aiutato solo in parte, il medico di famiglia ha fatto accertamenti solo sul piano della "spossatezza fisica e mentale", con analisi del sangue, ma non soffro di alcuna carenza. vorrei sapere se devo consultare uno specialista e quale sarebbe il più indicato. Grazie per il suo tempo.
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Gentile utente,
nella sua lettera lei punta il dito su due eventi pregressi che considera particolarmente significativi e condizionanti le attuali problematiche di stanchezza generale,vuoi fisica,che psichica,che emotiva.Bisogna inoltre ragionevolmente tenere in conto anche la famigliarità e non ultimo il trascorrere del tempo che può evidenziare situazioni latenti,o coperte da maggiori energie che possiamo avere in un determinato periodo della vita e che poi con l'evoluzione della nostra personale biologia possono venir meno.
Visto che,a quanto riferisce,il suo medico di famiglia avrebbe concluso la sua carrellata di accertamenti potrebbe in effetti prendere in considerazione di rivolgersi anche ad uno specialista Psichiatra,data la prevalenza dei sintomi psichici,tenedo però presente la complessità e globalità della sua situazione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
nella sua lettera lei punta il dito su due eventi pregressi che considera particolarmente significativi e condizionanti le attuali problematiche di stanchezza generale,vuoi fisica,che psichica,che emotiva.Bisogna inoltre ragionevolmente tenere in conto anche la famigliarità e non ultimo il trascorrere del tempo che può evidenziare situazioni latenti,o coperte da maggiori energie che possiamo avere in un determinato periodo della vita e che poi con l'evoluzione della nostra personale biologia possono venir meno.
Visto che,a quanto riferisce,il suo medico di famiglia avrebbe concluso la sua carrellata di accertamenti potrebbe in effetti prendere in considerazione di rivolgersi anche ad uno specialista Psichiatra,data la prevalenza dei sintomi psichici,tenedo però presente la complessità e globalità della sua situazione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.4k visite dal 04/08/2014.
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