Scatti d'ira e urla
Gentili dottori,
Scrivo per chiedere un parere riguardo ad un mio zio che abita di fianco a me. Più che altro per capire fino a che punto questi "sintomi" possano essere patologici.
Si tratta di un uomo di 52 anni, ha sempre avuto un caratteraccio irascibile; 8 anni fa è morta mia nonna (sua madre) con cui lui viveva.
È disoccupato e ha sempre mostrato di non sapersi impegnare a fondo in niente.
Le nostre preoccupazioni sono nate da quando vive nell'appartamento a fianco al nostro, poiché mi sono accorto che a volte (con frequenza giornaliera in certi periodi, ha delle crisi di ira: urla parlando da solo come se affrontasse un discorso con qualcuno che incolpa dei suoi fallimenti (non riesco a capire cosa dica esattamente perché sono urla gutturali e quasi incomprensibili al di qua del muro di casa)
Ha alcuni sintomi tipici della depressione, come insonnia, stipsi continua fuma tutto il giorno e alterna periodi di relativa allegrezza a periodi di nervosismo in cui non vuole vedere nessuno.
Presenta delle ossessioni sulle piccole cose (quello non si fa, questo è sbagliato) e arriva ad arrabbiarsi tantissimo per sciocchezze.
Quando non fa niente continua a fissare la sua mano destra, facendo come se tenesse un bastoncino di legno fra pollice e indice.
La cosa che più mi stranisce è che riesce a controllare sempre queste "crisi" e appena capisce che qualcuno lo potrebbe sentire urlare smette immediatamente. Sceglie gli orari più improbabili in modo da non essere sentito, non ha mai bisogno di scappare perché sta avendo una crisi.
So bene che non si fanno diagnosi così, però vorrei capire (se è possibile da questo quadro sommario) la gravità della cosa. O comunque dei consigli su come gestire la situazione e come comportarci con lui. Ovviamente basta solo pronunciare una parola su psichiatria depressione o qualcosa di simile che cambi discorso e scappi via.
Prova fastidio anche a sentire questi argomenti alla TV (lo stesso fastidio/imbarazzo lo prova anche con il sesso per esempio).
Vi ringrazio
Scrivo per chiedere un parere riguardo ad un mio zio che abita di fianco a me. Più che altro per capire fino a che punto questi "sintomi" possano essere patologici.
Si tratta di un uomo di 52 anni, ha sempre avuto un caratteraccio irascibile; 8 anni fa è morta mia nonna (sua madre) con cui lui viveva.
È disoccupato e ha sempre mostrato di non sapersi impegnare a fondo in niente.
Le nostre preoccupazioni sono nate da quando vive nell'appartamento a fianco al nostro, poiché mi sono accorto che a volte (con frequenza giornaliera in certi periodi, ha delle crisi di ira: urla parlando da solo come se affrontasse un discorso con qualcuno che incolpa dei suoi fallimenti (non riesco a capire cosa dica esattamente perché sono urla gutturali e quasi incomprensibili al di qua del muro di casa)
Ha alcuni sintomi tipici della depressione, come insonnia, stipsi continua fuma tutto il giorno e alterna periodi di relativa allegrezza a periodi di nervosismo in cui non vuole vedere nessuno.
Presenta delle ossessioni sulle piccole cose (quello non si fa, questo è sbagliato) e arriva ad arrabbiarsi tantissimo per sciocchezze.
Quando non fa niente continua a fissare la sua mano destra, facendo come se tenesse un bastoncino di legno fra pollice e indice.
La cosa che più mi stranisce è che riesce a controllare sempre queste "crisi" e appena capisce che qualcuno lo potrebbe sentire urlare smette immediatamente. Sceglie gli orari più improbabili in modo da non essere sentito, non ha mai bisogno di scappare perché sta avendo una crisi.
So bene che non si fanno diagnosi così, però vorrei capire (se è possibile da questo quadro sommario) la gravità della cosa. O comunque dei consigli su come gestire la situazione e come comportarci con lui. Ovviamente basta solo pronunciare una parola su psichiatria depressione o qualcosa di simile che cambi discorso e scappi via.
Prova fastidio anche a sentire questi argomenti alla TV (lo stesso fastidio/imbarazzo lo prova anche con il sesso per esempio).
Vi ringrazio
[#1]
Gentile utente,
Di sicuro quella che lei descrive é una situazione che meriterebbe un approfondimento specialistico. Alcuni dei comportamenti che lei descrive potrebbero essere spia di problemi psichici da definire per poi, eventualmente, trattare. Si potrebbe cercare di convincere suo zio a parlare con un medico facendo leva su disturbi apparentemente più banali, come l'insonnia o la stipsi. In caso contrario e nel caso queste manifestazioni dovessero accentuarsi, potreste rivolgervi al centro di salute mentale della vostra zona di residenza per segnalare la situazione e, eventualmente, chiedere un intervento a scopo valutativo.
Cordiali saluti
Di sicuro quella che lei descrive é una situazione che meriterebbe un approfondimento specialistico. Alcuni dei comportamenti che lei descrive potrebbero essere spia di problemi psichici da definire per poi, eventualmente, trattare. Si potrebbe cercare di convincere suo zio a parlare con un medico facendo leva su disturbi apparentemente più banali, come l'insonnia o la stipsi. In caso contrario e nel caso queste manifestazioni dovessero accentuarsi, potreste rivolgervi al centro di salute mentale della vostra zona di residenza per segnalare la situazione e, eventualmente, chiedere un intervento a scopo valutativo.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Utente
Gentile dott. Martiadis,
La ringrazio innanzitutto della risposta.
Ho dimenticato di specificare che i disturbi sembrano restare costanti nel tempo, perlomeno non peggiorano.
Mi spiego: prima di venire ad abitare qui affianco ha vissuto da solo per quasi 8 anni nella casa di sua madre. Già 6-7 anni fa suo fratello (un'altro mio zio quindi) ,che aveva un ufficio al piano di sotto di quella casa, ci riferiva di sentirlo urlare. Allora la mia famiglia diede poco peso alla cosa.
Soprattutto cerchiamo di invitarlo sempre da noi e fare in modo che stia più in compagnia possibile, dato che notiamo che gli giova.
Comunque la presenza della mia famiglia (i più "stretti") è l'unica che tollera, evita le occasioni e se ne va subito appena ci sono altre persone (anche persone conosciute da 30 anni, solo non così "stretti"). Per il resto esce è autosufficiente e si comporta in modo normalissimo con gli altri, tanto è vero che nessuno al di fuori di noi che lo viviamo potrebbe mai pensare che abbia questi disturbi.
La mia paura è che un giorno qualcuno lo senta in modo chiaro (viviamo in un condominio) e faccia precipitare la situazione.
Se è rimasta stabile per tanti anni è probabile che non peggiori?
Soprattutto, lui non ne vuole sentire parlare di medici, noi non sappiamo come affrontare la cosa visto che di certo non possiamo obbligarlo.
Siamo bloccati anche perchè anni fa si invitò un lontano parente (per farlo apparire casuale) che è psichiatra ma lui capì, senza dire niente , e si isolò senza farsi vedere per più di un mese. Anche per questo mia madre (sua sorella) ha paura a fare certe mosse.
Finchè rimane lucido e non si aggrava la cosa vorremmo evitare di segnalare al centro di salute mentale. Esistono dei "campanelli d'allarme" che devono farci capitolare? Non so comportamenti che al mio occhio sono relativamente normali ma che invece rappresentano un pericolo.
So bene di chiedere qualcosa di difficile, mi limito ad approfittare della Sua esperienza. La mancanza di familiarità con questo tipo di disturbi ci impedisce di capire quanto "gravi" siano, non so se mi spiego.
La ringrazio ancora per il tempo che mi dedica.
La ringrazio innanzitutto della risposta.
Ho dimenticato di specificare che i disturbi sembrano restare costanti nel tempo, perlomeno non peggiorano.
Mi spiego: prima di venire ad abitare qui affianco ha vissuto da solo per quasi 8 anni nella casa di sua madre. Già 6-7 anni fa suo fratello (un'altro mio zio quindi) ,che aveva un ufficio al piano di sotto di quella casa, ci riferiva di sentirlo urlare. Allora la mia famiglia diede poco peso alla cosa.
Soprattutto cerchiamo di invitarlo sempre da noi e fare in modo che stia più in compagnia possibile, dato che notiamo che gli giova.
Comunque la presenza della mia famiglia (i più "stretti") è l'unica che tollera, evita le occasioni e se ne va subito appena ci sono altre persone (anche persone conosciute da 30 anni, solo non così "stretti"). Per il resto esce è autosufficiente e si comporta in modo normalissimo con gli altri, tanto è vero che nessuno al di fuori di noi che lo viviamo potrebbe mai pensare che abbia questi disturbi.
La mia paura è che un giorno qualcuno lo senta in modo chiaro (viviamo in un condominio) e faccia precipitare la situazione.
Se è rimasta stabile per tanti anni è probabile che non peggiori?
Soprattutto, lui non ne vuole sentire parlare di medici, noi non sappiamo come affrontare la cosa visto che di certo non possiamo obbligarlo.
Siamo bloccati anche perchè anni fa si invitò un lontano parente (per farlo apparire casuale) che è psichiatra ma lui capì, senza dire niente , e si isolò senza farsi vedere per più di un mese. Anche per questo mia madre (sua sorella) ha paura a fare certe mosse.
Finchè rimane lucido e non si aggrava la cosa vorremmo evitare di segnalare al centro di salute mentale. Esistono dei "campanelli d'allarme" che devono farci capitolare? Non so comportamenti che al mio occhio sono relativamente normali ma che invece rappresentano un pericolo.
So bene di chiedere qualcosa di difficile, mi limito ad approfittare della Sua esperienza. La mancanza di familiarità con questo tipo di disturbi ci impedisce di capire quanto "gravi" siano, non so se mi spiego.
La ringrazio ancora per il tempo che mi dedica.
[#3]
É molto difficile, se non impossibile, dare indicazioni a distanza senza conoscere la situazione direttamente. In linea di massima tutte le manifestazioni descritte, se dovessero aumentare di frequenza e intensità, dovrebbero indurre a richiedere un intervento specialistico, in maniera ancora più stringente rispetto a quanto adesso necessario. O ancora la comparsa di nuove alterazioni comportamentali di qualsiasi tipo, dovrebbe essere valutata con attenzione e, eventualmente, segnalata per un intervento specialistico. Mi rendo conto che al momento può sembrare estremamente difficile intervenire, ma si dovrebbe cercare il modo, con le dovute cautele, per facilitare una valutazione specialistica diretta.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.9k visite dal 28/07/2014.
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