Clopixol e prospettive future
Salve.
Dopo qualche mese dall’inizio della relazione col mio lui (di molti anni più grande di me) che dura da un paio d’anni, ho scoperto per caso che assumeva clopixol gocce. Un po' restio, mi ha riferito di aver avuto in passato un periodo di depressione, che avrebbe dovuto prenderlo per tutta la vita e che vedeva il medico (lo psichiatra, suppongo) una volta l’anno. Informandomi sul farmaco, ho letto di tutto, mi sono presa paura perché lui mi parlava di essersi chiuso in se stesso e lasciato andare, invece io leggevo di ansia, aggressività, ossessività, schizofrenia. Ho voluto comunque credere in quello che mi aveva detto, confidare nella mia ignoranza in materia, e più il tempo passava più mi sono legata a lui. Il fatto che nonostante tanti sforzi non trova lavoro, ha già un’età e non possiamo sistemarci gli pesa costantemente (e forse involontariamente io contribuisco a fargli pressione perché sa quanto anch’io desidero una famiglia, un bambino) ma fino a qualche tempo fa abbiamo vissuto tranquillamente (seppur ostacolati dai miei) perché c’è una grande attrazione ed un grande sentimento tra di noi.
Il mese scorso però ho iniziato a vederlo strano, rispondeva a monosillabi, scollegato finché lo trovo collassato sul divano. Chiamo subito i suoi, parlano di insolazione, stress, stanchezza, gli danno un bicchiere con non so che (credo le sue gocce), sembra riprendersi.Inizia un periodo di nervosismo, ci allontaniamo, litighiamo, incomunicabilità, finché una sera, dopo l’ennesima litigata al telefono, più forte delle altre, mi decido a chiamare sua madre perché non lo riconoscevo proprio più. Lei mi dice che sta male, che è molto molto nervoso. Da quel momento iniziano i comportamenti strani, è agitato, si alza e si siede continuamente, va fino alla porta e ritorna più volte, ripete le domande postegli invece di rispondere, muove una mano davanti alla faccia (come per scacciare una mosca), a tratti è assente, poi mi bacia e sembra stia per piangere, poi è arrabbiato dice parolacce ed allontana tutti. I suoi lo portano dal medico e poi mi riferiscono che non aveva preso le sue gocce. Allora io chiedo spiegazioni sulla sua patologia e mi dicono che aveva avuto un episodio di ansia ed attacchi di panico molti anni fa. Gli sono stata vicina, ho fatto di tutto.
Adesso lui si è ripreso, gli ho espresso i miei dubbi e chiesto ripetutamente “che cosa hai?Cosa hai avuto?”. Ho sempre le stesse risposte: depressione, ansia, attacchi di panico, non succedeva da tanto.
Sicuramente è un periodo di grande stress per lui, per i problemi lavorativi (doveva iniziare un corso impegnativo), io ho da poco conseguito un traguardo importante negli studi e forse dovrò trasferirmi. I miei vogliono assolutamente che tronchi il rapporto. Io lo amo tanto.
Vi chiedo aiuto, vi prego, che cosa posso/devo fare? Questa relazione può essere pericolosa per me? Questa relazione può avere futuro? Non voglio causargli ulteriori sofferenze.
Grazie davvero di cuore.
Dopo qualche mese dall’inizio della relazione col mio lui (di molti anni più grande di me) che dura da un paio d’anni, ho scoperto per caso che assumeva clopixol gocce. Un po' restio, mi ha riferito di aver avuto in passato un periodo di depressione, che avrebbe dovuto prenderlo per tutta la vita e che vedeva il medico (lo psichiatra, suppongo) una volta l’anno. Informandomi sul farmaco, ho letto di tutto, mi sono presa paura perché lui mi parlava di essersi chiuso in se stesso e lasciato andare, invece io leggevo di ansia, aggressività, ossessività, schizofrenia. Ho voluto comunque credere in quello che mi aveva detto, confidare nella mia ignoranza in materia, e più il tempo passava più mi sono legata a lui. Il fatto che nonostante tanti sforzi non trova lavoro, ha già un’età e non possiamo sistemarci gli pesa costantemente (e forse involontariamente io contribuisco a fargli pressione perché sa quanto anch’io desidero una famiglia, un bambino) ma fino a qualche tempo fa abbiamo vissuto tranquillamente (seppur ostacolati dai miei) perché c’è una grande attrazione ed un grande sentimento tra di noi.
Il mese scorso però ho iniziato a vederlo strano, rispondeva a monosillabi, scollegato finché lo trovo collassato sul divano. Chiamo subito i suoi, parlano di insolazione, stress, stanchezza, gli danno un bicchiere con non so che (credo le sue gocce), sembra riprendersi.Inizia un periodo di nervosismo, ci allontaniamo, litighiamo, incomunicabilità, finché una sera, dopo l’ennesima litigata al telefono, più forte delle altre, mi decido a chiamare sua madre perché non lo riconoscevo proprio più. Lei mi dice che sta male, che è molto molto nervoso. Da quel momento iniziano i comportamenti strani, è agitato, si alza e si siede continuamente, va fino alla porta e ritorna più volte, ripete le domande postegli invece di rispondere, muove una mano davanti alla faccia (come per scacciare una mosca), a tratti è assente, poi mi bacia e sembra stia per piangere, poi è arrabbiato dice parolacce ed allontana tutti. I suoi lo portano dal medico e poi mi riferiscono che non aveva preso le sue gocce. Allora io chiedo spiegazioni sulla sua patologia e mi dicono che aveva avuto un episodio di ansia ed attacchi di panico molti anni fa. Gli sono stata vicina, ho fatto di tutto.
Adesso lui si è ripreso, gli ho espresso i miei dubbi e chiesto ripetutamente “che cosa hai?Cosa hai avuto?”. Ho sempre le stesse risposte: depressione, ansia, attacchi di panico, non succedeva da tanto.
Sicuramente è un periodo di grande stress per lui, per i problemi lavorativi (doveva iniziare un corso impegnativo), io ho da poco conseguito un traguardo importante negli studi e forse dovrò trasferirmi. I miei vogliono assolutamente che tronchi il rapporto. Io lo amo tanto.
Vi chiedo aiuto, vi prego, che cosa posso/devo fare? Questa relazione può essere pericolosa per me? Questa relazione può avere futuro? Non voglio causargli ulteriori sofferenze.
Grazie davvero di cuore.
[#1]
Cosa dirle? Non conosco storia e diagnosi del suo compagno. Il Clopixol è un antipsicotico ma viene usato spesso anche nei disturbi dell'umore, non necessariamente quindi egli è affetto da psicosi. È probabile comunque che si tratti di un disturbo cronico suscettibile di ricadute, soprattutto se smette le cure, del resto è come sposare un diabetico, un cardiopatico, etc - si tratta di convivere con un uomo, le sue cure, i suoi problemi. La decisione può essere solo sua.
Un'ultima cosa, esiste anche la possibilità di cure migliori - forse - e quella che vengano sviluppati in un prossimo futuro trattamenti risolutivi.
Un'ultima cosa, esiste anche la possibilità di cure migliori - forse - e quella che vengano sviluppati in un prossimo futuro trattamenti risolutivi.
Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria
[#2]
Ex utente
Grazie Dottore, anche per la Sua celerità.
Io amo il mio compagno (di conseguenza, gli voglio stare accanto nella gioia e nel dolore), lo accetto così com'è ma temo i momenti in cui non è se stesso. Se possibile, volevo chiederLe quindi se il disturbo dell'umore, come la psicosi, è comunque un qualcosa che potrebbe mettere a effettivamente a rischio chi gli sta accanto (me o un eventuale futuro figlio) laddove lui dovesse diventare inopinatamente aggressivo. Ad esempio, non potrò sempre controllare che assuma il farmaco, anche se cercherò sicuramente di stargli accanto e comprenderlo il più possibile.
I miei credono che mi stia "condannando a morte". Io ho molti timori, per me ma anche per lui. La probabilità dei tragici epiloghi di cui si sente parlare in tv è davvero così alta in queste situazioni di problemi mentali? Da questo punto di vista ciò che mi ha scritto circa la possibilità di cure migliori mi rincuora e lo incoraggerò allora a parlare con il suo medico.
La ringrazio davvero.
Io amo il mio compagno (di conseguenza, gli voglio stare accanto nella gioia e nel dolore), lo accetto così com'è ma temo i momenti in cui non è se stesso. Se possibile, volevo chiederLe quindi se il disturbo dell'umore, come la psicosi, è comunque un qualcosa che potrebbe mettere a effettivamente a rischio chi gli sta accanto (me o un eventuale futuro figlio) laddove lui dovesse diventare inopinatamente aggressivo. Ad esempio, non potrò sempre controllare che assuma il farmaco, anche se cercherò sicuramente di stargli accanto e comprenderlo il più possibile.
I miei credono che mi stia "condannando a morte". Io ho molti timori, per me ma anche per lui. La probabilità dei tragici epiloghi di cui si sente parlare in tv è davvero così alta in queste situazioni di problemi mentali? Da questo punto di vista ciò che mi ha scritto circa la possibilità di cure migliori mi rincuora e lo incoraggerò allora a parlare con il suo medico.
La ringrazio davvero.
[#3]
Carissima Signora, è una scelta difficile ma purtroppo senza conoscere persona, storia e diagnosi non saprei cosa risponderle (anche se gli episodi tragici fanno molta audience sono relativamente rari).
Capisco i suoi genitori e ammiro i suoi forti sentimenti, le auguro quindi tutta la serenità che merita
Capisco i suoi genitori e ammiro i suoi forti sentimenti, le auguro quindi tutta la serenità che merita
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 9.5k visite dal 22/07/2014.
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