26 anni e da circa 10 anni soffro di disturbi d''ansia e attacchi di panico

Buongiorno.. Sono una ragazza di 26 anni e da circa 10 anni soffro di disturbi d''ansia e attacchi di panico.. I primi episodi risalgono all''età di circa 25 anni, quando a seguito di eventi stressanti e situazioni familiari complicate incominciai ad avvertire questo malessere fisico tanto da dover chiamare ogni volta l ambulanza credendo di stare x morire..
Sottoposta poi a vari esami medici x capire se i miei attacchi provenissero da fattori organici, a seguito di una risonanza magnetica venni a scoprire la presenza di macchie encefaliche a dubbia natura demienilizzante pertanto la mia paura e o ipocondria tocco picchi di sfogo altissimi.
Incominciai ad andare a fondo a questo nuovo problema e ancora oggi a distanza di dieci anni periodicamente effettuo controlli all''encefalo per rassicurarmi notando che il quadro clinico rimane sempre invariato.. (All inizio si pensava ad una sclerosi multipla ma poi venne eliminata l ipotesi anche se i medici mi hanno sempre lasciata con il punto interrogativo in merito a queste famose macchie. Vari neurologi che ho interpellato mi hanno detto di stare Tranquilla perché queste macchie, in assenza di un quadro neurologico specifico - nel mio caso io per fortuna a loro parere non ho nulla che possa far sospettare quella brutta malattia).
Sta di fatto che dal punto di vista psicologico questa esperienza con i medici comunque mi segno'' molto, mentre i miei problemi famigliari e o vicissitudini personali aggravarono invece il mio quadro dal punto di vista personale. Sta di fatto che ho sempre convissuto con questo attacchi di panìco senza mai voler assumere psicofarmaci, sperando di risolvere la questione con le mie sole forze. Ammetto che ce l''ho sempre fatta, anche se devo pure ammettere di non essere mai riuscita a sdemonizzare le mie paure ne a far diminuire le mie fobie... Ora il neurologo mi ha prescritto sereupin e alprazolam al bisogno ma io sono terrorizzata dal voler assumere questo farmaci.
La mia domanda e: gli attacchi di panico da cosa derivano? Basta la psicoterapia e autoanalisi, si superano, oppure sono costretta ad assumere medicine per iniziare a vivere la vita come e'' giusto viverla? Grazie anticipatamente
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Il panico è un disturbo sensibile alla rassicurazione e solitamente risponde bene alle psicoterapie specifiche. Quando queste non sono sufficientemente efficaci occorre una terapia farmacologica (quella consigliatale è solitamente sicura ed efficace).
Al contrario, "far da sé", resistere, etc troppo spesso significa piegarsi al disturbo ed adattarsi alle sue conseguenze, evitare ciò che sappiamo potrebbe scatenare l'ansia, vivere una vita con delle limitazioni.
Cordialmente

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

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Utente
Utente
Il mio problema ora e' che prima queste paure riuscivo a controllare, tramite meccanismi psicologici stupidi quali x esempio al mio sentirmi svenire associavo una carenza di zuccheri e bastava semplicemente mangiar qualcosa x sentirmi subito meglio. Oppure se andavo in vacanza e o in qualche posto nuovo cercavo sempre rassicurazioni quali potevano essere x esempio la vicinanza ad un ospedale o la sicurezza di poter ricevere comunque assistenza in caso ne avessi avuto bisogno. Questi meccanismi compensatori fino ad oggi mi hanno comunque aiutata a avvertire il panico in maniera più leggera.. Diciamo che ero sottoposta comunque a vincoli e o limitazioni dettate dal mio cervello ma sta di fatto che alla fine mi passava.. Ora invece mi ritrovo purtroppo in una fase della mia vita particolare, in ripresa da due anni molto intensi e stressanti e sono arrivata al punto di non saper più gestire la cosa. Mi sento diversa, stanca, a volte sola ad affrontare questo tunnel di paura che solo chi lo vive può capirne l'intensità purtroppo! Il sintomo più frequente che avverto in questi momenti sono le vertigini, la sensazione di non avere il controllo del mio corpo.. E' come se mi sentissi di perdere i sensi da un momento all'altro.. Debole, una debolezza estrema. Per quanto riguarda l'umore invece va a momenti, posso passare dall'euforia all'angoscia ma il tutto sempre accompagnato da un'ansia di base che credo caratterizzi comunque il mio carattere.
Ho il terrore di incominciare coi farmaci in primis perché la mia testa vuole avere la presunzione di non averne bisogno, ma in secondo luogo perché conoscendomi temo che potrei iniziare la terapia e poi interromperla bruscamente perché d'improvviso cambio idea. E questa cosa non è da sortovalutare. Ringraziando innanzi tutto x la vostra preziosa disponibilità ed ascolto, porgo un ultima domanda: se non iniziassi i farmaci e continuassi a vivere con i miei attacchi e paure rischio di ammalarmi e o di peggiorare la mia integrità psicologica? Se invece incominciassi, quali benefici dovrei avvertire!? Il farmaco risolverebbe questo mio incubo? E cosa dire degli effetti collaterali? E' vero che fa ingrassare e diminuire il desiderio sessuale? Davvero grazie...
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Il farmaco verosimilmente migliorerebbe molto la situazione aiutandola a gestirla ed a recuperare autonomia. La decisione di continuare così non la espone certo al rischio di "impazzire", non perderà le sue facoltà mentali, il panico più spesso ha un decorso benigno. Perderà un po' della sua libertà e rischierà la depressione più facilmente della media, forse.
Mi raccomando però, non cerchi rimedio in alcol, tranquillanti e dipendenza eccessiva da persone.

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Utente
Utente
Grazie mille, le sue parole sono comunque confortanti! Tranquillanti li ho iniziato da pochissimo solo al bisogno, alcool e droghe neanche x idea, con la dipendenza da persone ha toccato un tasto dolentissimo! E' un mio grosso problema.. Ma che correlazione e' questa col mio problema? Grazie
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
È un'aspetto cardinale, la presenza di una persona di riferimento, un "compagno accompagnatore", ci semplifica la vita, ci rassicura, ci permette di affrontare circostanze altrimenti molto ansiogene.
Questo però crea un legame spesso affettivo ma anche utilitaristico che col passare del tempo può creare varie difficoltà.
Un esempio, molto chiarificatore, è quello - non rarissimo - di una donna piacevole e giovane che sposa un uomo assai più anziano, spesso impotente, perchè questi le appare come un compagno stabile, che non la abbandonerà. È una dipendenza anche questa :)
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Utente
Utente
Ha centrato il problema, e' proprio questa la sensazione che si avverte! Le pongo delle ultime domande: se decidessi di incominciare la terapia con sereupin, che cosa succederebbe in caso di gravidanza? (Al momento questa ipotesi sarebbe deleteria ma purtroppo ho dovuto smettere la pillola perché il mio corpo non la sopportava quindi il rischio potrebbe sempre esserci nonostante le precauzioni)
E se invece incominciassi con un altra terapia anticoncezionale, esempio spirale, ci sarebbero problemi in concomitanza con sereupin?
Ultima domanda: ho sofferto di sporadici problemi della coagulazione( variazione di qualche fattore) anche se esami più approfonditi in merito non hanno fatto emergere nessuna patologia ematica specifica.. E' vero che sereupin aumenta il rischio x esempio di ecchimosi? Grazie mille, lei ed il vostro servizio siete efficentissimi!
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
- spirale ok se non causa emorragie
- i serotonergici possono ridurre la coagulazione ma se non ha problemi specifici sono sicuri, qualche ecchimosi non è allarmante, il mio Prof di Ematologia diceva sempre "si muore di trombosi, non di emorragia" :)
Per la gravidanza il sereupin è considerato sicuro, anche se studi recenti ne discutono, si consulti col centro farmaci in gravidanza dell'istituto mario negri se resta incinta (tel. 800 88 3300)

Le faccio i miei migliori auguri


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Utente
Utente
La ringrazio x tutta la sua disponibilità!
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Un piacere
I nostri migliori auguri :)
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Utente
Utente
Buongiorno dottore.. Sono circa cinque giorni che ho incominciato la terapia con sereupin, i primi 4 gg su indicazione del medico, ho preso mezza compressa per 4 giorni e mi sentivo abbastanza bene, poi ieri son partita con una intera (20 mg) ma ho accusato tutto il giorno una tremenda sonnolenza (sbadigliavo in continuazione) per non parlare dell'inappetenza.. Oggi non me la sentivo di prendere di nuovo la dose intera e ho ridotto a mezza.. Se volessi ibterrompere la terapia, del resto sono solo 6 giorni dall'inizio, come dovrei muovermi!?
Grazie come sempre x la collaborazione
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Piuttosto che smettere ne terrei mezza in attesa di consultare il Suo curante.
Cordialità


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Utente
Utente
Buongiorno dottore, mi sono decisa e da circa 7 giorni ho incominciato una nuova terapia con efexor 37.5 x 7 gg alla mattina per poi passare a 75 e lyrica 25 mg alla sera per poi passare a 50. Mi sento molto meglio, sia a livello D umore che di crisi D ansia, però ho un brutto effetto collaterale: escludendo l inappetenza che è cmq fastidiosa, faccio tantissima fatica a raggiungere l orgasmo, a volte nemmeno riesco.. E son solo 7 gg di terapia a dosaggio basso.. Ho paura di aumentare le dosi perché temo di perdere definitivamente il totale interesse sessuale col rischio di compromettere anche la mia relazione sentimentale.. Secondo lei piano piano il corpo si abituerà e ritornerò normale oppure questa situazione permarrà durante tutta la cura?
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