Caro psichiatra ti scrivo: devo capire....

salve,
vorrei capire, io al 99% potrei essere sia un soggetto altamente disturbato che forse con seri problemi di personalità...ma qualche cosa mi sfugge: come mai qui dentro rispondono sempre e solo gli stessi medici?
come mai a domande particolarmente precise non si hanno risposte, e come mai a proposte di "nuove" conoscenze i vostri colleghi si chiudono a riccio?
parlo di categorie specifiche che non riguardano la vostra, non le elenco ma a buon intenditore bastano poche parole e letture.

Caro psichiatra, tu che vorrai rispondermi dammi una mano a capire e ti scrivo con il cuore in mano per capire un po'... vorrei che tu mi dicessi come mai non vengono effettuati corsi di etica, di didattica o propedeutica per migliorare il rapporto medico paziente e come mai il medico in generale tende a "catalogare" subito chi ha di fronte senza mettersi dalla parte opposta. Avete mai provato a essere voi pazienti senza dire che siete "camici" e vedere che accade?? no, non lo farete mai, avete paura prima di tutto più voi di noi... dai diciamolo con sincerità..
Vorrei capire come mai fra voi stessi colleghi in generale, si tenda a screditarsi o a fare una guerra spietata denigrando l'operato dell'altro.

Caro Psichiatra, dovresti dirmi, perché é così faticoso che tu medico con un dubbio di diagnosi errata non prendi la cornetta del telefono e chiedi al collega:"hei non so se sono io che prendo una cantonata o tu, ne discutiamo?"...
Vorrei capire molte cose, vorrei capire se stiamo cercando appunto di arrivare ad una insana privatizzazione a discapito di coloro che non sono ne assicurabili ne economicamente protetti.
Scrivo a te dottore della mente perché vorrei capire che gioco perverso degli intenti esista e come mai il giuramento di Ippocrate sta diventando obsoleto.
Sai di chi ho paura? delle nuove leve, quelle giovani che vedono solo nella professione con il camice la possibilità di prestigio e ricchezza.
Sai, sono veramente demotivata a capire e a credere ancora. Una presenza amica mi disse un giorno che sono notevolmente incazz con i medici, si è vero, lo sono per una piccola parte di voi che sta trattando 25milapazienti nel modo peggiore, prima illudendoli, poi "uccidendoli con le parole" e poi magari consolandoli.
Leggo di medici che svolgono trials e poi quando un pz si rivolge a loro inizia una sequela di affermazioni e negazioni.Iniziano viaggi per esami ripetuti e fatti tre mesi prima perché uno nn si fida dell'altro oppure è solo un modo per fatturare lo aumentare lo sgravio fiscale dello stato e quello del povero cittadino?

Credimi Dottore, ieri finalmente ho ritrovato un vecchio "gancio" facendo 2500 telefonate presso alcuni centri medici. Ci siamo trovati a studio con il mio compagno di vita e abbiamo parlato a lungo, non era uno psichiatra, ma uno specialista a me "dedicato" e il tempo a noi ri-dedicato è stato di due ore ad una cifra irrisoria vi assicuro che pago per lo stesso tempo di più la mia colf.
abbiamo discusso su diagnosi errate, su diagnosi create ad oc per procurare "guadagni" o sussidi a centri di ricerca e sul rapporto umano che si sta perdendo. Ho letto nelle sue affermazioni lo scontento e la mancata possibilità di essere libero e quando ci prova paga di tasca sua. Ha detto che esiste la personalizzazione delle terapie e la compliance fra medico e paziente, ma che basta aver voglia di perdere un po' di tempo, guadagnando un ora in meno di inframoenia...a vantaggio di chi hai di fronte.
si ho letto molto malcontento.
Questo malcontento oramai è abbastanza generalizzato e forse gisutamente volete ricorrere al privato....ma NOI?? noi cosa dobbiamo fare? dobbiamo passare per psichiatrici per non ricevere aiuto perché in ogni caso non potremmo averne? perché non possiamo più affrontare i famosi viaggi della speranza che stanno diventando sempre più numerosi grazie alle nuove generazioni e perchè qui non si ha chiarezza?

Dottore, ho paura, per mio figlio, per i miei nipoti se mai ne avrò che dovranno affidarsi a Voi. Vero che il sapere via internet o tramite mass media o stampa non crea il diritto di contrastare o fare domande, ma è anche vero che alle soglie del 2010 si sappia che ci accade veramente.
Ma poi è giusto sapere troppe cose? me lo sto chiedendo ultimamente,tu medico sai e ti poni 2450 dubbi e poi alla fine sei con le mani legate dalla assurda burocrazia e non curi più nessuno...questo è giusto?
Ma voi alla fine vi chiedo:

MA DA CHE PARTE STATE? non è ora che ci diate una mano fattiva?

ok ok...ora mi autoprescrivo del sano antidepressivo di quelli tosti per reggere a tutto! :)
un caro abbraccio e scusatemi lo sfogo, ma sinceramente vorrei solo capire perchè dovrei andare a fare riabilitazione a 500 km da casa mia perchè un sistema nazionale sta tagliando i viveri incocciando in "folli" assetati di denaro che poi scopro scappano in svizzera per farsi piene le tasche e tu resti senza referente durante un ricovero..vedendo sei volti diversi...ceh ti rivoltano le carte come pare e poi negano ...

dottore, si ora sono veramente depressa... mi risponderai?
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Può sintetizzare la cosa. A chi si sta rivolgendo ? Alla categoria professionale o agli psichiatri pubblici/privati ?

Litigare con i colleghi serve a farli irrigidire nelle proprie posizioni. Come in tutto esistono orientamenti. Non sono convinto che abbiano ragione un pò tutti, ma non esistono orientamenti ufficiali sulla maggior parte delle questioni sanitarie, anche in psichiatria.
Non sono d'accordo sul fatto che la psichiatria privata sia fatta da pescecani: anzi, in una forma che sarà anche ingiusta (ma è un problema dell'organizzazione del sistema pubblico) risolve i problemi così come li risolve uno psichiatra "gratuito". vale un pò per tutta la medicina.
Un consiglio è quello di non avere aspettative diverse da quelle che avrebbe per un qualsiasi medico, di richiedere una diagnosi e una prognosi, quindi dei tempi tecnici per verificare i progressi ottenuti, di farsi trattare sempre come un malato che chiede una cura. Così evita la maggior parte dei falsi "maghi" è in grado di interagire secondo precisi parametri con un operatore di media competenza.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
dottore se Lei rilegge meglio, capirà che non era per gli psichiatri, sennò scusi che senso aveva scrivere qui? era solo una domanda provocatoria a cui mi piacerebbe ricevere risposte, perchè veramente ultimamente si assistono a "incontri" che di etico hanno ben nulla, e mi piacerebbe che andaste tutti quanti a leggere nei vari forum di aiuto come e quanto sono contenti i "pigiami"
Quindi non la veda come un "io ti accuso" personale, perchè in tal caso allora potrei pensare che la coda di paglia esiste sempre e ovunque...
ho scritto qui, perchè reputo la vostra categoria molto aperta al dialogo, e quindi propositiva, per lo meno vi vedo spesso propositivi... che dice "rileggiamo"? :)
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
La lettera è "caro psichiatra ti scrivo..." ?
Non capisco a cosa si riferisce. Lei parla di me come di qualcuno che ha disprezzo per i pazienti. Ha sbagliato persona.
[#4]
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Dottore,
caro psichiatra ti scrivo...è riferito in generico, alla vostra sezione perchè secondo me siete gli unici che potreste magari instaurare un confronto, ma non fra voi psichiatri: non è riferito a voi..allora proprio scrivo aramaico, ok, ha ragione sono io in errore per poca chiarezza, come mai ha preso questo post come un "io ti accuso"??

mi spiace e le chiedo scusa per averLe dato questa idea. ma forse non ci siamo proprio intesi!
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Instaurare un confronto con i pazienti ?
I medici e i pazienti sono fatti apposta per avere un rapporto e discutere le cose. A volte non si può fare, in psichiatria, per effetto della compromissione di alcune funzioni psichiche. Si instaura un rapporto finalizzato a far sì che il paziente approdi alla cura e ci stia per tutto il tempo necessario, e capisca magari durante il percorso esattamente quali sono i punti chiave del suo disturbo.
Per il resto, intavolare un confronto non può significare che i pazienti "dicono la loro" sulle terapie o sulle diagnosi, perché è una cosa scontata. Quando si hanno certi disturbi, si dicono esattamente le stesse cose in merito a diagnosi e a terapia. Alcuni amplificano, altri minimizzano o vedono solo una parte del problema. Ma non è colpa di nessuno, è un aspetto da trattare con assoluto rispetto e tenendo però fermo il ruolo del medico, che è direttivo.
[#6]
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
no Dottore, fra di Voi era l'intento per un confronto e non con i pazienti!! comunque grato per la risposta che mi ha dato, ma forse veramente stiamo parlando due lingue diverse e non ci siamo compresi! Ma è corretto sia così: Lei è il medico ed io un paziente (in questo momento mi reputo non paziente ma solo una persona che si è posto un interrogativo che esula dalla patologia psichiatrica, ma include un insieme di dinamiche che ultimamente si stanno presentando nelle varie specialità mediche!)
comunque veramente a Lei un sereno lavoro e grazie anche alla Sua categoria! non perda tempo con me, sono solo un paziente per lei...e quindi sottoposto al ruolo direttivo del medico, e mi pare sia corretto così!

Grazie di cuore!
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k
Forse non si è spiegato bene. L'intento polemico mi sembra però sempre più evidente, presente fin dall'inizio. Simile a tati sfoghi, che non colgono nel segno secondo me. Secondo me le aspettative dagli psichiatri è che curino con le parole e a quattro mani con i pazienti, e le conoscenze mediche difficili da comunicare e accettare. Non per questo perdo di vista i ruoli. Non è una questione di contrapposizione, ma di interesse del paziente.
[#8]
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Dottore,
ancora grazie! E' stato esaustivo!!
[#9]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.6k 1.2k
Gentile utente,

mi ha molto incuriosito il suo post che ho letto casualmente.

Poichè faccio parte di "quella categoria dei pigiami", cui Lei fa riferimento e avendo scritto per questo sito

https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/79-dottore-si-spogli.html

https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/79-dottore-si-spogli.html

mi piacerebbe molto che in unico post lei potesse sintetizzare il suo pensiero disseminato in 18 post precedenti su questo sito, alcuni dei quali sono molto discordanti da quest'ultimo.
esempio

https://www.medicitalia.it/consulti/neurochirurgia/29269-ringrazio-il-dottor-giovanni-migliaccio.html

La mia è pura curiosità professionale
Cordiali saluti
[#10]
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Salve,
La ringrazio di cuore, anche per avermi dato la possibilità di leggere il post che lei mi ha allegato alla presente risposta. Non Le nascondo che mi sono venute le lacrime agli occhi, perchè in lei ho rivisto un po' un fratello che amavo e che era medico in una chirurgia "donne" ed ho letto le stesse emozioni che mi raccontava.

Lei vorrebbe un riassunto dei 18 post.
Non li ho contati, mamma mia come sono logorroica!

Si, dottore, è una "rabbia" la mia, legata a vissuti personali i miei in primis,poi quelli vissuti di riflesso tramite amici di una associazione di cui faccio parte e i vissuti di un fratello medico chirurgo che si è sentito impotente verso i suoi cari e lui stesso ha rifiutato cure per viversi come uomo. La rabbia che si portava dentro per il doversi adeguare ad un sistema sanitario scorretto e corrotto.

Sto aiutando mio nipote che si sta laureando in medicina a capire come si sta dalla parte opposta ai camici, ossia da "pigiami".
Sta facendo una tesi sulla "etica e bioetica". Alla sera, ci si parla spesso via chat, visto che vive altrove. Lo sto aiutando e conosce questo vostro sito, dove spesso in accordo con lui sono anche provocatoria.

Nella sua bellissima testimonianza Lei ha raccontato quelle emozioni che io come "pigiama" ho vissuto o potrei vivere rapportandomi con una malattia, seria, anche se non legata alla "morte".

Le parlo a cuore aperto, il dottor Migliaccio, conosce i miei sfoghi, perchè di persona in due unici incontri per una patologia a lui "correlata" come "ruolo curativo" ed Egli stesso ha "letto" il mio stato d'animo, ma che pure lui comunque impotente difronte alla "grettezza" di alcuni suoi e vostri colleghi, ha solo potuto dirmi con sincero parlare:" mi spiace."

Ho scritto in questa sezione, dove spesso è manifesto un disagio psicologico da parte di "pazienti" con patologia sia fisico-organica che della "psiche" ritenendo la sezione degli psichiatri (e sperando si uniscano a noi per un dialogo costruttivo) forse adatta anche a me stessa perché penso senza ogni ombra di dubbio di aver "deviato" miei atteggiamenti che la mia lunga vita di paziente mi ha portato ad assumere anche penso per difendermi.

Vi sono qui rappresentate tutte le categorie dei medici, molti di Voi sono presenti con assiduità, vuoi per desiderio veramente attivo di dare aiuto, vuoi forse per farsi conoscere come "specialista" e vuoi forse anche solo per dire: esisto anche io e ci sono in questa tale struttura.

Ho spesso scritto, il mio malessere di relazione con una categoria specifica, quella dei Neurologi, che ritengo in effetti la "categoria" che dovrebbe a rigor di logica avere una "mente" aperta alle incertezze del chi ha di fronte.
Ho letto molti post,di giovani donne, post inevasi, ho inserito il mio con una testimonianza di un iter appunto da sballo, dove ha risposto solo il dottor Migliaccio, ma non ho letto nessuno dei diretti interessati a quello che poteva essere il mio disagio dirmi, sei in errore, oppure siamo sistemati in questa maniera come "professione e impotenza conoscitiva".
Ho provocato, mi sono ridotta a "remissiva" assurgendo vari stadi di emozioni che ognuno di noi potrebbe manifestare: risposte NESSUNA.

Ma ho anche visto colleghi fra Voi "linciarsi" a vicenda.

Tutto questo fa bene a chi legge?

Ecco allora che mi sono decisa, anche perchè reduce da alcuni comportamenti sgradevoli ricevuti da un neurologo presso una struttura riabilitativa a scrivere.

le mie domande alla fine sono tutte quelle che Lei ha "risposto" nel suo bellissimo "dottore si spogli...."

si, spogliarsi dal ruolo della ONNIPOTENZA e avvicinarsi a chi hai di fronte e capire quello che vuole sapere, conoscere o anche sentirsi dire.

Io spero dottor Catania che Lei abbia letto questo mio post:
https://medicitalia.it/02it/consulto.asp?idpost=24443&top_titolo=Iter%20da

dove un mio vissuto pesante con la malattia mi potrebbe in effetti aver segnato o forse mi abbia segnato maggiormente instaurando in me un rapporto sbagliato con i camici.

Forse Lei potrebbe pensare al rapporto "amore-odio" verso un medico,a quel tanto decantato rapporto di fiducia che si potrebbe instaurare con la compliance.

Sinceramente io non riesco più ad aver fiducia in nessuno, e questo mio pensiero lo ho manifestato in faccia all'ultimo camice con cui mi sono rapportata, stavolta con un testimone, solo per non passare io per "persona disturbata"
Stranamente dalla parte opposta ho trovato comprensione e la possibilità di capire i dubbi o le incertezze di una diagnosi, e ricevendo inoltre una rassicurazione che per mia fortuna non ho buttato via 10 anni della mia vita e un lavoro perso per un errore diagnostico perpetrato se fosse stato così con un "dolo" da "rogo" per il camice e l'ente a cui allora venni indirizzata.

Le mie domande sono queste:
a- è corretto ed etico quando un paziente rifiuta una terapia "mollarlo" mandandolo dallo psichiatra senza capire il suo rifiuto?
oppure dirgli, io non so che fare, inutile tu venga anche per i sintomatici, tanto non ti vuoi curare?
b- è corretto che un medico denigri in presenza del paziente lo stesso collega dicendogli: chi sono gli imbecilli che l'hanno curata in modo sbagliato?
c- perchè non si prende in mano il telefono e si chiede al collega: guarda ho un tuo paziente qui a fare fisioterapia, ma secondo me hai "cannato" la diagnosi?
d- è etico informarsi sul perché tu paz. hai fatto 56 visite in tre anni presso una struttura preoccupandoti del fatto se eri o meno a pagamento, come se un paziente si fosse comprato un "target"?
e- ancora, visto che siamo in vena di capirci: è giusto che tu scriva in una cartella, la paziente si rifiuta di fare esami mai proposti?

E si metta in dubbio una diagnosi fatta sulla osservazione clinica nel tempo del paziente? (10anni?)

Dottor Catania, le donne più degli uomini spesso subiscono degli strani atteggiamenti da parte dei camici: "ti fanno sentire isterica, inadeguata, ignorante, emotivamente instabile".

Spesso mi sono sentita dire che i problemi che presentavo fossero di origine psichiatrica e se leggerà il mio post, mi sono trovata a dover macinare km per una diatriba fra due medici, che utilizzavano me come portatore di messaggi.

Mi hanno detto a 20 anni che non sarei arrivata ai 21. Come pensa io sia stata? ero sola in una città a me sconosciuta, rimasi 4 ore seduta su di una panchina in una gelida giornata invernale a pensare cosa dire a chi amavo e mi amava, oppure buttarmici io stessa nella Dora?

Mi sono trovata con una proposta di cura, datami con certezza e una affermazione di "incapacità" professionale, per difendere un collega che ha sbagliato da parte di un professionista che ammiro forse per il suo "ardire" ma che mi ha lasciato amaro in bocca per avermi creato veramente un disagio psicologico notevole.

Sembra io sia la sola a subire, invece , mi piacerebbe che si potesse postare qui tutti gli sfoghi di altri pazienti scontenti di questo nostro SSN, che pare sia o fosse fra i migliori e che ora inizia a fare acqua da tutte le parti per opera di giovanissimi che cercano solo di arrivare al 27 o allo scoop.

la mia malattia?
dottore è una malattia demielinizzante,una SM/RR, legata ad una forma rara di demielinizzazione anche periferica con danno di barriera e finalmente mi hanno detto che cosa serve o non serve e che cosa provare personalizzando una terapia scostandosi dai famosi protocolli, che spesso per lo meno per la patologia neurologica sono poco attendibili di statistica.

Io non chiedevo altro che vivermi, al meglio, non chiedevo altro che non subire più macchine chiuse o esami invasivi e poter ricevere aiuto solo nei momenti peggiori.
Non ci possono mai essere rassicurazioni per alcune patologie, e Lei lo ha "detto" in maniera chiara e corretta.
Si, conosco molto della malattia che mi affligge, e forse questo mio sbaglio è di provare a parlarne con chi ho di fronte.
Vorrei che chi ho di fronte capisse che gli stessi interrogativi che si pone lui me li sto ponendo pure io e si condividessero gli stessi dubbi, non per dichiarare un fallimento, ma per provare insieme a procedere alla "cure"...
che dice sbaglio?

ecco il mio sfogo, e La ringrazio per aver penso compreso, visto che Lei ha sotto la sua "tutela" questo complesso mondo femminile che sono le donne, con una magnifica facciata o di accettzzione e mascheramento di paura, oppure di terrore manifesto.

grazie dottor Catania, io vorrei che tutti i suoi colleghi, dal pediatra al fisiatra o al farmacista leggessero i suoi scritti.


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