Ansia e fine terapia

Salve dottori eccomi di nuovo qui, so che leggete i miei scorsi consulti ma per alleggerirvi il tutto faccio una piccola sintesi schematica e la domanda che mi sta assillando ultimamente:

- luglio 2012: attacco di panico durante il cammino, da questo giorno in poi Ansia con tutte le sue sintomatologie fisiche via via in crescendo soprattutto durante il cammino che mi precludevano il vivere normale;

- novembre 2012: visita neurologica: sindrome ansioso-depressiva terapia Cymbalta 1cpr + xanax per 2 mesi; e subito dopo visita psichiatrica: attacchi di panico e somatizzazione d'ansia, terapia Cipralex 6 gocce + xanax per almeno un anno, propendo per la soluzione della Psichiatra;

- gennaio 2013: aumento cipralex a 10 gocce + xanax in quanto i sintomi non diminuivano;

- maggio 2013: aumento cipralex a 13 gocce in quanto anche se diminuiti i sintomi forti rimangono quelli minori, eliminato xanax e introdotta la terapia cognitivo comportamentale di 6 sedute (1 mese e mezzo)

- settembre 2013: anzichè diminuire il cipralex in attesa della conclusione dell'anno di terapia a novembre la psichiatra mi lascia a 13 gocce in quanto i lievi sintomi si fanno saltuari e mi prolunga di un altro anno la terapia in quanto per il mio caso ci vogliono 2 anni in totale, data di conclusione terapia novembre 2014;

- gennaio 2014: aumento del cipralex a 15 gocce con prossimo consulto a luglio 2014 per diminuzione farmaco lentamente fino a novembre;

- aprile 2014: noto forti miglioramenti nei lievissimi e sempre più saltuari sintomi;

- giugno 2014: permane solo ed esclusivamente durante il cammino sudorazione ascellare/schiena (non mi da fastidio), saltuarie sensazioni di lieve stanchezza e lievissima instabilità alle gambe durante il cammino soprattutto se il marciapiede non è perfettamente piano della durata da pochi secondi a max 10 minuti, noto che prima di questi sintomi, nello stesso giorno o addirittura nei due giorni precedenti mi si presenta un lievissimo acufene all'orecchio sinistro che poi scompare subito il giorno dopo al sintomo fisico d'ansia appena descritto.

Detto di quest'ultimi sintomi telefonicamente alla psichiatra in anticipo di un mese dal prossimo incontro e visto il mio percorso ho chiesto se potevo aggiungere almeno 2/3 gocce ma lei insiste che da luglio devo diminuire di una goccia a settimana il cipralex per eliminarlo a novembre (mese in cui faccio 2 anni di terapia).
Il medico di base è perplesso e mi ha consigliato almeno di fare 4 mesi di terapia cognitivo-comportamentale dal momento che inizio a scalare.
Non so perchè, nonostante ora vivo bene rispetto ad un anno fa, non me la sento di diminuire il farmaco anche se questi sono blandi e saltuari sintomi che però mi portano alla mente la paura che non è ancora finita.
Come mi devo comportare? la Psichiatra è irremovibile.
Grazie
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Deve decidere se seguire le indicazioni della sua psichiatra o meno.

Simpatica e singolare la proposta di psicoterapia di 4 mesi fino alla sospensione.

Per la psicoterapia o c'è indicazione o non c'è, non è mica un cuscinetto di riparazione.

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[#2]
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Mi scusi dottore ma non mi sembra così facile decidere, non ho le competenze per farlo.
La psichiatra mi ha fatto capire in mille modi che se continuo potrò farlo ma con un altro specialista.
Dice che mi trova molto bene e che è ormai tempo di concludere seppur in maniera molto lenta la terapia.
So che 2 anni di terapia possono andar bene per i disturbi d'ansia ma da quello che leggo in internet dalle esperienze di altri pazienti questi 2 anni devono essere a dose terapeutica minima di 10 gocce o comunque dalla dose che non si hanno più sintomi.
Come dicevo prima la dose minima di 10 gocce è iniziata solo un anno e mezzo fa e la quasi risoluzione totale dei sintomi l'ho avuta solo dalle 15 gocce cioè da appena 6 mesi.
Sono molto confuso, basterà? avrò bisogno di altre gocce per eliminare anche i lievissimi e saltuari sintomi o se ne andranno da qui a novembre?
Vorrei fidarmi ad occhi chiusi della mia psichiatra ma la paura di una recidiva mi blocca un po.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Eventualmente la possiblità di ricaduta è valutabile alla sospensione del farmaco e non prima.

Effettivamente i dosaggi vanno mantenuti per un paio di anni dal miglioramento.
Ciò non toglie che la decisione di stabilire una riduzione può variare dal sesto mese di terapia in poi.

Non è un obbligo, è preferibile.

La valutazione della psichiatra prende in considerazione diversi fattori per stabilire la riduzione.

Se lei dovesse ritenere di non voler ridurre il farmaco può esporre il problema chiaramente ed eventualmente la sua psichiatra la indirizzerà ad un collega se non fosse disponibile a continuare la terapia.

A mio avviso, la preoccupazione che esprime per un avvenimento futuro di circa 5 mesi è da considerarsi un sintomo della sua struttura ansiosa.
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