Confusione giovanile cannabis terapeutica nella cura delle patologie psichiatriche
Buongiorno e grazie per la disponibilita'.
Viviamo in una Societa' che crea una notevole confusione su tutto...
Il caso del pregiudizio giovanile x cui se c'e' un problema psicologico/psichiatrico che non si riesce a risolvere da soli allora la scelta "giusta" e' optare per i "rimedi naturali", evitando tutto il marasma delle terapie degli "strizza cervelli" e dell'eventuale ricorso alla prescrizione di specifici psicofarmaci, dicevo che cio' e' ormai ampiamente diffuso e ben consolidato.
Certo e' che Media e decisioni legislative a riguardo non aiutano di certo il giovane a fare chiarezza...
Vogliamo cercare di dare una spiegazione semplice nella distinzione tra la cura delle patologie psichiatriche nei casi in cui lo specialista decide di optare per benzodiazepine, anti depressivi e/o neurolettici atipici da quella in cui si fa ricorso ai farmaci cannabinoidi??
E sfatiamo un tabu'; perche' nel 2014 ancora la stragrande maggioranza dei giovani ritiene salutare "farsi la canna", se e' molto agitato e stressato mentre, perche' visto come rimedio naturale dal fare al contrario ricorso a psicoterapie e benzodiazepine/anti-depr/neurolettici in quanto sostanze "sintetiche", quindi dannose??
Cosa c'e' davvero dietro a questa convinzione popolare che resiste negli anni?
Prendere un farmaco cannabinooe e' come gsrsi un
Viviamo in una Societa' che crea una notevole confusione su tutto...
Il caso del pregiudizio giovanile x cui se c'e' un problema psicologico/psichiatrico che non si riesce a risolvere da soli allora la scelta "giusta" e' optare per i "rimedi naturali", evitando tutto il marasma delle terapie degli "strizza cervelli" e dell'eventuale ricorso alla prescrizione di specifici psicofarmaci, dicevo che cio' e' ormai ampiamente diffuso e ben consolidato.
Certo e' che Media e decisioni legislative a riguardo non aiutano di certo il giovane a fare chiarezza...
Vogliamo cercare di dare una spiegazione semplice nella distinzione tra la cura delle patologie psichiatriche nei casi in cui lo specialista decide di optare per benzodiazepine, anti depressivi e/o neurolettici atipici da quella in cui si fa ricorso ai farmaci cannabinoidi??
E sfatiamo un tabu'; perche' nel 2014 ancora la stragrande maggioranza dei giovani ritiene salutare "farsi la canna", se e' molto agitato e stressato mentre, perche' visto come rimedio naturale dal fare al contrario ricorso a psicoterapie e benzodiazepine/anti-depr/neurolettici in quanto sostanze "sintetiche", quindi dannose??
Cosa c'e' davvero dietro a questa convinzione popolare che resiste negli anni?
Prendere un farmaco cannabinooe e' come gsrsi un
[#1]
Gentile utente,
Qual'è la domanda ?
Qual'è la domanda ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Buongiorno dr. Matteo Pacini e grazie anzitutto per la disponibilità.
Mi rendo conto che la mia email non è chiara, nel senso che esprime un problema sociale giovanile, un disagio che ha assunto le sembianze di una vera e propria piega sociale, ma non va al punto, la domanda appunto...
La domanda è questa: i farmaci cannabinoidi possono avere una funzione terapeutica nella cura dell'ansia acuta e dei disturbi dell'umore?
Il "farsi una canna" (dal gergo comune) è come il prendere la pastiglia/le gocce a base di THC (principio attivo della cannabis)??
Le benzodiazepine, così come le terapie a base di neurolettici e/o antidepressivi o stabilizzatori dell'umore, nel lungo termine e per la cura delle sindromi ansiose, "fanno più male all'organismo" rispetto all'utilizzo dei farmaci cannabinoidi??
La ringrazio nuovamente per la disponibilità, scusandomi per la mancata chiarezza.
Mi rendo conto che la mia email non è chiara, nel senso che esprime un problema sociale giovanile, un disagio che ha assunto le sembianze di una vera e propria piega sociale, ma non va al punto, la domanda appunto...
La domanda è questa: i farmaci cannabinoidi possono avere una funzione terapeutica nella cura dell'ansia acuta e dei disturbi dell'umore?
Il "farsi una canna" (dal gergo comune) è come il prendere la pastiglia/le gocce a base di THC (principio attivo della cannabis)??
Le benzodiazepine, così come le terapie a base di neurolettici e/o antidepressivi o stabilizzatori dell'umore, nel lungo termine e per la cura delle sindromi ansiose, "fanno più male all'organismo" rispetto all'utilizzo dei farmaci cannabinoidi??
La ringrazio nuovamente per la disponibilità, scusandomi per la mancata chiarezza.
[#3]
Gentile utente,
Quasi sicuramente sì, poiché si tratta di uno dei sistemi di comunicazione cellulare cerebrale.
Questo non riguarda però la cannabis, ma una serie di sostanze denominate "cannabinoidi", di cui una è il thc.
Pochi sanno che la differenza sostanziale tra farmaco e droga è di solito corripondente, a parità di "recettore", con la rapidità di azione: le droghe sono rapide e i farmaci lenti. Questo semplice parametro comporta un diverso rapporto con il sistema cerebrale "toccato" dalla sostanza.
Oltre questo, ci sono alcuni cannabinoidi che non sono quelli responsabili degli effetti piacevoli, ma hanno invece proprietà terapeutiche.
Per quanto riguarda le benzodiazepine, esistono infatti loro usi terapeutici.
Il parallelo più calzante è con gli oppiacei. Hanno usi terapeutici, proprietà psichiatriche purtroppo poco utilizzate per motivi di restrizione alla loro prescrizione e anche per un certo rischio medico, ma in chi li assume per altri motivi (terapia della tossicodipendenza) le proprietà psichiche sono evidenti.
La differenza in questo caso è data dalla lentezza dell'effetto delle medicine oppiacee (metadone, buprenorfina sublinguale., morfina orale) rispetto allr droghe (buprenorfina iniettata, eroina fumata.
Quasi sicuramente sì, poiché si tratta di uno dei sistemi di comunicazione cellulare cerebrale.
Questo non riguarda però la cannabis, ma una serie di sostanze denominate "cannabinoidi", di cui una è il thc.
Pochi sanno che la differenza sostanziale tra farmaco e droga è di solito corripondente, a parità di "recettore", con la rapidità di azione: le droghe sono rapide e i farmaci lenti. Questo semplice parametro comporta un diverso rapporto con il sistema cerebrale "toccato" dalla sostanza.
Oltre questo, ci sono alcuni cannabinoidi che non sono quelli responsabili degli effetti piacevoli, ma hanno invece proprietà terapeutiche.
Per quanto riguarda le benzodiazepine, esistono infatti loro usi terapeutici.
Il parallelo più calzante è con gli oppiacei. Hanno usi terapeutici, proprietà psichiatriche purtroppo poco utilizzate per motivi di restrizione alla loro prescrizione e anche per un certo rischio medico, ma in chi li assume per altri motivi (terapia della tossicodipendenza) le proprietà psichiche sono evidenti.
La differenza in questo caso è data dalla lentezza dell'effetto delle medicine oppiacee (metadone, buprenorfina sublinguale., morfina orale) rispetto allr droghe (buprenorfina iniettata, eroina fumata.
[#4]
Utente
La ringrazio per la chiarezza nell'aver risposto alla mia domanda.
E' stato molto esaustivo direi, anche in relazione al fatto che c'è davvero molta superficialità e ignoranza in giro riguardo questo concetto della "cannabis terapeutica"
Ineffetti ad esempio io non sapevo della diversità tra la "cannabis" e le sostanze "cannabinoidi"...Le confondevo...e allo stesso modo non sapevo che che i cannabinoidi che hanno proprietà terapeutiche a fini psichiatrici non sono gli stessi che generano le classiche sensazioni di "piacere" che prova chi si "fa una canna"...
Riguardo il riferimento alle potenzialità applicative dei farmaci oppiacei in psichiatria, il discorso è interessante.
L'unica cosa che non capisco, stando a quello che lei ritiene riguardo i notevoli benefici nel trattamento delle tossicodipendenze, è il motivo per cui non siano impiegati e diffusi in ambito psichiatrico...
E' più un discorso etico-legislativo oppure di altra natura? cosa intende per "un certo rischio medico"? a quali rischi andrebbe incontro un medico se li prescrivesse in ambito psichiatrico rispetto a quelli di chi lo fa per le terapie della tossicodipendenza?
Ci sono rischi concreti per la propria salute?
Ringrazio ancora per la disponibilità e l'esaustività.
E' stato molto esaustivo direi, anche in relazione al fatto che c'è davvero molta superficialità e ignoranza in giro riguardo questo concetto della "cannabis terapeutica"
Ineffetti ad esempio io non sapevo della diversità tra la "cannabis" e le sostanze "cannabinoidi"...Le confondevo...e allo stesso modo non sapevo che che i cannabinoidi che hanno proprietà terapeutiche a fini psichiatrici non sono gli stessi che generano le classiche sensazioni di "piacere" che prova chi si "fa una canna"...
Riguardo il riferimento alle potenzialità applicative dei farmaci oppiacei in psichiatria, il discorso è interessante.
L'unica cosa che non capisco, stando a quello che lei ritiene riguardo i notevoli benefici nel trattamento delle tossicodipendenze, è il motivo per cui non siano impiegati e diffusi in ambito psichiatrico...
E' più un discorso etico-legislativo oppure di altra natura? cosa intende per "un certo rischio medico"? a quali rischi andrebbe incontro un medico se li prescrivesse in ambito psichiatrico rispetto a quelli di chi lo fa per le terapie della tossicodipendenza?
Ci sono rischi concreti per la propria salute?
Ringrazio ancora per la disponibilità e l'esaustività.
[#5]
Gentile utente,
Non sono impiegati in ambito psichiatrico perché si tratta di medicinali soggetti a prescrizione controllata, esclusivamente autorizzata per l'indicazione terapeutica, ed è solo la tossicodipendenza (tra quelle psichiatriche).
Non sono impiegati in ambito psichiatrico perché si tratta di medicinali soggetti a prescrizione controllata, esclusivamente autorizzata per l'indicazione terapeutica, ed è solo la tossicodipendenza (tra quelle psichiatriche).
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.3k visite dal 05/06/2014.
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