Alprazolam compagno di vita!?!
Gentili Signori Medici,
vi scrivo un pò affranta dalla dipedenza da questo farmaco che dà il "sollievo" buono ma breve (come potrebbe essere altrimenti).
Sarò sintetica (spero);sono ormai diversi anni che ne faccio uso, sempre sotto prescrizione medica (medico di base attualmente), avendo sofferto (e soffrendo occasionalmente)di bruttissime crisi di attacchi di panico che mi hanno portato più di una volta in p.s. (luogo meno adatto per questo problema, credo)e credo ormai sia arrivato ilmomento di "smettere".
Attualmente assumo regolarmente 0.50 mg di alprazolam 3 volte a dì (secondo la mia personole prescrizione), avendo "perduto" il mio psichiatra preferito e dal quale ero seguita da anni (è stato trasferito)e che inizialmente mi ha curato con citalopram e naturalmente alprazolam ma con altri purtroppo non ho mai trovato un giusto filling e non sono riuscita a seguire..
Sono chiaramente dipendente e questo non è bello, inoltre se lo dimentico a casa (è successo) e salto una dose ovviamente i sintomi di astinenza si fanno sentire dopo poco...
Terapia comportametale, certo...ma qualcuno mi guiderà nella "disintossicazione" dall'alprazolam?ovvero alcuni psicologi non sono "medici" diciamo organicisti e ciò li porterebbe forse a "sminuire" il problema della dipendenza..?
Sarò capace di smettere, perchè adesso mi sento forte.
Non ho paura della morte, ho paura di soffrire e questo è comune a tutti noi mortali, ma forse un'ulteriore approfondimento su questo tema dovrò affrontarlo;in fondo anche la sofferenza in qualsiasi forma essa sia fa parte del nostro essere vivi, perchè voltarle le spalle così disinvoltamente?
Vi ringrazio anticipatamente per avermi letta e aver sopportato la mia mancata promessa di sintesi.
Spero di leggere qualche cenno.
vi scrivo un pò affranta dalla dipedenza da questo farmaco che dà il "sollievo" buono ma breve (come potrebbe essere altrimenti).
Sarò sintetica (spero);sono ormai diversi anni che ne faccio uso, sempre sotto prescrizione medica (medico di base attualmente), avendo sofferto (e soffrendo occasionalmente)di bruttissime crisi di attacchi di panico che mi hanno portato più di una volta in p.s. (luogo meno adatto per questo problema, credo)e credo ormai sia arrivato ilmomento di "smettere".
Attualmente assumo regolarmente 0.50 mg di alprazolam 3 volte a dì (secondo la mia personole prescrizione), avendo "perduto" il mio psichiatra preferito e dal quale ero seguita da anni (è stato trasferito)e che inizialmente mi ha curato con citalopram e naturalmente alprazolam ma con altri purtroppo non ho mai trovato un giusto filling e non sono riuscita a seguire..
Sono chiaramente dipendente e questo non è bello, inoltre se lo dimentico a casa (è successo) e salto una dose ovviamente i sintomi di astinenza si fanno sentire dopo poco...
Terapia comportametale, certo...ma qualcuno mi guiderà nella "disintossicazione" dall'alprazolam?ovvero alcuni psicologi non sono "medici" diciamo organicisti e ciò li porterebbe forse a "sminuire" il problema della dipendenza..?
Sarò capace di smettere, perchè adesso mi sento forte.
Non ho paura della morte, ho paura di soffrire e questo è comune a tutti noi mortali, ma forse un'ulteriore approfondimento su questo tema dovrò affrontarlo;in fondo anche la sofferenza in qualsiasi forma essa sia fa parte del nostro essere vivi, perchè voltarle le spalle così disinvoltamente?
Vi ringrazio anticipatamente per avermi letta e aver sopportato la mia mancata promessa di sintesi.
Spero di leggere qualche cenno.
[#1]
Gentile Utente,
come lei stessa dice esistono alternative farmacologiche all'utilizzo delle benzodiazepine che come saprà vanno utilizzate per brevi periodi altrimenti danno dipendenza.
Nel suo caso è fortunata perché assume una dose basa e anche se da lungo tempo e potrebbe sopportare il fastidio della disassuefazione in un giorno o due o anche una settimana se scala più lentamente. Poi potrà sempre portarsi appresso lo xanax come scacciapensieri.
Può scegliere uno psicoterapeuta cognitivista e accanto uno psichiatra che possa gestire la parte farmacologica.
Auguri
ML
come lei stessa dice esistono alternative farmacologiche all'utilizzo delle benzodiazepine che come saprà vanno utilizzate per brevi periodi altrimenti danno dipendenza.
Nel suo caso è fortunata perché assume una dose basa e anche se da lungo tempo e potrebbe sopportare il fastidio della disassuefazione in un giorno o due o anche una settimana se scala più lentamente. Poi potrà sempre portarsi appresso lo xanax come scacciapensieri.
Può scegliere uno psicoterapeuta cognitivista e accanto uno psichiatra che possa gestire la parte farmacologica.
Auguri
ML
Massimo Lai, MD
[#2]
Gentile utente,
l'assunzione continuata di benzodiazepine non è una terapia per l'ansia, se non in rare forme resistenti a tutto. E' più che altro un segno comportamentale della presenza di ansia, e un modo per tenerla sotto controllo nella sua componente anticipatoria. C'è da dire che le benzodiazepine sono tossiche nel lungo termine, su ansia, funzioni cognitive e umore. Pertanto è consigliabile utilizzare altri strumenti. La sospensione graduale dello xanax è indicata, ma è aspetto secondario, perché non è l'abitudine somatica la ragione per cui le continua a prenderlo, è l'infelice incontro la l'ansia cronica e la benzodiazepine ad azione rapida. La memoria delle prime volte rimane talmente ben impressa che guida l'assunzione anche se dopo mesi che la si assume non vi è più traccia di quest'azione, se mai del suo contrario, cioè delle microastinenze di fine-dose, prontamente tamponante dalla riassunzione dello xanax.
l'assunzione continuata di benzodiazepine non è una terapia per l'ansia, se non in rare forme resistenti a tutto. E' più che altro un segno comportamentale della presenza di ansia, e un modo per tenerla sotto controllo nella sua componente anticipatoria. C'è da dire che le benzodiazepine sono tossiche nel lungo termine, su ansia, funzioni cognitive e umore. Pertanto è consigliabile utilizzare altri strumenti. La sospensione graduale dello xanax è indicata, ma è aspetto secondario, perché non è l'abitudine somatica la ragione per cui le continua a prenderlo, è l'infelice incontro la l'ansia cronica e la benzodiazepine ad azione rapida. La memoria delle prime volte rimane talmente ben impressa che guida l'assunzione anche se dopo mesi che la si assume non vi è più traccia di quest'azione, se mai del suo contrario, cioè delle microastinenze di fine-dose, prontamente tamponante dalla riassunzione dello xanax.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 21k visite dal 23/07/2008.
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