Depressione clinica - remeron, tempo di cambiare?

Buongiono, ho 33 anni e soffro di depressione clinica con forti stati d'ansia, evitamento e fobia sociale da quando ho 16 anni.
In passato, oltre dieci anni, fa intrapresi una cura presso uno psichiatra che mi prescrisse Zoloft (arrivai a 200 mg) la mattina, Lymbitril la sera e Alprazolam al bisogno 0,5 (di fatto quasi mai preso perchè notavo che al termine dell'effetto la benzodiazepina mi faceva stare ancora peggio). Dopo molti mesi riuscii a stare meglio, umore migliore e remissione delle crisi di pianto. Non andai più dallo psichiatra. Con alti e bassi proseguii comunque la terapia per oltre dieci anni, facendomi prescrivere il farmaco dal medico di base e senza più supervisione dello specialista. A seconda dei miei stati umorali "oscillai" tra i 50mg e i 100 mg al giorno a periodi alterni a volte dimenticandomi proprio di prenderlo. So bene che questa condotta è da evitare. Circa un anno fa mi feci convincere da una psicologa con la quale intrapresi una psicoterapia che avrei dovuto fare a meno per sempre dei farmaci andando alla famosa "radice" inconscia del problema. Durante la psicoterapia provai agopuntura, mindfulness, iperico, fiori di bach. Morale della favola dopo circa otto mesi di palliativi e "chiacchiere", a seguito di forti stress lavorativi e delusioni affettive mi sono ritrovato in uno stato di depressione ansiosa mai provato prima. Dopo 1 settimana di insonnia totale sono andato da uno psichiatra con il quale ho iniziato una terapia farmacologica e una psicoterapia interpersonale settimanale. Non dormendo e avendo perso quasi 8 chili in neanche un mese lo psichiatra mi ha subito prescritto la Mirtazapina, antidepressivo tetraciclico con buon potere sedativo e che mi avrebbe potuto aiutare nell'appetito.
Prima settimana a 15 mg finalmente DORMO DI NUOVO da subito! (una grande conquista) e mi si riapre lo stomaco! Seconda settimana, ho più voglia di parlare con chi mi sta attorno ed esco dal letto, ma l'ansia e l'umore a terra persistono. Si decide di passare a 30 mg. Faccio finalmente 5 giorni quasi come prima della crisi depressiva (umore decente, persino dei sogni erotici, capacità di lavorare e interagire) e "avrei fatto firma" per rimanere in quella condizione. La 4° settimana senza motivi a me consci mi crolla tutto addosso, apatia, anedonia, stanchezza, inappetenza, umore bassissimo. 5° settimana ancora peggio per cui il doc propende per un aumento a 45 mg. Cambia in peggio: maggiore irrequietudine, rimuginazioni ricorrenti, sensazione di dover fare qualcosa, agitazione psico motoria, incapacità di stare fermo, compulsione a fumare sigarette, voglia di alcool, disperazione, ricomparsa di insonnia in forma minore (circa 4h a notte con risveglio anticipato).
La domanda è: perchè quella settimana di "benessere" e poi di nuovo il baratro?Il medico dice che NON E' un "decorso canonico" per cui valuta un cambio di farmaco.Che ne pensate?
grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

In base all'andamento, potrebbe trattarsi di una forma bipolare, che spiega questo andamento con risposta anche troppo buona dopo poco all'antidepressivo e successivo peggioramento, con comparsa di irrequietezza, sentimenti negativi ma più assillanti e violenti, e impulsività, ad esempio sul bere.

Quindi sicuramente la terapia è da rivedere.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile dr. Pacini, la ringrazio per la risposta, lo psichiatra tuttavia esclude una forma bipolare in quanto i tratti malinconici, di svalutazione di sè, di bassa autostima etc. etc. sono sempre stati presenti anche durante il breve "miglioramento" e non ho mai vissuto momenti di ipomania o mania nella mia storia clinica, nè tantomeno periodi di particolare euforia neppure brevi o ciclici (magari mi verrebbe da dire...). Il tratto malinconico, ansioso e depressivo tipico della mia personalità ha sempre fatto da sfondo anche nei momenti in cui riuscivo ad avere uno standard di vita per me "decente", ma sempre contornato da ansie, evitamenti e fobie sociali. La valutazione dello specialista propende per una depressione resistente dovuta alla forte componente psicologica e all'incapacità di accettare una condizione di maggior benessere anche solo fisica dovuta alla forza del modello depressivo al quale la mia testa sempre essersi troppo affezionata e sul quale bisogna lavorare a livello psicoterapeutico, in questo senso il decorso non è canonico. Non a caso il peggioramento (dopo il breve miglioramento) è avvenuto nel week end, quando si ha più tempo per pensare alla propria condizione e lo scoramento si fa più importante (ogni weekend sto infatti decisamente peggio). A onor del vero le manifestazioni sintomatiche dell'ansia (sudorazioni, tachicardia, vertigini, insonnia) sono quasi sparite dall'inizio della cura col Remeron (solo leggera ansia mattutina che sparisce una volta alzato dal letto) per cui l'agitazione, la disperazione sono evidentemente figlie della psiche più che dalla chimica e confinate ai momenti della mia presa di coscienza evidentemente distorta della mia condizione esistenziale. Ieri e oggi ad esempio non ho avuto nessun fastidio fisico sintomatico, anzi mi sento rilassato (sempre col 45mg), ma l'umore è sempre sotto i tacchi e la crisi di pianto sempre dietro l'angolo. Lo specialista propende quindi per continuare col remeron, che ha dato benefici sul sonno e sulla sintomatologia fisica ansiosa (rispetto al "precrisi"), ma provare ad associare il Cipralex, 5 gocce al mattino per capire se può favorire l'aspetto umorale che è quello davvero carente in questo momento, oltre ovviamente a continuare la psicoterapia.
Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Per bipolare si intende un meccanismo di fondo che riguarda l'instabilità, e comprende oltre alle forme con fasi euforiche, anche forme con alternanza di carica e inibizione con umore spento o agitato

"di dover fare qualcosa, agitazione psico motoria, incapacità di stare fermo, compulsione a fumare sigarette, voglia di alcool, disperazione,"

Questi sono elementi tipici di una sindrome bipolare, ad esempio.

A volte queste manifestazioni compaiono solo sotto effetto di stimolanti (antidepressivi), ma il significato pratico è che la forma biologica del disturbo è più simile a quella del disturbo bipolare di quanto non lo sia a quella di una depressione.
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