Stati d'ansia
Salve Dott. avrei bisogno di un suo parere. Ho una storia molto lunga alle spalle da non poter essere raccontata tutta qui ora. Ho sofferto di ansia e depressione sin da adolescente in seguito alla malattia di mio padre che ha sconvolto la vita della mia famiglia. A 27 anni finisco da uno psichiatra quasi per caso. Iniziano a riempirmi di farmaci. Mi è sempre stato detto che il mio non era un caso grave ma me li hanno fatti prendere tutti e in dosi massicce. Una cura che doveva durare qualche anno è durata venti anni. Nel frattempo nella mia vita sono successe tante cose, oggi è cambiato tutto. Sono sposato e ho due bambini anche se dal punto di vista professionale devo ricominciare tutto daccapo ancora una volta. Siamo andati ad un consulto con ma moglie i bambini per chiedere al dott. quando avrei potuto interrompere la cura e abbiamo concordato una interruzione in due mesi ma io per paura l'ho prolungata, anche perché la politica di quello studio è che non se ne esce. I farmaci devono essere presi a vita. Il dott. mi ha detto "tanto se poi non ce la fai si ricomincia che problema c'è?". Bene io avevo ridotto l'ultimo farmaco ancora in uso l'anafranil ad una pillola da 25 a giorni alterni e stavo bene. Sono andato avanti così per circa un anno. Poi un giorno prima di Pasqua stavo per prendere la pillola e ho avuto un rifiuto, mi sono detto basta sono stufo. Ho mollato. In questo sono sostenuto dal mio medico generico di cui mi fido. Da quei giorni sto vivendo una profonda crisi in diverse fasi che mi sta spaventando. Ho quasi la tentazione di ricominciare, ho un ritorno di doc, di ansia ecc. Ho fatto delle ricerche su internet dove ho scoperto che terminare una cura del genere può creare crisi gravissime è per questo che molti non ce la fanno, rinunciano e ricominciano. Il mio medico dice che devo tenere duro. Ho chiamato lo studio che mi ha tenuto in cura per venti anni e lì hanno detto subito di ricominciare. Secondo loro la terapia è per la vita punto. E' passato un mese circa dall'interruzione, mia moglie mi sostiene, lei dice di insistere e vedere come va giorno. Se torno da quelli che mi hanno curato loro mi imbottiscono di farmaci. Dosi pesanti. Lo so lo hanno già fatto. Laroxil, xanax, sereupin, zoloft, anafranil, fino sette otto pillole al giorno per anni. Ora ho molta paura, sto male e non so cosa fare. Vorrei un suo parere per favore. Grazie.
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Gentile utente,
Le terapie farmacologiche vengono usate per migliorare la condizione clinica delle persone, non per renderle dipendenti. Non conosco lo studio specialistico al quale si riferisce, ma mi riesce difficile credere che vengano prescritti farmaci senza che ve ne sia il reale bisogno o, come dice lei, per semplice "politica" dello studio. Sarebbe utile comprendere per quale tipo di disturbo sia entrato in terapia e perché, sebbene non soddisfatto, abbia continuato a farsi seguire dagli stessi specialisti.
Cordiali saluti
Le terapie farmacologiche vengono usate per migliorare la condizione clinica delle persone, non per renderle dipendenti. Non conosco lo studio specialistico al quale si riferisce, ma mi riesce difficile credere che vengano prescritti farmaci senza che ve ne sia il reale bisogno o, come dice lei, per semplice "politica" dello studio. Sarebbe utile comprendere per quale tipo di disturbo sia entrato in terapia e perché, sebbene non soddisfatto, abbia continuato a farsi seguire dagli stessi specialisti.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 25/05/2014.
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