Autosuggestione da effetti collaterali/psicofarmaci?
Salve,
Vorrei porre quest'altra domanda sperando di non abusare troppo di questo gentile servizio. Mi chiedo solo in che misura devo preoccuparmi di una molto probabile autosuggestione riguardo al prendere gli psicofarmaci. Sono sempre stato contro, principalmente perché intaccano l'organo al quale tengo di più, per così dire. Qui so che è un po' paranoia, perché ho sempre pensato che potessi avere capacità alterate, o perlomeno diminuite ecc. quindi già da questo punto di vista l'idea che per tot tempo starò con questi farmaci diciamo che non mi entusiasma molto. Ma se potessi superare questo, devo ora fare i conti con i forti effetti collaterali che sento, e che sentirò ancora per non so quanto. Principalmente li potrei descrivere come se mi sentissi una febbre moderata, sui 38°. Giramento di testa e nausea. Combinando questo con l'insonnia, e vedendo che prendendo l'esilgan per dormire mi sono svegliato comunque, e che rimango nel letto solo con questi pensieri direi poco piacevoli penso che sia facilmente intuibile perché mi preoccupo. Durante il giorno riesco a tenermi sotto controllo, ma di notte vacillo. Senza contare che, a quanto pare, tutti lamentano sintomi d'astinenza per la paroxetina, e quindi dovrò subirmi pure quelli in futuro, e quindi mi preoccupa pure questo. Considerando che ho tangibili e spesso forti sintomi psicosomatici penso che purtroppo i farmaci me li devo prendere – anche se non ho capito se mi faranno “guarire”, o perlomeno li ridurranno drasticamente, al che vi chiederei delucidazioni pure su questo punto. Il medico mi ha detto che se l'esilgan non fa più niente significa che la natura non è l'insonnia in sé ma la depressione, e quindi sarebbe motivo in più per continuare. D'altra parte se io contribuisco a peggiorarmi (?) è come se andassi contro i benefici. So teoricamente quale atteggiamento mentale mantenere, ma mi è dannatamente difficile...
Forse è utile aggiungere che potrei far parte di ciò che gli anglofoni definiscono “Highly Sensitive person”, e che secondo un “aspie-test” mi dice “Sembri avere sia tratti Aspie (neurodiversi) che neurotipici”. Che siano veri o no, sicuramente posso dire che in vita sono stato in genere abbastanza insofferente verso persone/cose/mondo ecc che non mi andavano, il che in questo caso di certo mi è totalmente sfavorevole e che ha sicuramente contribuito ad aggravare la depressione.
Spero di non aver scritto troppo. Mi tocca chiudere perché ho un forte bruciore agli occhi (a quanto è parso, tra i sintomi psicosomatici)
un grazie sentito per l'attenzione,
cordiali saluti
Vorrei porre quest'altra domanda sperando di non abusare troppo di questo gentile servizio. Mi chiedo solo in che misura devo preoccuparmi di una molto probabile autosuggestione riguardo al prendere gli psicofarmaci. Sono sempre stato contro, principalmente perché intaccano l'organo al quale tengo di più, per così dire. Qui so che è un po' paranoia, perché ho sempre pensato che potessi avere capacità alterate, o perlomeno diminuite ecc. quindi già da questo punto di vista l'idea che per tot tempo starò con questi farmaci diciamo che non mi entusiasma molto. Ma se potessi superare questo, devo ora fare i conti con i forti effetti collaterali che sento, e che sentirò ancora per non so quanto. Principalmente li potrei descrivere come se mi sentissi una febbre moderata, sui 38°. Giramento di testa e nausea. Combinando questo con l'insonnia, e vedendo che prendendo l'esilgan per dormire mi sono svegliato comunque, e che rimango nel letto solo con questi pensieri direi poco piacevoli penso che sia facilmente intuibile perché mi preoccupo. Durante il giorno riesco a tenermi sotto controllo, ma di notte vacillo. Senza contare che, a quanto pare, tutti lamentano sintomi d'astinenza per la paroxetina, e quindi dovrò subirmi pure quelli in futuro, e quindi mi preoccupa pure questo. Considerando che ho tangibili e spesso forti sintomi psicosomatici penso che purtroppo i farmaci me li devo prendere – anche se non ho capito se mi faranno “guarire”, o perlomeno li ridurranno drasticamente, al che vi chiederei delucidazioni pure su questo punto. Il medico mi ha detto che se l'esilgan non fa più niente significa che la natura non è l'insonnia in sé ma la depressione, e quindi sarebbe motivo in più per continuare. D'altra parte se io contribuisco a peggiorarmi (?) è come se andassi contro i benefici. So teoricamente quale atteggiamento mentale mantenere, ma mi è dannatamente difficile...
Forse è utile aggiungere che potrei far parte di ciò che gli anglofoni definiscono “Highly Sensitive person”, e che secondo un “aspie-test” mi dice “Sembri avere sia tratti Aspie (neurodiversi) che neurotipici”. Che siano veri o no, sicuramente posso dire che in vita sono stato in genere abbastanza insofferente verso persone/cose/mondo ecc che non mi andavano, il che in questo caso di certo mi è totalmente sfavorevole e che ha sicuramente contribuito ad aggravare la depressione.
Spero di non aver scritto troppo. Mi tocca chiudere perché ho un forte bruciore agli occhi (a quanto è parso, tra i sintomi psicosomatici)
un grazie sentito per l'attenzione,
cordiali saluti
[#1]
Gli "psicofarmaci" sono una vasta categoria che include farmaci molto differenti fra loro, difficile considerarne globalmente pregi e difetti. La paroxetina ha un effetto ansiolitico ed antidepressivo ed è solitamente ben tollerata (in generale gli antidepressivi non causano danni, anzi favoriscono la neurogenesi, quindi la ricrescita neuronale) salvo, alla sospensione brusca, poter indurre sintomi fastidiosi che possono essere evitati con una riduzione graduale. Se serve può essere generalmente assunta con tranquillità e ridotta o sospesa al momento adatto, secondo quanto indicato dal Suo curante.
L'Esilgan è una benzodiazepina, di conseguenza è suscettibile di creare una certa tolleranza e perdere dopo qualche tempo la sua efficacia. Il Suo medico saprà con cosa sostituirla se necessario.
Da quello che scrive non mi sembra che stia assumendo una terapia complessa che possa condizionare la sua qualità di vita che, viceversa, è solitamente molto influenzata dai disturbi di cui si soffre. Sono questi il "nemico", non i farmaci.
L'Esilgan è una benzodiazepina, di conseguenza è suscettibile di creare una certa tolleranza e perdere dopo qualche tempo la sua efficacia. Il Suo medico saprà con cosa sostituirla se necessario.
Da quello che scrive non mi sembra che stia assumendo una terapia complessa che possa condizionare la sua qualità di vita che, viceversa, è solitamente molto influenzata dai disturbi di cui si soffre. Sono questi il "nemico", non i farmaci.
Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria
[#2]
Utente
Quella notizia della neurogenesi era proprio quello che ci voleva. Oltre che da preoccupato/ecc parlavo e parlo da ignorante, anche per questo ho preferito chiedere piuttosto che pensare a cose che non so.
Grazie mille per l'infinita risposta. Sono più che soddisfatto. Continuerò a prendere tutto come mi è stato prescritto.
Cordiali saluti e buona giornata.
Grazie mille per l'infinita risposta. Sono più che soddisfatto. Continuerò a prendere tutto come mi è stato prescritto.
Cordiali saluti e buona giornata.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 20/05/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.