Citalopram: paura di assumerlo
Buongiorno a tutti. Sono una ragazza di 27 anni e avrei bisogno di porvi una domanda.
Ho terminato da poco un percorso di psicoterapia che mi ha aiutato nel periodo in cui l'ho fatta, ma appena l'ho smessa (deciso dalla psicoterapeuta) sono ritornata uguale a prima, se non peggio. E per questo motivo, ho deciso di andare da una psichiatra. La psichiatra dalla quale sono andata per tutta una serie di problemi che le violenze subite durante la mia infanzia e adolescenza mi hanno "gentilmente" lasciato, mi ha prescritto il citalopram in gocce (iniziando con 5 gocce per arrivare alle 20 al giorno, aumentando lentamente ogni 3 giorni). Tra i tanti effetti collaterali possibili, quello che mi crea una grande ansia è il pensare che esso possa, in qualche modo, diminuire, se non eliminare, la libido. Succede sempre? Giusto per darvi altre informazioni in questo ambito (non so se possono essere utili e inerenti) all' età di 14 anni mi hanno ricoverato in ospedale, nel reparto di neuropsichiatria infantile, a causa dei vari tentativi di suicidio che avevo cercato di mettere in atto in quanto non trovavo un senso alla mia inutile vita, se non quello di essere servita per sfogare le frustrazioni di qualcuno (fisiche e psicologiche) e quello di essere stata il mezzo e lo strumento di sfogo del desiderio di qualcun altro (sessuale). In ospedale mi hanno prescritto (a 14 anni) lo Zyprexa con diagnosi di disturbo borderline. L'ho assunto per 2 anni circa poi il neuropsichiatra infantile che seguiva me, ma maggiormente i miei genitori, me lo ha tolto. Scusate il disturbo, so che la mia domanda può sembrare stupida, ma ho una tremenda paura di assumere il citalopram e rischiare di perdere una cosa bella che sono riuscita a conquistarmi nel tempo, grazie a una persona stupenda (mio marito) che mi sta accanto amandomi veramente così come sono, con le mie fobie e i miei momenti di tristezza.
Grazie mille a tutti coloro che risponderanno. E scusate ancora il disturbo.
Ho terminato da poco un percorso di psicoterapia che mi ha aiutato nel periodo in cui l'ho fatta, ma appena l'ho smessa (deciso dalla psicoterapeuta) sono ritornata uguale a prima, se non peggio. E per questo motivo, ho deciso di andare da una psichiatra. La psichiatra dalla quale sono andata per tutta una serie di problemi che le violenze subite durante la mia infanzia e adolescenza mi hanno "gentilmente" lasciato, mi ha prescritto il citalopram in gocce (iniziando con 5 gocce per arrivare alle 20 al giorno, aumentando lentamente ogni 3 giorni). Tra i tanti effetti collaterali possibili, quello che mi crea una grande ansia è il pensare che esso possa, in qualche modo, diminuire, se non eliminare, la libido. Succede sempre? Giusto per darvi altre informazioni in questo ambito (non so se possono essere utili e inerenti) all' età di 14 anni mi hanno ricoverato in ospedale, nel reparto di neuropsichiatria infantile, a causa dei vari tentativi di suicidio che avevo cercato di mettere in atto in quanto non trovavo un senso alla mia inutile vita, se non quello di essere servita per sfogare le frustrazioni di qualcuno (fisiche e psicologiche) e quello di essere stata il mezzo e lo strumento di sfogo del desiderio di qualcun altro (sessuale). In ospedale mi hanno prescritto (a 14 anni) lo Zyprexa con diagnosi di disturbo borderline. L'ho assunto per 2 anni circa poi il neuropsichiatra infantile che seguiva me, ma maggiormente i miei genitori, me lo ha tolto. Scusate il disturbo, so che la mia domanda può sembrare stupida, ma ho una tremenda paura di assumere il citalopram e rischiare di perdere una cosa bella che sono riuscita a conquistarmi nel tempo, grazie a una persona stupenda (mio marito) che mi sta accanto amandomi veramente così come sono, con le mie fobie e i miei momenti di tristezza.
Grazie mille a tutti coloro che risponderanno. E scusate ancora il disturbo.
[#1]
Il citalopram può dare riduzione della libido così come altri effetti collaterali all'incirca in un caso su dieci, per cui non è detto che a lei succeda. Del resto il desiderio sessuale in genere è compromesso dall'ansia e dalla depressione e a volte l'antidepressivo migliora la vita sessuale perché riduce il nervosismo.
Per quanto riguarda l'interruzione del percorso terapeutico, quando si tratta di psicoterapia su base psicanalitica in genere la decisione è condivisa fra terapeuta e paziente, a meno che non insorgano fatti contingenti (per es il trasferimento o la gravidanza della terapeuta). Ha chiarito con la terapeuta i motivi di questa decisione?
Saluti
Per quanto riguarda l'interruzione del percorso terapeutico, quando si tratta di psicoterapia su base psicanalitica in genere la decisione è condivisa fra terapeuta e paziente, a meno che non insorgano fatti contingenti (per es il trasferimento o la gravidanza della terapeuta). Ha chiarito con la terapeuta i motivi di questa decisione?
Saluti
Franca Scapellato
[#2]
Utente
Innanzitutto, la ringrazio per la sua risposta. Per quanto riguarda la psicoterapeuta, sì certo, eravamo d'accordo, perché quando me lo ha proposto io mi sentivo bene. Poi è ricomparso il tutto: ansia, panico, fobie, incubi ancora più frequenti, sbalzi di umore, il vedermi grassa e brutta, insignificante, una persona che sbaglia sempre, che non ne fa mai una giusta, è uscita nuovamente fuori la mia "trappola" dell' abbandono (mi sono sentita abbandonata anche da lei, anche se ci sentivamo ancora e ci siamo viste ancora un volta per un attacco di panico avvenuto sul pullman che mi portava in stazione), ho ricominciato a odiare i luoghi all' aperto e, soprattutto, quelli affollati..odio i rumori forti, le persone che urlano.. si è ripresentata la depressione (o quello che è), l'insonnia (solo per un breve periodo qualche tempo fa, ma penso che fosse dovuta all' euforia, perché non avevo sonno né di notte né di giorno), sono tornati gli episodi di flashback (o spesso vengono in mente immagini riferite alla vita di altri e che loro stessi mi hanno raccontato, cose che mi sono rimaste impresse, perché mi hanno, per così dire, scioccato), l'odio per alcuni odori, mi sveglio stanca anche quando dormo, quando sono triste o in ansia o arrabbiata ho un bisogno irrefrenabile di comprare, anche solo una cosa di poco conto (tipo oggetti di cartoleria, giornaleria, libri o cose del genere), anche se non capita più tanto spesso..mi vedo nuovamente grassa e brutta e vorrei non mangiare (ma poi anche poco ma mangio) oppure, più frequentemente, mi abbuffo (alcune volte vorrei vomitare, ma non lo faccio più da anni), alterno momenti di tristezza a momenti di euforia..sono sempre o stanca e spossata o piena di energie..tempo fa, quando avevo iniziato da poco la psicoterapia, mi veniva voglia di farmi del male per fare andare via l'angoscia, la rabbia e il dolore, ma poi non lo facevo (ho disegnato farfalle sul braccio).. quando sono fuori città e non c'è mio marito, mi viene una forte pulsione a tornare a casa, che diventa, per così dire, un desiderio vitale (rimanere in quel posto mi creerebbe panico, angoscia, ansia e divento più irascibile)..vorrei stare a casa o nei posti che conosco...ho ricominciato a pensare che prima o poi tutti mi abbandoneranno (tranne mio marito)..non mi fido nuovamente delle persone che non conosco e non riesco quasi mai a parlare con persone sconosciute al telefono o comunque, in generale, a voce, tendo, infatti, a utilizzare la scrittura (mi dà fastidio il non riuscire a parlare correttamente a voce e quando lo devo fare cerco in tutti i modi di strutturarmi un discorso o quantomeno devo pensare di scrivere ciò che voglio dire), ho ricominciato a pensare che mai nessuno mi apprezzerà o mi vorrà bene veramente (tranne mio marito), ho ricominciato a sentirmi sempre esclusa, mai accettata e sempre inadeguata in tutti i contesti in cui mi trovo (tranne in uno), ho ricominciato a pensare di non potercela fare da sola, ho ricominciato a pensare di non valere nulla (anche nelle cose che mi piacciono, in cui riesco, tendo a lasciare perdere perché penso che mai ce la farò a fare qualcosa di buono o di giusto)..penso di sbagliare sempre, sia che io faccia una cosa sia che io non la faccia..è ritornato il mio bisogno atavico di affetto (da parte degli uomini), di protezione (da parte degli uomini) e di essere considerata...in più, dopo aver trattato alcuni argomenti con la psicoterapeuta è venuta una cosa in più, che prima non c'era o quantomeno non ci facevo così caso: quando sono in ansia per qualcosa (un esame, una telefonata o un incontro che devo fare ecc..) mi viene un forte mal di pancia e devo andare al bagno..a volte mi viene anche la nausea...
Lei è bravissima ed è stata l'unica con cui sono riuscita a parlare della mia vita, che non fosse la pallavolo o la scuola (come invece ho sempre fatto con la psicologa che mi ha seguito dai 15 ai 18 anni).. sono io che proprio non riesco ad andare oltre an certo limite di approfondimento della mia vita..scusi per la lunghezza.. mi spiace..
Lei è bravissima ed è stata l'unica con cui sono riuscita a parlare della mia vita, che non fosse la pallavolo o la scuola (come invece ho sempre fatto con la psicologa che mi ha seguito dai 15 ai 18 anni).. sono io che proprio non riesco ad andare oltre an certo limite di approfondimento della mia vita..scusi per la lunghezza.. mi spiace..
[#3]
Non si scusi anche qui, ok?
A volte può servire fare incontri più distanziati nel tempo, ma è una cosa che dovete decidere insieme con la terapeuta.
Il citalopram l'aiuterà a sentirsi meno angosciata.
Se ha fatto o fa ancora attività sportiva, anche questo può essere d'aiuto, come anche yoga o pilates, che si fanno in gruppi piccoli e aiutano a prendere consapevolezza del corpo e a rilassarsi.
A volte può servire fare incontri più distanziati nel tempo, ma è una cosa che dovete decidere insieme con la terapeuta.
Il citalopram l'aiuterà a sentirsi meno angosciata.
Se ha fatto o fa ancora attività sportiva, anche questo può essere d'aiuto, come anche yoga o pilates, che si fanno in gruppi piccoli e aiutano a prendere consapevolezza del corpo e a rilassarsi.
[#4]
Utente
Grazie dei consigli e per le rassicurazioni in riferimento al farmaco...no, non svolgo più attività sportiva da anni e non mi piacerebbe ricominciare..mi piace la solitudine (o la compagnia di pochi e ben conosciuti amici o comunque di persone che mi conoscono bene e che siano molto empatiche) e non la confusione..per questo amo immergermi nella natura (lontana dai boschi o dagli insetti) passeggiare o semplicemente mettermi seduta da qualche parte a contemplare il paesaggio e scrivere o leggere..e questo mi rilassa..
[#7]
Utente
Buongiorno..volevo porre ancora una domanda. Che differenza c'è tra citalopram, elopram e seropram tutti in gocce? Perché se non per il fatto che uno è generico e gli altri no, nella composizione ho visto che non cambia nulla.. è indifferente che io assuma uno dei tre? ovviamente iniziato con uno dei tre poi continuerei con quello..
Grazie mille! Buona giornata!
Grazie mille! Buona giornata!
[#8]
Il principio attivo è lo stesso, come ha visto anche lei. Per il generico consiglio sempre di utilizzare quello di una ditta, senza sostituirlo, per evitare quelle piccole variazioni di dosaggio che possono disturbare.
Buona giornata anche a lei.
Buona giornata anche a lei.
[#9]
Utente
Avrei un ulteriore dubbio. Alla fine ho scelto il seropram gocce (che ha lo stesso dosaggio del generico, sempre 40mg).. il dubbio è questo. La psichiatra mi ha dato queste indicazioni: iniziare con 5 gocce da aumentare di 2 gocce ogni 3 giorni fino ad arrivare 20 gocce. Ma 20 gocce corrispondono a 40 mg e sul libretto illustrativo dice di non superare la dose di 32 mg giornaliera (16 gocce) che corrispondono ai 40 mg delle compresse..
La psichiatra si è confusa con il dosaggio delle compresse?
Grazie mille! Buona serata!
La psichiatra si è confusa con il dosaggio delle compresse?
Grazie mille! Buona serata!
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 6.4k visite dal 17/05/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.