Poi mi è andato male un esame
Gentili Dottori,
sono una studentessa di medicina e ho 26 anni.
Sono sempre stata una ragazza modello,perfetta in tutto e bravissima a scuola.Quando avevo 17 anni mio padre si è ammalato di leucemia.Ha passato un anno intero all'ospedale e ha rischiato di morire per infezioni più di una volta.Ha fatto un trapianto di midollo osseo e da allora la malattia è in remissione completa.Tuttavia in questi anni ha avuto un'infinità di problemi:infezioni,GVHD polmonare e cutanea sono i più gravi,ma ha avuto davvero di tutto.Si può dire che non sta mai bene,vive tra la casa e l'ospedale e,ovviamente,non lavora più.Mia madre in tutti questi anni non l'ha mai lasciato un secondo e vive nell'angoscia che possa succedere qualcosa di irreparabile.In questi anni ha comprensibilmente trascurato sia me che mio fratello,rifiutando praticamente l'idea che potessimo avere un qualunque problema.E' facilmente irritabile ed è stanchissima,fisicamente e mentalmente.
Io ho finito il liceo nella più totale incoscienza di quello che mi stava succedendo intorno,non volevo vedere,non volevo nemmeno pensarci...e paradossalmente stavo bene,o almeno così mi sembrava.Poi mi è crollato tutto addosso.
Mi sono iscritta a medicina,ho iniziato benissimo.Ho fatto diversi esami,voti altissimi...come sempre era stato da quando sono nata.Poi mi è andato male un esame.I miei genitori non mi hanno aiutato,anzi.Mia madre era abituata ad avere una figlia perfetta e a dirlo a tutti,e così l'unica cosa che è stata capace di dire è stata:"e adesso cosa diciamo alla gente?".E poi si è risposta che non l'avremmo detto a nessuno,perchè era una cosa troppo degradante e di cui vergognarsi.Io non me lo dimenticherò mai.Mi sono sentita malissimo.Non mi sono più ripresa.Ho perso la grinta,la voglia,la fiducia in me stessa.Non riesco più a studiare come prima,non riesco a concentrarmi,rimando sempre gli esami.Sono sempre triste,sfiduciata..prima ero allegra e socievole,poi mi sono isolata..faccio fatica ad a relazionarmi con le persone,infatti sono sempre più sola.Sono irritabile,basta poco per farmi scattare e non controllo le mie reazioni.Sono diventata bulimica.Piango quasi tutti i giorni.Sono incapace di andare avanti con la mia vita,sono come bloccata,paralizzata.Non ho voglia di niente e niente mi dà più piacere come prima.Non riesco a fare niente.I giorni passano e io non faccio niente.E mi sento terribilmente in colpa per tutto questo.
Vorrei sapere se è il caso che io mi rivolga ad uno psichiatra.
Chiedo scusa per la lunghezza del testo,ma la situazione è complessa.
Grazie anticipatamente.
sono una studentessa di medicina e ho 26 anni.
Sono sempre stata una ragazza modello,perfetta in tutto e bravissima a scuola.Quando avevo 17 anni mio padre si è ammalato di leucemia.Ha passato un anno intero all'ospedale e ha rischiato di morire per infezioni più di una volta.Ha fatto un trapianto di midollo osseo e da allora la malattia è in remissione completa.Tuttavia in questi anni ha avuto un'infinità di problemi:infezioni,GVHD polmonare e cutanea sono i più gravi,ma ha avuto davvero di tutto.Si può dire che non sta mai bene,vive tra la casa e l'ospedale e,ovviamente,non lavora più.Mia madre in tutti questi anni non l'ha mai lasciato un secondo e vive nell'angoscia che possa succedere qualcosa di irreparabile.In questi anni ha comprensibilmente trascurato sia me che mio fratello,rifiutando praticamente l'idea che potessimo avere un qualunque problema.E' facilmente irritabile ed è stanchissima,fisicamente e mentalmente.
Io ho finito il liceo nella più totale incoscienza di quello che mi stava succedendo intorno,non volevo vedere,non volevo nemmeno pensarci...e paradossalmente stavo bene,o almeno così mi sembrava.Poi mi è crollato tutto addosso.
Mi sono iscritta a medicina,ho iniziato benissimo.Ho fatto diversi esami,voti altissimi...come sempre era stato da quando sono nata.Poi mi è andato male un esame.I miei genitori non mi hanno aiutato,anzi.Mia madre era abituata ad avere una figlia perfetta e a dirlo a tutti,e così l'unica cosa che è stata capace di dire è stata:"e adesso cosa diciamo alla gente?".E poi si è risposta che non l'avremmo detto a nessuno,perchè era una cosa troppo degradante e di cui vergognarsi.Io non me lo dimenticherò mai.Mi sono sentita malissimo.Non mi sono più ripresa.Ho perso la grinta,la voglia,la fiducia in me stessa.Non riesco più a studiare come prima,non riesco a concentrarmi,rimando sempre gli esami.Sono sempre triste,sfiduciata..prima ero allegra e socievole,poi mi sono isolata..faccio fatica ad a relazionarmi con le persone,infatti sono sempre più sola.Sono irritabile,basta poco per farmi scattare e non controllo le mie reazioni.Sono diventata bulimica.Piango quasi tutti i giorni.Sono incapace di andare avanti con la mia vita,sono come bloccata,paralizzata.Non ho voglia di niente e niente mi dà più piacere come prima.Non riesco a fare niente.I giorni passano e io non faccio niente.E mi sento terribilmente in colpa per tutto questo.
Vorrei sapere se è il caso che io mi rivolga ad uno psichiatra.
Chiedo scusa per la lunghezza del testo,ma la situazione è complessa.
Grazie anticipatamente.
[#1]
Gentile utente,
rispondendo alla sua domanda e sulla base di quanto da Lei raccontato, certamente e' opportuno che si rivolga ad uno psichiatra per tutte le opportune valutazioni della sua situazione.
rispondendo alla sua domanda e sulla base di quanto da Lei raccontato, certamente e' opportuno che si rivolga ad uno psichiatra per tutte le opportune valutazioni della sua situazione.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
La ringrazio..non è facile riconoscere a se stessi di avere un problema.E' molto più semplice pensare ogni giorno che passerà,ma non passa mai.Io avevo bisogno di sentirmelo dire da qualcuno.Quando provo a parlare a mia madre di queste cose,lei tende a minimizzare...è come se non potesse sopportare emotivamente il fatto che io abbia un problema,e forse cerca di non volerlo vedere.Ho fatto così anche io per molto tempo...probabilmente troppo.Cercherò di rivolgermi ad uno specialista,anche se purtroppo al momento non conosco nessuno.Non sarà facile per la mia famiglia affrontare tutto questo,infatti sono molto spaventata...e allo stesso tempo tentata di non fare nulla..oltretutto io mi vergogno moltissimo della mia condizione e non riconoscerla,non fare niente,è come dire a me stessa che non esiste il problema,ma in fondo so che non è così e vorrei che tutto questo finisse.Grazie ancora.
[#3]
Gentile utente,
parli apertamente ai suoi genitori e spieghi quello che ha spiegato a noi. se non riesce a trovare sostegno nella sua famiglia si rivolga comunque ad uno specialista che le indicherà la strada più adatta alla risoluzione dei suoi problemi. Si faccia forza e ci tenga informati.
cordiali saluti
parli apertamente ai suoi genitori e spieghi quello che ha spiegato a noi. se non riesce a trovare sostegno nella sua famiglia si rivolga comunque ad uno specialista che le indicherà la strada più adatta alla risoluzione dei suoi problemi. Si faccia forza e ci tenga informati.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.6k visite dal 16/07/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.