Non capisco il perchè!!!
Carissimi dottori buonasera...Come vi ricorderete da agosto 2012 sono in cura da uno psichiatra. Sto assumendo il seropram alla dose di 20 gocce ( quella dose da luglio 2013) perché avevo iniziato ad avere paura della morte ., insomma era un tarlo fisso nella mia mente...Ad oggi dopo 9 mesi di cura a dose piena devo dire di essere rinata...Sto molto molto meglio, ho ripreso in mano la mia vita, ho degli interessi, faccio progetti per il futuro, rido , scherzo...Cose semplici che però avevo dimenticato..Nonostante ciò ancora nella mia mente la paura , il pensiero che un giorno moriremo ha nacora un po il sopravvento...Non ci penso come prima 24 h su 24...Mi capita di pensarci magari una mezz'ora al giorno ...E cmq non tutti i giorni...Però mi accorgo che è un proprio un pensiero distorto della mia mente...Se una persona normale pensa alla morte, lo fa accettandola come parte della vita...Io invece è come se non l'accettassi. Quando guardo le persone anziane a volte mi chiedo come facciano a non pensarci...Ho letto che qusete crisi arrivano nella mezza età per poi andarsene quando siamo più vecchi...Che cosa mi consgliate di fare? Cosa fare per superare anche questo ulteriore piccolo scoglio? ps Grazie a tutti
[#1]
"Se una persona normale pensa alla morte, lo fa accettandola come parte della vita"
- Veramente, nella cultura europea, le persone che accettano la morte come parte della vita non sono tante. E' più istintivo e "naturale" aver timore della morte come della "fine" della vita: tale ultimo vissuto è normale o patologico a secondo della sua intensità e dello "spazio che occupa" nella mente; ovvero: diciamo che normalmente uno non se ne pensa ogni giorno (e neanche a giorni alterni) e tali pensieri non condizionano la qualità della vita.
E inoltre.., ognuno ha i propri motivi per temere la morte. Dunque "normale" o patologico si può distinguere anche in base ai motivi, alle origini di tale paura.
- Veramente, nella cultura europea, le persone che accettano la morte come parte della vita non sono tante. E' più istintivo e "naturale" aver timore della morte come della "fine" della vita: tale ultimo vissuto è normale o patologico a secondo della sua intensità e dello "spazio che occupa" nella mente; ovvero: diciamo che normalmente uno non se ne pensa ogni giorno (e neanche a giorni alterni) e tali pensieri non condizionano la qualità della vita.
E inoltre.., ognuno ha i propri motivi per temere la morte. Dunque "normale" o patologico si può distinguere anche in base ai motivi, alle origini di tale paura.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#3]
Gentile utente,
per quanto riguarda la terapia breve strategica, rischio di essere "di parte" (non imparziale),
perché, secondo me, la metodica è valida, ma non da sola: ritengo che quasi più importante è la personalità del psicoterapeuta rispetto alla metodica e considero gli approcci "brevi" una illusione. Comunque, la terapia breve strategica può avere durata diversa a secondo dei casi, e può darsi che aiuta a "fare un passo" importante, ma, se ci sono vissuti traumatici, forse dopo ci vorrà un altro approccio.
Come ho scritto, il mio parere sulla psicoterapia non è imparziale.
Le consiglio di chiedere nelle sezione di Psicologia.
Rispetto alla mia replica precedente:
intendevo che la paura della morte di per sé non è patologica.
Una persona "normale" nella nostra cultura più spesso non accetta volentieri la morte, ma non che ci pensa spesso.
Nel Suo caso il problema non è la paura della morte in sé, ma il fatto che Lei ha questo vissuto "più da vicino" (più consapevolmente) del normale, più frequentemente del normale, e che per Lei molto probabilmente ce ne sono dei motivi Suoi per avere tale vissuto (che, non conoscendoLa, non posso dire quali sono questi motivi: forse esperienze traumatiche... , ma non voglio azzardarmi).
Questo vissuto, così come lo ha Lei può significare che la malattia non è ancora completamente compensata. Non escludo che, a parte la psicoterapia, può servire una ottimizzazione della terapia farmacologica (lo deve valutare il Suo psichiatra).
Per quanto riguarda la psicoterapia, da quello che Lei descrive, sembra che Lei sia abbastanza motivata, ma non è possibile via internet valutare l'indicazione alla psicoterapia e ad uno specifico tipo di psicoterapia. Per valutarlo, occorre la valutazione diretta.
Chiedo a Lei:
questa volta sono stato più chiaro ?
per quanto riguarda la terapia breve strategica, rischio di essere "di parte" (non imparziale),
perché, secondo me, la metodica è valida, ma non da sola: ritengo che quasi più importante è la personalità del psicoterapeuta rispetto alla metodica e considero gli approcci "brevi" una illusione. Comunque, la terapia breve strategica può avere durata diversa a secondo dei casi, e può darsi che aiuta a "fare un passo" importante, ma, se ci sono vissuti traumatici, forse dopo ci vorrà un altro approccio.
Come ho scritto, il mio parere sulla psicoterapia non è imparziale.
Le consiglio di chiedere nelle sezione di Psicologia.
Rispetto alla mia replica precedente:
intendevo che la paura della morte di per sé non è patologica.
Una persona "normale" nella nostra cultura più spesso non accetta volentieri la morte, ma non che ci pensa spesso.
Nel Suo caso il problema non è la paura della morte in sé, ma il fatto che Lei ha questo vissuto "più da vicino" (più consapevolmente) del normale, più frequentemente del normale, e che per Lei molto probabilmente ce ne sono dei motivi Suoi per avere tale vissuto (che, non conoscendoLa, non posso dire quali sono questi motivi: forse esperienze traumatiche... , ma non voglio azzardarmi).
Questo vissuto, così come lo ha Lei può significare che la malattia non è ancora completamente compensata. Non escludo che, a parte la psicoterapia, può servire una ottimizzazione della terapia farmacologica (lo deve valutare il Suo psichiatra).
Per quanto riguarda la psicoterapia, da quello che Lei descrive, sembra che Lei sia abbastanza motivata, ma non è possibile via internet valutare l'indicazione alla psicoterapia e ad uno specifico tipo di psicoterapia. Per valutarlo, occorre la valutazione diretta.
Chiedo a Lei:
questa volta sono stato più chiaro ?
[#6]
Utente
Gentilissimo dottore, la ringrazio della pronta risposta...
Vorrei puntualizzare che il pensiero è ritornato un po in concomitanza della morte improvvisa di una mia zia, morta per un errore medico:-(
IL fatto è accaduto circa due settimane fa
Per quanto riguarda il mio psichiatra lui mi ha detto che pe uscirne completamnete ci sarebbe voluto un anno a dose ritenuta piena del farmaco..Lei cosa ne pensa?
E sulla psicoterapia lui me l'ha sconsigliata dicendomi che io ho 42 anni ..Boh...
Gli ho parlato anche della terapia breve strategica, mi ha detto che è una buona scuola, che però farebbe pcoc, anche se ha ribadito che lui non è ferrato su tale argomento..
Al prossimo incontro gliene riparlerò!!!
Vediamo cosa mi dice...
Io sarei molto motivata a farla!
Un caro saluto
Vorrei puntualizzare che il pensiero è ritornato un po in concomitanza della morte improvvisa di una mia zia, morta per un errore medico:-(
IL fatto è accaduto circa due settimane fa
Per quanto riguarda il mio psichiatra lui mi ha detto che pe uscirne completamnete ci sarebbe voluto un anno a dose ritenuta piena del farmaco..Lei cosa ne pensa?
E sulla psicoterapia lui me l'ha sconsigliata dicendomi che io ho 42 anni ..Boh...
Gli ho parlato anche della terapia breve strategica, mi ha detto che è una buona scuola, che però farebbe pcoc, anche se ha ribadito che lui non è ferrato su tale argomento..
Al prossimo incontro gliene riparlerò!!!
Vediamo cosa mi dice...
Io sarei molto motivata a farla!
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.2k visite dal 23/04/2014.
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