Psicoterapia
Genti.mi specialisti Buongiorno,
sono seguito dal CSM della mia città da qualche anno per la cura della distimia diagnosticatami nella succitata sede.
Purtoppo i miei problemi hanno origine nel lontano 1987, quando avevo 21 anni e anche precedentemente vi è stato qualche episodio di disagio mentale nonché fallimenti scolastici con conseguente abbandono della scuola.
Sono in cura con Sereupin (20 mg. al mattino) e EN al bisogno. L'antidepressivo lo sto prendendo da oltre due anni.
Il medico psichiatra mi consigliò, lo scorso anno un ciclo di 10 sedute di psicoterapia di gruppo ad indirizzo cognitivo-costruttivista (una seduta ogni 15 giorni).
In occasione dell'ultimo controllo (oltre ad aver diminuito la posologia di Sereupin da 30 a 20 mg. mi ha consigliato un secondo ciclo della succitata psicoterapia sempre presso il medesimo centro privato.
Sinceramente ho delle perplessità: nella mia vita ho speso un capitale in psicoterapie, sia ad indirizzo psicodinamico (quattro anni), sia ad indirizzo cognitivo comportamentale (2 anni). Ho speso un capitale e devo dire che i risultati sono stati assai deludenti. Rimane un'ansia di fondo, una inquietudine per il futuro, pensieri di autolesionismo, disagio esistenziale e soprattutto un insopportabile sentimento di inadeguatezza con pensieri di avere un quoziente intellettivo assai basso che giustificherebbe le tre bocciature. Purtoppo in questo momento sono anche senza lavoro e mi sto dando da fare per cercarlo ma sembra che nei colloqui si noti la mia insicurezza. Fortunatamente mia moglie lavora ma deve iniziare alle 5 del mattino fino a tarda sera per mantenere la famiglia. E' un avvocato. Io mi sento terribilmente in colpa per questo e talvolta vorrei togliermi la vita per non essere di peso. Per fortuna poi prevale il pensiero che arrecherei un dolore insopportabile per lei e mio figlio e quindi non metto in atto quanto pensato.
Alla luce di quanto Vi ho scritto, è sensato spendere soldi per l'ennesima psicoterapia che mi darebbe un sollievo solo temporaneo ? Io credo che se ricomincerò a lavorare andrà sicuramente meglio e non saranno necessarie psicoterapie in quanto non mi sentirò più una persona perdente. Grazie e buona giornata.
sono seguito dal CSM della mia città da qualche anno per la cura della distimia diagnosticatami nella succitata sede.
Purtoppo i miei problemi hanno origine nel lontano 1987, quando avevo 21 anni e anche precedentemente vi è stato qualche episodio di disagio mentale nonché fallimenti scolastici con conseguente abbandono della scuola.
Sono in cura con Sereupin (20 mg. al mattino) e EN al bisogno. L'antidepressivo lo sto prendendo da oltre due anni.
Il medico psichiatra mi consigliò, lo scorso anno un ciclo di 10 sedute di psicoterapia di gruppo ad indirizzo cognitivo-costruttivista (una seduta ogni 15 giorni).
In occasione dell'ultimo controllo (oltre ad aver diminuito la posologia di Sereupin da 30 a 20 mg. mi ha consigliato un secondo ciclo della succitata psicoterapia sempre presso il medesimo centro privato.
Sinceramente ho delle perplessità: nella mia vita ho speso un capitale in psicoterapie, sia ad indirizzo psicodinamico (quattro anni), sia ad indirizzo cognitivo comportamentale (2 anni). Ho speso un capitale e devo dire che i risultati sono stati assai deludenti. Rimane un'ansia di fondo, una inquietudine per il futuro, pensieri di autolesionismo, disagio esistenziale e soprattutto un insopportabile sentimento di inadeguatezza con pensieri di avere un quoziente intellettivo assai basso che giustificherebbe le tre bocciature. Purtoppo in questo momento sono anche senza lavoro e mi sto dando da fare per cercarlo ma sembra che nei colloqui si noti la mia insicurezza. Fortunatamente mia moglie lavora ma deve iniziare alle 5 del mattino fino a tarda sera per mantenere la famiglia. E' un avvocato. Io mi sento terribilmente in colpa per questo e talvolta vorrei togliermi la vita per non essere di peso. Per fortuna poi prevale il pensiero che arrecherei un dolore insopportabile per lei e mio figlio e quindi non metto in atto quanto pensato.
Alla luce di quanto Vi ho scritto, è sensato spendere soldi per l'ennesima psicoterapia che mi darebbe un sollievo solo temporaneo ? Io credo che se ricomincerò a lavorare andrà sicuramente meglio e non saranno necessarie psicoterapie in quanto non mi sentirò più una persona perdente. Grazie e buona giornata.
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Gentile utente,
Le auguro di trovare un lavoro, ma pensare di risolvere il problema solo grazie a questo credo che sia una illusione e significa negare i Suoi problemi di fondo. La percezione di sé dipende ovviamete dal nostro ruolo (sociale, familiare, lavorativo), ma se uno guarda solo questo, è anche un modo di ingannarsi, perché solo con l'assunzione di un ruolo la persona ed il suo mondo psichico non cambia. E' importante anche un lavoro su di sé. Anzi, senza tale lavoro su di sé, l'affrontare un ruolo desiderato può non avere un buon esito. Dunque penso che la psicoterapia nel Suo caso rimane insostituibile. La questione è trovare un approccio psicoterapeutico giusto, il che non è facile, ma possibile. Nello specifico sulla proposta del Suo psichiatra non posso esprimersi, perché non conosco da vicino né Lei, né le modalità di lavoro psicoterapeutico in questo gruppo (il fatto che aderisce ad una certa scuola non mi dice niente, perché non è solo questo che conta). Non meno se non più importante è il fattore del gruppo. Lei ha già frequentato il primo ciclo ? Come si è trovato ? Il fatto che è una psicoterapia di gruppo che impatto ha avuto su di Lei ?
Le auguro di trovare un lavoro, ma pensare di risolvere il problema solo grazie a questo credo che sia una illusione e significa negare i Suoi problemi di fondo. La percezione di sé dipende ovviamete dal nostro ruolo (sociale, familiare, lavorativo), ma se uno guarda solo questo, è anche un modo di ingannarsi, perché solo con l'assunzione di un ruolo la persona ed il suo mondo psichico non cambia. E' importante anche un lavoro su di sé. Anzi, senza tale lavoro su di sé, l'affrontare un ruolo desiderato può non avere un buon esito. Dunque penso che la psicoterapia nel Suo caso rimane insostituibile. La questione è trovare un approccio psicoterapeutico giusto, il che non è facile, ma possibile. Nello specifico sulla proposta del Suo psichiatra non posso esprimersi, perché non conosco da vicino né Lei, né le modalità di lavoro psicoterapeutico in questo gruppo (il fatto che aderisce ad una certa scuola non mi dice niente, perché non è solo questo che conta). Non meno se non più importante è il fattore del gruppo. Lei ha già frequentato il primo ciclo ? Come si è trovato ? Il fatto che è una psicoterapia di gruppo che impatto ha avuto su di Lei ?
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 22/04/2014.
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