Psicosi delirante
Salve.Sno ormai due anni che mia mamma soffre di delirio persecutorio.Di fatto Lei e'una paranoica delirante.Pur essendo solo davanti a questa situazione molto logorante,sono riuscito a metterla in contatto cn uno Psichiatra.La terapia che ha proposto,a mio avviso,e'inefficace.Propone il serenase(10gocce mattina e sera) per poi ridurre la posologia nelle fasi meno importanti.Il problema e'che lo Psichiatra poi toglie del tutto la terapia farmacologica e mia mamma dopo un mese ricomincia a delirare.Secondo questo medico il Serenase dovrebbe essere il top.In tutto questo io ho bisogno di studiare.Non voglio perdere la laurea.Mi mancano due esami e mezzo da anni.Con una persona in queste condizioni e'un problema anche vedere la televisione.Lo psichiatra propone badanti,allontanamenti miei personali,ma non capisce che io non ho una copertura finanziaria adeguata e in piu'i conti sono di mia mamma e non posso disporre dei suoi soldi proprio tecnicamente.Oggi per me vivere significa sopravvivere.Io stesso ho avuto un disturbo da adattamento cronico che ho superato grazie allo stesso Psichiatra cheoggi cura mamma.Ritengo che dare il serenase per poi toglierlo e ricomimciare semprr la stessa storia sia un modo errato di mettere in sicurezza mia mamma.Mamma che oggi n vuole nemmeno piu'andare dal medico(terapia cognitva comportamentale).Forse e'disposta a cambiare psivhiatra.Lei e'consapevole di stare male ma non e'consapevole del suo delirio.Purtroppo.Oggi stava tentando di entrare dal vicino.Era convinta che fossimo al terzo piano.Noi abitiamo al quarto.E'una situazione grossa.Inoltre rifiuta categoricamente un ricovero o cmq una sosta in una clinica.L'Asl,illo tempore,mi fece capire che non c'erano gli estremi per il tso.Questo anche se delira,mangia pochissimo e vagheggia costantemente dormendo in modo inadeguato.Lo Stato e'nullo e lo Psichiatra per me fa il filosofo.Cmq la mia domanda e'legata alla terapia farmacologica.Ma possibile che si curano i paranoici cosi'?Serenase in quantita'e poi lo togliamo per ricpminciare di nuovo?Cosi'uccidi il familiare e anche Lei che ha continue recidive.
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Gentile utente,
quanti anni ha la mamma ? oltre al problema psichico, ha le altre malattie ? assume le altre medicine ?
In che cosa consiste il delirio persecutorio della mamma ? Lei scrive "vagheggia costantemente": può spiegarlo meglio ? (vagheggia in cerca di posti che non riesce a trovare ? si disorienta ? cambia programma ?).
quanti anni ha la mamma ? oltre al problema psichico, ha le altre malattie ? assume le altre medicine ?
In che cosa consiste il delirio persecutorio della mamma ? Lei scrive "vagheggia costantemente": può spiegarlo meglio ? (vagheggia in cerca di posti che non riesce a trovare ? si disorienta ? cambia programma ?).
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Grazie innanzitutto per la risposta celere.Beh,le spiego meglio.Almeno provo.Sebbene lo Psichiatra in cura dubiti della mia lettura(e di quella dell'ex marito),Mamma(Oggi 64enne e in forma sul piano fisico) inizia ad avere episodi deliranti nel lontano 1990.Illo tempore era convinta di un tradimento del marito,tanto da contattare un investigatore privato.Inizia in quel frangente a sostenere di avere un partner fedifrago,gay,frequentatore di transessuali e infine anche pedofilo(meno frequente come ipotesi)Consideri che io cresco con queste informazioni.Nel 1997 si separa,sbattendo fuori di casa il marito e tentando una nuova relazione.Da allora,il suo nemico divento io e la croce passa da mio padre a me.Questa ricostruzione viene contestata dallo Psichiatra,in quanto legge della simbiosi affettiva.Potevamo andarcene in qualsiasi momento,se nn fossimo stati collusi.Nel 2000 e'convinta che il telefono sia sotto controllo e che il suo partner la controlli ovunque;dal 2001 in poi inizia una personale persecuzione nei miei confronti:e'ossessionata dal fatto che io non studi.Punto su cui lo Psichiatra nn concorda,in quanto sostiene che potevo andarmene di casa in qualsiasi momento.Nel 2010 inizia a vedere nei murales della citta',scritte contro la sua persona.E'convinta che questo uomo la controlli ovunque.Nel 2011 parla con la televisione e crede che su Rai tre parlino di Lei e dichiara di vedere un autobus nella cucina.Si isola e nn si relaziona con nessuno.Parla solo con me e ha come unico referente me.A questo punto,stando malissimo,riesco a prenderLa per il verso giusto e a portarla dallo Psichiatra.Da allora..dopo 4 mesi di trattamento(serenase)ritorna un soggetto sospettoso ma complessivamente normale.Il suo terrore pero'ricompare appena le tolgono il Serenase(un mese dura).E ricomincia il terrore.C'e'Qualcuno che vuole fare del male al figlio e alla sua famiglia e lei non sa come fare;i rumori sno contro di Lei;il Fruttivendolo,il Salumiere..tutti complottano e nn le permettono di vivere.Riprende a osteggiare i farmaci che prende solo quando e'veramente a pezzi.Oggi riscontro un elemento in piu';ha problemi a ricordare.Lei ha fatto una tac,ma nn e'risultato nulla.La diagnosi e':disturbo paranoide della personalita' e ha un delirio cronico a contenuto complottistico,direi.Mi chiedo se si possa curare la cosa con filosofia e 10 gocce di serenase che vengono poi tolte appena si riprende.
[#3]
Ex utente
Dimenticavo la mamma assume farmaci per il cuore.Soffre di una lieve ipertensione e assume Lobivon e MicardisPlus.Purtroppo nn mi e'possibile,al momento,essere molto preciso,perche'probabilmente sno provato e coinvolto.Devo molto allo Psichiatra che ha in cura mamma,ma purtroppo mi sembra che la situazione la stia perdendo di manoNn sno un tecnico,ma sospendere i farmaci ad un soggetto che quando e'ok,osserva tutto con una sospettosita'fuori dal comune,mi sembra un azzardo che ricade inevitabilmente su di me.Trovo fantasioso sostenere che sia possibile lasciare un soggetto in queste condizioni a se stessa.Nn riesce a prendere le gocce da sola,nn puo'cucinarsi,dimentica di fare la spesa e non e'complessivamente autosufficiente nei momenti di crisi(che sno sempre piu'frequenti).Il ricovero senza un suo consenso(cosa cui si oppone categoricamente)e'una strada non percorribile e il discorso badante e'difficoltoso sul piano economico(badante che lei rifiuta perche'non mette mai in dubbio nulla delle sue Verita'Logicamente possibili ma Concretamente Improponibili).Come molti milioni di Italiani,odio profondamente l'Apparato Statale che risulta essere cosi'miserrimamente inutile che francamente Asl,Ospedali e Personale Medico,per me,andrebbero soppressi senza se e senza ma.Servono a pagare stipendi a gente che di fatto o non fa nulla o sostiene che non e'competenza loro.Io sno figlio unico,sno slo davanti a questa problematica e chiunque scappa davanti al solo parlare di Mamma-Sembra che abbia la Lebbra o una malattia Infettiva gravissima la Mamma.Sno dispiaciuto e sinceramente stanchissimo.Sul da farsi,ce l'ho messa tutta maaaa...nn riesco a trovare una soluzione dignitosa per Lei e che sia accettabile per me.Adesso sta prendendo il serenase.Nn vuole piu'andare da questo Psichiatra(sostiene che la riempie di chiacchiere inutili) eee francamente non posso legarla e portarla dal medico.Che fare?Bella domanda.Mi sono risposto dicendo ok,cambiamo psichiatra.Mi ha farfugliato si,poi no..poi silenzio.Ora e'scesa con un parente.Con 10/15 gocce al mattino e la sera,piu'o meno sta benino.Rimane sospettosa ma delira molto meno.Si limita a fissarti e a osservare qualsiasi cosa faccia chi ha davanti,ma almeno nn perseguita nessuno.Francamente non so se continuare con questo medico oppure no.Con me,e'stato efficace.Con Mamma..nn mi sta piacendo.Insiste a toglierLe il Serenase appena sta bene.Lui sostiene che questo e'il protocollo.Ma possibile che nn esista altro,oltre il Serenase?Nn esiste un farmaco da prendere per tutta la vita?Qualcosa che attenui di molto il disturbo?Queste continue fluttuazioni e oscillazioni comportamentali sno devastanti.Sostenere ok..vattene,mi sta bene ma mi crea disagio nella mia coscienza.Come posso scegliere di abbandonare alla sua malattia,una persona che amo?Nn posso.
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Condivido i Suoi dubbi della terapia farmacologica. In effetti, non è un modello di terapia che sarebbe ottimale. Ottimale sarebbe una farmacoterapia costante ad un dosaggio che sia il minimo sufficiente per controllare i sintomi deliranti e comportamentali, con incrementi per i periodi più acuti.
La modalità di fare le pause nella terapia è stata proposta in passato come una specie di "vacanza farmacologica" allo scopo di favorire la compliance del paziente (la sua collaborazione alla cura), perché in tal modo si va incontro al paziente, al patto che il paziente collabora da parte propria, seguendo le prescrizioni date. Non posso scartare che il vostro psichiatra ricorre alla prescrizione discontinua del farmaco proprio per ottenere una maggiore collaborazione della mamma (conviene di chiederlo a lui direttamente senza rimanere solo ad ipotizzarlo). Tuttavia, tale modalità presume la consapevolezza della necessità di cura farmacologica che la Sua mamma, da quanto ho capito, non ha abbastanza. Comunque, è un punto sul quale vorrei soffermarmi: la mamma accetta di assumere il farmaco quando viene prescritto oppure viene quasi sempre somministrato a sua malavoglia o di nascosto ? Se in qualche misura accetta, sarebbe un elemento a favore della modalità che lo psichiatra sta adottando, ma la prospettiva sarebbe convincerla ad assumere il farmaco per periodi più lunghi. Se invece, non lo accetta mai, siamo probabilmente fuori strada.
In genere, in una persona che non è consapevole della propria malattia e della necessità della rispettiva cura questa consapevolezza si può anche ottenere, ma dopo un periodo di assunzione abbastanza prolungata del farmaco.
A tale scopo le strategie d'intervento includono anche la cura in regime di ricovero o/e la somministrazione del farmaco per via iniettiva in formulazione a graduale rilascio mettiamo una volta al mese (ma la dose e la frequenza vanno decise dallo specialista): intendo la cosi-detta terapia "depot", attuata di solito presso i centri di salute mentale dell'ASL. Se si tratta di una persona anziana, tale ultimo intervento potrebbe essere un po' rischioso da iniziare in regime non protetto (non ospedaliero).
Per quanto riguarda il ricovero, Lei scrive che L'Asl ... Le fece capire che non c'erano gli estremi per il tso...
- O si tratta della loro politica in generale, oppure, se non è seguita da loro, forse non conoscono bene la situazione. La Sua mamma è stata vista di recente da uno specialista psichiatra del Centro di Salute dell'ASL oppure ha parlato solo Lei ? Se non sono loro ad avere il paziente in carico, lo conoscono meno e, con tutta la solidarietà con i colleghi, può darsi che percepiscono meno la responsabilità.
Inoltre, ... non è solo ASL che può proporre un ricovero obbligatorio. Lo può fare qualunque medico (anche, eventualmente, il medico della guardia medica). Tuttavia, diventa effettivo solo se convalidato dallo psichiatra della struttura ospedaliera statale e dal Sindaco. I presupposti di un ricovero obbligatorio a grandi linee sono la presenza di una di determinate malattie psichiche in fase di non compensazione ed il rifiuto del paziente di curarsi.
Importante però notare che la diagnosi di malattia psichica della Sua mamma è da rivedere: Lei scrive che la mamma soffre di "delirio persecutorio", ma questo può essere un concetto troppo vago: Lei parla della diagnosi di "Personalità" Paranoide, ma se è questa la diagnosi, allora tutto cambia, perché, se è un disturbo di "personalità", le cure farmacologiche sarebbero di importanza un po' minore, l'utilità di ricovero è discutibile, la psicoterapia (ho capito che è stata indicata la terapia cognitivo-comportamentale) avrebbe senso, e anche la modalità di intervenire coi farmaci solo nei periodi acuti potrebbe avere senso...
Tuttavia, in base alle Sue descrizioni, non sono sicuro che si tratta di un disturbo di "personalità" (o di carattere), bensì non scarto che possa trattarsi di un caso di Schizofrenia. Oppure... di un disturbo di personalità pregresso che si è complicato negli anni evolvendo verso la schizofrenia o verso un quadro psicorganico simil-demenziale (perché non posso scartare le alterazioni cognitive legate all'età, soprattutto se Lei scrive anche della difficoltà a ricordare e che "vagheggia"). Allora le conclusioni cambiano e sarebbero indicati sia la cura continuativa, sia un eventuale ricovero temporaneo (volontario o obbligatorio), mentre non sarebbe indicata in prima battuta la psico-terapia strutturata tipo cognitivo-comportamentale, se non come un'opportunità di sostegno relazionale ed emotivo e come un mezzo di monitoraggio delle condizioni della mamma.
Vorrei che sia chiaro che via internet non si può fare le diagnosi, e le mie sono soltanto le ipotesi. Sottolineo che bisogna chiedere allo specialista che segue la mamma di riappurare la diagnosi, e, secondo me, chiedere anche la visita a domicilio dello psichiatra dell'ASL (anche questa può essere fatta sia in regime volontario, sia, eventualmente, in regime obbligatorio; i ogni caso non starei ad avvisare la mamma di tale visita, altrimenti è facile che la rifiuti, mentre, al momento che il medico viene e la mamma è a casa forse sarebbe più facile, ma sarebbe da discuterlo e di concordarlo con il Centro di Salute Mentale dell'ASL).
Se si tratta di un disturbo psicorganico simil-demenziale, allora la scelta della cura ottimale sarà un po' più complicata. Comunque, in tale ipotesi, oltre alla TAC, la mamma dovrebbe essere sottoposta alla valutazione neuro-psicologica (con i test che valutano diversi aspetti del funzionamento cognitivo). Tale valutazione potrebbe essere però alterata se fatta nella fase di scompenso.
La modalità di fare le pause nella terapia è stata proposta in passato come una specie di "vacanza farmacologica" allo scopo di favorire la compliance del paziente (la sua collaborazione alla cura), perché in tal modo si va incontro al paziente, al patto che il paziente collabora da parte propria, seguendo le prescrizioni date. Non posso scartare che il vostro psichiatra ricorre alla prescrizione discontinua del farmaco proprio per ottenere una maggiore collaborazione della mamma (conviene di chiederlo a lui direttamente senza rimanere solo ad ipotizzarlo). Tuttavia, tale modalità presume la consapevolezza della necessità di cura farmacologica che la Sua mamma, da quanto ho capito, non ha abbastanza. Comunque, è un punto sul quale vorrei soffermarmi: la mamma accetta di assumere il farmaco quando viene prescritto oppure viene quasi sempre somministrato a sua malavoglia o di nascosto ? Se in qualche misura accetta, sarebbe un elemento a favore della modalità che lo psichiatra sta adottando, ma la prospettiva sarebbe convincerla ad assumere il farmaco per periodi più lunghi. Se invece, non lo accetta mai, siamo probabilmente fuori strada.
In genere, in una persona che non è consapevole della propria malattia e della necessità della rispettiva cura questa consapevolezza si può anche ottenere, ma dopo un periodo di assunzione abbastanza prolungata del farmaco.
A tale scopo le strategie d'intervento includono anche la cura in regime di ricovero o/e la somministrazione del farmaco per via iniettiva in formulazione a graduale rilascio mettiamo una volta al mese (ma la dose e la frequenza vanno decise dallo specialista): intendo la cosi-detta terapia "depot", attuata di solito presso i centri di salute mentale dell'ASL. Se si tratta di una persona anziana, tale ultimo intervento potrebbe essere un po' rischioso da iniziare in regime non protetto (non ospedaliero).
Per quanto riguarda il ricovero, Lei scrive che L'Asl ... Le fece capire che non c'erano gli estremi per il tso...
- O si tratta della loro politica in generale, oppure, se non è seguita da loro, forse non conoscono bene la situazione. La Sua mamma è stata vista di recente da uno specialista psichiatra del Centro di Salute dell'ASL oppure ha parlato solo Lei ? Se non sono loro ad avere il paziente in carico, lo conoscono meno e, con tutta la solidarietà con i colleghi, può darsi che percepiscono meno la responsabilità.
Inoltre, ... non è solo ASL che può proporre un ricovero obbligatorio. Lo può fare qualunque medico (anche, eventualmente, il medico della guardia medica). Tuttavia, diventa effettivo solo se convalidato dallo psichiatra della struttura ospedaliera statale e dal Sindaco. I presupposti di un ricovero obbligatorio a grandi linee sono la presenza di una di determinate malattie psichiche in fase di non compensazione ed il rifiuto del paziente di curarsi.
Importante però notare che la diagnosi di malattia psichica della Sua mamma è da rivedere: Lei scrive che la mamma soffre di "delirio persecutorio", ma questo può essere un concetto troppo vago: Lei parla della diagnosi di "Personalità" Paranoide, ma se è questa la diagnosi, allora tutto cambia, perché, se è un disturbo di "personalità", le cure farmacologiche sarebbero di importanza un po' minore, l'utilità di ricovero è discutibile, la psicoterapia (ho capito che è stata indicata la terapia cognitivo-comportamentale) avrebbe senso, e anche la modalità di intervenire coi farmaci solo nei periodi acuti potrebbe avere senso...
Tuttavia, in base alle Sue descrizioni, non sono sicuro che si tratta di un disturbo di "personalità" (o di carattere), bensì non scarto che possa trattarsi di un caso di Schizofrenia. Oppure... di un disturbo di personalità pregresso che si è complicato negli anni evolvendo verso la schizofrenia o verso un quadro psicorganico simil-demenziale (perché non posso scartare le alterazioni cognitive legate all'età, soprattutto se Lei scrive anche della difficoltà a ricordare e che "vagheggia"). Allora le conclusioni cambiano e sarebbero indicati sia la cura continuativa, sia un eventuale ricovero temporaneo (volontario o obbligatorio), mentre non sarebbe indicata in prima battuta la psico-terapia strutturata tipo cognitivo-comportamentale, se non come un'opportunità di sostegno relazionale ed emotivo e come un mezzo di monitoraggio delle condizioni della mamma.
Vorrei che sia chiaro che via internet non si può fare le diagnosi, e le mie sono soltanto le ipotesi. Sottolineo che bisogna chiedere allo specialista che segue la mamma di riappurare la diagnosi, e, secondo me, chiedere anche la visita a domicilio dello psichiatra dell'ASL (anche questa può essere fatta sia in regime volontario, sia, eventualmente, in regime obbligatorio; i ogni caso non starei ad avvisare la mamma di tale visita, altrimenti è facile che la rifiuti, mentre, al momento che il medico viene e la mamma è a casa forse sarebbe più facile, ma sarebbe da discuterlo e di concordarlo con il Centro di Salute Mentale dell'ASL).
Se si tratta di un disturbo psicorganico simil-demenziale, allora la scelta della cura ottimale sarà un po' più complicata. Comunque, in tale ipotesi, oltre alla TAC, la mamma dovrebbe essere sottoposta alla valutazione neuro-psicologica (con i test che valutano diversi aspetti del funzionamento cognitivo). Tale valutazione potrebbe essere però alterata se fatta nella fase di scompenso.
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Ho letto solo adesso la seconda parte della Sua risposta. Lei scrive che la strada del ricovero obbligatorio (senza il consenso della mamma) non è percorribile... Capisco, si tratta delle situazioni che possono essere traumatiche anche per il familiare oltre che per la mamma... E tutto sommato, assumendo regolarmente la farmacoterapia, sembra che la situazione sia sotto controllo e che non sia necessario un ricovero... , se la mamma accetta di prendere la terapia.
Dunque, la prima opzione è convincere lo psichiatra attuale almeno provare a rivedere la sua strategia (e anche la diagnosi). Allora si avrà una certa stabilità e si potrà approfondire anche l'indagine sul lato psic-organico.
Se lo psichiatra non è disponibile a valutare un approccio alternativo al suo attuale, purtroppo si cambia lo specialista (riconoscendo comunque al vostro psichiatra attuale che ha trovato un farmaco giusto).
Non posso dire niente riguardo i Suoi giudizi sulla sanità pubblica (avrà i propri motivi..), ma ritengo importante riconsultare almeno il medico di famiglia, per quanto riguarda gli aspetti organici. Se assume l'aloperidolo (serenase), andrebbero fatti con una certa cadenza gli ECG ed il controllo degli elettroliti; ma adesso sarebbe il caso anche un controllo più completo (esami ematici e urine di routine, ormoni tiroidei, visita medica), sia in ipotesi di una malattia organica, sia vista la ipo-alimentazione.
Comunque, in che misura ci vorrà la collaborazione della medicina statale lo si vedrà; non possiamo precluderlo a priori.
Dunque, la prima opzione è convincere lo psichiatra attuale almeno provare a rivedere la sua strategia (e anche la diagnosi). Allora si avrà una certa stabilità e si potrà approfondire anche l'indagine sul lato psic-organico.
Se lo psichiatra non è disponibile a valutare un approccio alternativo al suo attuale, purtroppo si cambia lo specialista (riconoscendo comunque al vostro psichiatra attuale che ha trovato un farmaco giusto).
Non posso dire niente riguardo i Suoi giudizi sulla sanità pubblica (avrà i propri motivi..), ma ritengo importante riconsultare almeno il medico di famiglia, per quanto riguarda gli aspetti organici. Se assume l'aloperidolo (serenase), andrebbero fatti con una certa cadenza gli ECG ed il controllo degli elettroliti; ma adesso sarebbe il caso anche un controllo più completo (esami ematici e urine di routine, ormoni tiroidei, visita medica), sia in ipotesi di una malattia organica, sia vista la ipo-alimentazione.
Comunque, in che misura ci vorrà la collaborazione della medicina statale lo si vedrà; non possiamo precluderlo a priori.
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Ex utente
E'la prima volta che ho una risposta decente.Si confermo che in questa sede e'impossibile avere un quadro preciso.Io una diagnosi precisa ancora non ce l'ho.Mi e'stato detto che mia mamma soffre di un delirio paranoico,all'interno del quale alterna una rabbia incontrollata ad una forma depressiva.Su questo confermo che lei o e'violentissima o tende a mettersi in un letto a piangere.Alterna tra queste due esagerazioni.Il serenase su di Lei e'miracoloso,a dir il vero,pero'a dosi piu'importanti produce alterazioni del quadro extrapiramidale.Trema e risulta scattosa nei movimenti.Quando questo succede,il Terapeuta tende a limitare la dose.Oggi registro che dimentica dve e'l'auto,dve e'la porta di casa etc etc.E'stata vista la prima volta da un medico dell'Asl che mi disse che era un quadro molto serio.Ma Le parlo di due anni fa'.La mamma aveva un delirio paranoico importante.Mi disse cosi' e nn Le prescrisse nulla,perche'era intrattabile sul piano verbale.Mi disse che c'era anche una base depressiva,probabilmente.Tento'di agganciarla,ma senza successo.E'riuscito ad agganciarla slo questo Psichiatra.Lei rifiutava categoricamente il sostegno medico,ma con questo Psichiatra accetto'di incontrarsi.Credo si sia fatta agganciare perche'era il mio Psichiatra.Il farmaco le e'stato somministrato di nascosto per un periodo o cmq non Le e'mai stato detto a quali dosi.Lei sostiene massimo 5 gocce.Per cui,Le veniva detta una bugia.Un po'come si fa con i bambini,in onesta'per far prendere le medicine.Lei non e'consapevole;realmente crede che ci sia Uno o Delle Persone che la osservano o che minaccino se ,suo figlio,la sua famiglia.E'terrorizzata poi diventa violentissima e infine depressa e poi ricomincia.Fa sempre cosi'.Il serenase elide tutto,dopo 10 giorni,ma poi quando finisce il trattamento e sospende i farmaci(che lei osteggia e che assume molto malvolentieri) dura massimo un mese e ricomincia.E di nuovo..10 giorni di serenase,si riprende fa la cura per un mesetto e mezzo due,poi il Terapeuta le toglie tutto e Lei ricomincia dpo un mese.Sto facendo questo da due anni.Cmq rileggero'meglio la Sua Risposta.Le dico che Lei e'bravo,prendendo spunto dal film Pallottole e Terapie.Lei e'proprio bravo..dottore,mi sento gia'meglio..
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 10.7k visite dal 11/04/2014.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.