Paura di assumere ansiolitici
Gentili dottori,
da ormai quattro mesi e mezzo convivo con una tosse iniziata con una fase acuta accompagnata da raffreddore e mal di gola, ma poi stabilizzatasi in una fase di tosse secca e stizzosa e diurna (la notte non mi crea disturbo). Inizialmente mi reco dal medico di base: antibiotici, ciproxin per una settimana! (sospetta bronchite). Non passa: ciproxin per un'altra settimana (è una bronchite cattiva!! Aaaaah ok). Rivelatisi inefficaci e passando per una bella micosi genitale in seguito all'intensa antibioticoterapia, vado da uno pneumologo: sarà asma!! Dopo antiasmatici, ventolin e foster tutto inutile...(asma poi risultata inesistente dopo test di stimolazione bronchiale con metacolina)...radiografia ai polmoni: tutto nella norma. Vengo mandato dall'otorino: reflusso gastroesofageo!! Nexium per un mese! Tutto inutile...richiamiamo l'otorino: Nexium per un altro mese! Tutto inutile...richiamiamo l'otorino: a questo punto potrebbe trattarsi di ernia iatale (zero sintomi, solo tosse, ernia iatale??) , vada da un gastroenterologo. Andiamo dal gastroenterologo: lei non ha niente! Tosse da nervoso, stress e ansia: ecco forse l'unico che ha ragione è il gastroenterologo. (Se in futuro avrò un disturbo urinario andrò dal cardiologo...). Arrivando al punto: mi viene prescritto Domar 5 mg al mattino e Lexil la sera. Capirete che dopo aver assunto di tutto e di più ora sono letteralmente stufo e passare a psicofarmaci che possono creare dipendenza ed effetti collaterali che non voglio lontanamente provare (sono uno studente e non posso permettermi colpi di sonno durante il giorno, già è stancante abbastanza in periodi di esame la situazione) mi mette paura. Sicuramente sono stressato e ansioso e questi farmaci potrebbero aiutarmi, ma sono molto preoccupato perché ho paura di cadere in una dipendenza, di aumentare il sonno quotidiano (ho già sempre sonno così!), di non essere più attivo come vorrei e come il mondo impone, di perdere lucidità. Ho letto i vari effetti collaterali e, seppur non capitino di frequente, a me terrorizzano letteralmente: incubi, sonnolenza improvvisa durante il giorno, confusione, affaticamento...proprio quello di cui ho bisogno alla mia età (20 anni)? Insomma ho già preso di tutto inutilmente in questi mesi, non ne posso più di prendere cose a caso, sono diventato diffidente (e spero capiate questo mio comportamento). Ora che si parla di psicofarmaci sono più scettico che mai. Vorrei chiedervi qualche chiarimento sugli effetti di questi farmaci e sulla loro reale utilità al fine di curare una tosse che apparentemente deriva da ansie e nervosismo.
Grazie molte per l'aiuto,
Cordiali saluti.
da ormai quattro mesi e mezzo convivo con una tosse iniziata con una fase acuta accompagnata da raffreddore e mal di gola, ma poi stabilizzatasi in una fase di tosse secca e stizzosa e diurna (la notte non mi crea disturbo). Inizialmente mi reco dal medico di base: antibiotici, ciproxin per una settimana! (sospetta bronchite). Non passa: ciproxin per un'altra settimana (è una bronchite cattiva!! Aaaaah ok). Rivelatisi inefficaci e passando per una bella micosi genitale in seguito all'intensa antibioticoterapia, vado da uno pneumologo: sarà asma!! Dopo antiasmatici, ventolin e foster tutto inutile...(asma poi risultata inesistente dopo test di stimolazione bronchiale con metacolina)...radiografia ai polmoni: tutto nella norma. Vengo mandato dall'otorino: reflusso gastroesofageo!! Nexium per un mese! Tutto inutile...richiamiamo l'otorino: Nexium per un altro mese! Tutto inutile...richiamiamo l'otorino: a questo punto potrebbe trattarsi di ernia iatale (zero sintomi, solo tosse, ernia iatale??) , vada da un gastroenterologo. Andiamo dal gastroenterologo: lei non ha niente! Tosse da nervoso, stress e ansia: ecco forse l'unico che ha ragione è il gastroenterologo. (Se in futuro avrò un disturbo urinario andrò dal cardiologo...). Arrivando al punto: mi viene prescritto Domar 5 mg al mattino e Lexil la sera. Capirete che dopo aver assunto di tutto e di più ora sono letteralmente stufo e passare a psicofarmaci che possono creare dipendenza ed effetti collaterali che non voglio lontanamente provare (sono uno studente e non posso permettermi colpi di sonno durante il giorno, già è stancante abbastanza in periodi di esame la situazione) mi mette paura. Sicuramente sono stressato e ansioso e questi farmaci potrebbero aiutarmi, ma sono molto preoccupato perché ho paura di cadere in una dipendenza, di aumentare il sonno quotidiano (ho già sempre sonno così!), di non essere più attivo come vorrei e come il mondo impone, di perdere lucidità. Ho letto i vari effetti collaterali e, seppur non capitino di frequente, a me terrorizzano letteralmente: incubi, sonnolenza improvvisa durante il giorno, confusione, affaticamento...proprio quello di cui ho bisogno alla mia età (20 anni)? Insomma ho già preso di tutto inutilmente in questi mesi, non ne posso più di prendere cose a caso, sono diventato diffidente (e spero capiate questo mio comportamento). Ora che si parla di psicofarmaci sono più scettico che mai. Vorrei chiedervi qualche chiarimento sugli effetti di questi farmaci e sulla loro reale utilità al fine di curare una tosse che apparentemente deriva da ansie e nervosismo.
Grazie molte per l'aiuto,
Cordiali saluti.
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Gentile utente,
prima di tutto, i disturbi psichici o "nervosi" non sono le diagnosi di esclusione (quando non c'è spazio per nessun'altra ipotesi) e non possono essere diagnosticati da chi non è specialista in psichiatria. Se c'è sospetto di un disturbo psico-emotivo, la cosa corretta è inviare la persona dallo psichiatra per verificare tale diagnosi e per la prescrizione, se è il caso, della terapia. Ed è quello che bisogna fare.
Gli ultimi farmaci a Lei prescritti in realtà si usano anche in gastroenterologia, soprattutto i farmaci come il Lexil, che contiene non solo un ansiolitico ma anche un antispastico. Comunque, se si trattasse di un problema psichico, "nervoso", esistono anche gli altri psicofarmaci, forse anche più adatti, che non dovrebbero dare né dipendenza né sonnolenza, se usati correttamente; ma a prescriverli deve essere uno psichiatra, se vedrà che è il caso di farlo.
Farei però anche un altra cosa: siccome le conclusioni degli altri specialisti mi sembrano poco convincenti, proverei ad andare da un altro otorinolaringoiatra.
prima di tutto, i disturbi psichici o "nervosi" non sono le diagnosi di esclusione (quando non c'è spazio per nessun'altra ipotesi) e non possono essere diagnosticati da chi non è specialista in psichiatria. Se c'è sospetto di un disturbo psico-emotivo, la cosa corretta è inviare la persona dallo psichiatra per verificare tale diagnosi e per la prescrizione, se è il caso, della terapia. Ed è quello che bisogna fare.
Gli ultimi farmaci a Lei prescritti in realtà si usano anche in gastroenterologia, soprattutto i farmaci come il Lexil, che contiene non solo un ansiolitico ma anche un antispastico. Comunque, se si trattasse di un problema psichico, "nervoso", esistono anche gli altri psicofarmaci, forse anche più adatti, che non dovrebbero dare né dipendenza né sonnolenza, se usati correttamente; ma a prescriverli deve essere uno psichiatra, se vedrà che è il caso di farlo.
Farei però anche un altra cosa: siccome le conclusioni degli altri specialisti mi sembrano poco convincenti, proverei ad andare da un altro otorinolaringoiatra.
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.1k visite dal 10/04/2014.
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