Stato ansioso.
Egregi dottori,
Vorrei porvi un quesito. E’ da circa tre mesi che sto vivendo una situazione ansiosa che mi sta generando parecchi fastidi. Premetto che in realtà sono sempre stato un soggetto ansioso poiché fin da bambino ho sofferto di compulsioni che, per fortuna, col passare del tempo si sono sempre più ridotte anche se non completamente risolte, ma queste non sono mai state un grosso problema per me. Dicevo: circa tre mesi fa è avvenuto un episodio di quasi svenimento con forte accelerazione del battito cardiaco e fiato corto. Devo dire che mi sono molto spaventato, ma il tutto si è risolto in pochi minuti, lasciandomi comunque un senso d’insicurezza. Infatti nei giorni successivi mi era rimasto un senso di stordimento, testa vuota, e come la sensazione di camminare sulle uova. Dopo aver fatto una visita neurologica risultata nella norma, la diagnosi, sia del neurologo, che della mia dottoressa, fu quella di stato ansioso e la mia dottoressa mi prescisse 8 gocce di tranquirit prima di andare a dormire, quattro gocce al mattino e quattro gocce al pomeriggio. Per circa due settimane sembrava che la situazione fosse migliorata, ma da un certo punto in poi i sintomi hanno cominciato a peggiorare tanto che ho sviluppato una marcata inappetenza a volte nausea e vari sintomi gastrointestinali (a causa dei quali mi sono rivolto anche ad un gastroenterologo). A questo punto la mia dottoressa mi ha prescritto lo xanax 0.5mg prima di andare a dormire (dormo male da parecchio tempo con frequenti risvegli) e 0,25mg durante la mattina e mi ha consigliato di rivolgermi ad uno psicologo, consiglio che ho prontamente seguito. Con lo xanax la situazione sembra leggermente migliorata, anche se non ho risolto il problema dei risvegli, con la psicoterapia non saprei dire dato che sono solo all’inizio.
A questo punto la domanda è: vale la pena consultare anche uno psichiatra per affiancare anche una terapia farmacologica?
In più vorrei sapere: la dose di xanax che sto assumendo è elevata e può creare dipendenza?
Grazie in anticipo.
Vorrei porvi un quesito. E’ da circa tre mesi che sto vivendo una situazione ansiosa che mi sta generando parecchi fastidi. Premetto che in realtà sono sempre stato un soggetto ansioso poiché fin da bambino ho sofferto di compulsioni che, per fortuna, col passare del tempo si sono sempre più ridotte anche se non completamente risolte, ma queste non sono mai state un grosso problema per me. Dicevo: circa tre mesi fa è avvenuto un episodio di quasi svenimento con forte accelerazione del battito cardiaco e fiato corto. Devo dire che mi sono molto spaventato, ma il tutto si è risolto in pochi minuti, lasciandomi comunque un senso d’insicurezza. Infatti nei giorni successivi mi era rimasto un senso di stordimento, testa vuota, e come la sensazione di camminare sulle uova. Dopo aver fatto una visita neurologica risultata nella norma, la diagnosi, sia del neurologo, che della mia dottoressa, fu quella di stato ansioso e la mia dottoressa mi prescisse 8 gocce di tranquirit prima di andare a dormire, quattro gocce al mattino e quattro gocce al pomeriggio. Per circa due settimane sembrava che la situazione fosse migliorata, ma da un certo punto in poi i sintomi hanno cominciato a peggiorare tanto che ho sviluppato una marcata inappetenza a volte nausea e vari sintomi gastrointestinali (a causa dei quali mi sono rivolto anche ad un gastroenterologo). A questo punto la mia dottoressa mi ha prescritto lo xanax 0.5mg prima di andare a dormire (dormo male da parecchio tempo con frequenti risvegli) e 0,25mg durante la mattina e mi ha consigliato di rivolgermi ad uno psicologo, consiglio che ho prontamente seguito. Con lo xanax la situazione sembra leggermente migliorata, anche se non ho risolto il problema dei risvegli, con la psicoterapia non saprei dire dato che sono solo all’inizio.
A questo punto la domanda è: vale la pena consultare anche uno psichiatra per affiancare anche una terapia farmacologica?
In più vorrei sapere: la dose di xanax che sto assumendo è elevata e può creare dipendenza?
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile utente,
l'utilizzo di benzodiazepine deve essere limitato nel tempo e non può essere considerato un utilizzo terapeutico.
L'opportunità di consultare uno psichiatra scaturisce dal fatto che le terapie prescritte non sono risolutive e, pertanto, è opportuno valutare se è necessario utilizzare un farmaco per i suoi disturbi.
l'utilizzo di benzodiazepine deve essere limitato nel tempo e non può essere considerato un utilizzo terapeutico.
L'opportunità di consultare uno psichiatra scaturisce dal fatto che le terapie prescritte non sono risolutive e, pertanto, è opportuno valutare se è necessario utilizzare un farmaco per i suoi disturbi.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Non ho detto questo.
Però l'indicazione ad un trattamento richiederebbe almeno una chiarezza nel reale trattamento dei disturbi psichiatrici, una conoscenza dei quadri psicopatologici semplici e la conoscenza per poter fornire delle indicazioni appropriate al caso specifico.
Non è possibile considerare che si utilizzi una terapia non risolutiva come le benzodiazepine e poi si possa consigliare una psicoterapia senza discernere tra diagnosi, eleggibilità al trattamento, risposta ad un trattamento farmacologico e quanto altro ancora valutabile nel corso del periodo tra l'insorgenza dei sintomi ad oggi, periodo che viene da lei riferito di circa tre mesi.
Una problematica psichiatrica, di qualsiasi origine, trattata adeguatamente può raggiungere una remissione sintomatologica in circa 6 settimane.
Per tali motivi ritengo sia utile una valutazione specialistica.
Però l'indicazione ad un trattamento richiederebbe almeno una chiarezza nel reale trattamento dei disturbi psichiatrici, una conoscenza dei quadri psicopatologici semplici e la conoscenza per poter fornire delle indicazioni appropriate al caso specifico.
Non è possibile considerare che si utilizzi una terapia non risolutiva come le benzodiazepine e poi si possa consigliare una psicoterapia senza discernere tra diagnosi, eleggibilità al trattamento, risposta ad un trattamento farmacologico e quanto altro ancora valutabile nel corso del periodo tra l'insorgenza dei sintomi ad oggi, periodo che viene da lei riferito di circa tre mesi.
Una problematica psichiatrica, di qualsiasi origine, trattata adeguatamente può raggiungere una remissione sintomatologica in circa 6 settimane.
Per tali motivi ritengo sia utile una valutazione specialistica.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 09/04/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.