Depressione con forte componente ansiosa
Gentili dottori,
scrivo per avere un parere sulla mia attuale cura farmacologica.
Spiego brevemente gli antefatti
Vengo da una storia di problemi psichiatrici nata circa 13-14 anni fa, quandfo, a seguito di un operazione, sono iniziati a manifestarsi forti attacchi di panico, conseguenti processi di evitamente, paura e sindromi depressive. Ciò è stato prima affrontato con sedute di psicoterapia cognitivo-comportamentale, poi anche con farmaci: prima solo xanax, poi paroxetina 20 mg (eutimil). Questo quindi fino al 2005, quando mi trasferisco per motivi di studio/lavoro e non seguo più la psicoterapia. Cominciano anni in cui, fino a metà 2013, non faccio psicoterapia e rimango con una terapia farmacologica che, dal 2006 e per gli anni subito susseguenti, è seguita dallo psichiatra che mi prescrisse i farmaci (eutimil 20mg+ xanax 1mg), poi è divenuta una terapia di mantenimento un poi fai da te, in parte avallata telfonicamente dallo psichiatra un po dal medico i base (eutimil 10 mg+ xanax). Ciò mi ha portato a vivacchiare, a non avere più grosse crisi ma sicuramente a non stare bene, anche a causa di un lavoro fortemente stressante che mi consuma . Arrivo al dunque: dopo la rottura di una convivenza (la prima) durata un anno e finita a fine febbraio 2014, casco (anche se già c'erano stati peggioramenti e avvisaglie nei mesi precedenti) in forte crisi: idee suicidiarie, disperazione totale, perdita di appetito, insonnia. Su consiglio del mio terapeuta (da cui vado da una decina di mesi) mi rivolgo a uno psichiatra che mi dice di interrompere i 10mg di eutimil e di cominciare duloxetina 60 mg (prima settimana 30mg) e remeron 30 mg (prima settimana 15 mg). Dopo la prima settimana a dosaggio parziale, ora sono 3 settimane a dosaggio pieno di duloxetina (60mg dopo pranzo). il remeron, invece, non ne sono riuscito a prendere più di 15 mg(la sera prima di dormire), perche mi da forte senso di sbandamento (soprattutto all'inizio, come di ubriacatura) e la mattina, ancora adesso anche se in misura minore, mi da un senso di ottundimento e irrealtà
Dopo 3 settimane sto un po meglio (idee suicidiarie scomparse, sonno e appetito tornati nella normalità, senso di disperazione diminuito) anche se spesso ritengo che i connotati ansiosi della depressione siano troppo forti, cosi come i rimuginamenti e i pensieri neri.
Secondo il vostro parere, la cura farmacologica è corretta?
La componente ansiosa è sufficientemente (farmacologicamente) affrontata?
Per un miglioramento sensibile della sintomatologia depressiva e depressivo-ansiosa, stante la cura farmacologica, quanto devo ancora aspettare?
Desidero ringraziare per il vs servizio on line offerto, che mi è risultato di valido aiuto tante volte in momenti di crisi.
Saluto cordialmente
scrivo per avere un parere sulla mia attuale cura farmacologica.
Spiego brevemente gli antefatti
Vengo da una storia di problemi psichiatrici nata circa 13-14 anni fa, quandfo, a seguito di un operazione, sono iniziati a manifestarsi forti attacchi di panico, conseguenti processi di evitamente, paura e sindromi depressive. Ciò è stato prima affrontato con sedute di psicoterapia cognitivo-comportamentale, poi anche con farmaci: prima solo xanax, poi paroxetina 20 mg (eutimil). Questo quindi fino al 2005, quando mi trasferisco per motivi di studio/lavoro e non seguo più la psicoterapia. Cominciano anni in cui, fino a metà 2013, non faccio psicoterapia e rimango con una terapia farmacologica che, dal 2006 e per gli anni subito susseguenti, è seguita dallo psichiatra che mi prescrisse i farmaci (eutimil 20mg+ xanax 1mg), poi è divenuta una terapia di mantenimento un poi fai da te, in parte avallata telfonicamente dallo psichiatra un po dal medico i base (eutimil 10 mg+ xanax). Ciò mi ha portato a vivacchiare, a non avere più grosse crisi ma sicuramente a non stare bene, anche a causa di un lavoro fortemente stressante che mi consuma . Arrivo al dunque: dopo la rottura di una convivenza (la prima) durata un anno e finita a fine febbraio 2014, casco (anche se già c'erano stati peggioramenti e avvisaglie nei mesi precedenti) in forte crisi: idee suicidiarie, disperazione totale, perdita di appetito, insonnia. Su consiglio del mio terapeuta (da cui vado da una decina di mesi) mi rivolgo a uno psichiatra che mi dice di interrompere i 10mg di eutimil e di cominciare duloxetina 60 mg (prima settimana 30mg) e remeron 30 mg (prima settimana 15 mg). Dopo la prima settimana a dosaggio parziale, ora sono 3 settimane a dosaggio pieno di duloxetina (60mg dopo pranzo). il remeron, invece, non ne sono riuscito a prendere più di 15 mg(la sera prima di dormire), perche mi da forte senso di sbandamento (soprattutto all'inizio, come di ubriacatura) e la mattina, ancora adesso anche se in misura minore, mi da un senso di ottundimento e irrealtà
Dopo 3 settimane sto un po meglio (idee suicidiarie scomparse, sonno e appetito tornati nella normalità, senso di disperazione diminuito) anche se spesso ritengo che i connotati ansiosi della depressione siano troppo forti, cosi come i rimuginamenti e i pensieri neri.
Secondo il vostro parere, la cura farmacologica è corretta?
La componente ansiosa è sufficientemente (farmacologicamente) affrontata?
Per un miglioramento sensibile della sintomatologia depressiva e depressivo-ansiosa, stante la cura farmacologica, quanto devo ancora aspettare?
Desidero ringraziare per il vs servizio on line offerto, che mi è risultato di valido aiuto tante volte in momenti di crisi.
Saluto cordialmente
[#1]
Gentile utente,
i farmaci che lei assume sono di comune uso nel corso di episodi depressivi.Il fatto che già ci sia stato un buon miglioramento è senza dubbio di conforto,certo penso sia necessario attendere ancora qualche settimana affinchè possano manifestare pienamente la loro efficacia.Nel frattempo la valutazione sulla opportunità di associare anche per un breve periodo un prodotto ansiolitico va lasciata al suo Psichiatra curante che ben conosce la sua storia clinica e le sue reazioni psico-fisiche alle terapie.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
i farmaci che lei assume sono di comune uso nel corso di episodi depressivi.Il fatto che già ci sia stato un buon miglioramento è senza dubbio di conforto,certo penso sia necessario attendere ancora qualche settimana affinchè possano manifestare pienamente la loro efficacia.Nel frattempo la valutazione sulla opportunità di associare anche per un breve periodo un prodotto ansiolitico va lasciata al suo Psichiatra curante che ben conosce la sua storia clinica e le sue reazioni psico-fisiche alle terapie.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
[#2]
Ex utente
Gentile dottore,
grazie per la sollecita risposta.
Il fatto è che non so se definire "buon miglioramento" lo stato in cui mi ritrovo ora. Ci sono dei giorni in cui ricasco in crisi di disperazione caratterizzate da pianto, visione nerissima del futuro e sensazione di non poterne uscire. Il lavoro stressantissimo, la solitudine e il non avere persone e punti di riferimento sono elementi caratterizzanti questo stato d'animo.
Lo psichiatra mi ha lasciato libertà nell'assunzione dello xanax, che utilizzo molto di rado da quando ho iniziato la nuova cura farmacologica (solo in casi estremi all'occorrenza, max 0.50mg).
Al momento sto seguendo anche un percorso psicoterapeutico, (il terapista credo abbia estrazione di analista) da prima del manifestrasi dell'ultima crisi (frequento da circa 10 mesi)
Ho letto che il remeron, a dose da 30 mg (come originariamente prescrittomi) tenderebbe a non portare più fastidiosi effetti di sedazione/ottundimento come invece a 15mg (dose da me attualmente presa)
Questo è vero? Dovrei parlarne con il mio psichiatra?
Ringrazio anticipatamente
grazie per la sollecita risposta.
Il fatto è che non so se definire "buon miglioramento" lo stato in cui mi ritrovo ora. Ci sono dei giorni in cui ricasco in crisi di disperazione caratterizzate da pianto, visione nerissima del futuro e sensazione di non poterne uscire. Il lavoro stressantissimo, la solitudine e il non avere persone e punti di riferimento sono elementi caratterizzanti questo stato d'animo.
Lo psichiatra mi ha lasciato libertà nell'assunzione dello xanax, che utilizzo molto di rado da quando ho iniziato la nuova cura farmacologica (solo in casi estremi all'occorrenza, max 0.50mg).
Al momento sto seguendo anche un percorso psicoterapeutico, (il terapista credo abbia estrazione di analista) da prima del manifestrasi dell'ultima crisi (frequento da circa 10 mesi)
Ho letto che il remeron, a dose da 30 mg (come originariamente prescrittomi) tenderebbe a non portare più fastidiosi effetti di sedazione/ottundimento come invece a 15mg (dose da me attualmente presa)
Questo è vero? Dovrei parlarne con il mio psichiatra?
Ringrazio anticipatamente
[#3]
Gentile utente,
l'ipotesi che lei formula,in linea di principio,è verosimile.Tuttavia penso sia indispensabile valutarla assieme al suo Psichiatra curante che,sicuramente,attraverso la visita e i colloqui effettuati,avrà un quadro molto più approfondito della sua situazione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
l'ipotesi che lei formula,in linea di principio,è verosimile.Tuttavia penso sia indispensabile valutarla assieme al suo Psichiatra curante che,sicuramente,attraverso la visita e i colloqui effettuati,avrà un quadro molto più approfondito della sua situazione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 03/04/2014.
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