Già scritto tempo fa esponendovi il caso di mio fratello che ha 27 anni ed è affetto dal disturbo
Gentile Staff di Medicitalia,
vi avevo già scritto tempo fa esponendovi il caso di mio fratello che ha 27 anni ed è affetto dal disturbo ossessivo compulsivo. Ho letto con attenzione l'articolo del prof. Ruggiero e ho trovato riscontro nella descrizione della sintomatologia specie su alcuni punti:rituali di lavaggio con ossessioni fobiche da contaminazione,pensieri ossessivi di tipo religioso,ossessioni dubitative. Mio fratello si è sottoposto ad un ciclo di psicoterapia dal mese di Settembre supportato anche da una cura farmacologica. La psicoterapeuta ritiene che i rituali siano meccanismi di difesa innescati all'interno di alcune dinamiche famigliari. In seguito alla psicoterapia non ci sono stati miglioramenti perché io penso che se l'origine del disturbo è all'interno delle mura domestiche,allora ritengo che sia necessario che lui debba recarsi verso strutture residenziali adeguate insieme ad altri ragazzi,in modo che possa svolgere delle attività e acquisire di conseguenza più autostima e superare le sue paure. La domanda che vi rivolgo è questa: esistono dei centri di accoglienza (comunità per ragazzi con dei disagi) che non siano cliniche psichiatriche (il suo non è un caso così grave,la psicoterapeuta non ritiene che sia necessario) che potrebbero accogliere il suo caso specifico? spero che possiate darmi delle indicazioni perché non riusciamo a trovare altre soluzioni. Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti Saluti.
vi avevo già scritto tempo fa esponendovi il caso di mio fratello che ha 27 anni ed è affetto dal disturbo ossessivo compulsivo. Ho letto con attenzione l'articolo del prof. Ruggiero e ho trovato riscontro nella descrizione della sintomatologia specie su alcuni punti:rituali di lavaggio con ossessioni fobiche da contaminazione,pensieri ossessivi di tipo religioso,ossessioni dubitative. Mio fratello si è sottoposto ad un ciclo di psicoterapia dal mese di Settembre supportato anche da una cura farmacologica. La psicoterapeuta ritiene che i rituali siano meccanismi di difesa innescati all'interno di alcune dinamiche famigliari. In seguito alla psicoterapia non ci sono stati miglioramenti perché io penso che se l'origine del disturbo è all'interno delle mura domestiche,allora ritengo che sia necessario che lui debba recarsi verso strutture residenziali adeguate insieme ad altri ragazzi,in modo che possa svolgere delle attività e acquisire di conseguenza più autostima e superare le sue paure. La domanda che vi rivolgo è questa: esistono dei centri di accoglienza (comunità per ragazzi con dei disagi) che non siano cliniche psichiatriche (il suo non è un caso così grave,la psicoterapeuta non ritiene che sia necessario) che potrebbero accogliere il suo caso specifico? spero che possiate darmi delle indicazioni perché non riusciamo a trovare altre soluzioni. Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti Saluti.
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Non penso che possa essere lei a stabilire una residenzialità per suo fratello.
A parte il fatto che le dinamiche familiari poco hanno a che vedere con l'insorgenza dei rituali quanto piuttosto possono essere rafforzati da comportamenti e non da dinamiche.
Il disturbo va trattato in modo efficace e può essere trattato a domicilio del paziente.
La proposta di una residenzialità eventualmente può venire dalle strutture pubbliche che si occupano di suo fratello.
A parte il fatto che le dinamiche familiari poco hanno a che vedere con l'insorgenza dei rituali quanto piuttosto possono essere rafforzati da comportamenti e non da dinamiche.
Il disturbo va trattato in modo efficace e può essere trattato a domicilio del paziente.
La proposta di una residenzialità eventualmente può venire dalle strutture pubbliche che si occupano di suo fratello.
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 31/03/2014.
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