Il disturbo che vi recherò nell'esporre il mio caso
Buonasera. Mi chiamo Giuseppe è ho 20 anni.
Mi scuso innanzitutto per il disturbo che vi recherò nell'esporre il mio caso.
Da quattro mesi sono entrato in una profonda fase di tristezza.
L'elemento scatenante è stato il rifiuto da parte del mio unico grande amore della vita. Un amore che ho coltivato dalla tenera età nelle fasi di tutta l'adolescenza e quando è giunto il momento di rivelarlo beh è stato rifiutato. Da li la mia vita ha perso senso.
Ho iniziato a riflettere su come sono cosa sono è ho capito di aver sbagliato tutto nella mia vita. Fin da bambino sono stato un tipo non espansivo. Preferivo stare a casa invece di uscire ed questo me lo sono portato anche oggi nella vita di oggi. Dopo aver svolto le mie mansioni da studente la mia vita sociale si chiude. Non che non abbia amici. Non che non parli con gli altri non abbia rapporti amicali ma tutto questo si conclude negli spazi di vita diciamo lavorativo-scolastici nulla di più. Per di più ho avuto diciamo esperienze di vita sociali in cui ho chiaramente compreso che ero giudicato in modo negativo e questo mi ha sempre ferito nell'animo.
Mi sento di aver sbagliato tanto nella mia vita. Di averla sprecata.
La cosa che mi fa più male è che penso che nonostante tutto se la gente mi evita e mi giudica fa bene perché me lo merito.
Tutto questo mi ha portato a uno stato di profonda tristezza. Non dormo più. Non vivo più. Se non fosse per una unica persona che mi da un po' di gioia e mi da senso a questa vita non avrei altro non avrei senso di vivere.
Ho pensato anche al suicidio. Lo so che non sono cose da pensare. Lo so che i miei motivi sono ridicoli per pensare a questo ma davvero non ce la faccio più a vivere così.
La ringrazio per avermi dato ascolto. So che le mie parole sono uscite in forma confusionale e credo che sono anche di difficile comprensione così come messe ma la mia mente è piena di pensieri a cui non so dare ordine.
Grazie.
Mi scuso innanzitutto per il disturbo che vi recherò nell'esporre il mio caso.
Da quattro mesi sono entrato in una profonda fase di tristezza.
L'elemento scatenante è stato il rifiuto da parte del mio unico grande amore della vita. Un amore che ho coltivato dalla tenera età nelle fasi di tutta l'adolescenza e quando è giunto il momento di rivelarlo beh è stato rifiutato. Da li la mia vita ha perso senso.
Ho iniziato a riflettere su come sono cosa sono è ho capito di aver sbagliato tutto nella mia vita. Fin da bambino sono stato un tipo non espansivo. Preferivo stare a casa invece di uscire ed questo me lo sono portato anche oggi nella vita di oggi. Dopo aver svolto le mie mansioni da studente la mia vita sociale si chiude. Non che non abbia amici. Non che non parli con gli altri non abbia rapporti amicali ma tutto questo si conclude negli spazi di vita diciamo lavorativo-scolastici nulla di più. Per di più ho avuto diciamo esperienze di vita sociali in cui ho chiaramente compreso che ero giudicato in modo negativo e questo mi ha sempre ferito nell'animo.
Mi sento di aver sbagliato tanto nella mia vita. Di averla sprecata.
La cosa che mi fa più male è che penso che nonostante tutto se la gente mi evita e mi giudica fa bene perché me lo merito.
Tutto questo mi ha portato a uno stato di profonda tristezza. Non dormo più. Non vivo più. Se non fosse per una unica persona che mi da un po' di gioia e mi da senso a questa vita non avrei altro non avrei senso di vivere.
Ho pensato anche al suicidio. Lo so che non sono cose da pensare. Lo so che i miei motivi sono ridicoli per pensare a questo ma davvero non ce la faccio più a vivere così.
La ringrazio per avermi dato ascolto. So che le mie parole sono uscite in forma confusionale e credo che sono anche di difficile comprensione così come messe ma la mia mente è piena di pensieri a cui non so dare ordine.
Grazie.
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Gentile utente,
Non è che questi pensieri producono tristezza, questi pensieri sono verosimilmente il risultato di uno stato di fondo, magari depressivo, che non permette altre letture che quella negativa, autocritica e di fallimento totale.
Ora, se nelle dinamiche normali questa fase, entro certi limiti, può avere il senso di rivedere le proprie scelte e posizioni e di distaccarsi da ciò che è andato male, è però altrettanto vero che può assumere la rigidità e il peso di un disturbo. In questo caso non è più utile perché non aiuta a prendere decisioni e a uscire dalla fase negativa, ma anzi ci inchioda ad un'idea di fallimento, e ci fa vedere come insensato ogni eventuale tentativo di cambiamento.
Se quindi è una depressione lo faccia accertare e nel caso segua la cura proposta.
Non è che questi pensieri producono tristezza, questi pensieri sono verosimilmente il risultato di uno stato di fondo, magari depressivo, che non permette altre letture che quella negativa, autocritica e di fallimento totale.
Ora, se nelle dinamiche normali questa fase, entro certi limiti, può avere il senso di rivedere le proprie scelte e posizioni e di distaccarsi da ciò che è andato male, è però altrettanto vero che può assumere la rigidità e il peso di un disturbo. In questo caso non è più utile perché non aiuta a prendere decisioni e a uscire dalla fase negativa, ma anzi ci inchioda ad un'idea di fallimento, e ci fa vedere come insensato ogni eventuale tentativo di cambiamento.
Se quindi è una depressione lo faccia accertare e nel caso segua la cura proposta.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 29/03/2014.
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