Ansia e insonnia
Buongiorno,
sono una ragazza di 30 anni e da circa 10 anni soffro (a fasi alterne) di attacchi di panico, ansia e depressione. In questi anni ho seguito una cura a base di paroxetina (sospesa stupidamente di mia spontanea volontà circa 6 mesi fa) e xanax (sospeso sotto controllo medico dopo circa 1 anno). Parallelamente ai farmaci ho più volte iniziato e interrotto cicli di terapia cognitivo comportamentale, che però come scritto sopra non ho mai portato a termine.
Dopo un periodo di relativo benessere durato circa 3 anni, da un paio di mesi riscontro un notevole aumento dell'ansia che non mi fa più dormire nel vero senso della parola. Il primo episodio di insonnia si è verificato durante una notte in cui dormivo con il mio ragazzo e quindi ora collego l'insonnia al fatto che ci sia lui a casa mia a dormire. Ho una tachicardia continua e ormai passo le giornate con il terrore che arrivi la sera e l'insonnia, e infatti alla fine non dormo.
Da due settimane ho iniziato a prendere 1 compressa di Tienor 3 volte al giorno e 10 gocce di Minias prima di andare a dormire, e questo è l'unico modo in cui riesco a addormentarmi.
C'è da dire che è un periodo particolare della mia vita: da 1 anno ho una relazione a distanza (che riconosco essere fonte di molte preoccupazioni ma che non vorrei interrompere perché sono molto innamorata), la situazione in famiglia non è delle più serene e lavorativamente parlando sono sotto contratto a tempo determinato che con le sue scadenze non mi mette certo tranquillità.
Da un mese ho ripreso anche la psicoterapia cognitivo- comportamentale per provare a sconfiggere definitivamente quest'ansia che non mi fa vivere più.
Sono piena di paure e dormire con il mio fidanzato mi crea ancora più ansia perché penso: "E se fosse per colpa sua che non dormo? E se non dormissi più ogni volta che viene lui? Sarò costretta a lasciarlo per questo?"
Secondo il vostro parere la cura farmacologica che sto seguendo insieme alla psicoterapia mi faranno tornare a dormire serenamente?
sono una ragazza di 30 anni e da circa 10 anni soffro (a fasi alterne) di attacchi di panico, ansia e depressione. In questi anni ho seguito una cura a base di paroxetina (sospesa stupidamente di mia spontanea volontà circa 6 mesi fa) e xanax (sospeso sotto controllo medico dopo circa 1 anno). Parallelamente ai farmaci ho più volte iniziato e interrotto cicli di terapia cognitivo comportamentale, che però come scritto sopra non ho mai portato a termine.
Dopo un periodo di relativo benessere durato circa 3 anni, da un paio di mesi riscontro un notevole aumento dell'ansia che non mi fa più dormire nel vero senso della parola. Il primo episodio di insonnia si è verificato durante una notte in cui dormivo con il mio ragazzo e quindi ora collego l'insonnia al fatto che ci sia lui a casa mia a dormire. Ho una tachicardia continua e ormai passo le giornate con il terrore che arrivi la sera e l'insonnia, e infatti alla fine non dormo.
Da due settimane ho iniziato a prendere 1 compressa di Tienor 3 volte al giorno e 10 gocce di Minias prima di andare a dormire, e questo è l'unico modo in cui riesco a addormentarmi.
C'è da dire che è un periodo particolare della mia vita: da 1 anno ho una relazione a distanza (che riconosco essere fonte di molte preoccupazioni ma che non vorrei interrompere perché sono molto innamorata), la situazione in famiglia non è delle più serene e lavorativamente parlando sono sotto contratto a tempo determinato che con le sue scadenze non mi mette certo tranquillità.
Da un mese ho ripreso anche la psicoterapia cognitivo- comportamentale per provare a sconfiggere definitivamente quest'ansia che non mi fa vivere più.
Sono piena di paure e dormire con il mio fidanzato mi crea ancora più ansia perché penso: "E se fosse per colpa sua che non dormo? E se non dormissi più ogni volta che viene lui? Sarò costretta a lasciarlo per questo?"
Secondo il vostro parere la cura farmacologica che sto seguendo insieme alla psicoterapia mi faranno tornare a dormire serenamente?
[#1]
L'ansia sembra comunque un'ansia dello spettro Panico. Forse l'insonnia andrebbe corretta con farmaci più mirati in questo senso (trimipramina etc) ne parli col suo Psichiatra.
Cura farmacologica e terapia cognitivo comportamentale dovrebbero comunque essere in grado di rimetterla in forma in pochi mesi, non sospenda però la paroxetina quando starà bene!
Cordialmente
MS
Cura farmacologica e terapia cognitivo comportamentale dovrebbero comunque essere in grado di rimetterla in forma in pochi mesi, non sospenda però la paroxetina quando starà bene!
Cordialmente
MS
Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria
[#2]
La cura farmacologica attuale, con due diverse benzodiazepine,
non appare adatta a curare i suoi disturbi. Può solo avere un effetto
sintomatico temporaneo, e in ogni caso non può essere prolungata
troppo a lungo.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è utile, ma sarà necessario
consultare anche lo psichiatra per aggiustare la terapia medica.
Cordiali saluti e auguri
non appare adatta a curare i suoi disturbi. Può solo avere un effetto
sintomatico temporaneo, e in ogni caso non può essere prolungata
troppo a lungo.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è utile, ma sarà necessario
consultare anche lo psichiatra per aggiustare la terapia medica.
Cordiali saluti e auguri
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
[#3]
Utente
Ringrazio infinitamente per la risposta tempestiva. Preciso che non ho consultato uno psichiatra ma un neurologo. Ritenete quindi necessario che io mi rivolga ad un altro specialista?
Aggiungo inoltre che insieme ai farmaci sopra elencati ho ripreso da 3 giorni anche la paroxetina (una compressa la mattina)
Dott. Savino, cosa intende per "ansia dello spettro panico?"
Aggiungo inoltre che insieme ai farmaci sopra elencati ho ripreso da 3 giorni anche la paroxetina (una compressa la mattina)
Dott. Savino, cosa intende per "ansia dello spettro panico?"
[#4]
"Dott. Savino, cosa intende per "ansia dello spettro panico?"
Ha ragione, mi sono lasciato andare a tecnicismi noiosi, me ne scuso.
Da alcuni anni si tende a dare importanza (al fine di fare diagnosi ed impostare la cura) non solo ai sintomi principali di un disturbo ma anche a tutti quei segni più sfumati e meno caratteristici che però hanno dimostrato di essere affidabili nell'indicare la possibile presenza o "predisposizione" ad un disturbo anche da soli. Questi sintomi si individuano anche con strumenti ritenuti ormai attendibili (vedi "Panic-agoraphobic spectrum: reliability and validity of assessment instruments". Shear MK1, Frank E, Rucci P, Fagiolini DA, Grochocinski VJ, Houck P, Cassano GB, Kupfer DJ, Endicott J, Maser JD, Mauri M, Banti S.).
In pratica possiamo oggi vedere ansia "tipo" panico, "tipo" fobia sociale o "tipo disturbo ossessivo" anche in assenza del disturbo conclamato in quel momento. Con questo non si vuole "etichettare" anche i sani ma solo caratterizzare meglio chi soffre di determinati disturbi.
Noioso? :)
Ha ragione, mi sono lasciato andare a tecnicismi noiosi, me ne scuso.
Da alcuni anni si tende a dare importanza (al fine di fare diagnosi ed impostare la cura) non solo ai sintomi principali di un disturbo ma anche a tutti quei segni più sfumati e meno caratteristici che però hanno dimostrato di essere affidabili nell'indicare la possibile presenza o "predisposizione" ad un disturbo anche da soli. Questi sintomi si individuano anche con strumenti ritenuti ormai attendibili (vedi "Panic-agoraphobic spectrum: reliability and validity of assessment instruments". Shear MK1, Frank E, Rucci P, Fagiolini DA, Grochocinski VJ, Houck P, Cassano GB, Kupfer DJ, Endicott J, Maser JD, Mauri M, Banti S.).
In pratica possiamo oggi vedere ansia "tipo" panico, "tipo" fobia sociale o "tipo disturbo ossessivo" anche in assenza del disturbo conclamato in quel momento. Con questo non si vuole "etichettare" anche i sani ma solo caratterizzare meglio chi soffre di determinati disturbi.
Noioso? :)
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.3k visite dal 28/03/2014.
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