Attacchi d'ansia della mia ragazza
Salve a tutti.
Vorrei innanzitutto ringraziare per lo spazio e il tempo dedicatomi e scusarmi se dovessi aver sbagliato posto o modo di chiedere un consulto, oltre a chiedervi scusa se non dovessi essere chiaro nell'esporre il problema.
Sono un ragazzo di 25 anni, e sono fidanzato con una mia coetanea da quando ne abbiamo 18. Siamo sempre stati bene insieme e, con i soliti alti e bassi, credo normali in una coppia, siamo arrivati ad un punto in cui tra noi e due conviventi/sposi, mancava veramente poco. Le promesse sono state tante e tanto importanti. La mia ragazza però soffre da sempre di attacchi d'ansia, che fino a poco tempo fa non sono mai stati approfonditi, anche perchè sempre superati senza troppe difficoltà e in poco tempo. Premetto che anche la madre della mia ragazza ha attacchi d'ansia, abbastanza forti, e cerca da sempre di fare in modo che sua figlia rimanga più possibile a casa. Inoltre, sia io che lei, abbiamo altri problemi familiari di vario genere, che di sicuro incidevano, pur sbagliando, nella nostra vita di coppia, facendoci essere a volte non sereni, ma non per qualcosa tra di noi, ma per lo stress accumulato esternamente. Da parte mia ho sicuramente sbagliato una cosa: sentendo di averla vicina, ho un po' trascurato le classiche "cose di coppia" (passatemi il termine) come uscire a volte da soli etc. proprio perchè sentivo di aver tempo per dimostrargli tutto quello che volevo, ma credevo di dover prima mettere a posto altre situazioni per me gravi, esterne a noi. Inoltre, un altro lato del mio carattere che sto cercando di migliorare, è che non mando a dire le cose alle persone a cui voglio bene e a volte lo faccio in modo troppo "diretto" (quindi potete immaginarvi con lei). Essendo inoltre una persona molto esigente, potete immaginarvi come, per esempio, il non fare sport, il non lavorare o l'alimentazione completamente sbagliata da parte della mia lei, mi facessero "arrabbiare" (non so se può essere utile sapere anche che lei ha, appunto, un'alimentazione veramente disastrosa, tanto che ha problemi tranquillamente evitabili (colesterolo alto etc.). Ad un certo punto, però, la mia ragazza, ha cominciato a smettere pian piano di venire a casa mia (prima era sempre da me), per impegni di studio (ha iniziato l'università da poco non trovando lavoro), per le continue richieste da parte di sua madre (che ha "paura" anche di andare a fare la spesa da sola) e per il ritorno in casa di suo fratello, dopo una separazione (lui ha anche problemi di alcol, e il loro rapporto è veramente disastroso). Pian piano, ha cominciato a rinchiudersi in casa, avendo sempre più crisi, uscendo sempre meno, studiando sempre di più e facendo solo quello che chiede sua madre. Di punto in bianco, da qualche settimana, ha detto che non sa se mi ama più, e ha motivato questo fatto dicendo che è confusa, che non è detto che il problema siamo noi, anche perchè ha problemi a fare quasi tutto e che potrebbe essere tutto un mix di cose, però, dato che i momenti in cui si sente più in difficoltà è quando la chiamo, le mando un messaggio o deve pensare di vedermi (non sempre a dire il vero, ma comunque spesso, e diciamo che da qualche giorno stiamo meglio), ha pensato potessimo essere noi il problema. Premetto inoltre che è in cura da qualche mese da uno psichiatra che però vede poco (perchè di quelli non privati) e che non le piace molto perchè, a detta sua, non la fa molto parlare, le ha dato una pastiglia contro l'ansia che ha poi diminuito e subito dopo riaumentato ancor di più della prima volta e perchè le chiede tutte le volte che la vede come va l'alimentazione. A breve (il 2 di Aprile) andrà da un'altra psicologa, per sentire cos'ha da dirle. A parte tutto ciò, l'unico consiglio che sembra essere stato snocciolato dall'esperto a cui si è rivolta, è di cercare di uscire da quella casa, perchè non le fa bene stare lì.
Dato che io, passatemi il termine, vivo per lei e non vedo futuro senza, vorrei aiutarla, e sto cercando di farlo, semplicemente dicendole che secondo me dovrebbe venir via da quella casa, o almeno uscire più spesso (con o senza me) ed andare più spesso, magari a pagamento da un privato, da uno specialista. In tutte queste cose io sono disposto, anzi vorrei aiutarla, pagandole un po' di sedute, e facendo in modo di darle un posto per uscire di casa. Oltre a questo, sto cercando di lasciarla stare più possibile e non farle pesare la mia presenza, anche se per me è difficilissimo ed a volte sbaglio. In cambio le ho solo chiesto di provarci per davvero a rimettersi in sesto e provare a non buttare via la nostra storia così, ma di darmi "una possibilità" (so che non si tratta di possibilità, dico così per semplificare il discorso) per farla nuovamente innamorare, quindi vedendomi ogni tanto quando se la sente.
Ora io vorrei porre tre domande (so che non è facile, e magari ad alcune non potrete nemmeno rispondere, visto che è un consulto on-line, fatto oltretutto dalla persona non interessata).
1) Cosa sbaglio/faccio giusto e cosa dovrei fare/smettere di fare secondo voi?
2) Cosa dovrebbe iniziare a fare lei per migliorare la sua situazione?
3) Ho una paura, ditemi se sbaglio: è possibile, che raccontata circa la stessa storia, alla nuova dottoressa, lei le suggerisca solo e soltanto di tagliare immediatamente i ponti con me?
Mi scuso per il papiro, ma volevo essere abbastanza chiaro e spiegare a modo la situazione.
Ringrazio ancora per l'aiuto che mi darete e intanto vi saluto.
Vorrei innanzitutto ringraziare per lo spazio e il tempo dedicatomi e scusarmi se dovessi aver sbagliato posto o modo di chiedere un consulto, oltre a chiedervi scusa se non dovessi essere chiaro nell'esporre il problema.
Sono un ragazzo di 25 anni, e sono fidanzato con una mia coetanea da quando ne abbiamo 18. Siamo sempre stati bene insieme e, con i soliti alti e bassi, credo normali in una coppia, siamo arrivati ad un punto in cui tra noi e due conviventi/sposi, mancava veramente poco. Le promesse sono state tante e tanto importanti. La mia ragazza però soffre da sempre di attacchi d'ansia, che fino a poco tempo fa non sono mai stati approfonditi, anche perchè sempre superati senza troppe difficoltà e in poco tempo. Premetto che anche la madre della mia ragazza ha attacchi d'ansia, abbastanza forti, e cerca da sempre di fare in modo che sua figlia rimanga più possibile a casa. Inoltre, sia io che lei, abbiamo altri problemi familiari di vario genere, che di sicuro incidevano, pur sbagliando, nella nostra vita di coppia, facendoci essere a volte non sereni, ma non per qualcosa tra di noi, ma per lo stress accumulato esternamente. Da parte mia ho sicuramente sbagliato una cosa: sentendo di averla vicina, ho un po' trascurato le classiche "cose di coppia" (passatemi il termine) come uscire a volte da soli etc. proprio perchè sentivo di aver tempo per dimostrargli tutto quello che volevo, ma credevo di dover prima mettere a posto altre situazioni per me gravi, esterne a noi. Inoltre, un altro lato del mio carattere che sto cercando di migliorare, è che non mando a dire le cose alle persone a cui voglio bene e a volte lo faccio in modo troppo "diretto" (quindi potete immaginarvi con lei). Essendo inoltre una persona molto esigente, potete immaginarvi come, per esempio, il non fare sport, il non lavorare o l'alimentazione completamente sbagliata da parte della mia lei, mi facessero "arrabbiare" (non so se può essere utile sapere anche che lei ha, appunto, un'alimentazione veramente disastrosa, tanto che ha problemi tranquillamente evitabili (colesterolo alto etc.). Ad un certo punto, però, la mia ragazza, ha cominciato a smettere pian piano di venire a casa mia (prima era sempre da me), per impegni di studio (ha iniziato l'università da poco non trovando lavoro), per le continue richieste da parte di sua madre (che ha "paura" anche di andare a fare la spesa da sola) e per il ritorno in casa di suo fratello, dopo una separazione (lui ha anche problemi di alcol, e il loro rapporto è veramente disastroso). Pian piano, ha cominciato a rinchiudersi in casa, avendo sempre più crisi, uscendo sempre meno, studiando sempre di più e facendo solo quello che chiede sua madre. Di punto in bianco, da qualche settimana, ha detto che non sa se mi ama più, e ha motivato questo fatto dicendo che è confusa, che non è detto che il problema siamo noi, anche perchè ha problemi a fare quasi tutto e che potrebbe essere tutto un mix di cose, però, dato che i momenti in cui si sente più in difficoltà è quando la chiamo, le mando un messaggio o deve pensare di vedermi (non sempre a dire il vero, ma comunque spesso, e diciamo che da qualche giorno stiamo meglio), ha pensato potessimo essere noi il problema. Premetto inoltre che è in cura da qualche mese da uno psichiatra che però vede poco (perchè di quelli non privati) e che non le piace molto perchè, a detta sua, non la fa molto parlare, le ha dato una pastiglia contro l'ansia che ha poi diminuito e subito dopo riaumentato ancor di più della prima volta e perchè le chiede tutte le volte che la vede come va l'alimentazione. A breve (il 2 di Aprile) andrà da un'altra psicologa, per sentire cos'ha da dirle. A parte tutto ciò, l'unico consiglio che sembra essere stato snocciolato dall'esperto a cui si è rivolta, è di cercare di uscire da quella casa, perchè non le fa bene stare lì.
Dato che io, passatemi il termine, vivo per lei e non vedo futuro senza, vorrei aiutarla, e sto cercando di farlo, semplicemente dicendole che secondo me dovrebbe venir via da quella casa, o almeno uscire più spesso (con o senza me) ed andare più spesso, magari a pagamento da un privato, da uno specialista. In tutte queste cose io sono disposto, anzi vorrei aiutarla, pagandole un po' di sedute, e facendo in modo di darle un posto per uscire di casa. Oltre a questo, sto cercando di lasciarla stare più possibile e non farle pesare la mia presenza, anche se per me è difficilissimo ed a volte sbaglio. In cambio le ho solo chiesto di provarci per davvero a rimettersi in sesto e provare a non buttare via la nostra storia così, ma di darmi "una possibilità" (so che non si tratta di possibilità, dico così per semplificare il discorso) per farla nuovamente innamorare, quindi vedendomi ogni tanto quando se la sente.
Ora io vorrei porre tre domande (so che non è facile, e magari ad alcune non potrete nemmeno rispondere, visto che è un consulto on-line, fatto oltretutto dalla persona non interessata).
1) Cosa sbaglio/faccio giusto e cosa dovrei fare/smettere di fare secondo voi?
2) Cosa dovrebbe iniziare a fare lei per migliorare la sua situazione?
3) Ho una paura, ditemi se sbaglio: è possibile, che raccontata circa la stessa storia, alla nuova dottoressa, lei le suggerisca solo e soltanto di tagliare immediatamente i ponti con me?
Mi scuso per il papiro, ma volevo essere abbastanza chiaro e spiegare a modo la situazione.
Ringrazio ancora per l'aiuto che mi darete e intanto vi saluto.
[#1]
Gentile Utente,
come lei stesso dice non è semplice rispondere esaustivamente ai suoi quesiti.
"1) Cosa sbaglio/faccio giusto e cosa dovrei fare/smettere di fare secondo voi?"--Una cosa che potrebbe essere di aiuto sarebbe che lei tenesse sotto controllo la sua apprensione e la paura di perdere la sua fidanzata (cosa non facile da fare) per non gravare con le sue ansie su di lei, che sembra averne già in abbondanza;
"2) Cosa dovrebbe iniziare a fare lei per migliorare la sua situazione?"----Avere tempo di capire cosa le sta succedendo e quali risorse ha, con l'aiuto di uno specialista;
"3) Ho una paura, ditemi se sbaglio: è possibile, che raccontata circa la stessa storia, alla nuova dottoressa, lei le suggerisca solo e soltanto di tagliare immediatamente i ponti con me?"------Secondo me sbaglia, questa è la dimostrazione di ciò che le dicevo al punto 1). Uno specialista o una psicologa non hanno il compito di intromettersi nella vita di una paziente per dispensare consigli su cosa fare e cosa non fare (questo lo possono fare amici e parenti). Una specialista psicologa ha il compito di aiutare la sua paziente a reperire le risorse per autoorganizzarsi. Questo non può escludere che un giorno la sua fidanzata non possa arrivare a decidere che non vuole più vivere quella relazione. Il rischi della fine della relazione è fonte di angoscia per lei, ma se vuole aiutare la sua fidanzata di questa sua angoscia deve cercare di farsene carico.
Cordialità,
come lei stesso dice non è semplice rispondere esaustivamente ai suoi quesiti.
"1) Cosa sbaglio/faccio giusto e cosa dovrei fare/smettere di fare secondo voi?"--Una cosa che potrebbe essere di aiuto sarebbe che lei tenesse sotto controllo la sua apprensione e la paura di perdere la sua fidanzata (cosa non facile da fare) per non gravare con le sue ansie su di lei, che sembra averne già in abbondanza;
"2) Cosa dovrebbe iniziare a fare lei per migliorare la sua situazione?"----Avere tempo di capire cosa le sta succedendo e quali risorse ha, con l'aiuto di uno specialista;
"3) Ho una paura, ditemi se sbaglio: è possibile, che raccontata circa la stessa storia, alla nuova dottoressa, lei le suggerisca solo e soltanto di tagliare immediatamente i ponti con me?"------Secondo me sbaglia, questa è la dimostrazione di ciò che le dicevo al punto 1). Uno specialista o una psicologa non hanno il compito di intromettersi nella vita di una paziente per dispensare consigli su cosa fare e cosa non fare (questo lo possono fare amici e parenti). Una specialista psicologa ha il compito di aiutare la sua paziente a reperire le risorse per autoorganizzarsi. Questo non può escludere che un giorno la sua fidanzata non possa arrivare a decidere che non vuole più vivere quella relazione. Il rischi della fine della relazione è fonte di angoscia per lei, ma se vuole aiutare la sua fidanzata di questa sua angoscia deve cercare di farsene carico.
Cordialità,
Dr. Roberto Di Rubbo
[#2]
Utente
Ok, capito, almeno spero.
Ringrazio per la disponibilità.
Abbiamo (ho meglio ha deciso) giusto ieri di metterci in una sorta di limbo, in cui non ci sentiamo vincolati come prima l'uno all'altro, ma neanche completamente divisi. Vediamo come va, perchè sogno solo di risolvere tutto, per quanto tempo ci possa volere.
A questo punto chiedo solo una cosa: dalla vostra esperienza è possibile che, in una situazione del genere, si prendano certe decisioni e si sia convinti che il problema sia appunto tra me e lei (oltretutto se ne abbia la conferma anche sentendosi meglio almeno inizialmente dopo aver "rotto") e poi in realtà si ci renda conto che non è così? Oppure dato che si è presa questa decisione e si sta meglio, allora la strada percorribile sia solo quella?
Grazie ancora per i chiarimenti e gli aiuti che mi date.
A presto.
Ringrazio per la disponibilità.
Abbiamo (ho meglio ha deciso) giusto ieri di metterci in una sorta di limbo, in cui non ci sentiamo vincolati come prima l'uno all'altro, ma neanche completamente divisi. Vediamo come va, perchè sogno solo di risolvere tutto, per quanto tempo ci possa volere.
A questo punto chiedo solo una cosa: dalla vostra esperienza è possibile che, in una situazione del genere, si prendano certe decisioni e si sia convinti che il problema sia appunto tra me e lei (oltretutto se ne abbia la conferma anche sentendosi meglio almeno inizialmente dopo aver "rotto") e poi in realtà si ci renda conto che non è così? Oppure dato che si è presa questa decisione e si sta meglio, allora la strada percorribile sia solo quella?
Grazie ancora per i chiarimenti e gli aiuti che mi date.
A presto.
[#3]
Gentile Utente,
Non ci sono ricette sicure nel campo di cui parla. Non resta che osservare lo svilupparsi della situazione, cercando di fare del proprio meglio. Vorremmo sempre evitare il dolore ma il più delle volte non è possibile.
Cordialità ,
Non ci sono ricette sicure nel campo di cui parla. Non resta che osservare lo svilupparsi della situazione, cercando di fare del proprio meglio. Vorremmo sempre evitare il dolore ma il più delle volte non è possibile.
Cordialità ,
[#4]
Utente
Ringrazio ancora, ma vorrei riformulare la domanda "sempliciotta" che ho fatto prima: dalla vostra ed unica esperienza con i vostri pazienti, si può perdere l'amore verso una persona, pensare di stare bene ma poi in un futuro più o meno prossimo, ritrovare l'amore verso quella stessa persona per cui si era perso?
Giuro che é l'ultima domanda, spero non sia troppo stupida.
Grazie ancora, a presto.
Giuro che é l'ultima domanda, spero non sia troppo stupida.
Grazie ancora, a presto.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.5k visite dal 17/03/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.