Autostima

Buongiorno,
Ho 52 anni. Vengo da due matrimoni falliti alle spalle l’ultimo terminato poco più di un anno fa.Non mi amava più. Questa relazione è durata 15 anni, Avevamo nel tempo raggiunto obiettivi minimi ma importanti di vita insieme, miglioramento delle posizioni lavorative, acquisto di una bella casa, vacanze e soddisfazioni personali. Mi sentivo un po’, assieme a lei, l’artefice di un piccolo miracolo tutto nostro e di conseguenza appagato e felice di quel po’ che avevamo raggiunto da soli, senza aiuti esterni, con qualche sacrificio ma senza privarci mai di nulla.All’interno della coppia, mi sono sempre occupato tra le altre cose, d’accordo con lei della pianificazione e dell’organizazione delle risorse con risultati soddisfacenti per tutti, così almeno credevo. Poi come un fulmine a ciel sereno la fine,tutto deciso da parte sua, un amore che si era oramai spento. Ho sofferto per mesi, chiedendomi dove avevo sbagliato, il perchè di quella fine repentina,senza mai trovare esaurienti risposte alle mie domande. Ricordo che mi sentivo molto fiducioso, ed orgoglioso al tempo stesso, avendo raggiunto nel tempo, gratificazioni superiori a quelle immaginabili anche rispetto al titolo di studio posseduto, un diploma di scuola superiore. Tutto questo ovviamente mi inorgogliva e accresceva la mia autostima. E poi tutto finisce lasciandomi una grande amarezza. Ma veniamo al punto. Nella Primavera scorsa, ho occasione di conoscere una gran bella donna di 42 anni che inizio a frequentare e che scoprirò poi essere una affermata facoltosa professionista, laureata con il massimo dei voti, circondata da altrettani affermati professionisti suoi amici, gente che può sotto tanti aspetti permettersi tutta una serie di cose per me inimmaginabili. La relazione con questa persona continua, cresce, ci innamoriamo, e progettiamo un futuro di vita insieme che prevede anche il cercare di avere un figlio. Mi trasferisco da lei ed entro a far parte del suo mondo. Non proprio. Il tempo passa e nonostante questa persona mi dimostri amore,mi renda partecipe di tutto, un senso di inadeguatezza mi pervade. Vedo intorno a lei tutte persone che ai miei occhi sono più colte, più intelligenti, più eleganti, più facoltose, più tutto. Ogni confronto risulta ai miei occhi impietoso. Comincio a chiedermi allora perchè si sia accorta proprio di me, un tipo molto comune di 10 anni più grande con uno stipendio un po’ sopra la media, ma a fronte di quel mondo con ben poche possibilità. Il fatto poi che lei guadagni molto più di me, mi fa sentire non all’altezza della situazione creando un pessimistico circolo vizioso che si autoalimenta senza fine. E allora mi dico che non devo illudermi, che tanto presto o tardi finirà che sicuramente incontrerà qualcuno meglio di me, che ha solo l’imbarazzo della scelta. La mia autostima è scesa a zero e mi chiedo come è possibile che tutto ciò stia avvenendo a fronte di una situazione che dovrebbe invece farla accrescere. Qualcuno mi aiuta?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Questo stato d'animo lo vive soprattutto quando è insieme alla sua donna, nel suo ambiente, a contatto con la sua vita, oppure è una rimuginazione che irrompe quando si trova da solo, a freddo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Dottor Pacini, innanzitutto la ringrazio dell'attenzione. Rispondendo alla sua domanda, le dico che è un sentimento sempre presente, sia quando sono da solo e ci sono rimuginazioni, sia quando sono a contatto con la mia donna ed il suo 'ambiente....Diciamo che successivamente al contatto con l'ambiente ho maggiori elementi per rimuginare....Io sono sempre stato una persona sensibile purtroppo e certi conronti sono per me molto dolorosi. Non so veramente cosa fare, il timore andare a starci male dopo quello che ho passato con la recente separazione è davvero grande.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Potrebbe correggere i dati della sua scheda?

Lei risulta donna di 46 anni in questo momento.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Utente
Utente
Buongiorno Dottor Ruggiero,

ho modificato i dati come da lei richiesto. Avevo utilizzato in realtà un vecchio account. Ora dovrebbe essere tutto a posto. Riesce ora a dirmi qualcosa in merito alla richiesta? Grazie e buona giornata.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Come già richiesto dal collega, gli aspetti relativi alla sua preoccupazione devono essere distinti se presenti solo durante l'evidenza di situazioni che lei percepisce come estranee al suo modo di essere, alla sua cultura ed al suo grado sociale, rispetto ai pensieri che scaturiscono indipendentemente dalle situazioni stesse.

Nel primo caso, la sensazione di sentirsi estraneo può essere soggettiva, e quindi solo regolata da lei, oppure oggettiva, cioè gli altri la fanno sentire in questo modo con comportamenti finalizzati a porre in risalto la propria posizione.

Nel secondo caso, il pensiero relativo a tale situazione è decontestualizzato e potrebbe rivelarsi come una fissazione ossessiva che si sta insinuando, anche in virtù della precedente esperienza negativa che in qualche modo ha amplificato l'insicurezza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

come diceva appunto il collega, la distinzione era tra un disagio nel "pensare" in generale la sua posizione, per poi magari trovarsi non male durante il contatto con gli altri, ma con lo sforzo di arrivarci e il disagio dopo di ripensarci con vergogna o con senso di inferiorità; e il disagio a "crisi" durante il confronto, come se le facessero paura gli altri, il loro modo di porsi (più che il giudizio che lei dà della loro superiorità o inferiorità). Niente vieta che ci siano entrambe le cose, e del resto le terapie non sono molto diverse.

Il legame con le due separazioni è "logico", ma questo non significa che debba rifiutare l'idea di farsi aiutare solo perché c'è una ragione plausibile.
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Utente
Utente
Bene dottore, La ringrazio. ll concetto mi è ora più chiaro. Cominciamo: Come facilmente immaginabile, non tutte le persone sono uguali e nella fattispecie, in questo gruppo ci sono soggetti che apparentemente non ostentano nulla o quasi ed altri invece che ti fanno domande credo per cercare di metterti in difficoltà. Per esempio, uno di questi alla fine di un lungo approfondito e anche bel monologo relativo alla sua professione tenuto davanti ad un gruppo di "amici", si è rivolto a me chiedendomi: Scusa, non ricordo qual'è il tuo indirizzo di studi, in cosa sei laureato? Naturalmente ho risposto la verità, quindi di non esserlo. A quel punto il soggetto si è nuovamente rivolto a me con un sorrisetto e un'occhiatina di intesa con gli altri ed ha aggiunto che certo, non era obbligatorio esserlo.....sorrisetto generale....Ecco, episodi come questo non ne capitano spesso, ma quando frequento quel gruppo di persone, avverto comunque una certa ostilità da parte di più di uno/a e certo questa cosa genera in me pensieri non certo lusinghieri. Come comprenderà, vivo tutto con una certa ansia e poca spontaneità. Altro fatto: Quando sono in giro con lei le persone che incontriamo salutano calorosamente lei e quando va bene per me c'è solo un misero accenno...Insomma penso che se mi cavassi dai piedi, farei un grandissimo favore a tutti....Mi sento così. L'unica che sembra non percepire questa cosa ( ma è persona troppo intelligente per non capirlo ) è proprio lei che tende, quando accade, a minimizzare l'evento. Tenga presente dottore, che da quando frequento questa persona, ho praticamente perso tutti i contatti con i miei precedenti amici frequentando solo i suoi e anche questo mi fa sentire in una sorta di gabbia, certo, dorata ma sempre gabbia è. Venendo ora al scondo caso di cui lei gentile dottore accenna, ebbene sì, credo che il problema sia stato centrato. Nel senso che sicuramente la precedente esperienza negativa ha amplificato tutto questo. Prima di ciò, seppur con le mie umane e dico anche necessarie insicurezze ero comunque una persona molto più forte. Sono provato e confuso.
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Utente
Utente
Grazie Dottor Pacini,
Credo in effetti che ambedue le cose coesistano, non ho comunque al momento idee di evitamento delle situazioni, anche se come è facilmente immaginabile, le stesse mi creano stress insicurezza ed ansia. Diciamo che preso singolarmente, pensando cioè
a me stesso in modo non contestualizzato in questa situazione, credo di aver fatto davvero buone cose con i mezzi a disposizione. Darei di me insomma un giudizio tutto sommato positivo. Al confronto con questi soggetti però, purtroppo mi crolla tutto.....Forse sarebbe il caso che prendessi in seria considerazione il fatto di cambiare strada, farei un bel favore a diverse persone, magari me compreso...Che ne dice?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Fondamentalmente, l'idea di cambiare strada è un evitamento.
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Utente
Utente
E' vero Dottore, ma alla luce di quanto sopra esposto come considera questa idea?

Grazie del suo tempo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
In realtà non ho ben capito la natura della sua domanda.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Non ho capito cosa intende come cambiare strada e a quali persone farebbe un favore.
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Utente
Utente
Grazie dell'attenzione gentili dottori. Cambiando strada farei un sicuro favore a persone che come raccontato nei precedenti post cercano di mettermi in imbarazzo con atteggiamenti che mi mettono in difficoltà...In questa situazione mi sento un pò come Don Chisciotte contro i mulini a vento.....E comunque faccio sicuramente molta fatica a stare al passo; quando hai meno denaro, meno cultura e sei in un ambiente dove non ti fanno sconti, la fatica è immane....Cambiando strada, farei forse un favore anche a me stesso, questa situazione mi stressa molto....Ripeto, non ho mai provato sentimenti di svalutazione personale come da quando frequento certe persone.... Certo sono innamorato di questa donna ma i costi in termini di salue rischiano di essere molto alti...Da qui le mie perplessità....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Il sentirsi inferiore è formale, sensibile a parametri molto grossolani come l'umore. In altre parole se fosse uguale ricchezza, stato sociale etc si sentirebbe inferiore per altre ragioni. Quando si pensa spesso e ripetutamente al paragone con gli altri è inevitabile sviluppare una sorta di complesso di inferiorità indotto, come fosse una misura che si è costretti a prendere, sapendola già a nostro sfavore.
Il concetto di differenza e di inferiorità sono in realtà diversi: non è detto che si debba ragionare di sé confrontandosi in termini di superiorità-inferiorità con gli altri.

Non ho capito però ancora cosa intende per "cambiare strada"
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Utente
Utente
Grazie dottore, le sue parole inducono ad un utile ragionamento....Cerco di spiegarmi, non mi sono mai sentito così inadeguato e questo è un fatto. Ora per cercare di spiegare il senso di frustrazione che provo, vorrei fare un esempio sportivo: Mi sento un pò come un ottimo giocatore di calcio di una squadra di serie B che una volta proiettato in un campionato maggiore fronteggiando giocatori più forti di lui capisce di non poter reggere il ritmo e da qui la frustrazione ed il pensiero di ritornare in ambiti più consoni alle proprie capacità..... Il cambiare strada, sta nel mollare quel tipo di situazione, compagna compresa.....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Capisco, ma è come se fosse un giocatore di calcio, che non sa in quale serie si trova, e improvvisamente si sente di serie B senza sapere esattamente a che livello sono gli altri. E' vero che può dire di una persona che guadagna più di Lei, ma questo non implica che fosse questo il parametro su cui misurarsi, o che lo fosse già prima, o che le interessi più di tanto poi misurarsi su questo parametro.
In altre parole, sentirsi nella serie inferiore è un conto, decidere a che sport si gioca è un altro, e a quel punto la serie diventa poco importante.
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Utente
Utente
Ha pienamente ragione Dottore.....
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Il problema principale è che se lei ama effettivamente questa sua nuova compagna dovrebbe dare poca importanza all'ambiente esterno e, comunque, non cedere ad eventuali provocazioni.

Penso che la sensazione di sentirsi inferiore sia molto personale e che dipenda anche dal suo modo di porsi rispetto ad un ambiente che non le è congeniale.

Probabilmente ha sensazioni di questo tipo anche per altre condizioni della vita quotidiana.
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Utente
Utente
Buongiorno Dottor Ruggiero,
La ringrazio dell'attenzione, trovo le sue parole di grande buon senso ed effettivamente a pensarci bene credo che la mia sia una valutazione certamente personale. L'ambiente sicuramente non mi è congeniale, anche se negli anni per via del lavoro che svolgo sono sempre comunque stato a contatto con ambienti similari, però non ho mai avuto difficoltà a rapportarmi, anche con persone di spessore, riscuotendo vari attestati di stima. Negli ultimi due anni però, anche a causa del vissuto che ho sommariamente raccontato nei primi post, le certezze che mi ero costruito in tanti anni hanno cominciato a vacillare e così la mia autostima è scesa a zero. Mi snto come un naufrago in mezzo alla tempesta, cerco di barcamenarmi ma senza sapere in realtà dove approdare.....La domanda era quindi finalizzata ad avere un consiglio su come procedere, se da solo o in compagnia. Il cambiare strada era in questo senso...Per concludere, di questa donna sono realmente innamorato e mi sento sicuramente ricambiato anche se a volte ne subisco il carattere forte e determinato......Sono una persona con mille dubbi purtroppo.....Grazie del suo tempo.